martedì 31 gennaio 2012

Assegno sociale? Sì e subito!

Riceviamo e volentieri postiamo


GLI INDIPENDENTISTI F.N.S. RIPROPONGONO CON FORZA LA ISTITUZIONE, IN SICILIA, DELL’ASSEGNO SOCIALE.

Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu hanno ribadito, nel corso di un’Assemblea spontanea di Iscritti e Simpatizzanti, svoltasi il giorno 29 gennaio c.a. a Palermo (e con collegamenti telefonici con le altri Sedi della Sicilia), il convincimento che l’ASSEGNO SOCIALE per i disoccupati, per i non occupati e per le famiglie povere, vada subito istituito, senza ulteriori perdite di tempo. Ciò, innanzi tutto, per affrontare la eccezionale CRISI in corso. Ed anche perché si realizzerebbero, nello stesso tempo, un atto di giustizia sociale ed una iniziativa che avrebbe “RICADUTE” positive in campo economico. In quanto l’ASSEGNO darebbe un forte impulso al “CONSUMO”, evitando il crollo di tante attività produttive minori, che oggi garantiscono ancora –ed eroicamente- tanti “VERI” posti di lavoro, diffusi sul territorio.
Dal dibattito è emerso che l’FNS considera questa iniziativa come un “rimedio” alternativo alla indecente e costosissima moda di assumere, direttamente o indirettamente, quella massa di aspiranti lavoratori “RACCOMANDATI-ORGANIZZATI” e spesso”LOTTIZZATI”, presso le pubbliche Amministrazioni ed i vari Enti Pubblici o … Parapubblici, ad ogni livello. Trasformando gli Enti, le Aziende e settori interi della Pubblica Amministrazione in “STIPENDIFICI”, che erogano, appunto, stipendi e NON servizi.
«L’ASSEGNO SOCIALE va regolamentato con rigore» – è stato sottolineato – «prevedendo il pericolo (che è dietro l’angolo e che qualcuno già spera di strumentalizzare) che – da tutto il mondo – arrivino IMMIGRATI per fruire di questo ammortizzatore sociale. Non vanno, ovviamente, fatte discriminazioni razziali, ma occorre prevedere dei “PALETTI”, come quello del possesso di una rispettabile ANZIANITA’ di CITTADINANZA e di RESIDENZA EFFETTIVA. Requisiti questi non separabili. Altro “paletto” dovrebbe essere costituito dalla differenziazione degli importi in base a fasce di età ed in base al numero dei minori a carico».
Se fissato con un provvedimento legislativo bene strutturato e se erogato con giustizia e con senso di responsabilità, l’assegno minimo vitale (è stato rimarcato con forza) sarà un ammortizzatore sociale OTTIMO e, nello stesso tempo, un INVESTIMENTO PRODUTTIVO.
«Le regole e la chiarezza sono necessarie per evitare, poi, una giurisprudenza eccessivamente buonista, del tipo di quella sull’indennità di accompagnamento. Occorre, insomma, assicurare il raggiungimento delle utili e “NOBILI” finalità, alle quali l’FNS fa riferimento da vent’anni a questa parte».
«Viceversa, la STRUMENTALIZZAZIONE del BISOGNO degli INDIGENTI e dei DISOCCUPATI e le proposte avanzate esclusivamente per “COMBATTERE” i propri avversari politici o, peggio ancora, per creare CAOS e “CRAC” finanziario, danneggerebbero irrimediabilmente proprio coloro che hanno estremo bisogno di un gesto di solidarietà e di giustizia sociale».
«Occorrono saggezza e senso di responsabilità. Ed occorre fare presto».
Hanno aggiunto i presenti. I quali hanno stigmatizzato il fatto che il Governo Regionale e l’Assemblea Regionale non abbiano mai varato una iniziativa legislativa in materia.
Le questioni poste dall’Assemblea, che è stata presieduta dal Prof. Corrado MIRTO, formeranno oggetto di uno specifico impegno di lotta politica senza soste e senza compromessi, hanno assicurato i Componenti del Comitato Centrale e della Segreteria Nazionale, che hanno pure partecipato ai lavori. E che hanno sottolineato come, per la verità, l’FNS da sempre ha sostenuto questa battaglia, che oggi diventa di grande attualità e che viene ripresa con forza dall’FNS, proprio a causa della CRISI della quale si è parlato in questa sede ed in altre occasioni.

A N T U D U !


Palermu, 30 Jnnaru 2012

Corrado MIRTO
Giuseppe SCIANO’
Giovanni BASILE
Gaetano VALLE
Giuseppe SORRENTINO
Arturo FRASCA
Fabio CANNIZZARO
Giancarlo ALAGNA
Francesco MARSALA
Rosalia D’ANTONI

lunedì 2 gennaio 2012

NOI SPERAVAMO…

…SPERAVAMO CHE IN OCCASIONE DEL 150° ANNIVERSARIO DELLA “UNIFICAZIONE” IN UNA DEMOCRAZIA MATURA FOSSE POSSIBILE RESTITUIRE VALORE ALLA VERITA’ SUI FATTI CHE PORTARONO ALLA FORMA-STATO ITALIA



Nell’appena trascorso 2011, anno del 150° dell’unità d’Italia ma meglio sarebbe dire dell’unificazione, sarebbe stato lecito e giusto aspettarsi che venisse a compimento e piena maturazione un processo di ricerca della verità storica e politica su quegli eventi.
Qualcosa di simile a quanto avvenuto, in forme e tempi diversi, sia negli Stati Uniti d’America che in Australia.
Nulla di tutto ciò si è verificato a livello ufficiale e/o istituzionale. È davvero un peccato!
Ci chiediamo:
davvero una democrazia che si considera matura qual è quella italiana non vuole o non sa fare i conti con il suo passato?
A ben vedere, senza scandalo, le molteplici, variegate iniziative ufficiali messe in campo hanno ripreso e ripercorso le strade, ahinoi, già battute del vecchio risorgimentalismo, sebbene “aggiornato” alla luce delle nuove tecnologie e tecniche oggi disponibili .
A gestire il gran “marchingegno” delle celebrazioni economicamente gravose sono stati arruolati una pletora di intellettuali e “chierici”, uomini e donne di cultura e/o di spettacolo equanimemente, cencellianamente rappresentativi del sistema politico e cultural-mediatico consociativo di e al potere.
Noi ribadiamo fermamente che stando così le cose si può parlare, in occasione del 150°, di una grande chance perduta. Peccato!
Sarebbe stata l’occasione per una collettiva ammissione degli errori, delle violenze e delle sopraffazioni perpetrate nel Sud continentale, in Sicilia come anche al Nord durante il processo di “sabaudizzazione”.
Riconoscimento a cui poteva, doveva seguire una richiesta di perdono , seppure tardiva, con le scuse ufficiali ai discendenti di quei Popoli tartassati.
Fortunatamente al “rumoroso silenzio” dell’ufficialità si è opposta e contrapposta, stavolta, inattesa solo dai grigi burocrati, una popolare, virtuosa, spontanea, montante crescita della e nella consapevolezza che ha animato, anima ed animerà sempre più dibattiti, confronti ed iniziative culturali e politiche che smentiscono e vanificano l’impianto ufficiale voluto da certo “celebrazionismo”.
Questo fermento, plurale e pluralista, dalle tante, diverse matrici e radici (neoborboniche, meridionaliste, federaliste, indipendentiste, democratiche, ecc…) tiene però fermo un punto, così riassumibile: Vogliamo e possiamo esigere pacificamente, in democrazia, il ristabilimento della verità storica ed il rispetto della sua obiettività sui fatti ed eventi che portarono all’unificazione sotto il Piemonte sabaudo.
È forse chiedere troppo? Sicuro che NO!
A chi innanzi a queste richieste, in tutto l’appena trascorso 2011, ha evocato scenari apocalittici diciamo, ricordiamo che la verità se praticata senza “pruderie” può solo giovare alla convivenza civile.
E allora, ci domandiamo:
non è forse giunto finalmente il tempo di abbandonare versioni agiografiche e posticce per restituire alle donne e agli uomini d’ogni parte dell’Italia il reale , vero quadro in cui maturò quello Stato Italiano che oggi conosciamo?
Speriamo che il 2012 possa vedere realizzarsi questo auspicio che è anche una necessità.




Fabio Cannizzaro
Vice Segretario du F.N.S.