Chiosa di commento di Fabio
Cannizzaro, Presidente di Focus Trinakria, ad un articolo di Gabriele Bonafede
dal titolo “CARA ANGELA MERKEL, GO HOME! “ pubblicato dal giornale on line
“LinkSicilia”.
http://www.linksicilia.it/2012/05/cara-angela-merkel-go-home/
Sebbene bloccato
da una fastidiosa indisposizione ho letto, con attenzione, l’articolo e credo
che abbia ragione, in questo suo intervento, Bonafede quando scrive: “ […] il
rigore, troppo perseguito sinora da Monti, va accoppiato con la politica di crescita,
anche e non solo nel campo della politica monetaria. […]”. E tuttavia mi sono chiesto, e chiedo a tutti Voi,
davvero nella valutazione complessiva della crisi, delle sue cause, delle sue
ricadute, Noi Cittadini Siciliani, i nostri Rappresentanti, le nostre Istituzioni
parlamentari e politiche (Assemblea
Regionale, le nostre delegazioni parlamentari a Roma come a Bruxelles, il
Governo Siciliano) siamo condannati a un ruolo di meri spettatori? Io credo
di No, o meglio, credo che restare alla finestra non sia l’unica opzione
praticabile. Cercherò di spiegarmi meglio.
Proprio ieri abbiamo riflettuto, almeno chi
come me si riconosce nelle posizioni, pacifiche e democratiche, degli
indipendentisti del F.N.S., su cosa l’Autonomia ha rappresentato o meglio non
ha rappresentato negli ultimi 66 anni di storia siciliana e su cosa lo Statuto
(quello del 1946, nella sua pienezza) può e deve, finalmente, rappresentare,
come strumento, per tutti i Siciliani.
Ed ecco che si pone, da subito, grazie anche
l’intervento di Bonafede l’occasione per concretamente attualizzare le
potenzialità sociali, politiche ed economiche di quella “quasi - indipendenza”
di cui si lamentava, a suo tempo, Einaudi.
Chi segue l’F.N.S. ben sa quali posizioni
economiche il Fronte Nazionale Siciliano proponga, tra queste una ritengo,
nella contingenza dell’oggi, assume un’inderogabile centralità. Mi riferisco
alla proposta di istituire l’INTERO TERRITORIO SICILIANO in ZONA FRANCA. Possibilità
immediata, d’esclusiva competenza politico-legislativa siciliana, opzione, appunto,
garantita dallo Statuto Speciale d’Autonomia.
So già che la proposta scatenerà come, in
passato ha scatenato, tutta una ridda di “callose” proteste e pur tuttavia se
si supera il riverbero ideologico di certe “lenti colorate” si noterà che una
ZONA FRANCA CONTROLLATA, PROGRAMMATA, ECO E SOCIO SOSTENIBILE come quella che
propone, in Sicilia, FNS è oggi, stante anche la presenza soffocante della
mafia, l’unica reale, collettiva possibilità di sviluppo virtuoso.
Il
senso del ragionamento di FNS è semplice: In Sicilia il modello dell’intervento
Statale e di quello Regionale è, alla prova dei fatti, miseramente fallito
anche a causa di una classe politico- burocratica non sempre, pur senza
generalizzare, all’altezza della sfida etica.
Detto
ciò, e coscienti dell’incombere, a tutt’oggi, ahinoi, castrante della mafia,
occorre sviluppare un tessuto economico e produttivo sano, svincolato dagli
errori del passato, che, parimenti, permetta la necrotizzazione della cancrena
mafiosa, che molto affonda il suo humus nel perpetuarsi, anche, del bisogno
economico e lavorativo.
L’unico modo è quello di attrarre imprenditori
che vogliono investire in Sicilia. Ora per fare ciò senza scatenare mala
politica e mafia, non occorre sviluppare un’iniziativa meramente localizzata in
una parte del nostro territorio, ma semmai offrire ad imprenditori volenterosi la possibilità di guadagnare in Sicilia, nel centro del Mediterraneo.
Ciò si
badi bene, per FNS, non significa ripercorre la strada delle vecchie,
neocoloniali FREE ZONE ma semmai garantire agli imprenditori interessati e non al mero capitale finanziario (ciò attraverso
un’oculata selezione) un’occasione lecita di guadagno, legata più che altro
agli sgravi fiscali per la produzione e,
comunque, con l’obbligo vincolante del
reinvestimento di una parte
considerevole degli utili in loco.
Tutto ciò, è bene chiarirlo, SENZA LEDERE O
MINIMAMENTE INTACCARE I DIRITTI SALARIALI O SINDACALI DEI SICILIANI E DEI
LAVORATORI in genere né tantomeno permettendo di aggredire il già martoriato, patrimonio
naturale dell’Isola.
Detto ciò può apparire strano che una
siffatta proposta venga dal Frunti Nazziunali Sicilianu, da taluni
stigmatizzato, spesso, come un movimento progressista e socialista, eppure il ragionamento
sviluppato da FNS ha una sua coerenza logica. Essi affermano che oggi, in
Sicilia, se si ha acuore il benessere della Sicilia e dei Siciliani, occorre essere liberali in economia e
progressisti in campo sociale. Scegliete voi quale etichetta affibbiare, in
conseguenza di ciò, ad FNS, sappiate che loro sono, Noi siamo e ci sentiamo
semplicemente degli indipendentisti, pacifici e democratici; dei patrioti
siciliani.
Posto ciò i Siciliani possono essere
protagonisti del loro destino, della loro economia e del loro futuro, ma per
ottenere questo occorre superare il concreto, visibile empasse che c’è oggi,
tra la “politica politicata” e il Bene Comune della totalità dei Siciliani.
Occorre, in altre parole, una RIVOLUZIONE
POLITICA E CULTURALE, PACIFICA, DEMOCRATICA QUANTO SCHIETTAMENTE SICILIANA.
In
democrazia questo passaggio è dato solo dal cambio dei Siciliani eletti.
Non esistono, non possono esistere altre vie
o scorciatoie, pena affidarsi a demagoghi o peggio a plumbei “uomini del
destino”.
Adesso, in ore in cui tutti, non a torto,
discutono e discettano, del futuro della UE e della moneta europea, credo che
occorra non perdere la testa, cercare soluzioni le più possibili realiste e
condivise, compenetrando, finalmente in modo concreto, i bisogni dei Popoli, di
un Popolo, in particolare, come quello Greco con le esigenze dell’intera Europa
e delle sue Genti prima che delle banche, e delle grandeur dei vecchi Stati-Nazione.
Solo così potremo evitare di assistere al
dirompere, concretamente già in atto, cito nuovamente Bonafede di: “ […] egoismi, particolarismi,
xenofobia, risentimenti reciproci […]”.
Oggi Angela Merkel
rappresenta, politicamente e metaforicamente, un modello di equilibri e
relazioni politiche, sin qui vincenti, non solo in Germania ma nell’intera U.E.,
che devono e possono essere superate.
Tutte le “famiglie
politiche” europee (socialisti, popolari, verdi, liberali ecc) devono prendere
atto degli errori perpetuati e avviare, da subito, una EXIT STRATEGY.
In questo contesto i Cittadini Europei possono
essere la chiave di volta della crisi, imponendo ai “rappresentanti” la svolta
attraverso la “sfida” del voto, presente o futuro, sia esso greco, francese, italiano,
siciliano piuttosto che maltese, finlandese, basco o tedesco.
Quanto al destino politico della signora
Merkel è qualcosa di accessorio, che non muta in sé i termini della questione.
Qui,
oggi, interessano mutamenti strutturali di strategia e di prassi e non una accessoria personalizzazione
di processi economici che trascendono e travalicano i destini di un essere
umano singolo.
Sperando di avere aggiunto qualche ulteriore
elemento di riflessione, vi giungano i miei Cordiali Saluti.
Fabio
Cannizzaro
Presidente
di Focus Trinakria
E-mail: focustrinakria@yahoo.it
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