giovedì 26 giugno 2008

FOCUS TRINAKRIA HA RICORDATO A 50 ANNI DALL'ESECUZIONE LA FIGURA DI IMRE NAGY

IMRE NAGY
1896 - 1958




FOCUS TRINAKRIA,think tank culturale del sicilianismo e dell’indipendentismo democratico e progressista siciliano ha varato un ciclo di seminari e conferenze su di una composita serie di eventi e/o argomenti collegati tra loro dal filo comune del tema: “LA SICILIA TRA IDEE E FATTI NEL “SECOLO BREVE”.
Il primo appuntamento è stato quello, ieri, in occasione del seminario su : IMRE NAGY E LA RIVOLUZIONE UNGHERESE A 50 ANNI DAL SUO ASSASSINIO.
Il seminario si è svolto a Palermo, nei locali di Via Brunetto Latini, 26.
La relazione è stata svolta da Fabio CANNIZZARO, Presidente del sodalizio.
“ La rivoluzione Ungherese del ’56 fu infatti uno degli avvenimenti che ebbe un forte, avvertito impatto sulla Società, disgelando anche a Sinistra, il volto autocratico ed autoritario del comunismo sovietico. Ci sembrava dunque giusto avviare questo ciclo di incontri ricordando Imre Nagy “ ha esordito CANNIZZARO.
“Nagy fu Presidente del Consiglio e leader della Rivoluzione Magiara.
Eric J Hobsbawm definì mirabilmente Nagy un “comunista riformista”.
Infatti non può e non deve essere dimenticato che Egli fu e restò sempre nell’alveo dell’ideologia di sinistra.
Del resto era vissuto a lungo a Mosca e aveva respirato a pieni polmoni l’aria cominternista” - ha proseguito il Presidente di Focus Trinakria.
“ Possiamo dire che Nagy era un uomo d’apparato che quando venne chiamato a ricoprire la massima responsabilità istituzionale di governo in Ungheria attraverso una profonda, sofferta introspezione, mediata anche da vari avvenimenti ed esperienze, maturò una Nuova Visione.
Nuova Prospettiva che grazie a Lui e al suo esecutivo divenne volontà generale di cambiamento che coinvolse e pervase la gran parte del popolo ungherese.
Molto si è scritto e dibattuto sul senso più vero e genuino della rivoluzione ungherese. Noi di Focus Trinakria ovviamente non possediamo una verità ultima e/o ultimativa, semmai preferiamo, invece, analizzare le azioni e le scelte politiche fatte da Nagy, dal suo entourage e dal Governo da Lui presieduto.
Se dunque riduciamo l’angolo visuale a questo ambito notiamo con tutta evidenza che si trattò di un concreto tentativo di AUTORIFORMA, una sorta di PERESTROJKA MAGIARA ante litteram che mirava , in una ottica comunque socialista, a portare l’Ungheria al pluripartitismo e alla neutralità tra i due blocchi “.
CANNIZZARO è poi passato ad analizzare in modo più dettagliato gli effetti che gli eventi ungheresi del ’56 ebbero nel Mondo, sul corpo del movimento operaio e sulla società anche in Sicilia.
Si è trattato di una incursione storiografica e politologica in un mondo, ideale e politico, oggi scomparso, che allora era “spaccato “ in due parti.
“ Divisione dei cui effetti, già negli anni ’40 erano rimaste vittime – ha ricordato CANNIZZARO - le aspirazioni del Popolo e della Nazione Siciliana ( Vyšinskij a Palermo - dicembre 1943 ).
Ebbene i “fatti d’Ungheria” contribuirono, non poco, anche in Sicilia a scuotere equilibri e confini di quel mondo bipolare.”
Molto interessante è stata poi la parte della relazione in cui CANNIZZARO ha contornato il senso del pensiero e della visione di Nagy anche attraverso l’estrapolazione e la lettura di alcuni brani di suoi scritti politici attenzionando la sensibilità dello Statista magiaro per temi come: l’indipendenza, l’eguaglianza dei diritti e l’autodecisione e la riflessione sui colonialismi.
Il seminario si è poi concluso con un piccolo confronto-dibattito con l’uditorio in sala e con un arrivederci alla prossima conferenza del ciclo organizzato da Focus Trinakria.

mercoledì 25 giugno 2008

A MURAZZU RUTTU IL SENSO DI UNA PROSPETTIVA PER L’AREA SICILIANISTA E L’INDIPENDENTISMO SICILIANO D’OGGI E DI DOMANI






Ecco la nostra cronaca su quanto ascoltato a Murazzu Ruttu, speriamo sia un utile contributo.




Affinità di convinzioni comuni” l’avrebbe definita il siciliano Don Luigi Sturzo.
Ecco una chiave di lettura per la Manifestazione di Murazzu Ruttu a Randazzo.
Chi avesse sfidato la calura del pomeriggio di domenica 22 giugno, avrebbe potuto constatare di persona che è questo è stato l’oggettivo cemento che lega anime varie e diverse nella pur ambivalente definizione di “sicilianismo”.
Esistono volendo sintetizzare diverse visioni riguardo il senso e le prospettive di quest’area politico-culturale. Una più autenticamente politica che tende attraverso il ricordo a legare in un filo di memoria e idealità le due realtà di ieri e di oggi, ben cogliendone le profonde diversità.
E traendo da questo confronto anche occasione per descrivere e contornare il futuro politico ed organizzativo dell’Area e della Sicilia tutta.
Un futuro che deve essere sì rivoluzionario ma non meno intransigentemente pacifico e democratico.
Vi è poi invece un altro tipo di approccio che si è appalesato anche negli interventi di quest’anno a Murazzu Ruttu. Si tratta più di un atteggiamento, di una prassi legata al filo della generalità, degli auspici, dei ricordi e di certo modo retorico di essere sicilianisti che non vuole o non sa definire prospettive, tattiche e strategie e vola a vista.
Una diversità che, del resto, neppure gli organizzatori, gli Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu hanno celato a margine della loro consueta sintesi consuntiva della manifestazione.
Quest’anno l’F.N.S. ha affidato le fila del ragionamento, della chiosa e della proposta politica al suo Vice Segretario, Fabio CANNIZZARO.
Si è trattato , crediamo Noi, di una indicazione politica su cui anche certuni dovranno riflettere. E’ la prova ( ma non ce ne era bisogno) del fatto che l’F.N.S. non è solo ed esclusivamente come ama talvolta insinuare qualcuno “ il Partito di Scianò “, ma è come è sempre stato una realtà plurale dove vivono, si formano dirigenti politici e in cui si contornano temi, proposte che dettano le parole d’ordine seguite poi da molti.
Dunque riassumiamo il senso dell’Intervento di Fabio Cannizzaro che è appunto espressione sintetica quanto compiuta della posizione idealmente più ricca ma anche operativamente concreta e politicamente propositiva ascoltata a Randazzo.
Tale accuratezza non è da escludere derivi a Cannizzaro anche dal fatto di essere animatore dell’unico “think tank” dell’Area Sicilianista e Indipendentista: FOCUS TRINAKRIA.
Bene Cannizzaro ha esordito ricordando la figura, il sacrificio di Antonio CANEPA , Carmelo ROSANO e Giuseppe LO GIUDICE.
I Tre EVISTI, militanti- militari dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia ( E.V.I.S.) che lì perirono.
Poi si è posto è a posto ai presenti, e non solo al loro, subito una domanda: Veniamo a Murazzu Ruttu solo per Commemorare?
Ha risposto di No. Ha detto che non siamo e tutti non dovrebbero essere lì solo per quello.
Ha poi continuato dicendo accalorato, gridandolo nel megafono che utilizzava, che certo occorre commemorare e NON DIMENTICARE quei Martiri ma più e meglio occorre ATTUALIZZARNE il sacrifico ed affinarne, rapportandolo all’oggi, il patrimonio ideale e politico.
E’ poi, in questa chiave, passato ad analizzare la situazione politica e ciò che è accaduto nell’anno che è trascorso dall’ultimo incontro dello scorso 2007.
Cannizzaro ha spiegato che questo 2008 ha visto mutare il quadro istituzionale e politico siciliano. La “batteria” di elezioni che abbiamo visto succedersi hanno determinato nuovi equilibri istituzionali e politici , anche se tutti interni alle forze e ai gruppi del centralismo.
Occorre dunque che ci si interroghi su cosa fare.
Cannizzaro ha tenuto a chiarire che occorre non inseguire, tampinare i partiti cosiddetti autonomisti e/o i loro leader.
La nostra e la loro strada sono separate da alcuni temi programmatici irrinunciabili.
Temi che se non sono sposati non permettono, a nessuno, di essere ed agire da e per conto del Popolo e della Nazione Siciliana.
I quattro item indicati da ‘u Vici Sikritariu F.N.S. sono:

NO AL PONTE SULLO STRETTO che minaccia la integrità geopolitica della Nazione Siciliana
NO ALLA CONTRORIFORMA STATUTARIA
LOTTA CONTRO LA MAFIA E A TUTTE LE MAFIE
LOTTA PER LA DIFESA DEI DIRITTI CULTURALI DEL POPOLO SICILIANO


Chiarito ciò Cannizzaro ha detto che occorre agire in virtù di questi punti per ridare alla Sicilia, alla Nazione Siciliana rappresentanza e voce, in modo nuovo, ovviamente non violento e convintamente pacifico.
Ecco come si deve e può inverare lo SPIRITU DI MURAZZU RUTTU, di cui egli aveva già scritto in un suo intervento pubblicato da questo Blog e ripreso e rilanciato da molti sulla “rete”.
Ecco la chiave dell’immortalità per il pensiero e lo spirito di Lo Giudice, Rosano e Canepa . Ecco come il sangue fecondo di quei martiri fruttificherà nell’oggi e più ancora nel domani della sicilia e dei Siciliani.

Sono poi seguiti altri interventi tra cui quello interessante quanto però leggermente prolungato dell’On. Natoli. Alcuni, la gran parte di questi interventi svolti da singoli,o esponenti di piccoli gruppi hanno più sposato la visione antitetica a quella FNS di cui Cannizzaro si è fatto interprete. E pur tuttavia vi sono fondati motivi di speranza, che vengono non tanto dalla possibilità o dalla convinzione di poter mutare l’atteggiamento culturale e di prassi di questi sicilianisti quanto dalla presenza a Randazzo e ancor più dai contatti presi quotidianamente con diversi Siciliani che stanno maturando un loro pensiero sulla Questione Siciliana comprendendo che essa è Questione Nazionale.
Particolarmente si tratta di giovani studenti, universitari e delle scuole medie secondarie, che si avvicinano all’Indipendentismo e al Sicilianismo con entusiasmo ideale e voglia di fare.
Cosa del resto testimoniata anche a Murazzu Ruttu da interventi come quelli di Gianluca Castriciano e di Claudio Crisafulli.
A costoro, a tutti i Giovani siciliani e no, dobbiamo offrire visione politica, strategie percorse e percorribili, possibilità di intravedere soluzioni, solo così si potrà cambiare la Sicilia in termini di libertà ed autodeterminazione.
Il “pessimismo cosmico” il “sociologismo nebuloso”, il “rivoluzionarismo verboso” sono solo parte di una ritualità che attraversa certi settori sicilianisti e che trova a Murazzu Ruttu uno sfogo per posizioni che non possono e non hanno reali sbocchi.
E pur tuttavia a Randazzo è prevalso appunto, pur nella differenza e differenziazione delle analisi e delle posizioni, anche per rispetto a quei martiri “ lo spirito di pluralità” volutamente garantito come “spirito di tribuna” dagli Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu.
E ciò senza mai però dimenticare che il tema politico, nei termini giustamente posti da ‘u F.N.S., è però chiaramente contornato e non ammette, no può ammettere sbandamenti.




ANTUDU!

martedì 24 giugno 2008

LA SCELTA DI ANNA


IL NOSTRO PUNTO DI VISTA SU UN FATTO NE' SECONDARIO NE' ACCESSORIO


L’ultimo, recente appello di Simona Mafai che chiede che, il seggio ed il ruolo di capo dell’opposizione parlamentare al Parlamento Siciliano “abbandonato “ dall’ex candidata alla Presidenza della Regione, Anna Finocchiaro, sia “ lasciato ” a Rita Borsellino ha il pregio, voluto o no poco importa, di restituire visibilità ad una “ ferita “ ancora aperta e che taluni troppo frettolosamente vorrebbero già cauterizzata.
È nostra convinzione che la decisione assunta dalla riconfermata Senatrice Finocchiaro di “ restare”, dopo la sconfitta, a Roma, al Senato sia la rappresentazione esemplare ed esemplificativa di un modo di intendere le cose siciliane largamente condiviso dal “ mondo “ della politica centralista.
Qui la scelta della Senatrice non va valutata come mera, quanto lecita, scelta personale ma più e meglio come risultante politica di un punto di vista collettivo da Ella, in questo frangente, incarnato e rappresentato, in nome della sua “parte “ politica.
La Finocchiaro “ abbandonando “ il Parlamento Siciliano ha riconfermato l’utilizzo di un modello di politica legato ad una visione, un’idea di Sicilia che è persino eufemistico definire centralista oltre che datata e sorpassata.
Certo Simona Mafai, dal suo angolo visuale, riduce, contiene l’ Affaire Finocchiaro ad una questione di genere e/o di equilibri interni alla “ imbronciata macchina da guerra “del centro e delle sinistre italiane in Sicilia.
Va però detto, ricordato che in ballo c’è molto di più.
Appare evidente che la “ mossa “dell’ex candidata alla Presidenza Siciliana avrebbe dovuto aprire, quasi necessariamente, un dibattito, avviare una riflessione sul rapporto tra quell’area politica e la Sicilia e i Siciliani.
Nulla di tutto ciò è avvenuto. Anzi, molti, troppi si sono guardati bene dal dire, scrivere o gridare che una simile “ scelta “, ovviamente tutt’altro che personale, è in qualsiasi modo assolutamente inammissibile, inaccettabile oltre che offensiva soprattutto, ma non solo, per quelli che la Finocchiaro hanno sostenuto e/o votato.
La Senatrice Finocchiaro, la sua “ parte ” politica dopo la battaglia elettorale e la successiva sconfitta avevano comunque palesemente contratto una obbligazione etica, un dovere morale di dare rappresentanza ai propri elettori, e non solo a questi, in termini politico-istituzionali oltre che di garantire complessiva credibilità a quel sistema elettorale ( da noi criticatissimo ) che essi avevano voluto e sostenuto al pari dei loro avversari.
Eppure sui tutto ciò è calato un profondo quanto imbarazzato silenzio.
Ora per noi sarebbe demagogicamente facile “ scaricare “ il peso di questa scelta esclusivamente sulla Senatrice Finocchiaro.
Non lo faremo perché va detto che lo “ abbandono “ della guida dell’opposizione parlamentare al Parlamento Siciliano è stata, con tutta evidenza, una scelta politica tattica collettiva e perciò, se possibile, ancor più incomprensibile ed offensiva.
Si potevano, si dovevano in un tale frangente solo esercitare buon senso, responsabilità istituzionale e attaccamento alla Sicilia e al futuro dei suoi abitanti.
E invece abbiamo potuto constatare che queste erano qualità rare o addirittura assenti nel background delle teste pensanti di quella coalizione.
Comprenderete bene che alla luce di tutto ciò la preoccupazione di Simona Mafai perde gran parte del suo interesse e/o centralità.
Assistiamo infatti, per l’ennesima volta, ad una umiliazione smaccata dei Siciliani e ad un certo, arruffone modo di carpire la buona fede di tante, tanti compatrioti elettori.
L’abbandono, fisico e politico, dettato alla Senatrice Finocchiaro, è dunque la concretizzazione di un atteggiamento poco o per nulla attento alla Sicilia e però largamente praticato e da taluni addirittura teorizzato come antisicilianismo che spesso scivola nell’antiSicilia tout court.
Quanto accaduto almeno avrebbe potuto offrire l’occasione di riflettere finalmente su i veri bisogni, le aspirazioni ed i sogni delle siciliane, dei Siciliani onesti.
Si sarebbe così anche potuto affrontare il “ grumo “ della Questione Siciliana. Una Questione irrisolta che è e resta anche se ignorata e disattesa Questione Nazionale oltre che politica, sociale ed economica.
E invece non solo non è accaduto nulla di tutto ciò ma oggi possiamo tornare a parlare di queste cose solo incidentalmente per alcuni “ effetti collaterali “ legati a calcoli e valutazioni politiche molto contingenti ed autoreferenziali.
Eppure la “SCELTA DI ANNA “ è come visto densa di implicazioni, cause e concause.
Tutto ciò quando proprio scelte come queste contribuiscono, con tutta evidenza, ad AFFUSSARI ANCORA CHIUSSAI ‘A SICILIA, anche se oggettivamente ….da Roma è assai difficile accorgersene.


Fin qui una riflessione morale e politica, la questione della legalità costituzionale legata a questo “passaggio”, di responsabilità e di rappresentanza, l’abbiamo approfondita e continueremo ancora ad approfondirla in altra sede.

lunedì 23 giugno 2008

CONSUNTIVO DELLA MANIFESTAZIONE INDIPENDENTISTA DI MURAZZU RUTTU A RANDAZZO


RICEVIAMO DA 'U F.N.S. E PUBBLICHIAMO BEN VOLENTIERI




Si è svolta ieri a Randazzo, in contrada Murazzu Ruttu l’annunciata ed attesa Manifestazione in ricordo dei Martiri dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia ( E.V.I.S.): Antonio CANEPA , Carmelo ROSANO e Giuseppe LO GIUDICE e di tutti i caduti per la Causa Siciliana, organizzata da ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti e aperta ai rappresentanti di partiti e movimenti sicilianisti e indipendentisti .
E’ stata l’occasione oltre che per commemorare anche per una ricognizione a 360° sullo stato di questa area politico-culturale.
Ovviamente dato anche il carattere particolare dell’evento e della logica del luogo ha visto due tipi diversi di partecipazione all’evento.
Una più prettamente politica, articolata, prima in una sia pur breve RELAZIONE e poi nella CHIOSA FINALE , affidata a
Fabio Cannizzaro, Vici Sikritariu F.N.S., mirante attraverso il ricordo a legare in un filo di memoria e idealità le due realtà di ieri e di oggi traendone anche occasione per descrivere e contornare il futuro politico ed organizzativo del e nell’Area.Un futuro che deve essere sì rivoluzionario ma non meno intransigentemente pacifico e democratico.
E poi una serie di interventi, di singoli e/o esponenti di gruppi di sicilianisti, anch’essi politici ma talvolta alcuni legati al filo della generalità, degli auspici, dei ricordi e forse anche ad un certo modo retorico di essere sicilianisti.
Tra gli oratori ricordiamo Crupi, Santoro, Crisafulli Mariano, Bosco, e l’ex Deputato On. Natoli., Morana, ,Vinci, Strano, Castriciano, Crisafulli Claudio.
Questi ultimi due a testimonianza del lievitante interesse che le nuove generazioni legate alla Società, alle Università e alle Scuole avvertono per l’ideale dell’Autodeterminazione della Nazione e del Popolo Siciliano.
Particolarmente toccante e apprezzata la presenza della sorella e della famiglia di Giuseppe Lo Giudice che testimoniano appassionatamente e anche struggentemente l’amore familiare per questo Eroe della Nazione Siciliana.
Ha partecipato con interventi diretti e curando i rapporti con i diversi rappresentanti della stampa presenti il Sikritariu F.N.S., Pippo Sciano’.
Presenti inoltre personalità come il Prof. Corrado Mirto, storico conosciutissimo e fervido intellettuale e Presidente F.N.S.
Hanno partecipato inoltre esponenti F.N.S. quali: Alagna, Severino, Cusimano, D’Angelo, Sorrentino, Ranno.
Particolarmente impegnato poi nell’organizzazione il Randazzese, Nino Giglio.
Non possiamo citare t qui i tanti intervenuti che non hanno preso la parola ma la cui presenza era significativa e foriero lievito di crescita e maturazione politica.
La manifestazione è stata conclusa, come già sopra indicato, da Cannizzaro che ha invitato tutti pur nella diversità di idee, prassi e azione a lottare democraticamente per il Popolo e la Nazione Siciliana!



ANTUDU!

sabato 21 giugno 2008

UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE A TUTTI I POPOLI E LE NAZIONI ABROGATE DELLA FORMA STATO ITALIA


INTERESSANTISSIMO INTERVENTO DI FABIO CANNIZZARO SULLE STRATEGIE PER LE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE. DA NON PERDERE!


‘U Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti partito militante dell’Indipendentismo siciliano democratico, operativo dal 1964, sicuro di interpretare l’opinione di larga fascia dell’opinione pubblica siciliana e sicilianista, rilancia e ufficializza, ciò in linea con gli insegnamenti degli Eroi e dei Martiri per la Causa Siciliana, che anche nel secolo scorso, ci hanno insegnato a guardare lontano, a guardare all’Europa, al Mediterraneo e al Mondo, la proposta di costituire, organizzare e sviluppare il senso programmatico e politico di una ALLEANZA tra Indipendentisti e Federalisti per dare alle nostre Nazioni voce e rappresentanza in seno alla U.E.
Del resto le elezioni europee, sono prossime, e a ciò si aggiunga, che al di là di chi ha vinto e di chi ha perso le recenti ancora elezioni politiche , stiamo assistendo, a livello di forma-stato Italia, all’avanzare di un nuovo neo centralismo.
Anzi in concreto, è nostra opinione, che questo sarà uno dei dati caratterizzanti nella e della agenda politica italiana dei prossimi mesi e anni.
Ora, Noi dirigenti e militanti, delle organizzazioni politiche e culturali Indipendentiste e/o federaliste, della Nazioni senza Stato della repubblica italiana, siamo ad un bivio.
O accettiamo l’esistente e lentamente quanto inesorabilmente ci facciamo risucchiare e ricondurre al gioco delle parti politiche della partitocrazia centralista in cambio forse anche di qualche briciola o prebenda ( ipotesi che aborriamo ) o accettiamo la sfida della lotta politica in nome dei nostri Popoli e delle nostre Nazioni.
E’ ovvio che Noi propendiamo per la seconda opzione.
E questo appello è appunto rivolto a tutti coloro, che all’interno dello Stato Italiano, pensano e agiscono, pacificamente e democraticamente, in quest’ottica.
Le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo saranno importanti, importantissime per la nostre Nazioni, per i nostri Popoli.
Muovendo da queste premesse ecco il senso dell’invito e della proposta che ‘u FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – SICILIA INDIPINNENTI rivolge a tutte le organizzazioni politiche, i partiti, i movimenti e le associazioni politiche e culturali Nazionali e nazionalitarie, per avviare un serio confronto per arrivare, se utile e possibile, a determinare una nostra, comune, condivisa PRESENZA POLITICA ED IDEALE alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo in tutti i collegi “italiani”.
Questo primo appello è dunque aperto a tutti i diversi soggetti dell’ampio e variegato mondo che solo per comodità da adesso definiremo sinteticamente “federalista”.
L’obbiettivo, in questa fase, è quello di fissare delle linee di tendenza.
Per ottenere ciò sarà necessario a breve giro avviare una serie continua e periodica di contatti e consultazioni tra le organizzazioni, che in piena libertà, esprimeranno la volontà politica, di partecipare a questa “ricognizione”.
Occorre fissare dapprima una riunione ristretta in cui i rappresentanti delle diverse realtà ed organizzazioni avviino il dialogo.
Va fatta dunque una riflessione ad ampio raggio per arrivare speriamo a determinare, da Noi e per Noi tutti, Una condivisa RAPPRESENTANZA POLITICA ED ISTITUZIONALE per le nostre NAZIONI.
Si tratterà di DEFINIRE, CONTORNARE ALCUNI punti qualificanti che devono caratterizzare la UNICITA’ PLURALE di una eventuale, nostra comune proposta politica e programmatica.

Stiamo parlando e ventilando dunque l’ipotesi di una lista comune alle Europee tra Forze Federaliste ed Indipendentiste.
Una possibile lista federalista ed indipendentista autonoma alle europee che dia spazio alle nostre culture politiche e, cosa non meno importante, una rappresentanza autonoma per tutti i soggetti federalisti che vorranno e sapranno concorrere a determinare questa esperienza politica originale.
E’ ovvio che deve essere una ipotesi che sappia trasformarsi attraverso l’esercizio dialettico e seguendo una linea logica, ideale e politica condivisa.
Occorre dunque la determinazione e la condivisione di almeno le linee politiche fondamentali.
Noi oggi siamo in grado, ciascuno nella propria realtà nazionale, di determinare la nascita di uno schieramento, di una alternativa all’esistente.
Solo affermando le nostre proposte e la nostra identità ideale e politica potremo offrire ai nostri Popoli, a tutti i Popoli della repubblica italiana reali, concrete e forti occasioni di cambiamento sociale ed istituzionale.
Va detto, è giunto il momento di riaffermare che Noi Federalisti ed Indipendentisti siamo una componente reale,storicamente conclamata e ben radicata nelle nostra Nazioni e nei nostri Territori.
Noi siamo gli unici, ancor più nell’attuale quadro politico a rappresentare l’occasione policentrica di sviluppo, di progresso economico, di difesa e consolidamento dei diritti civili e culturali della nostre Nazioni.
Quella che Vi proponiamo è dunque una sfida.
Una sfida che se vorremo vincere dovrà vederci TUTTI solidarmente impegnati a determinare le condizioni organizzative e politiche di questa scommessa.
Se condivideTe, in parte o del tutto, questa analisi, il suo “taglio” e la sua prospettiva crediamo sarebbe il caso di avviare insieme, senza indugi , un processo che ci veda, tutti, inter pares, forze promotrici.
Noi ci offriamo in questo momento come primo, temporaneo tramite connettivo per speriamo poter giungere, a brevissimo giro, alla fondazione di un Coordinamento Operativo che porti prima all’elaborazione di un originale Piattaforma e poi di una seria proposta politica federalista per le prossime elezioni Europee e soprattutto per offrire rappresentanza comune ai nostri Popoli e alle nostre Nazioni.


Fraterni Saluti dalla Nazione Siciliana

A N T U D U !



Fabio Cannizzaro
Vice Segretario du FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU
SICILIA INDIPINNENTI

PRESS RELEASE Sunday June 22 nd 2008, hour 17,00





Abbiamo ricevuto, dall'Ufficio Internazionale FNS, e ben volentieri rilanciamo la versione in Lingua Inglese del Comunicato su Randazzo.


IMPORTANT, TO REMEMBER!



The Independentists of the Sicilian National Front - Independent Sicily confirms that the Manifestation in memory of the Martyrs of the Voluntary Army for the Independence of Sicily (E.V.I.S.): Antonio CANEPA, Carmelo ROSANO and Giuseppe Lo Giudice organized from 'U F.N.S. it will take place as already announced Sunday June 22 nd 2008 beginning from the hours 17,00 near the commemorative “Cippu” of Murazzu Ruttu in Randazzo.
He has assured, among the others, his own presence the historian Corrado Mirto .




FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – SICILIA INDIPINNENTI

VIA BRUNETTO LATINI 28 90141 PALERMO -

Tel.091 329456 –email: fnsme@yahoo.it
http://indipendenzasicilia-fns.ilcannocchiale.it

venerdì 20 giugno 2008

DOMENICA 22 GIUGNO 2008, ORE 17,00 MANIFESTAZIONE DI MURAZZU RUTTU, A RANDAZZO


IMPORTANTE, DA RICORDARE!


Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu –Sicilia Indipinnenti confermano che la Manifestazione in ricordo dei Martiri dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia ( E.V.I.S.): Antonio CANEPA , Carmelo ROSANO e Giuseppe LO GIUDICE organizzata da ‘U F.N.S. avrà luogo come già annunciato Domenica 22 Giugno 2008 a partire dalle ore 17,00 presso il Cippo commemorativo della Contrada appunto di Murazzu Ruttu .
Ha assicurato, tra gli altri, la propria presenza il Professore CORRADO MIRTO.

ANTUDU!

LETTERA ARGOMENTATA DI RISPOSTA ALL'ARTICOLO APPARSO SU "LA REPUBBLICA ED.PALERMO" 18/06/08 “ LA BANDIERA DELL’AUTONOMIA SENZA SPIRITO PROGRESSISTA"


Pubblichiamo, prima l'articolo del Quotidiano "LA REPUBBLICA" a firma di Amelia Crisantino e poi l'argomentata risposta di Fabio Cannizzaro, Vice Segretario F.N.S. e Presidente di FOCUS TRINAKRIA.




LA REPUBBLICA –PALERMO MERCOLEDÌ 18 GIUGNO 2008-06-18
ARTICOLO DI AMELIA CRISANTINO “ LA BANDIERA DELL’AUTONOMIA SENZA SPIRITO PROGRESSISTA”. Pagg. I e XVII



Quando ha cominciato a perdere il centrosinistra in Sicilia? La memoria personale non basta a segnare un inizio, bisogna andare più indietro. La sequenza delle sconfitte elettorali sembra conoscere pochissime pause, deragliamenti che potevano trasformarsi in nuovi percorsi e poi vengono recuperati. In genere con la violenza. Basti pensare a come, nel secondo dopoguerra, i sindacalisti ammazzati e la strage di Portella servono a contenere, intimidire e controllare il voto popolare.
Se andiamo oltre il nome dei partiti, e con centrosinistra intendiamo quella parte composita della popolazione isolana che nel corso dei decenni ha perso ogni competizione, facilmente ci accorgiamo di come cambiano i nomi ma sembrano rimanere inalterate le coordinate di fondo: c’è malessere diffuso, disoccupazione per i giovani e assenza di prospettive per tutti, manca una cultura della buona amministrazione e si sprecano le occasioni che il mondo ci offre, il cattivo utilizzo dei fondi di Agenda 2000 è un esempio eloquente.
Ma, arrivati al momento del voto, i responsabili dello sfascio vengono in genere riconfermati alla grande. A quanto pare, alla maggioranza dei siciliani, va bene così.
Potenza delle reti clientelari, certo. E delle appartenenze che attraversano i mondi professionali – vedi la sanità – e per prima cosa chiedono la riconferma delle loro rendite di posizione.
Se poi aggiungiamo una certa pochezza nella dirigenza dei partiti di “ sinistra”, incapaci di rappresentare una convincente alternativa antropologica prima che politica, allora quasi tutto diventa spiegabile: una superficialità senza remore ha portato alla dissoluzione di quello che era un patrimonio messo da parte in molti anni di lotte. Ne ha lasciato evaporare anche il ricordo buttando a mare una storia dall’identità forte: prima c’era la rete delle sezioni del Pci e delle Camere del lavoro, che formavano l’intelaiatura laica dei paesi siciliani. Poi è arrivata la “Rete” di Orlando e Folena che sbarca a Palermo per convincere l’uomo dei plebisciti a candidarsi col Pci. E’ finita nella dissoluzione delle vecchie strutture, senza che altre ne prendessero il posto: l’identità debole è diventata la più riconoscibile delle anime del centrosinistra, pronta a lasciarsi suggestionareda ogni effimera sirena.
Oggi possiamo chiederci se esiste uno “ spirito progressista” della Sicilia, intendendo con quella definizione forse troppo idealista la comprensione delle condizioni date e la consapevole aspirazione a cambiarle.
Che non vuol dire una speranza generica a che le cose migliorino, ma studio per imparare a leggere le prospettive che il futuro riserva: in modo daelaborare un progetto che coincida con il cambiamento , una prospettiva che permetta di uscire dall’angolo dove le ripetute sconfitte hanno da tempo relegato la sempre più sparuta percentuale di siciliani che nell’andazzo corrente proprio non si riconosce. Ed è fin troppo facile risponderci che di questo “ spirito progressista” a volte si sono indovinati i possibili volti, ma che non esiste un progetto forte in grado di trainare la Sicilia salvandola dalle sabbie mobili del sottosviluppo assistito.
E la storia siciliana sembra tutt’uno con lo spirito reazionario, ha poco in comune con quello progressista. Sono innumerevoli le occasioni che vedono la Sicilia negare ogni ipotesi di cambiamento ,nemmeno il referendum istituzionale che chiedeva di scegliere fra monarchia e repubblica riuscì a convincere i siciliani a votare contro il passato, anche se non amato.
Ed è chiaro che solo una prospettiva ampia, di lungo periodo, è in grado di spiegarci le complesse cause strutturali che sono alla base di questo carattere.
Il passato grava sempre sul presente, specie se rimane oscuro. In fondo incompreso
Nel 1971 uno storico francese, Paul Bois, scrisse un libro diventato un piccolo classico: s’intitolava “ Contadini dell’Ovest. Le radici sociali della mentalità controrivoluzionaria”, e utilmente si può leggere pensando alla Sicilia. Bois analizzava le sconfitte nel “ profondo sud” della Vandea, scriveva di lunga durata e riprendeva le lotte di fine ‘700 per spiegare la persistente diffidenza e il diffuso ribellismo come frutto di un’esistenza ai margini delle leggi, della società. E’ questo che è accaduto in Sicilia? Nell’ovest di Bois, i contadini che alle soglie del 2000 daranno vita ad una società impaurita dal cambiamento subiscono numerosi abusi, ma restano comunque contadini. Non cadono mai al livelli dei siciliani “braccianti” che sono sottoproletariato, sfruttati per secolo senza alcuna remora. Quando la società siciliana inizia la sua difficile modernizzazione, nell’età del risorgimento, sembra che i giochi siano già conclusi.
Si innalza la bandiera dell’autonomia, prima contro Napoli e poi a seguire,sempre a combattere quel “vento del nord” che coincideva con le riforme.
La prima volta che un nobile assoldò una squadra di “picciotti” compì un gesto capace di condizionare la storia futura. Perché quei picciotti che andavano a combattere li si voleva mantenere al loro posto , la “libertà” siciliana non coincise mai con il progresso per le classi più povere. Tutt’altro. Ogni eventuale progresso rischiava di trasformarsi in un montarsi la testa che a tutti sembrava pericoloso. Meglio mantenere i siciliani poveri, ignoranti e timorati di Dio. E’ stato così per secoli, noi siamo figli di questa storia.



Lettera argomentata di risposta



Avendo letto un interessante articolo a firma di Amelia CRISANTINO apparso sulle pagine dell’edizione di PALERMO de “LA REPUBBLICA ”, di Mercoledì 18 GIUGNO 2008, dal titolo “ LA BANDIERA DELL’AUTONOMIA SENZA SPIRITO PROGRESSISTA” avverto la necessità di avanzare alcuni dubbi sul senso e sul merito di taluni ragionamenti e delle relative analisi in esso poi proposte.
Premetto, subito e a scanso di equivoci, che chi scrive è, apertamente, dichiaratamente e schiettamente di parte. Sono, infatti, un Siciliano INDIPENDENTISTA democratico e pacifista.
Ed è proprio da Siciliano che avverto e colgo a pieno la, sicuramente non voluta, indeterminatezza di detto insieme di ragionamenti.
Vengo e mi spiego. La articolista inizia il suo excursus essendo persuasa che l’ultima, cocente sconfitta del Centro e della, delle Sinistra ,a livello amministrativo, anche stavolta, sia fondamentalmente dipesa, come prima per le Politiche e le Regionali, solo da una “vocazione” pervicacemente coltivata, quasi antropologica, dei Siciliani e delle Siciliane, a sguazzare nello sfascio e/o nel clientelismo.
E’ però va detto che una simile analisi, attenta e fors’anche spietata, sarebbe andata bene e sarebbe stata utile e conseguente se avesse guardato ad un quadro politico in cui agissero e operassero un Centro e delle Sinistre, eticamente e moralmente diverse, per background, da quel centro destra che osteggiano e combattono politicamente. Ma così non è.
Ciò su cui l’autrice passa sopra è il fatto che il contesto politico è altro da quello che Ella materializza ed evoca.
Il quadro istituzionale e politico-burocratico in cui è maturata la “sconfitta”, sono maturate le “sconfitte” sono stati voluti, determinati e contornati “in condominio” proprio tra loro e gli attuali trionfatori del Centro destra siciliano, che qui, in Sicilia, comprende anche la leggiadra “macchina da guerra “dell’UDC.
L'autrice non ha scritto, sicuramente per non rendere troppo pesante e scolastico il “pezzo”, che il Centro e più ancora le Sinistre in Sicilia, da tempo, non sono più politicamente quelle dei tempi del Sindacalismo coraggioso da lei giustamente evocato.
Oggi Tutti costoro condividono esattamente e puntualmente, pur con lodevoli eccezioni, l’immaginario proposto e veicolato a livello di prassi di Governo anche dal Centro Destra.
Volete la prova? Presto detto: cosa è mutato, cosa è profondamente cambiato quando al Governo, a Roma come a Palermo come anche nelle realtà territoriali siciliane ha Governato “ la metà del cielo “ oggi sconfitta e prostrata?
La risposta è evidente: NULLA!

La giornalista continuando poi nel suo ragionamento testualmente scrive:
“ […]Se andiamo oltre il nome dei partiti, e con centrosinistra intendiamo quella parte composita della popolazione isolana che nel corso dei decenni ha perso ogni competizione […]”
Non è proprio così. Il centro e le sinistre talvolta hanno perduto ma hanno anche spesso vinto e in virtù di ciò hanno governato la Sicilia, le sue Province e Città , con risultati diciamolo non migliori degli attuali vincitori. E’ un dato questo che deve essere comunque ricordato e ribadito.
Come ancora credo sia necessario ammettere che la Sinistra Siciliana, democratica e no, e con essa il democraticismo ed il progressismo latamente intesi, che espressero, in passato, personalità adamantine, universalmente riconosciute tali, come, ad esempio, Pio La Torre hanno, da tempo, ceduto il passo, per scelte lecite quanto però foriere di conseguenze, ad una nuova, profondamente diversa classe dirigente, omologata ed omologabile, a quella espressa dall’intero arco del vigente sistema di potere siciliano.
Taluni hanno chiamato ciò anche “evoluzione del quadro politico”.
Noi indipendentisti abbiamo espresso via via riserve e remore non sui mutamenti ideologici ( leciti ed utili) quanto più sull’omologazione dei comportamenti a prassi diremo non “virtuosissime”.
E’ questo un dato indiscutibile. Scendendo poi nello specifico crediamo che faccia bene, benissimo la Crisantino a citare Agenda 2000.
Ricordiamo, infatti, ai disattenti che gli unici ad averne contestato i facilmente preventivabili sprechi e eccessi siamo stati solo Noi Indipendentisti F.N.S., isolati e scherniti dal sistema di potere, anche mediatico, di cui facevano parte anche i partiti e le componenti che oggi sono uscite ridimensionate e sconfitte dalla batteria elettorale di questo 2008.
Siamo stati Noi, infatti, gli unici nel vuoto creatoci intorno, difatti, a parlare di “MERENDA 2000”.

Quel patrimonio a cui l’articolista fa nostalgico riferimento è dunque stato sacrificato scientemente sull’altare dell’accesso al potere.
Processo contro il quale si batterono , seppure isolate, certune delle migliori energie della Sinistra, non in virtù di diktat ideologici ma ben comprendendo il senso di un siffatto accesso ai bottoni nenniani del potere.
E si perché va detto che la sinistra, il centro sinistra in QUELLE STANZE, talvolta, CI HANNO PURE BIVACCATO.
E’ inutile, infatti, negare che vi è, oggi, una RETE di cointeressenze, transpartitica e postideologica.
Come è improduttivo contestare che questa rete sia divenuta sempre più impudica e autoreferenziale.
Ciò che va invece detto, per fare tesoro di tutto ciò, è che le forze politiche di Centro e di Sinistra in Sicilia hanno accettato troppo entusiasticamente e acriticamente questa “prassi”.
Qui non è in discussione tanto l’idea politica di cambiamento quanto la reale affidabilità di una intera classe politica e dirigente che nell’alveo progressista o simil tale è nata, cresciuta e fors’anche pasciuta.
Una classe profondamente non all’altezza dei principi proclamati che oggi vorrebbe, facilmente, troppo facilmente, riversare sulla Sicilia e sui Siciliani, i propri fallimenti e i propri rachitismi politici.
Nel suo ragionamento gioco forza involuto più che per colpa sua per le tante contraddizioni disseminate in giro da quell’area politica l’Autrice poi aggiunge:
“Oggi possiamo chiederci se esiste uno “ spirito progressista” della Sicilia” .
La domanda ha una sua importanza e non è secondaria né peregrina. Semmai è rivolta ad una classe dirigente ed a una intellighenzia che non sanno o non vogliono venire fuori dalla crisi in cui si sono cacciati. Perché venirne fuori significherebbe, in concreto, rinunciare a vezzi e rendite di posizione.
Chiedersi il perché di una sconfitta non basta se non si è pronti e/o disposti a trarne insegnamenti e/o conclusioni.
Il motivo della sconfitta è certo composito e tra le varie cause ve ne è una che molti, troppi si rifiutano di attenzionare: l’avere trascurato l’esistenza di una specifica, peculiare Questione Siciliana, che è Questione Nazionale.
A ben vedere anzi nell’analisi offertaci in questo articolo de “La Repubblica”, si fotografa un consolidato atteggiamento.
Cioè è come se l’essere Siciliani fosse una colpa, un peccato originale da cui troppo poco ci si è “candeggiati” ed emendati.
Taluni hanno dimenticato che rifiutando i loro essere Siciliani e la loro e l’altrui dimensione Identitaria, Comunitaria, rifiutando di essere e percepirsi parte della Sicilia sana e del Popolo Siciliano onesto ed antimafioso, hanno allontanato non pochi, anche elettoralmente, dalla loro area.Ciò li ha proiettati nell’immaginario collettivo come ANTISICILIANI.
Sembra di avere a che fare conquel qualcuno che, in epoche passate, diceva di lottare “ per il Popolo, con il Popolo, ma senza il Popolo.”
Ma, si badi, questa potrebbe anche essere una mia, una nostra particolare “lettura”, quindi torniamo alla concretezza del tenore dell’analisi propostaci dalla giornalista.
Giornalista che ritiene che essere progressisti, vivere lo “spirito progressista “ vuol dire : “[…] imparare a leggere le prospettive che il futuro riserva: in modo da elaborare un progetto che coincida con il cambiamento “. Definizione in sé accettabile se non fosse che l’intera analisi è permeata da una forte antisicilianità che traspare, a vari livelli, dalla lettura della restante parte di questo articolo.
Si tratta , a mio avviso, lo dico con rispetto di forme di pregiudizio antisiciliano, di un vezzo che è uno dei motivi culturali, ideali e politici che ostacolano un nuovo inizio, un nuovo radicamento del progressismo in Sicilia.

Un radicamento che non può e non deve più essere meramente ideologico e idealistico ma semmai finalmente legato ai bisogni e alle prospettive, reali ed auto-centrate, della Società Siciliana.
Una Società quella Siciliana di cui va finalmente accettata la dimensione storica e nazionale. Dimensione che collide, non casualmente, con quella vulgata postuma, che è oggi additata ancora come storia, ufficiale ed ufficializzata, di una Sicilia italianizzata suo malgrado.
Ma la proiezione antisiciliana oggi non ha più senso storico né prospettiva alcuna.
Essa, infatti, non è né perseguibile né credibile.
A ben vedere può esistere solo nell’ambiente, controllato e chiuso, di una ideologia centralista, risorgimentalista ed antisiciliana, sottratto ad ogni confronto e contraddittorio.
Ideologia che crede ancora di poter rappresentare , ad esempio, la storia siciliana come se questa, la storia di un intero popolo, di una Nazione, fosse riassumibile e sintetizzabile, nella semplice monoliticità dell’esercizio di uno spirito reazionario o agrario tout court.
E’ questa una convinzione lecitamente esprimibile quanto scientificamente, socialmente e storicamente risibile.
Posizione è ovvio il cui nesso con la verità non è dimostrato né dimostrabile, ne oggi ne mai. A meno che come si accetti che Storia sia la proclamazione acritica di un qualsisasi dogma.
Ma proseguiamo la lettura dell’articolo. Scrive l’articolista “ Sono innumerevoli le occasioni che vedono la Sicilia negare ogni ipotesi di cambiamento ,nemmeno il referendum istituzionale che chiedeva di scegliere fra monarchia e repubblica riuscì a convincere i siciliani a votare contro il passato, anche se non amato.”
Ora al di là delle assodate convinzioni personali dell’Autrice ( che comunque rispettiamo ) qui in concreto si cita un solo evento, assumendolo a parametro e paradigma. Forse è un pò poco, o no?
Ma il dato più interessante è quando la giornalista, con forbitezza di parole e stile comunque interessante, avanza la sua teoria più insidiosa e diciamolo meno convincente. Scrive infatti: “ Ed è chiaro che solo una prospettiva ampia, di lungo periodo, è in grado di spiegarci le complesse cause strutturali che sono alla base di questo carattere.Il passato grava sempre sul presente, specie se rimane oscuro. In fondo incompreso ”.
Con questo inciso ci sta preparando al “ coup de théâtre”. Infatti, appena, nel successivo capoverso ecco sfolgorante la citazione dello storico d’oltralpe, Paul Bois, di cui cita ( la forbitezza è d’uopo) un libro di 37 anni fa.
Succo di tutto? L’idea, tutta indimostrata, che la Sicilia, tout court, sia una Vandea, anzi peggio di una Vandea.
Scrive l’articolista, infatti, che “i Contadini”di Bois , sono pur sempre contadini e “ Non cadono mai al livelli dei siciliani “braccianti” che sono sottoproletariato, sfruttati per secoli senza alcuna remora. Quando la società siciliana inizia la sua difficile modernizzazione, nell’età del risorgimento, sembra che i giochi siano già conclusi.
Si innalza la bandiera dell’autonomia, prima contro Napoli e poi a seguire,sempre a combattere quel “vento del nord” che coincideva con le riforme.”
Ecco che la giornalista in poche righe ha il pregio di sintetizzare, al peggio e quindi, a livello esemplare al meglio, il grumo intellettuale tipico dell’Antisicilianità neo lombrosiana e fors’anche differenzialista.
Qui devo dire che si sommano imprecisioni e approssimazioni enormi che intendo contestare tutte ed analiticamente.
Muoviamo con ordine. Sembra quasi che l’autrice ritenga che le turpi mire dei padroni sul sottoproletariato fossero quasi un esclusiva della Sicilia e dei Siciliani.
Eppure basterebbe la lettura di un discreto se non buono manuale di storia, molto meno impegnativo dell’interessante Bois, per rendersi conto, come riportano anche le mie antiche letture di formazione marxiane e marxiste, che la questione dello sfruttamento era, ed è anche oggi, tutt’altro che un esclusiva siciliana.
Ma procediamo oltre. L’autrice sembra accreditare l’idea che la modernizzazione sia iniziata con il cosiddetto “risorgimento”. Quel risorgimento ricordiamolo, che è lo stesso risorgimento che fu dei “picciotti” di mafia e dei loro mandanti.
Andrebbe vagliata dalla agguerrita giornalista l’ipotesi, documentata e per nulla peregrina, che la Sicilia fosse moderna e sviluppata, almeno al pari se non più di altre parti della penisola dello Stivale, ben prima dell’annessione all’arretrato, quello sì, Regno di Piemonte-Italia.
Se seguisse il filo di questo ragionamento Ella scoprirebbe, senza fatica, che l’annessione, segnò semmai l’inizio economico, sociale e politico di un evidente declino .
Quanto poi a quella che la giornalista , attualizzandola un po’ troppo ad oggi, chiama “la bandiera dell’Autonomia , si tratta di un Sentimento Nazionale, di un IO Collettivo che, da sempre, , rappresenta un “filo rosso” che percorre ininterrottamente la Storia della Sicilia, della Nazione Siciliana.
In merito poi al cosiddetto “vento del nord” si è trattato per Noi Siciliani, alla luce dei fatti, più che di una benedizione di Eolo di un mefitico SCIRUCCAZZU!


Sembra quasi che non si vogliano non si sappiano contornare le vere cause strutturali dell’attuale sottosviluppo in cui versa la Sicilia che è frutto di una sciente politica di Imperialismo e Colonialismo Interno alla forma-stato Italia.
Un sottosviluppo che invece certi settori progressisti ancora attribuiscono nonostante tutto ad una sorta di presunta irredimibilità antropica ed antropologica dei Siciliani.
Si tratta di un errore strategico dall’enorme portata che se non spiega tutto, spiega molto riguardo la debolezza di certo progressismo in Sicilia, nell’arcipelago siciliano.
Infine l’Autrice ( di cui nessuno nega l’assoluta buona fede né il diritto a pensarla come meglio crede) termina il suo piccolo ma completo “sillabo antisiciliano “ con un inciso finale “ […]Ogni eventuale progresso rischiava di trasformarsi in un montarsi la testa che a tutti sembrava pericoloso. Meglio mantenere i siciliani poveri, ignoranti e timorati di Dio. E’ stato così per secoli, noi siamo figli di questa storia.”
Ora sappiamo e abbiamo spiegato che la Storia che l’Autrice coltiva è altra da quella STORIA condivisa fatta di e da riscontri STORIOGRAFICI che Noi conosciamo e riconosciamo, quando si scrive e parla di Sicilia.
Pur tuttavia, fuor d’ogni polemica, vogliamo concludere questo nostro intervento avendo presente un pensiero di Michele Amari, che ammoniva i Siciliani ricordando che la Coscienza Nazionale Siciliana è un modo di partecipare ai moti profondi di rinnovamento e libertà.





Prof. Fabio Cannizzaro
Vice Segretario du
Frunti Nazziunali Sicilianu




FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU –SICILIA INDIPINNENTI
FRONTE NAZIONALE SICILIANO – SICILIA INDIPENDENTE
Via Brunetto Latini, 26 – 90141 PALERMO
Tel.091329456
Internet:
www.fns.ithttp://indipendenzasicilia-fns.ilcannocchiale.it
E-mail:
fnsme@yahoo.itfnsct@yahoo.it

giovedì 12 giugno 2008

FOCUS TRINAKRIA PARTECIPERA’ ALLA MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA DA ‘U F.N.S. A MURAZZU RUTTU DOMENICA 22 GIUGNO 2008










Riceviamo e convintamente pubblichiamo




" FOCUS TRINAKRIA parteciperà alla manifestazione in ricordo dei Martiri dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia ( E.V.I.S.): Antonio CANEPA , Carmelo ROSANO e Giuseppe LO GIUDICE organizzata , come sempre, da ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti ".
Lo ha dichiarato il Presidente del think tank del Sicilianismo e dell’Indipendentismo democratico siciliano, Fabio CANNIZZARO .
"Ci saremo e rilanciamo la proposta, fatta qualche giorno fa sul blog “laquestionesiciliana”, di portare al cippo di Randazzo, in contrada MURAZZU RUTTU un FIORE GIALLO, anzi un ÇIURI per ricordare quei MARTIRI della CAUSA SICILIANA e con essi tutti quelli che, in ogni epoca e luogo, si sono sacrificati per il POPOLO e la NAZIONE SICILIANA. " ha concluso CANNIZZARO

ANTUDU!

lunedì 9 giugno 2008

‘U SPIRITU DI MURAZZU RUTTU




Riceviamo da TRINAKRIUS e ben volentieri pubblichiamo.




Anche quest’anno ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti ha dato appuntamento a tutti i Siciliani, di tenace concetto, a Murazzu Ruttu presso Randazzo, domenica 22 giugno 2008 alle ore 17,00, per l’ attesa e tradizionale manifestazione durante la quale saranno ricordati, i Martiri dell’E.V.I.S. - .
Ci riuniremo, quindi intorno al CIPPO dedicato ai Caduti dell’ Esercito Volontario per l’ Indipendenza della Sicilia, e qui convergendo, da tutta quanta la Sicilia e anche dall’estero, dai luoghi della nostra “Diaspora”, speriamo sempre più numerosi, cittadini e delegazioni di Patriote e Patrioti.
Tutto ciò per ricordare ed inverare, cogliendone le lezioni per il presente ed il futuro, il drammatico contesto nel quale, 63 anni fa, il 17 giugno 1945 furono uccisi: Antonio CANEPA , docente della Università di Catania, alias MARIO TURRI, Comandante dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia e di cui quest’anno ricorre il Centenario della nascita; Carmelo ROSANO , studente Universitario, laureando in Economia e Commercio e Vice Comandante dello stesso E.V.I.S. e Giuseppe LO GIUDICE, Studente Ginnasiale e Volontario.
Se il tragico evento che portò alla morte dei TRE Evisti è l’occasione commemorativa, va però detto e ricordato che con il tempo, con il fluire degli anni, dei decenni la manifestazione di Randazzo è “maturata”, via via assumendo , grazie anche all’ostinata volontà di continuità garantita dagli Indipendentisti F.N.S., un valore crescente, divenendo, prima, occasione per ricordare anche altri Militanti dell’E.V.I.S. come Francesco ILARDI e Raffaele DI LIBERTO ( che morirono in circostanze diverse ma nello stesso tormentato periodo) e poi via via TUTTI i Caduti, conosciuti e no, che sacrificarono la loro vita nelle manifestazioni di piazza svoltesi nelle varie Città della Sicilia (per tutti facciamo il nome di Antonio Spampinato) e nei non pochi momenti della guerriglia indipendentista che si sarebbe conclusa soltanto dopo la emanazione dello Statuto Speciale di Autonomia, avvenuta, com’è noto, il 15 maggio del 1946.
MURAZZU RUTTU ha dunque assunto, di fatto, il ruolo, di momento simbolico ma anche politico, più importante del e nell’immaginario dei Sicilianisti e degli Indipendentisti.
Al punto che mancare alla manifestazione significa, in concreto, rinunciare a qualcosa di vitale importanza e, nei fatti, perdere contatto con la continuità d’azione della lotta indipendentista.
Dunque MURAZZU RUTTU è un LUOGO SACRO, fisico e metaforico,spirituale.
Posto ciò appare evidente che esso rappresenti, e sintetizzi lo “spirito dei tempi “che, attualmente, l’area Indipendentista siciliana vive.
Non deve, e non ha in realtà stranizzato, il fatto, ad esempio, che, negli ultimi due lustri, alcuni settori, fortunatamente marginali, abbiano tentato, in ogni modo, di boicottare la Manifestazione. Questi tentativi non sono riusciti in quanto sono prevalsi il senso di responsabilità di tutti i partecipanti e lo spirito patriottico di tutti i partecipanti.




***





Quest’anno essere a Randazzo, a Murazzu Ruttu, assume poi nuove significanze.
Molto, infatti, è cambiato, nel bene e nel male, nell’ultimo anno, anche nel quadro politico ed Istituzionale, a Palermo, a Roma, a Bruxelles e nel Mondo.
Oggi, ad esempio, che ci piaccia o no, la Sicilia Istituzionale è Governata da un Presidente che si dichiara AUTONOMISTA.
E se è presto per parlare di effetti e/o risultati per il nuovo Esecutivo siciliano è pur vero, che poste le premesse politiche, dettate dai programmi e dalle scelte fatte, diciamo che è verosimile pensare che ci sia ben poco da attendersi dai cosiddetti partiti autonomisti a Roma come a Palermo, fatte ovviamente alcune eccezioni.
Gli pseudo-autonomisti com’è noto avvallano quella pesante, concreta minaccia alla integrità geopolitica della Sicilia, della Nazione Siciliana, che è il Ponte sullo Stretto di Messina.
Ponte che è oltre a tutto individuato come priorità anche dalla nuova compagine di Governo Romana, guidata da Silvio Berlusconi ( Berlusconi Quater N.d.A.).
Una vera, incalcolabile IATTURA che minaccia Noi Siciliani tutti.
Sono questi temi che si incontrano ed incrociano con altri, come quelli dello Stato di Salute dell’Area Indipendentista.
Inutile negare tuttavia che non bisogna stancarsi di ricercare spunti di analisi e di valutazione circa il valore e l’essenza della linea politica e strategica dell’Indipendentismo.
Ciò anche in virtù della moltiplicazione dei soggetti politici che si dicono( dire è facile, fare e agire di conseguenza molto meno ) appunto Sicilianisti e/o Indipendentisti. Sarebbe questo un tratto positivo se si trattasse di veri Indipendentisti e non come talvolta può accadere d’individui o piccoli gruppi che per dirla con le parole di un vecchio leader comunista del meridione continentale, Amadeo Bordiga, amano, più che militare e fare politica, "generalare".


***



Oggi in realtà occorrerebbero invece forza politica e determinazione democratica nei fini. Un eventuale clima di rissa e di meschinità d’ogni tipo contribuirebbe a rendere le nostre rivendicazioni più deboli e meno incisive.
Nondimeno Noi restiamo convinti che comunque la battaglia democratica per l’Autodeterminazione del Popolo Siciliano vada combattuta senza tregua.
In questi anni abbiamo compreso, poi, come Indipendentisti che le ricette del vecchio, glorioso movimento “separatista” siciliano, inteso, come lo fu, nella prima metà del scorso secolo, rappresenterebbero una risposta, politica e organizzativa, purtroppo inadeguata alla soluzione della QUESTIONE SICILIANA quale si presenta agli inizi del Terzo Millennio.
QUESTIONE SICILIANA che rimane, ricordiamolo, una “QUESTIONE NAZIONALE”.
Siamo certi, senza peccare d’immodestia, che l’Indipendentismo moderno cammina di pari passo con la Società Siciliana in evoluzione.
Occorre oggi la capacità di ri-determinare le linee di priorità; definire le azioni necessarie ed utili da mettere, socialmente e politicamente, in campo per difendere “ i fondamentali” diritti e prospettive del Popolo e della Nazione Siciliana.
Ferma restando l’attenzione, la solidarietà e la ricerca di forme di collaborazione con gli altri gruppi sicilianisti, di buona volontà, Noi continuiamo la nostra lotta politica e la nostra mobilitazione all’ esclusivo servizio del nostro Popolo.



***



Ci sembra comunque doveroso accennare ad alcune priorità politiche per Noi inderogabili come ad esempio :

NO AL PONTE SULLO STRETTO che minaccia la integrità geopolitica della Nazione Siciliana


NO ALLA CONTRORIFORMA STATUTARIA


LOTTA CONTRO LA MAFIA E A TUTTE LE MAFIE


LOTTA PER LA RINASCITA DELLA NAZIONE SICILIANA E PER IL SUO IMMEDIATO REINSERIMENTO NEL MEDITERRANEO, IN EUROPA E NEL MONDO

Precisato ciò occorre, a nostro avviso, che un EVENTO come quello di MURAZZU RUTTU, possa segnare, in questo 2008, l’occasione per coloro che avvertono questi PUNTI come necessari al recupero della VOCAZIONE al confronto e al dialogo .
E’ ciò mentre crescente è anche l’interesse verso la Manifestazione proveniente da settori dell’establishment culturale ufficiale che, da qualche tempo,specie dopo il recente scritto di Andrea Camilleri su Canepa e i fatti di Murazzu Ruttu, si spingono, sia pur trepidanti, a riflettere sul suo senso e significato, anche se ancora sono in gran parte obnubilati dalla propaganda italianista.
Alla luce di tutte queste novità crediamo sia importante e inderogabile che tutta l’area sicilianista oggi, si interroghi seriamente su cosa significa recarsi a MURAZZU RUTTU e su cosa questo raduno rappresenta. Noi crediamo, come sopra scritto, che esso abbia valori ampi e diversi.
Certo è innegabile che l’evento ha una valenza simbolico-emotiva.
Infatti non possiamo dimenticare che il CIPPO si è via via mutato in un vivente, pulsante PANTHEON della e per la NAZIONE SICILIANA in sintonia ed in continuazione ideale con lo storico PANTHEON di Piazza San Domenico, a Palermo, che Gramsci tanto ammirò come espressione della consapevolezza di sé del Popolo Siciliano.
A Randazzo il sentimento di gratitudine per coloro che hanno sacrificato la loro vita per la Causa Siciliana si è unito e cementato all’ amore di questi Martiri, di ogni tempo e luogo, per la nostra Nazione.
Il Cippo è divenuto così costruzione reale, monumento alla SICILIA, alla NAZIONE SICILIANA. Ma c’ è anche altro.
Senza, di fatto, negare o sottovalutare la dimensione simbolica va detto che a RANNAZZU, a MURAZZU RUTTU, si celebra, in modo volutamente informale anche una riconosciuta, assodata occasione di incontro.
Potremmo dire, con una qualche dose di approssimazione, che la giornata di Randazzo ha qualche punto di contatto con lo svolgimento, sia pure informale, di un raccolto ma intenso Giuramento di Fedeltà ai Nostri Ideali.
Ciò è frutto anche, permetteteci di dirlo, della vocazione e della lungimiranza del più puro Indipendentismo.
Solo se comprendiamo questa complessa pluralità di significanze potremo vivere, in modo corretto, il valore e l’impatto della MANIFESTAZIONE di RANDAZZO.
Per Noi Indipendentisti è oggi più che mai necessario difendere, consolidare e vivificare il senso d'identità del nostro Popolo e della Nazione Siciliana, che trova qui a Murazzu Ruttu una sintesi invidiabile dal forte impatto allegorico .
Noi siamo qui a Randazzo per ricordare agli altri, amici ed avversari, ma anche a Noi stessi il perché della nostra Scelta.
Il perché siamo dei Patrioti Siciliani che sanno e che vogliono impegnarsi e sacrificarsi per il BENE COMUNE della Sicilia e dei Siciliani.
Ed è proprio questo SPIRITO DI SACRIFICIO che noi celebriamo, ricordiamo ed inveriamo a RANDAZZO, presso il CIPPO.
Coloro che si riuniscono a Murazzu Ruttu debbono e possono riconoscersi nella comune militanza ideale rappresentata e sintetizzata dal contemporaneo garrire delle bandiere dell’E.V.I.S. e di quella nazionale siciliana giallo-rossa con in entrambe presente il nostro simbolo millenario:la TRINAKRIA.
Noi TUTTI dobbiamo qui a Murazzu Ruttu tenere vivi gli imprescindibili ideali di libertà nazionale,di Patria Siciliana e di giustizia sociale e sostanziale per il nostro Popolo.
Abbiamo l’obbligo di non trascurare che questa è rimasta una delle rare occasioni in cui il Popolo Siciliano può riflettere del e sul disegno di dipendenza di stampo coloniale che con la complicità delle élite siciliane ascarizzate, il potere centrale economico-politico ci ha imposto facendoci diventare COLONIA INTERNA delle regioni e del sistema politico, economico e finanziario del Nord Italia Continentale.




***



Domenica 22 giugno 2008, a partire dalle ore 17,00, ritroviamoci TUTTI, ancora una volta, sotto le bandiere Siciliane, a MURAZZU RUTTU e offriamo un FIORE GIALLO ai nostri Martiri.

Sempre e ovunque deve prevalere ‘u SPIRITU IMMURTALI DI MURAZZU RUTTU!




Palermu, 09 Giugnu 2008



T R I N A K R I U S




W ’u Frunti Nazziunali Sicilianu!



Onore ai caduti dell’E.V.I.S.!



W la SICILIA INDIPINNENTI!



ANTUDU!


mercoledì 4 giugno 2008

A RISCHIO IL REFERENDUM NEI PAESI BASCHI


Leggiamo sul quotidiano Basco, in lingua castigliana, EL CORREO DIGITAL e vi offriamo, in una traduzione di senso, un articolo sulla contrarietà di Popolari (PP) e socialisti (PSOE) spagnoli al progetto Sovranista perorarato dal Lehendakari (Presidente Basco ) Juan José Ibarretxe di un Referendum pro Paesi Baschi.
Pur riportando quanto scritto dal Quotidiano non è inutile dire che Noi de
laquestionesiciliana” siamo democraticamente e fraternamente schierati con Ibarretxe, il Governo Autonomico e le forze politiche basche non violente come appunto è il partito di Ibarretxe, il P.N.V.- .






PROGETTO SOVRANISTA DEL LEHENDAKARI

IL GOVERNO GRANTISCE CHE IL “REFERENDUM ILLEGALE” DI IBARRETXE NON SI CELEBRERA’

Il vicepresidente De la Vega ha assicurato che si useranno tutte le misure permesse dalla Costituzione e della Legge per ostacolarlo





04.06.08 - 18:14 -

EFE MADRID


Il vicepresidente , María Teresa Fernández De la Vega, ha garantito oggi che non ci sarà "referendum illegale" nei Paesi Baschi perché lo Stato non "ammette sfide", in risposta a Soraya Sáenz di Santamaría (PP) che ha chiesto al Governo che dica "un no definitivo" alla pretesa del Lehendakari.
Fernández de la Vega,e la portavoce di Partito Popolare hanno avuto uno scambio di opinioni nella sessione di controllo al Governo, dopo che Sáenz di Santamaría ha domandato al Vicepresidente che misure intenda adottare l’Esecutivo socialista per impedire che si convochi un referendum illegale nei Paesi Baschi.
La portavoce popolare ha affermato che i gruppi parlamentari del PSOE e del PP sono d’accordo nel ricorrere contro quella consultazione davanti al Tribunale Costituzionale e ha detto che spera che quando arriverà il momento i socialisti "mantengano fino in fondo” questa posizione.
Il vicepresidente ha segnalato che la consultazione di Juan José Ibarretxe è "totalmente" e chiaramente incostituzionale e ha detto che essa deve prima trasformarsi in legge per potere ricorrervi contro.
Lo faremo immediatamente "se il Parlamento basco adotta quella decisione", ha concluso.
Ha spiegato che la posizione del Governo in relazione a questo tema non è cambiata e che utilizzerà tutte le misure permesse dalla Costituzione e della Legge.
"Viviamo in una democrazia con meccanismi più che sufficienti per impedire che un referendum illegale si svolga e che si garantisca quindi la piena applicazione della Legge", ha insistito.
"Gioca con le parole" Soraya Sáenz di Santamaría ha accusato il Governo di "allungare le parole” come la gomma da masticare affinché si dica tutto e il contrario di tutto ed è allora quando incominciano i problemi, che le parole perdono senso ed altri tentano di trarre vantaggio da queste". ha ricordato che nel Congresso e nel Parlamento catalano i socialisti votarono che la Catalogna "era una nazione" ed al PSE non sembra sbagliato che i Paesi Baschi si definiscano anche così.
"Non svalutino le parole e passiamo dalle parole ai fatti", ha chiesto la dirigente popolare, prima di affermare che ogni volta che il Lehendakari è andato alla Moncloa il presidente del Governo dice che ha detto "NO" ma, ha continuato, il Partito Popolare crede che gli ha detto "VEDREMO."
Sáenz di Santamaría ha considerato che questa pantomima si è ripetuta "nove volte " e la "unica differenza" sta nel fatto che il referendum "é sempre più vicino". bisogna dirgli no definitivamente", ha detto, prima di affermare che se il Governo farà questo potrà contare sull’appoggio del PP.






FONTE: http://www.elcorreodigital.com/vizcaya/20080604/mas-actualidad/politica/gobierno-garantiza-referendum-ilegal-200806041713.html



FORUM MEDITERRANEO DI ALGERI: CHI DARA’ VOCE ALLA SICILIA NEL MEDITERRANEO ?


RICEVIAMO, DA TRINAKRIUS, E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO




IL 5 e 6 giugno ad Algeri si terrà la Conferenza Ministeriale del Forum Mediterraneo. Undici i Paesi che vi partecipano e che si vedranno rappresentati, appunto, dai Ministri degli Esteri.
Tra questi Paesi ricordiamo oltre all’Italia anche la vicina Malta.
Anche se non c’è, secondo tradizione, un’Agenda fissa è verosimile pensare che tra i temi che saranno discussi vi sarà oltre l’immancabile situazione Medio Orientale anche quello, coordinato e correlato ,dello sviluppo e del possibile futuro per e dell’Unione del Mediterraneo.
A nessuno può e deve sfuggire che i temi in discussione e in particolare quello dell’ Unione del Mediterraneo sono centrali e cruciali sia per il futuro dell’intero bacino del Mediterraneo che anche per l’Europa,
Centrale e collegata anche la questione spinosa quanto ineludibile della ventilata ,preventivata (ed auspicata) presenza in questa Unione di Israele.
I diversi argomenti sembrano dunque interfacciarsi , confondersi e mischiarsi. Pensiamo, ad esempio, a qual è l’atteggiamento della Turchia nei confronti dell’ Unione del Mediterraneo in riferimento anche all’agognata adesione alla U.E. .
Ora l’appuntamento di Algeri, a cui parteciperanno anche osservatori come la Libia è un’occasione che non va sottovalutata o taciuta.
Sarebbe stato utile che in un simile , utile frangente la Sicilia avesse modo e occasione di fare sentire e pesare la sua voce politica ed istituzionale sia pure come Regione Speciale della e nella forma-Stato Italia.
Temi e intersezioni come queste richiederebbero un PUNTO DI VISTA SICILIANO sui temi in questione.
Ciò è ancor più urgente se ci si sofferma a riflettere sul fatto che in realtà le posizioni espresse dalla politica, e per suo conto dalla Diplomazia Italiana, sono, spesso e volentieri, posizioni, oggettivamente, concretamente, fuori dagli interessi e dai bisogni della Sicilia e dei Siciliani ed espressione coerente di un sistema di interessi politico-economici orientati verso il Nord-continentale d’Italia.
Ora l’ Unione del Mediterraneo è ad avviso Nostro un utile, interessante occasione per i Paesi ma anche per le Realtà Nazionali Rivierasche, abrogate e no,(Sicilia,Catalogna, Sardegna ecc..) di pensare e determinare una forma, nuova e sostenibile di futuro comune.
Noi crediamo che l’ Unione del Mediterraneo debba divenire una REALTA’ DI PESO in termini politici, economici e geo-sociali.
Certo la sfida mira a nostro avviso all’INCLUSIONE, senza se e senza ma, anche e soprattutto di Israele.
E’ questa una sfida che Paesi come Egitto, Tunisia devono e possono accettare e vincere.
Inviteremmo il Presidente della Regione Siciliana almeno ad inviare, a nome della Sicilia e dei Siciliani, un messaggio programmatico di saluto alla Conferenza , un memento politico-diplomatico dal Centro, storico e geografico, del Mediterraneo.

O forse chiediamo troppo?



TRINAKRIUS




domenica 1 giugno 2008

IL NUOVO AMBASCIATORE DELL’UCRAINA PRESSO L’UNIONE EUROPEA VEDE UN CRESCENTE APPOGGIO PER L’OFFERTA DI ASSOCIAZIONE





Dando ‘NA TALIATA A CHIDDU ‘CA SUCCEDI ‘NTA LU MUNNU abbiamo letto e qui ripubblichiamo un interessante articolo presente sull’edizione Web del Periodico Ucraino KYIV POST.
Crediamo che la lettura di detto articolo possa contribuire a migliorare e/o ampliare la visione che come Sicilianisti e Indipendentisti abbiamo riguardo la geopolitica nella e della U.E.
Ci scusiamo sia con i redattori di KYIV POST sia con i lettori de
laquestionesiciliana
per possibili, eventuali errori di traduzione .





BRUSSELS - Belgio (AP) -

Il nuovo Ambasciatore Ucraino presso l’Unione Europea ritiene che ci sia un crescente appoggio per il desiderio del suo paese di avvicinarsi sempre più alla U.E., nonostante l’opposizione russa che ha dato impedito il buon esito alla sua richiesta di entrare nella N.A.T.O. il mese scorso.
La Francia, in particolare, che prima aveva espresso cautela sull’ espansione futura dell'U.E. ora ha una "visione nuova" sul ruolo dell'Ucraina in Europa,- ha dichiarato, Andri Veselovsky giovedì, dopo avere presentato le sue credenziali alla Commissione europea.
"Questa visione del ruolo dell'Ucraina in Europa è nuova, rappresenta una chiare svolta ed un passo nuovo nella comprensione di una Casa Europea Comune nei circoli politici francesi",ha dichiarato Veselovsky al giornalista .
La Francia comprende che la U.E. sta per ruotare presidenza, nel secondo la metà di questo anno, e comprende che essa avrà un ruolo chiave nel plasmare le politiche del blocco europeo.
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, è previsto anche come ospite al summit U.E.-Ucraina a settembre.
Segnali di un appoggio francese seguono un appello fatto lunedì da Polonia e Svezia affinchè la U.E. sviluppi una "dimensione orientale" e nuova politica che costruirebbe legami con l'Ucraina, la Moldavia la Georgia ed altri vicini ex sovietici.
Mosca si oppone agli sforzi dell’ Ucraina e delle altre ex nazioni sovietiche di fare parte di Organizzazioni Occidentali.
La N.A.T.O., il mese scorso, ha posticipato la decisione di riconoscere all’Ucraina e alla Georgia la “adesione” dopo le pressioni giunte da Mosca.
Comunque L'alleanza militare ha detto chiaramente, per la prima volta, che le due Nazioni potranno un giorno nuovamente chiedere un nuovo piano di adesione alla N.A.T.O.
L’Ucraina spera di entrare nella U.E. entro il 2020.
Veselovsky ammette che è improbabile che la l'EU compia atti concreti che favoriscano l’allargamento finché il nuovo Trattato di Lisbona nuovo che puntella con le sue regole l'Unione non verrà ratificato. Quindici delle 27 nazioni di EU hanno finora ratificato il trattato, più recentemente Lussemburgo che lo ha fatto giovedì.
La maggior parte lo sta ratificando nei Parlamenti, ma Irlanda ha indetto un referendum per il prossimo 12 giugno. Preoccupazioni sull'entrata di nazioni dell’ex blocco comunista furono considerata uno dei fattori che indussero gli elettori francesi ed olandesi con dei referendum a rifiutare nel 2005 un precedente trattato , cosa che ha MESSO la U.E. in crisi.
“Vi è uno scenario molto difficile nello sviluppo dell'Unione europea ed il Trattato di Lisbona non è ancora ratificato ", ha dichiarato Veselovsky. "Noi aspettiamo e guardiamo con interesse."
Egli ha detto che l’ Ucraina coopererebbe con nazioni come Moldavia, Georgia ed Azerbaijan, ma l’offerta all’ Ucraina per entrare nella U.E. dovrebbe essere fatta basandosi solo sui meriti specifici del Paese.




Fonte: sito Web de KYIV POST- Periodico Ucraino – 30 Maggio 2008