NELLA RICORRENZA DEL 61° ANNIVERSARIO DELL’ASSASSINIO DÌ PLACIDO RIZZOTTO È NECESSARIA UN’AMPIA RIFLESSIONE SUL FENOMENO MAFIOSO
In questi giorni da parte dell’opinione pubblica e dei Massmedia, giustamente, è stata data molta attenzione alla ricorrenza del 61° anniversario del MARTIRIO del Sindacalista PLACIDO RIZZOTTO, assassinato a CORLEONE il 10 marzo del 1948, appunto, dalla Mafia. Ed il cui cadavere fu recuperato soltanto il 13 dicembre del 1949 in una delle “FOIBE” di ROCCA BUSAMBRA.
L’FNS ha, con l’occasione, ricordato l’impressionante numero di sindacalisti e di dirigenti politici “assassinati” dalla mafia nel solo periodo che va dal 1944 alle soglie degli anni 50 del secolo scorso: Andrea RAJA, ucciso a Casteldaccia (PA) il 6 agosto 1944; Nunzio PASSAFIUME, ucciso a TRABIA (PA) il 7 giugno 1945; Agostino D’ALESSANDRO, ucciso a FICARAZZI (Pa) l’11 settembre 1945; Giuseppe LO CICERO, ucciso a MAZZARINO (Cl) il 25 Novembre 1945; Giuseppe PUNTARELLO, ucciso a VENTIMIGLIA DÌ SICILIA (Pa) il 5 dicembre 1945; Antonino GUARISCO, ucciso a BURGIO (Ag) il 7 marzo 1946; Pino CAMILLERI, ucciso a NARO (Ag) il 28 giugno 1946; Giovanni CASTIGLIONE e Girolamo SCACCIA, uccisi ad ALIA (Pa) il 22 settembre 1946; Giuseppe BIONDO, ucciso a Santa NINFA (Tp) il 2 ottobre 1946; i fratelli Giovanni, Giuseppe e Vincenzo SANTANGELO (una vera strage familiare) uccisi a BELMONTE MEZZAGNO (Pa) il 2 NOVEMBRE 1946; Giovanni SEVERINO, ucciso a JOPPOLO GIANCAXIO (Ag) il 25 novembre 1946; Paolo FARINA, ucciso a COMITINI (Ag) il 28 novembre 1946; Nicolò AZOTI, ucciso a BAUCINA (Pa) il 21 dicembre 1946; Accursio MIRAGLIA, ucciso a SCIACCA (Ag) il 4 gennaio 1947; Pietro MACCHIARELLA, ucciso a FICARAZZI (Pa) il 19 febbraio 1947.1
A tale impressionante elenco di Martiri vanno aggiunti i nomi delle tante, troppe vittime dello stesso periodo e dei periodi successivi. Ed è stato aggiunto il nome di Carmelo Battaglia erroneamente escluso dalla prima stesura dall’elenco di cui alla legge regionale n. 20 del 1999. Battaglia fu assassinato il 24 marzo del 1960 a Tusa, mentre a dorso di un mulo si recava a lavorare.
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Certamente un capitolo a se stante costituisce la strage di Portella della Ginestra, avvenuta il 1° maggio del 1947. una strage per la quale gli Indipendentisti FNS ritengono che si debbano ancora chiarire molti aspetti e che va condannata senza riserve. I nomi delle 11 vittime anche in questo caso andrebbero ricordati, - in ogni città e paese della Sicilia, - uno per uno, perché dietro ogni nome c’è un volto, una storia, una famiglia, una vita intensa. Anche se breve. Ma vi è, soprattutto, il gravissimo “VULNUS” dalla Mafia, dal Banditismo, dai poteri occulti contro la Società Civile Siciliana e contro la Sicilia stessa.
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La ricorrenza degli anniversari ci obbliga ad alcune specifiche riflessioni e a domandarci se la mafia sia stata definitivamente sconfitta, dopo tante lotte, dopo tanti sacrifici e tante vittime. Molti martiri meritano di essere considerati come dei veri e propri Eroi. Molti i Martiri anche fra le Forze dell’Ordine e fra i Magistrati.
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Non vi sono dubbi sul fatto che nella lotta contro la Mafia si siano conseguiti grandi risultati e successi, inimmaginabili nella prima metà del secolo scorso.
Ed anche, se vogliamo, negli anni immediatamente successivi. Quando i silenzi e le connivenze con la MAFIA erano maggiori di quanto non lo siano ai giorni nostri.
Uno di questi risultati, - forse il maggiore, - è il fatto che oggi la coscienza civile del Popolo Siciliano (nella sua stragrande maggioranza) condanni severamente e respinga sdegnosamente il fenomeno mafioso, la cultura mafiosa. Nonché i complici, i capi ed i “soldati” della Mafia stessa.
Non possiamo però negare che il territorio sia ancora “controllato” quasi totalmente dalla mafia. Non possiamo negare che in Sicilia la vita economica sia in gran parte e pesantemente condizionata dalla mafia. Non possiamo negare che la legislazione vigente, - non adatta fondamentalmente alle effettive esigenze della realtà siciliana, - amplifichi la sfera d’azione della mafia e spesso le crei nuovi spazi.
Ecco perché, da parte dell’FNS, si chiede che il Corpo Legislativo, vigente in Sicilia, non sia la brutta copia di quello programmato e realizzato per altre realtà “geo-politiche”, ambientali, economiche, sociali e geografiche.
E che sia, invece un Corpo Legislativo, specifico, finalizzato a dare adeguata risposta alle effettive esigenze del Popolo Siciliano. Compresa quella, prioritaria, di contrastare la mafia.
Non va trascurato, infine, il problema dell’etica prevalente nella “politica politicata” sempre più criticabile. Anche perché questa ultima accetta e fa proprie alcune delle “regole” mafiose, come quelle della lottizzazione, del tangentismo, del clientelismo scientifico, della strumentalizzazione del bisogno del “controllo” del territorio inteso come SERBATOIO di voti e di AFFARI personali, personalizzati e “riservati” ai CLAN di appartenenza.
Ovviamente esistono le eccezioni; ma si sa: le eccezioni spesso confermano la regola.
Per i veri sicilianisti, nella lotta alla mafia, deve prevalere ovunque e comunque il principio che la Sicilia deve essere contro la mafia perché la magia è contro la Sicilia.
E perché la Sicilia non sarà mai veramente libera, se non si sarà, prima, “liberata” dai tentacoli della Mafia.
Palermo 13 marzo 2009
Nota1 Come “fonte” abbiamo utilizzato l’interessante servizio giornalistico di DINO PATERNOSTRO “LA SICILIA” del 20 luglio 2008 (pag. 33).
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