lunedì 12 novembre 2007


( da http://indipendenzasicilia-fns.ilcannocchiale.it riceviamo e volentieri pubblichiamo )


Ecco la prosecuzione del confronto dialettico avviatosi con “INGEGNERE VOLANTE “ sul blog “ l’ora del vespro”. Alleghiamo qui la risposta di FABIO/TRINAKRIUS alle ultime riflessioni dell’ INGEGNERE VOLANTE. Per completezza d’informazione aggiungiamo che questa sarà l’ultima replica su questo argomento di FABIO/TRINAKRIUS che invece resta a disposizione per qualsivoglia confronto su temi della Sicilia, del suo futuro e delle prospettive della nostra Area politico-culturale


Egregio INGEGNERE VOLANTE,

Grazie per il tuo apprezzamento per quanto mi riguarda sono convinto che anche questi “scambi” rappresentino occasioni per un confronto composto, non formale quanto proficuo.

Accetto pure, come retaggio e tuo specifico tratto retorico, lo schernirti dall’essere persona colta o fine intellettuale che dir si voglia.

Vengo subito al merito della tua risposta e Ti dico cosa ne penso.

Tu scrivi: “[…] non riesco a capire perché le vostre visioni socialmente orientate siano inseparabili dall'indipendentismo.
Dove sta scritto che l'indipendentismo può avere solo connotati "socialisti"[…]“
Ti rispondo distinguendo tra i due corni del dilemma.

Se d’un canto converrai facilmente sull’immediatezza legata al fatto che le nostre visioni socialmente orientate ( per ‘u F.N.S. in chiave democratica e progressista, per Noi di Focus Trinakria con coloriture laburiste e socialdemocratiche, appunto “travagghiste “) sono mezzo per testimoniare e veicolare la nostra idea di Sicilia del futuro, che vogliamo contribuire a rendere, libera e autodeterminata, .

Quanto poi al fatto che l’indipendentismo potrebbe o dovrebbe avere solo connotati "socialisti". Non credo di aver mai scritto e neppure pensato ciò.
Anzi amo dire spesso e con me i miei amici e compagni che Noi siamo necessariamente parte del processo e non tutto il processo di autodeterminazione.

Noi siamo pacifisti, democratici, progressisti alcuni di noi anche ”travagghisti” (o laburisti che dir si voglia), ma mai ci penseremmo di negare altre scelte ideali sia per gli indipendentisti come anche per i centralisti.

Cosa diversa e se mi chiedi se io abbia fiducia e volontà di divulgare, diffondere e propagandare nell’area come anche nella società siciliana le idee e i programmi, da me e dalle organizzazioni, politiche e culturali, a cui sono vicino propugnate. In tal caso Ti dico. certo che credo in quello che faccio. Cosa che del resto penso accada anche a Te.

Nel tuo intervento leggo poi : “[…]Quando poi parli di "Unione dei Sicilianisti,che tanto sa di quel “ pansicilianismo autonomista “ che tanto male fa, da anni, alla Sicilia,spacciando per sicilianiste proposte in realtà antisiciliane", a quali proposte ti riferisci esattamente? […] “
Vorrei poterti rispondere citando solo uno o due casi sporadici o particolari.

Ma sia Io che Tu ben sappiamo che io mi riferisco ad un complessivo, generale atteggiamento, ad un habitus politico che coinvolge, ampi, troppo ampi settori, della politica legata sia ad organizzazioni pseudo-autonomiste come quelle create da alcuni ex esponenti della partitocrazia italiana come anche a certi incongrui atteggiamenti praticati e messi in campo anche da settori che d’un canto si propongono come “vestali “ della purezza e dell’esegesi indipendentista e poi si perdono e proiettano , a livello locale, in alleanze anche spregiudicate con forze unitarie e partitocratriche.

Comprenderai bene che non è solo o tanto questione di nomi quanto di prassi e abitudini politiche. E pur tuttavia credo di essere stato oltre modo chiaro.

Poi continui e scrivi: “ […] Per quanto attiene poi ai risultati elettorali e/o politici dell'unità, io ritengo che al popolo non interessino i programmi, ma i fatti[…].”

I fatti? Davvero qui temo,pur coltivando robustamente la vocazione alla dialettica, di non potere e non volere seguirti sino in fondo.

Se ben comprendo Tu sostieni che i fatti dovrebbero sopravanzare i programmi.

Perdonami ma i fatti non sono mai neutrali.

I Fatti sono sempre frutto, volenti e anche nolenti, di idee e scelte.
Idee, ideali e scelte che, in politica, si traducono in programmi che,soli, possono offrire una proposta, quella sì reale, per la soluzione dei problemi e dei bisogni, nel nostro caso, della Nazione e del Popolo Siciliano.

Sul merito poi di quella “presenza univoca sulla scena politica “ che Tu pensi possa fare da “catalizzatore della crescente consapevolezza di sé del Popolo Siciliano “.

Noi crediamo che ciò in linea di principio potrebbe, bada bene POTREBBE, esser vero se però le condizioni con cui e da cui parte un simile processo di unità e/o rassemblement fossero altre e ben diverse da quelle oggi in campo.

Attualmente si propone solo di realizzare l’ennesima, mera sommatoria di sigle, gruppi senza neppure, lo ribadisco, discutere almeno di programmi se non vogliamo parlare di ideali.

Permettimi poi di dirti, in tutta sincerità, da indipendentista, che la tua successiva riflessione poco mi convince.

Tu scrivi: “[…] In fondo, le coalizioni esistono. Al governo dell'Italia ci stanno in questo momento il diavolo e l'acqua santa. Eppure al fine di mantenere in piedi interessi loschi loro sì riescono a stare uniti. E non dovrebbero riuscirci i sicilianisti, che hanno a cuore interessi ben più nobili? […] “

Credi ciò debba essere il nostro paramentro d’azione e/o aggregazione?

Davvero pensi che i sicilianisti, gli Indipendentisti, tutti gli indipendentisti non siano in grado, neppure di pensare, qualcosa di diverso, migliore e più coerente rispetto a quello che fanno e disfanno i Partiti italiani e centralisti?

Quanto poi alla tua domanda (che mi aspettavo) sulla nostra recente alleanza, alle scorse elezioni amministrative di Palermo, con Leoluca Orlando, Ti risponderò, senza giri di parole , e anzi Ti ringrazio per avermi offerto l’ennesima occasione per chiarire, , il senso lineare e spiegherò anche necessario di quella nostra scelta.

Vedi INGEGNERE VOLANTE, ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti alleato, in quell’occasione, con “SICILIA DEMOCRATICA in EUROPA” ha lealmente sostenuto la candidatura a Sindaco di Leoluca Orlando.

Lo abbiamo fatto, non alla carlona, ma a seguito di un ragionamento politico ben chiaro.

Si prospettava, sin da subito, una Campagna dura che offriva però l’occasione, a Noi indipendentisti democratici, progressisti e travagghisti che ci riconosciamo nel programma du F.N.S., di affermare e veicolare una schietta presenza indipendentista ad un ampio numero di Siciliani, quelli appunto che vivono, operano e votano nella nostra amata Capitale: Palermo.

Si poneva dunque la necessità di dare voce e visibilità all’Indipendentismo dato che tutte e dico tutte le altre organizzazioni, sicilianiste, sia quelle scese in campo che quelle rimaste in comoda contemplazione, si guardavano bene dal dichiararsi e proporsi come indipendentiste.

‘U F.N.S. decise dunque di percorrere, come al solito, la strada meno facile ma l’unica che offriva l’occasione di battersi da Indipendentisti per la Città di Palermo.

Del resto anche la lista sicilianista che presentava un suo candidato a sindaco e che strizzava l’occhio anche ai nostri voti, aveva esplicitamente per mezzo del suo candidato, escluso di essere indipendentista.

Noi ci siamo schierati come al solito solo per la Nazione ed il Popolo Siciliano, il fatto poi che nella coalizione animata da Leoluca Orlando noi trovammo ascolto e rispetto per le nostre scelte e per i nostri ideali spiega il perché di quella scelta, che non essendo meschini, rivendichiamo.

Fu una scelta non facile, forse anche sofferta, ma che ci vide attenti e impegnati.

Il risultato non è stato certo esaltante quantitativamente ma ne rivendichiamo la necessarietà politica e la qualità è legata al fatto che tutto è stato fatto per dare visibilità alla proposta Indipendentista.

Debbo poi dire che ci fece specie, ma non ci sorprese, l’atteggiamento di certi settori sicilianisti e indipendentisti, che in campagna elettorale come anche dopo, furono zelantemente pronti a criticare ma sempre incapaci di fare altro o anche solo qualcosa “ di indipendentista”.

Al punto che se non ci fossimo esposti Noi, du F.N.S e minor misura di Focus Trinakria, con le nostre facce, essi avrebbero lasciato gli elettori indipendentisti e/o sicilianisti in balia di quei “ presunti autonomisti” che operano quotidianamente, in Parlamento come negli Enti Locali, di fatto contro la Nazione Siciliana e il suo Bene Comune.

Di questi atteggiamenti fanno fede tutta una serie di documenti, anche doviziosamente presenti in rete e ben facilmente recuperabili, che testimoniano l’abitudine, fortunatamente coltivata da pochissimi, al gretto dileggio delle altrui posizioni anche nella nostra Area.

Quanto poi alla questione da Te indicata della “ esclusività monomandataria nel processo di liberazione nazionale “.

E ovvio che sei libero di pensarLa come meglio credi, però devo dirti in sincerità che credo che fosse evidente e chiaro il senso di quanto da me scritto.

Io stigmatizzavo quei comportamenti “personalistici “ che, se vorrai cercare in rete, trovano ampie dimostrazioni sia in alcuni documenti politici come in certi forum.

Ti reputo troppo intelligente e troppo fine intellettuale anche solo per tentare di ribaltare le carte affermando che sarei Io a “ propugnare “ questa esclusività.

StimandoTi devo dunque pensare che Ti occorra tempo per meglio studiare, da esperto della rete quale Tu sei, questi elementi.

Quanto al presunto “dileggio “ vorrei dire che io sviluppo un ragionamento politico, che non chiedo a nessuno di condividere a scatola chiusa, ma che non potrai negare si basa su di una analisi della situazione sia dell’area indipendentista e sicilianista come anche della realtà sociale.

Posso tutto al più portare allo scoperto evidenti incongruenze politiche di forze o gruppi ma mai mi permetto di irridere uomini e donne che non la pensano come me.

Del resto è anche questa parte della “cifra stilistica “ du F.N.S. che, in questi anni difficili, fa sempre più la differenza tra Noi e certi irruenti settori, che conducono, specie in rete, con rodati metodi totalitari, attacchi anche personali a chi come Noi politicamente non la pensa come loro.

Comprendo, per concludere, il senso del tuo invito e pur tuttavia, né per paura né per calcolo, farò i da Te auspicati nomi.

Soprattutto perché così facendo offrirei occasioni di polemica a costoro che mancando di loro peculiari elaborazioni politiche hanno bisogno di polemiche e scontri continui per darsi ed acquisire visibilità.

Come vedi noi sui dati siamo sempre pronti al confronto.
Del resto Ti basterà ripercorrere, attraverso la stampa e internet, i mesi trascorsi per costruire un quadro completo di quanto detto e per farti in piena libertà una tua idea in proposito.
Spero di essere stato esauriente e ho fiducia che, da adesso in poi, potremo confrontarci, senza pregiudizi, anche su altri temi in spirito di amicizia e di collaborazione.

Antudu!


FABIO/TRINAKRIUS


sabato 10 novembre 2007

CANTIERI NAVALI DI PALERMO: CESSIONE? PRIVATIZZAZIONE? IPOTESI PER UN RILANCIO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
IPOTESI DI “ FOCUS TRINAKRIA” PER UN RILANCIO CHE IMPEDISCA LA MORTE PER INEDIA
DEL GLORIOSO STABILIMENTO
Focus Trinakria, sodalizio culturale & travagghista e THINK TANK dell’indipendentismo siciliano progressista e democratico, considera necessaria ed non più differibile una ripresa del dibattito sociale e politico, scevro da propaganda, sul futuro del Cantiere Navale di Palermo.
Si è nel tempo tra le forze politiche e sindacali italiane affermata la prassi e l’uso di non pensare più in senso strategico allo stabilimento di Palermo. L’idea di fondo non espressa ma chiaramente praticata era disinteressarsi del suo futuro.
Ciò forse anche in virtù del fatto che buona parte dei danni e dei disservizi in cui il glorioso Cantiere Navale di Palermo si dibatte sono frutto avvelenato di scelte condivise e consensuali di certa politica e anche, triste a dirlo, di certo sindacalismo consociativo.
Tutto oggi è improntato alla mera sopravvivenza quotidiana e nessuno prova più convintamene e seriamente a cercare di “convincere “ FINCANTIERI ad investire STRUTTURALMENTE nello e sullo stabilimento di Palermo.
I “travagghisti “ di Focus Trinakria . credono invece che nel nuovo clima geopolitico, che torna a riconoscere centrale e nevralgico il Mediterraneo, il Cantiere Navale di Palermo ha nuovo senso e rinnovate prospettive.
Occorre a nostro avviso rilanciarlo seriamente, anche attraverso, se necessario, la fuoriuscita dello stabilimento dall’orbita FINCANTIERI con la cessione a investitor internazionali privati motivati.
Potrà essere questa l’occasione per superare, una volta per tutte, la vecchia fallimentare logica para statalista e soprattutto pseudo industrialista che tanto male ha fatto alla Cantieristica e anche alla Sicilia.
Occorre però dare un segnale forte di volontà politica.
La prospettiva della cessione e/o privatizzazione certo non è facile ma è l’unica, reale possibilità di rilancio vista il generale disinteresse mostrato, in questi anni, da FINCANTIERI nei confronti di un reale rilancio della struttura.
Il tutto però, a nostro avviso, deve avvenire non solo nel quadro del pieno e assoluto rispetto dei diritti dei Lavoratori del Cantiere Navale di Palermo ma anche pensando ad un rilancio in grande stile, produttivo ed occupazionale, della struttura.
Rilancio che stimolerà anche le professionalità e le competenze già presenti in azienda dato che la ricchezza di un complesso industriale e/ o produttivo non è costituita solo dalle strutture e dai macchinari ma anche dalle professionalità che sono ancora una delle vere “ risorse” della Capitale Siciliana.
Occorre pensare ad un pieno rilancio con il quale anche si colga l’occasione per ridurre le “ esternalizzazioni “ e riportare tutta la produzione, sia nell’ambito delle riparazioni che in quello delle costruzioni, nell’alveo di un processo interno allo stabilimento di Via dei Cantieri.
E’ ovvio, ma lo ripetiamo per evitare fraintendimenti, che tutto ciò può e deve avvenire nel pieno, assoluto rispetto di ottimali standard sindacali.
E’ necessario, anzi inderogabile, dunque, pensare, al più presto, ad un rilancio, a lungo termine, di politica industriale per il Cantiere di Palermo anche se ciò dovesse significare cedere lo stabilimento a holding cantieristiche straniere e/o private che diversamente da FINCANTIERI colgano e valorizzino le sue potenzialità e prospettive.
Cosa ne pensano i partiti, i sindacati sempre pronti a stracciarsi le vesti, a parole, ma incapaci, da lustri oramai, di pensare reali prospettive di rilancio?
FOCUS TRINAKRIA
Via Brunetto Latini,26- 90141 PALERMO

venerdì 9 novembre 2007

CONTRO OGNI POSSIBILE DERIVA MESSA IN CAMPO DAL MODERNO ANTISEMITISMO



Riceviamo da 'u Frunti Nazziunali Sicilianu - Sicilia Indipinnenti e volentieri pubblichiamo
la seguente nota che ci sentiamo pienamente e convintamente di sottoscrivere.
Abbiamo letto l’interessante analisi di Magdi Allam pubblicata lo scorso 4 novembre dal “ Corriere della Sera” dal titolo: Il partito degli intellettuali che paragona Israele ai nazisti.
Nel succitato intervento Magdi Allam ci informa che sul sito http://www.gazavive.com/ è pubblicato l’appello per la fine dell’embargo genocidi, Gaza vivrà.
Allam ci spiega qual è il tenore complessivo di quest’appello.
Per gli estensori ed i firmatari ( al 4 novembre quantificati in 2073 soggetti) Israele avrebbe la responsabilità del “genocidio” dei Palestinesi.
Sempre nello stesso documento l’editorialista del Corsera ci ricorda che costoro equiparano Israele ad Hitler considerando che Israele avrebbe trasformato Gaza e la sua “striscia” in “ campi di concentramento nazisti “.
L’appello poi chiede al Presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, di non considerare più il movimento di Hamas come organizzazione terroristica.
Allam focalizza quindi l’atteggiamento dei teocrati di Hamas e delle possibili sponde italiane constatando come significativi settori della sinistra comunista e omologhe fasce di sindacalismo abbiano sottoscritto l’appello favorendo così, anche involontariamente oltre che culturalmente e politicamente l’azione terrorista di Hamas.
Una sponda che porta ancora l’organizzazione palestinese ad ostinatamente negare il diritto di Israele all’esistenza.
Allam constata che coloro che hanno firmato questo appello e con essi coloro che ne condividono e veicolano la ratio costituiscono oggettivamente una sorta di comitato italiano dell’internazionale pro-Hamas.
La riflessione di Magdi Allam e il contenuto dell’appello e i corollari politici ad esso sottesi offrono anche a Noi Indipendentisti democratici e progressisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinenti motivi di riflessione.
Da sempre Noi du F.N.S. siamo, infatti, seriamente impegnati a offrire chiavi di lettura e ipotesi di soluzione per la questione israelo-palestinese.
Nella convinzione che una soluzione equa è possibile senza piegare né umiliare nessuna delle parti e anzi producendo pace e prosperità sia per il Popolo palestinese che per quello Israeliano.
Questa nostra linea è ben nota e ci caratterizza nella certezza di rappresentare non solo il nostro punto di vista ma anche quello della stragrande maggioranza del Popolo Siciliano e non ci sembra di dover prendere in considerazione posizioni favorevoli all’appello su Gaza presenti tra i militanti dei partiti italiani e i veri o sedicenti sicilianisti, veri o sedicenti autonomisti, veri o sedicenti federalisti e/o neo-misini, neo-autonomisti e/o neo-federalisti.
Nel rispetto dei principi fondamentali dell'O.N.U. e in continuità e coerenza con la storia dell’indipendentismo e del nazionalismo siciliano sui generis ( antirazzista, pluriculturale, plurietnico e plurireligioso dai tempi di Ducezio ed Ermocrate, dai tempi delle lotte di liberazione cominciata da Euno continuate dal Popolo del Vespro e via via fino ad arrivare a Francesco Paolo Di Blasi, Ruggero Settimo, Emerico Amari e dei protagonisti delle lotte politiche e sociali anticoloniali quali i Fasci siciliani dei lavoratori e dei movimenti veramente sicilianisti ed indipendentisti che attraversarono eroicamente e senza soluzione di continuità la prima metà del secolo XX° dei quali qui ricordiamo soltanto alcuni leader come Andrea Finocchiaro Aprile, Canepa, Castrogiovanni, Varvaro, Restuccia, Gallo) riteniamo doveroso rappresentare e testimoniare con forza l'etica ed i valori della lotta all'antisemitismo.
In conclusione ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti, a prescindere da ogni altra considerazione, esprime apprezzamento per il grande contributo dato da Magdi Allam al dibattito sul pericolo rappresentato dal fenomeno del moderno antisemitismo comunque camuffato e/o veicolato.


W l’Amicizia fra i Popoli!

giovedì 8 novembre 2007

TURCHIA NELLA UNIONE EUROPEA? ....

Riteniamo utile ed importante il recentissimo rapporto sull’allargamento della Commissione Europea che torna a ribadire, ancora una volta, che il governo turco di Ankara è ben lontano dall’aver soddisfatto quelle minime condizioni che potrebbero aprire le porte dell’Europa Comunitaria al Governo di Ankara.
E’ un dato importante che spazza il campo dalla propaganda PRO o CONTRO per introdurre nel dibattito elementi concreti ed oggettivi.
La Commissione Europea, infatti, diversamente dagli xenofobi in servizio permanente effettivo pone l’accento su due elementi che fanno propendere Bruxelles per un NO prudente all’ingresso di Ankara nella U.E.-
Diritti minimi insufficienti e limitata libertà d’espressione sono questi gli “ elementi democratici “ al momento non sufficientemente garantiti dal Governo della Turchia ai suoi stessi cittadini. Come vedete nulla a che vedere con preconcette chiusre culturali, etniche o religiose.
Ed è proprio questa la posizione pragmatica ma ferma appunto sposata dal nostro Blog.
E’ importante oggi schierarsi apertamente a favore delle conclusioni della Commissione dato che ampi settori dell’Opinione Pubblica europea invece sviluppano altri ragionamenti, a nostro avviso, per nulla congrui e coerenti. Penso al battage fatto da ampi settori della stampa cosiddetta “liberal” europea che pur riconoscendo veri gli appunti mossi dalla Commissione pensano si debbano ignorare visto che oggi la Turchia è uno dei pochi alleati fedele all’occidente nel mondo mussulmano.
Fa specie ascoltare e leggere siffatte analisi che mostrano con tutta evidenza quanto poco certuni hanno imparato dalla storia contemporanea.
A nostro avviso derogare dal rispetto attento e puntuale di questi “prerequisiti” democratici per l’adesione alla costruzione europea vuole dire proiettare Noi con la stessa Turchia indietro di decenni in nome di presunti vantaggi tattico-strategici.
Una forma di realpolitik che non ci convince. Noi non possiamo abbassare i nostri standard, piegare alla ragione militare i nostri più basilari valori della convivenza civile. Non possiamo né dobbiamo permetterlo!
Anzitutto per il rispetto, enorme ed assoluto, che nutriamo per il Popolo Turco e per il suo cammino verso forme sempre più avanzate di democrazia.
Se Noi europei accettassimo tutto ciò condanneremmo i settori più aperti e sensibili della società turca ad un rapido ridimensionamento se non alla scomparsa incalzati dall’inorgoglito sciovinismo del nazionalismo turco.
E’ nostra opinione che il cammino democratico del Popolo Turco verso la piena democrazia passa anche per il NO europeo, per nulla preconcetto, ad una adesione a queste condizioni.
Permetteteci di scrivere che il dato religioso o confessionale è un dato importante a ben vedere solo e proprio per coloro che sono i “pasdaran” dell’adesione turca a tutti i costi.Costoro credono che acquisendo la benevolenza del Governo di Ankara ne faremo un fedele alleato per noi occidentali.
Sia i sostenitori del No come quelli del SI quindi condividono a ben vedere la medesima anche se speculare logica. Noi invece crediamo che la religione professata dalla gran parte del popolo turco , quella mussulmana non sia né un ostativo né una condizione favorevole in sé da valutare. Tutt’al più si tratta di un oggettivo dato di fatto.
Ci chiediamo e chiediamo alle “ belle anime” del progressismo ultras perché perorare il SI della Turchia nella U.E e non porre pure contestualmente all’ordine del giorno l’Ingresso di Israele nella U.E?
Perché questa evidente disparità? Forse che Ben Gurion è meno simpatico di Kemal Atatürk? Attendiamo risposta.

martedì 6 novembre 2007

RIFLESSIONI SULL’UNIONE DEI SICILIANISTI

Gentili Lettori ,riproponiamo su " La Questione Siciliana" il post pubblicato dal blog
" http://indipendenzasicilia-fns.ilcannocchiale.it"comprensivo di introduzione.Attendiamo se vorrete vostri commenti.

06/11/2007


Cari Amici
Con rispetto ma determinazione diamo una nostra risposta ai quesiti posti dall'ultimo intervento de " L' ingegnere volante " su " L'ora del Vespro" (
http://loradelvespro.blogspot.com: Cosa aspettiamo ad unirci del 28 ottobre u.s..Ecco qui di seguito le argomentazioni di FABIO -TRINAKRIUS .

Dirò la mia. Andrò direttamente al “ succo “ della questione evitando di tornare a polemizzare anche se sinceramente credo che nella mia risposta al Tuo primo post ( FNS: le ideologie fotteranno il sicilianismo ) apparivano chiariti i motivi che mi inducevano a non essere per nulla d’accordo con Te e la tua Analisi.Cosa del resto sagacemente notata da quell’Anonimo ( N.d.A. perché anonimo? ) che ha interagito con Noi, a seguito del tuo post e della mia risposta.Tuttavia visto il Tuo nuovo post e credendo che nel dialogo ci sia sempre e comunque un germe di positività, darò in continuità la mia opinione su quanto nuovamente scrivi.Tu chiedi:Cosa aspettano le attuali forze sicilianiste ad unirsi e a far sentire all'unisono la voce del popolo siciliano? Dai evidentemente per scontato che quelle che giustamente Tu chiami le “ attuali forze sicilianiste” debbano necessariamente unirsi per fare sentire la voce del Popolo Siciliano.Noi Indipendentisti travagghisti & progressisti pensiamo che stando così le cose ciò non solo non sia una emergenza né una necessità ma addirittura un qualcosa in sé di controproducente. Vengo e mi spiego.Intorno a quali principi, a quali progetti, programmi e/o discriminanti tutto ciò dovrebbe mai avvenire? Nessuno lo dice né lo scrive. Sembra che l’unico collante dovrebbe essere un alquanto vago e nebuloso amore per la Sicilia. Può bastare così poco ad unirci se poi tanto altro, troppo altro ci divide?Del resto anche Tu non farai fatica ad ammettere apertamente che la “ nebulosa “ sicilianista è oggi discordante idealmente, politicamente,praticamente su tutto. Come si può, ad esempio, mai chiedere a quelli come Me , Noi che militano o ‘ntu F.N.S. o nei “ travagghisti” di Focus Trinakria o ancora tra i Sinnakalisti du C.S.S. di mettere da parte le loro visioni socialmente orientate quando si sa che queste sono fortemente interrelate ed inseparabili dalla indubitabile nostra militanza indipendentista?E Ci si chiede di “ stemperare “ la nostra coerenza ideale e la nostra azione politica per diluirci in un calderone, semanticamente e politicamente, equivoco quale indubbiamente è il progetto della cosidettà Unione dei Sicilianisti,che tanto sa di quel “ pansicilianismo autonomista “ che tanto male fa, da anni, alla Sicilia,spacciando per sicilianiste proposte in realtà antisiciliane.Gli stessi che spesso puntellano le loro poltrone comunali o di altro tipo con i leader di quei partiti che pontificano e si sentono novelli oracoli.Certo Tu qui dall’osservatorio del Tuo Blog non puoi ricordare cosa accadde circa un decennio fa quando una proposta simile ci fu prospettata.Noi sì, invece, ricordiamo.Abbiamo presente quante e quali delusioni detta ipotesi fece maturare nella nostra area politico-culturale. Noi già militavamo ‘ntu F.N.S. quando questo progetto fu tentato attraverso la creazione di un Cartello elettorale di rassemblement quale fu quello di “ NOI SICILIANI – FNS “. Cartello al quale aderimmo senza fanatismi ma con la sincera lealtà che sempre ci ha caratterizzato. Ricordiamo il clima di pervaso populismo che segnò quella esperienza, non dimentichiamo come si cercò benché fosse un accordo paritario di mettere quasi fuori gioco gli Indipendentisti allora rappresentati solo nell’intero quadro politico da ‘u F.N.S..Basterebbe oggi aver vissuto quel difficile momento, quelle campagne elettorali per comprendere e ricordare come una simile ipotesi proprio perché si basava sull’assioma (indimostrabile per definizione) che l’Unità produce consenso elettorale e fors’anche politico mostrò allora evidentemente tutti i suoi limiti. Limiti dettati dall’essere, oggi come ieri, un puro atto di speculazione tattico-politica che nessun contatto mostrava e a maggior ragione mostra oggi con la realtà, con la “ fisicità” della politica.Oggi parecchi ancora in buona fede , anche Tu, tornate a riproporre quella “ panacea “. E taluni lo fanno tacendo sul fatto che questa ANNUNCIATA UNITA’ è proclamata in sé senza alcuna reale, chiara riflessione né sul senso politico dell’azione Sicilianista( siete e sarete per l’Autonomia? per l’Indipendenza? per una prospettiva federalista? ) e neppure sul programma sociale( nessun accento alle discriminanti di politica culturale, economica, sociale e/o sindacale). Qui non invochiamo o reclamiamo un GRUNDSATZPROGRAMM tipo quello della SPD tedesca ma almeno un accenno su ciò che dovrebbe unire e amalgamare queste sigle e/o gruppi della “ nebulosa” sicilianista. Niente di tutto ciòPoi ancora preso dal tuo ragionamento chiedi: Cosa impedisce loro, oggi, di mettersi a capo di un movimento di liberazione della Sicilia; che la difenda a tutti i livelli e ne rivendichi le ragioni?Vedi forse Ti sfugge il fatto, per nulla secondario, che i processi di liberazione nazionale, tutti i processi di liberazione nazionale , non passano per semplici, tutto sommato atti auto-referenziali di volontà singole o di ristrette elitè. E questo vale anche per il nostro processo di liberazione nazionale, dato che anch’esso risponde a precise, determinate esigenze espresse ed incarnate proprio da quel Popolo Siciliano che dovremmo Tutti rappresentare.Ora Noi tutti se organizziamo ed animiamo una onesta, diretta militanza politica e culturale mirante all’Autodeterminazione della Sicilia dobbiamo riconoscere con realismo che difendere e rivendicare le ragioni del Popolo e della Nazione Siciliana non deve necessariamente significare voler essere tutto il processo di liberazione nazionale. Molti invece credono in questa idea di esclusività monomandataria. Perché?L’esperienza ci dice che spesso entra in gioco quello che il solito ( ma geniale) Gramsci chiamava “ basso opportunismo”. Vedi dopo le delusioni reali, politiche ed organizzative prodotte da questo falso mito dell’unità oggi tornare ad agitare fumosamente questa prospettiva significa per dirla con Ernesto Rossi“ girare il fumo con la manovella” nella speranza, coltivata da taluni, di cogliere i frutti in una leadership unica anche se non unificante.A costoro diciamo che troveranno sulla loro strada gli Indipendentisti democratici, progressisti e travagghisti!Come possono chiedere seriamente ad partito indipendentista e democratico & progressista come ‘u F.N.S. di diluire le sue irrinunciabili pregiudiziali ANTI MAFIOSA e ANTI PONTE in una “ KUSICCHIA “ di cui nessuno ha mai seriamente discusso?Davvero chi pensa ciò allora considera poco il nostro Popolo e complessivamente sottovaluta i suoi bisogni e i suoi diritti. Recuperiamo tutti serietà.Certeduni potranno anche tentare il solito, ennesimo “ cartellicchio “ elettoralistico ma dovranno dire ai siciliani apertamente che in esso non ci sono, per motivi politici, ideali e sociali, forze imprescindibili quale è, ad esempio e soprattutto, quel Frunti Nazziunali Sicilianu che è tanta parte della storia dell’indipendentismo isolano del XX° e XXI° secolo ma anche strutture più giovani quali ‘u Focus Trinakria o ancora ‘u C.S.S..Dovranno dire ai Siciliani che Si uniscono e fanno della loro pura e semplice unità in chiave elettoralistica l’essenza unica e sola del loro non programma.Un po’ poco quello che offrono ad un Popolo come quello Siciliano alla ricerca di rinascita e riscatto. Non credete?Tu chiedi infine: Sono solo ragioni ideologiche a divedere il fronte sicilianista? (Se è così, francamente, i politici sicilianisti si trovano distanti anni luce dal sentire comune di quelli che vogliono vedere la Sicilia finalmente liberata e se ne fregano di sigle e partiti.)Vedi con questa domanda poi mostri, e con Te lo fanno molti altri, una certa incomprensione non tanto e non solo per le idealità ( anche quella sicilianista se ci pensi è un’alta idealità ) ma anche per le differenze ideologiche e politiche che sono il lievito della vera politica anche tra Noi. Ma andrò oltre e dirò una verità che va detta anche se spiacevole.Alcuni settori politici dell’area nostra tentano in nome di purismi virtuali solo evocati e di personalismi spesso spregiudicati quelli sì praticati di emarginare e dileggiare tutte le forze e gruppi che non la pensano come loro salvo poi invocare coccodrillescamente,con voce pseudo-patriottarda, l’unità di tutti . Diciamolo chiaramente Noi non ci stiamo. E invitiamo anche Te, di cui facciamo salva la buona fede, a riflettere ,senza lenti colorate, su questa nostra analisi Del resto quale patriota siciliano potrebbe accettare la vecchia, fallimentare prassi del “ comunque volemose bene “e affidare a questi autoproclamati leader cosiddetti sicilianisti spesso , in contraddizione con se stessi, il futuro della nostra Patria Ancestrale? Nessuno credo concorderai con me. Siamo dunque seri e conseguenti la Sicilia si merita altro e più !Occorre rimboccarsi le maniche, tornare tra la gente, tra gli uomini e le donne di Trinakria, in patria come nella Diaspora, per dimostrare che la vera politica indipendentista vince qualsiasi deriva populista.Speriamo quindi che questa nostra risposta possa contribuire, sempre in buona fede, a mantenere vivo il dibattito sia sui blog sicilianisti e indipendentisti come i nostri come anche nella nostra area culturale e politica.

ANTUDU!

FABIO - TRINAKRIUS

lunedì 5 novembre 2007

QUALE IDEA DI NAZIONE AUSPICHIAMO…

Per meglio aiutare a contornare e chiarire quale è la nostra idea di Sicilia pubblichiamo qui un interessante articolo di Fabio Cannizzaro, oggi Presidente di Focus Trinakria, e ripreso dal blogindipendenzasicilia-fns.ilcannocchiale.itprecedentemente pubblicato sul numero unico in attesa di registrazione del periodico du F.N.S.“ A Nazioni Siciliana “del gennaio 1999 dal titolo - LA NOSTRA IDEA DI " NAZZIONI "-

A nessuno sfugge l'importanza di una definizione teorica di ciò che intendiamo per Nazione, che dia spessore e ricono­scibilità politica alla nostra azione quoti­diana.
Del resto anche il concetto di Nazione ha risentito e non poteva essere altrimenti 'd'un lato dei macromutamenti geopolitici e dall'altro della più generale riflessione filosofica ed ideale.
Domandiamoci allora cosa -si intende correntemente e cosa invece intendiamo, in modo più articolato, Noi sicilianisti di progresso, quando parliamo di Nazioni, di Nazione Siciliana?
Negli anni, nei decenni s'è accreditata, nell'immaginario collettivo, un'idea ge­nerale di Nazione come un'insieme di persone legate tra loro esclusivamente dalla condivisione o di un comune patri­monio storico-culturale o da comuni aspi­razioni e/o dalla comune appartenenza ad uno stesso ceppo etnico.
Una tale definizione oggi veicolata dai dizionari e dalle enciclopedie, ci in­duce, ad una, pur breve, riflessione su quella concettualizzazione che racchiude in sé alcuni antichi pregiu­dizi ideologici che ancora oggi pesa­no sull'azione e sulla riflessione poli­tica.
L'idea canonica di Nazione, su espo­sta, risente ancora dello " spirito " in cui , durante il periodo romantico, maturò e si fortificò l'idea "moderna" di nazione come oggi la conosciamo.
Questa. visione canonica ignora però di fatto la dialettica tra le classi sociali che ogni so­cietà possiede fisiologicamente in sé .
Essa quindi individua le aspirazioni, i bisogni e gli interessi di un popolo come dettati monoliticamente da una volontà unica.
In realtà sappiamo, che una tale visione, per dirla con un eufemismo è edulcorata ed è inoltre la meno adatta a rendere il senso più vivo di una società reale. L'idea di nazione che invece Noi peroriamo , elaborata da Ber Boronchov, un sionista di matrice marxista, sostiene che per " Nazione" abbia ad intendersi:
" UN GRUPPO DI PERSONE, COSTITUITOSI STORICAMENTE, CON UN PASSATO COMUNE E LA CUI VITA ECONOMICA SI È SVILUPPATA IN CONDUZIONI DI PRODUZIONE COMUNI E LA CUI VITA SPIRITUALE HA OTTENUTO, PERCIÒ IL CARATTERE DI UNA CULTURA COMUNE. "
Una tale lettura è ne siamo convinti più concreta e meglio rende i flussi delle forze sociali siciliane e no.
La nostra idea di Nazione, quindi, meglio fotografa il complesso reticolo di funzioni che individuano una nazione.
Come si può facilmente notare, quest'analisi non mortifica ma anzi esalta e valorizza i fattori produttivi nazionali, che contribuiscono, al pari degli altri a delineare una linea di sviluppo materiale e quindi indirettamente anche culturale. Questo senza però ignorare anche le diverse volontà politiche ché si agitano in ogni so­cietà e nazione, abrogata e no.
La nostra analisi non mira ad esorcizzare la dicotomia tra lotta nazionale e lotta sociale. Ci rendiamo ben conto che l'una non è risolvibile immediatamente nell'altra e viceversa. Ciò che Noi ci proviamo a fare e di tentare una composizione tra le due forme di lotta, nei termini di un confronto tra utopie, intese come interazione tra due reali, concrete- possibi­lità di cambiamento dell'esistente e dei suoi rappcrti. In quest'ottica, esse, possono e devono trovare un punto d'incontro , nella comune con­siderazione, che solo il mutamento delle condizioni socioeconomiche è in grado di pro­durre una duratura, apprezzabile modificazione delle esistenti strutture politiche e statua­li, favorendo così a pieno i processi politici dell'Autodeterminazione dei Popoli. Certo non può apparire casuale, né infatti lo è, la scelta dell'idea di nazione boronchovia­na, tra le varie, tante idee veicolate nel e dal dibattito politologico. Abbiamo preferito e non poteva essere altrimenti una analisi del fenomeno. nazionalé che fosse di matrice mediterranea e sociale, capace anche al di là del più specifico dato ideologico , però di rendere la complessità stratificata delle aspirazioni di tutti i Popoli e di tutte le Nazionalità abrogate, non ultime tra queste. anche quelle dei Popoli Palestinese e Tibetano.
Noi Popolo Siciliano, non soli, ma insieme con tutte le Nazionalità abrogate. Noi mondo negato e troppo spesso odiato.
Noi tutti, parafrasando il poeta Emanuele Gagliano, Ebrei del sud del Mondo, troviamo nell'idea veicolata da Boronchov una sintesi robusta dei nostri status nazionali e dei no­stri bisogni e diritti sociali, l'uni e gli altri, ad oggi. ancora, ostinatamente negati.
E' questo un metodo d'analisi del reale che su cerando le consapevoli mistificazioni delle storiografie ufficiali, recupera le radici sociali e democratiche delle nostre memorie collet­tive e nazionali.
Radici che però caliamo nella imprescindibile realtà della produzione, dando così robu­stezza sociale alla nostra scelta di lotta politica per fa libertà e quindi per una. sempre più diffusa. condivisa e partecipata forma di umana democrazia , in cui non ci siano final­mente più Popoli sfruttatori e Popoli sfruttati.

CHI SIAMO, COSA VOGLIAMO E COSA AUSPICHIAMO….

Il “ Nome” come anche la “ descrizione “di questo blog vogliono essere una chiara dichiarazione d’intenti.
Del resto non casualmente l’intero concetto è ripreso da un bello ed intenso articolo di Giuseppe Scianò dal titolo “ Indipendentismo è …“.
Essa è la sintesi puntuale del nostro pensiero e del nostro sentire.
Siamo Siciliani, Indipendentisti innamorati della nostra Terra, della Patria nostra e dei nostri Padri che vedono nel recupero dell’Identità, della Memoria, della Consapevolezza del sè comunitario le necessarie " condizioni "per affermare il diritto della Nazione Siciliana ad un Futuro di libertà e prospera floridezza.
Futuro che non può però a nostro avviso prescindere né fare a meno di una seria interazione con la questione sociale e con la difesa dei deboli e dei lavoratori ,dei “ travagghiaturi “.
Per noi la Questione Siciliana è dunque necessariamente, opportunamente sintesi inestricabile e indistinguibile del tema identitario con quello della giustizia sociale e della lotta ad ogni sopraffazione mafiosa e no.
Non si possono né separare né opporre questi due temi senza che non si perda il senso più profondo della stessa Questione Nazionale Siciliana.
Questione Siciliana che a nostro avviso deve e può essere risolta democraticamente e pacificamente.