domenica 25 dicembre 2011

AUGURI, SPERANZE, AUSPICI E ...CERTEZZE

Care Amiche, Cari Amici,




Rivolgiamo il nostro Augurio di Buon Natale e Felici Feste a Voi tutti, a tutte le vostre famiglie e ci permettiamo di indirizzarlo più ampiamente a tutti i Siciliani e con essi a tutti i Popoli del Mondo.




La nostra speranza che è anche certezza è che queste feste, il prossimo anno 2012 saranno se Noi lovorremo, se Noi sapremo impegnarci e se le Genti di ogni luogo vorranno un anno di PACE, GIUSTIZIA, AUTODETERMINAZIONE ed EQUITA'.




Siamo convinti, infatti, che molto dipenda da Noi tutti, cittadini e inquilini del Mondo.




Per ciò che ci riguarda siamo poi certi che la QUESTIONE SICILIANA possa e debba trovare, speriamo in questo 2012, una equa, reale soluzione, come QUESTIONE NAZIONALE con una propria peculiare dignità.




Permetteteci poi un particolare saluto anche agli amici du Frunti Nazziunali Sicilianu - "Sicilia Indipinnenti" nella cui azione politica, pacifica e democratica, riponiamo fiducia per una soluzione reale della succitata QUESTIONE SICILIANA.




Rinnovando a tutti i nostri Auguri, vi salutiamo con il nostro tradizionale ANTUDU!






TRINAKRIUS

lunedì 10 ottobre 2011

E DOPO LA PRIMAVERA, VIENE …L’AUTUNNO E FORS’ANCHE L’INVERNO !

La notizia è di quelle che non si possono minimizzare.


A Il Cairo si è consumato un qualcosa che potenzialmente potrebbe avere effetti sulla vita di tutti i Popoli Mediterranei compreso, quindi quello Siciliano.
Ci riferiamo al fatto che una manifestazione di cristiani copti è stata fatta segno prima di violenze di gruppi organizzati e poi attaccata dalle forze di sicurezza egiziane.
Si sono registrati , ad ora, più di 200 feriti e ben 36 morti.
Domandiamoci: l’Egitto post-Mubarak è in preda all’odio e alla violenza tra religioni? Tutto sembra indicare di sì.
Tuttavia non essendo mai stati Noi nemici del cambiamento non ragioniamo come taluni che riflettendo del e sul mondo arabo, a bocce ferme, non trovano di meglio che dire: si stava meglio, quando si stava peggio. Costoro invocano, evocano, spesso rimpiangono i deposti autocrati come appunto l’ottuagenario Mubarak.
Non siamo assolutamente d’accordo!
Noi di questo blog, l’area politico-culturale a cui facciamo riferimento abbiamo creduto in quel processo sinteticamente definito “Primavera Araba” provando a non essere leggeri o acritici.
Ripercorrendo i fatti, Tutti hanno, nel merito, qualcosa da rimproverarsi.
L’Opinione Pubblica Europea, ad esempio, è stata, in concreto, leggera, autoreferenziale e si spesso accontentata o illusa di poter leggere quelle “realtà” con le proprie, vetuste “lenti colorate” ed i propri pre-giudizi.
La stessa definizione di “Primavera Araba” è in sé, anche al di là delle intenzioni, in buona sostanza fuorviante.
In realtà il cambiamento democratico, reale, partecipato, senza riserve, in Egitto, come anche altrove, è stato il grande assente.
In Egitto le vecchie elité ,di potere e al potere, dopo un primo trasalimento e/o sbandamento, hanno, poi, colto al balzo la circostanza inattesa della spontanea sollevazione popolare per regolare pertanto alcuni “conti” all’interno della nomenclatura locale.
Tuttavia sebbene i vecchi burocrati siano ancora, al momento, in sella, si registra l’avanzare inesorabile, dei temi e dell’agenda, dell’integralismo islamico quale ago della bilancia politico del “nuovo” Egitto.
Il risultato, i risultati di un simile andazzo son dei “frutti” avvelenati che minacciano il futuro dell’Egitto, del Medio-Oriente, del Mediterraneo e quindi del Mondo.
L’Egitto del dopo Piazza Tahrir, oggi, non è all’altezza dei sogni, dei bisogni e delle aspirazioni di un popolo giovane come quello egiziano, che sono configgenti, diversi ed inconciliabili con quelli sia delle vecchie elite ex –mubarakiane e post-sadattiste come anche con quelli dell’islamismo esclusivista locale.
Il tutto crea un mix composito quanto esplosivo che sta quasi per deflagrare.
In una simile contingenza si evidenziano alcune vittime sacrificali, sul frangente interno la importante minoranza cristiana copta mentre su quello esterno Israele e il sionismo ( leggi più estensivamente l’ebraismo tout court) .
Tutto ciò insieme ad altri elementi come, ad esempio la nuova, aggressiva geopolitica turca minaccia di mutare, in peggio, la prospettiva del Mediterraneo sia presente che futuro.
Come Patrioti Siciliani, dunque, avvertiamo la stringente responsabilità, etica e politica, di non accettare né essere acquiescenti verso ipotesi o prospettive che minacciano concretamente di innescare e/o rinfocolare processi di divisione e contrapposizione di natura etnico religiosa nel bacino mediterraneo.
Alla luce di tutto ciò potremmo dire, facendoci facili profeti, che la “Primavera Araba” si sia mutata in un “Autunno” che si avvia, a grandi passi, a farsi “Inverno”.
Un “Inverno”di democrazia, libertà, speranza, giustizia per gli Egiziani come anche per i Popoli arabi prima e per tutti gli altri, Siciliani compresi, poi.
Alla luce di tutto ciò ci chiediamo: Davvero i Popoli Mediterranei, siano essi mussulmani, cristiani o ebrei, si devono rassegnare alla logica dell’odio e della mala tolleranza?
Noi non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo rassegnarci a una simile penosa prospettiva.
Forse è il tempo che gli Egiziani, non solo gli egiziani, prendano finalmente, saldamente in mano il futuro, loro e del loro paese, per affermare la comprensione come bussola politica e di vita.
Il nostro interesse nasce dalla constatazione evidente che quello che accade nel bacino mediterraneo produce necessariamente effetti anche sugli altri Popoli Mediterranei e quindi anche sul divenire della Nazione Siciliana.
In una realtà, in un Mondo in cui i fautori della “realpolitik” sembrano essere tanti, troppi, Noi, invece, sosteniamo, a viso aperto, che il futuro dei Popoli Mediterranei passa per l’unica, vera intransigenza, utile e accettabile , è quella di non discriminare nessuno.
Nel Mediterraneo che Noi pensiamo e progettiamo possono e devono convivere i Popoli, le Nazioni, come , ad esempio, quelle Israeliana e Palestinese e tutti i Credi religiosi nessuno negato o escluso.
Se così non sarà vivremo tutti un “Autunno”presto un “Inverno”.
E ancora una volta, Noi tutti, avremmo perso l’occasione di essere, tutti e ognuno, protagonisti e soggetti del comune futuro Mediterraneo e di Mediterranei.






TRINAKRIUS

mercoledì 14 settembre 2011

INIZIA L'ANNO SCOLASTICO 2011/ 2012...QUALE STRATEGIA E' POSSIBILE PER LA SCUOLA SICILIANA?








Prenderà ufficialmente il via in Sicilia domani, giovedì 15 settembre l'anno scolastico 2011/2012. E' dunque tempo di auspici e speranze.
Noi del blog " laquestionesiciliana" preferiamo più che sperare riflettere su ciò che accade e che coinvolge e in parte “travolge” i diversi soggetti che nella Scuola Siciliana operano ed interagiscono.
Resta come qualitativamente e quantitativamente inevaso “convitato di pietra” il tema del PRECARIATO che è questione sindacale, professionale e ancor più democratica e sociale.
Migliaia e migliaia di docenti e di non docenti attendono non una sorta di elemosina, di regalia ma il giusto, dovuto coronamento di un percorso lavorativo e professionale.
Tutto ciò contribuisce a contornare e caratterizzare attualmente il quadro della Scuola Siciliana.
A ciò si aggiungano i bisogni e le aspirazioni delle famiglie, degli studenti e del più ampio corpo della Società. Ma un ruolo né secondario né defilato ha anche e soprattutto la politica.
Ricordiamo a tutti che in democrazia spetta alla politica (quella con la P maiuscola) di determinare condivise, il più condivise possibile, scelte di politica scolastica.
E qui veniamo al vero nervo scoperto dell’attuale situazione in cui versa e si fa versare oggi la scuola in Sicilia.
E’ nostra maturata convinzione, infatti, che
spetta alla Politica Siciliana, al Governo Siciliano di prendere l’iniziativa per l’Istruzione e la Scuola.
Vista la pervicace volontà del Governo centrale della sua Maggioranza saldamente rabberciata di tagliare risorse umane ed economiche per la scuola tocca al Parlamento Siciliano e al Governo Autonomo di Sicilia difendere il diritto all’istruzione dei Siciliani. COME FARE?


Anzitutto occorre restituire alla politica il proprio ruolo propositivo e creativo. Fa davvero specie vedere un Governo che si dice e si dichiara Autonomista non coglie e non comprendere che Autonomia della e in politica significa determinare, in funzione dei bisogni sociali e dei rapporti di forza sociali e parlamentari, condizioni possibili di soluzione della crisi scolastica.
Ovvero tocca oggi al Governo Regionale non tanto, non solo chiedere, esigere ma più propriamente premere per assumere, in presenza di un palese disinteresse dimissorio del Governo centrale, la piena, concreta gestione delle Scuole di ogni ordine e grado in Sicilia.


E quando parliamo di gestione intendiamo dire, senza possibilità d’equivoco, gestione didattica, amministrativa e gestionale. Comprendiamo che andiamo ad aggredire e provare ad infrangere uno degli ultimi tabù legati ad una idea centralista e centralizzata della Scuola e del suo futuro.
Eppure ci rivolgiamo alla società Siciliana, ai Docenti, al personale non docente, agli studenti, alle famiglie per dire loro che qui si tratta, ora e subito, di difendere e concretamente ampliare il diritto all’istruzione dei Siciliani e di chi in Sicilia vive ed opera.
Parliamo volendo sintetizzare in uno slogan della necessità di operare, in tempi brevi, per la
PIENA REGIONALIZZAZIONE DELLA SCUOLA SICILIANA.
Un esigenza che non è come pensano taluni, specie engagé di destra e sinistra, di natura ideologica ma concretamente legata ai bisogni e alle esigenze dei Siciliani siano essi utenti, lavoratori o semplicemente cittadini.
Posto con chiarezza l’auspicio tocca a noi l’onore e l’onere di chiarire, in linea generale, questi vantaggi.
Muoviamo smontando i più diffusi pregiudizi in merito alla PIENA REGIONALIZZAZIONE della SCUOLA SICILIANA.
Si dice, si scrive, non senza una certa dose di melliflua leggerezza, che aprire le porte alla regionalizzazione significherebbe compromettere l’intera impalcatura della scuola italiana. E’ una preoccupazione superabile e superata dal divenire dei fatti e dei tempi. Se infatti si prova a liberarsi da un certo “fumus” ideologico si può facilmente riscontrare che a seguito del lento, processo noto sinteticamente come AUTONOMIA molti dei vecchi dettami centralizzatori sono stati superati, tant’è che oggi parecchi (anche se non tutti) parlano di una sorta di “monadistica parcellizzazione” delle intenzioni e delle scelte della e nella scuola Italiana e giocoforza anche quindi Siciliana.
La idea di una SCUOLA SICILIANA E DEI SICILIANI secondo la definizione sintetica voluta da F.N.S. è una scuola che può e soprattutto sa compenetrare l’esigenze delle singole, varie istituzioni scolastiche calandole, collegandole alla e con la realta’ storica, culturale, politica dei Territori che costituiscono storicamente, geograficamente la Realta’ Siciliana che è Comunitaria, Identitaria, Sociale e Collettivizzante.
Sottratta al regno del mero pregiudizio questa nostra proposta si pone la questione tecnica, professionale della capacità della struttura regionale a gestire e compartimentale in modo razionale e regionale l’istruzione di ogni ordine e grado nei suoi diversi, vari aspetti operativi.
Fortunatamente per Noi e per la nostra Istruzione questo è un problema che può avere, se esiste una reale, conclamata VOLONTA’ POLITICA, rapida e sicura soluzione.
Pochi ricordano, infatti, che in Sicilia, da diversi lustri già, l’Amministrazione Regionale ha sviluppato una originale, peculiare esperienza a tuttotondo nella concreta, diretta gestione è delle scuole materne e di alcuni isitituti secondari superiori. Questa esperienza positiva , di cui fanno fede intere generazioni di studenti, può e deve essere messa al servizio della realizzabilità di un PASSAGGIO che non è più differibile pena lo stesso futuro di una ISTRUZIONE degna di questo nome in Sicilia.





E ALLORA PERCHE’ NON PASSARE ALLA REGIONALIZZAZIONE?





COSA OSTA AFFINCHE’ LA SICILIA SI FACCIA ONERE E ONORE DI GESTIRE L’ISTRUZIONE DELLE SUE FIGLIE, DEI SUOI FIGLI?






TRINAKRIUS

lunedì 12 settembre 2011

DIRADEREMO LA “CORTINA DI SILENZIO” !






Il reddito sociale, la scuola pubblica, siciliana e gratuita, l’impiego delle risorse siciliane per il Bene Comune sono queste le proposte di F.N.S. e che si cerca di zittire, silenziare.
I grandi media siciliani esercitano contro FNS una censura stretta, assoluta che non ha precedenti politici pratici e praticati.
Su di Noi si è provato a calare una “CORTINA DI SILENZIO”.
FNS spaventa tutti. I parolai, tutti gli pseudo amici della Sicilia e non perché la sua azione politica sia esente da errori ma perché esercita e pratica quella COERENZA POLITICA che è davvero il grimaldello che minaccia di azzerare il sistema auto perpetuante e cooptativo che tiene schiava la Sicilia e con essa la maggior parte dei Siciliani.
Eppure come ricorda un proverbio cinese,
un mantello non può coprire a lungo il sole.
I Siciliani a cui è negata l’informazione su FNS, anche grazie a nuovi strumenti come il Web, iniziano ad informarsi da sé, a risvegliarsi anche se il sistema ha iniziato a creare una moltitudine di “False Flags”, finti partiti sicilianisti e indipendentisti provando ad imbrigliare il giusto sdegno popolare.
Noi di FNS, tuttavia, siamo fiduciosi nell’intelligenza del nostro Popolo e crediamo che democraticamente, pacificamente la Sicilia saprà trovare la forza, attraverso la guida dell’avanguardia di FNS, per liberarsi, possedersi e aprirsi al Mondo!

ANTUDU!










TRINAKRIUS

domenica 28 agosto 2011

F.N.S. E' UN PARTITO INDIPENDENTISTA DALLA FORTE, ORGOGLIOSA IMPRONTA SOCIALE






Qualcuno dice e scrive che FNS è “socialista”, come se volesse accusare il Fronte di un crimine tra l’ infame e l’ infamante.
FNS pur essendo, un PARTITO INDIPENDENTISTA e non un partito socialista, non ha difficoltà ad ospitare al suo interno anche indipendentisti socialisti e lo fa senza nascondersi o scandalizzarsi.
La verità è che FNS è partito dalla FORTE, ORGOGLIOSA IMPRONTA INDIPENDENTISTA E SOCIALE, che nell’originalità della sua impostazione, nella coerenza dei suoi dirigenti e quadri trova il modo di dare voce alle tante voci ed aspirazioni del proprio Popolo e della Propria Nazione.
E le aspirazioni del Popolo Siciliano sono le aspirazioni non delle sue elitè ascare o ascarizzate ma semmai quelle della grande parte di Popolo, onesto, laborioso, antimafioso che ha bisogni e aspirazioni sociali grandi e mai soddisfatte, piegate come sono state al centralismo coloniale e agli appetiti dei suoi “ascari” isolani.
Affermare questo significa essere socialisti? Certo che No!


In realtà FNS non è un partito socialista, ma un PARTITO SICILIANO E DEI SICILIANI, in cui trovano spazio anche, lecitamente espressioni di un socialismo, un Sucialismu, un Travagghismu siciliano, umanitario, aperto al mondo, non ideologico, fatto di attaccamento alle proprie radici, di umana solidarietà e aspirazione alla giustizia sociale .
E proprio nell’accusarci di ciò i nostri “concorrenti” mostrano la loro pochezza ideale e politica!
Che idea di Sicilia perorano loro? Forse quella in cui il sicilianismo, l’indipendentismo sanciscano solo un cambio politico-istituzionale?
Non ci basta! Occorre che la Sicilia Autodeterminata di domani sia migliore di quella di oggi, lo dobbiamo al nostro Popolo, lo dobbiamo alla nostra Nazione!

ANTUDU!





TRINAKRIUS

domenica 21 agosto 2011

‘’U PUNCIGGHIUNI di TRINAKRIUS 1/ ORGANIZZATI... E COERENTI






“ L’idea di un partito, come F.N.S., che rappresenti gli Indipendentisti Siciliani e che li organizzi dando senso e prospettiva ai loro sforzi e alle loro singole generosità è visto da certuni come una forma di burocraticismo.
E’ una sorta di “infantilismo” questo che dobbiamo combattere senza transigenze.
Và ben chiarito, infatti ,che senza ORGANIZZAZIONE, DISCIPLINA e COERENZA nessuna lotta nazionale, seppure pacifica e democratica come è la nostra, ha e trova sbocco.
L’organizzazione è un’esigenza a cui si può sacrificare, se serve, il consenso di un singolo per ottenere risultati per l’intera nostra Collettività Nazionale Siciliana.

E ciò è ancor più vero oggi che tanti provano a imitare, scimmiottare i nostri sforzi con il palese, evidente scopo di rallentare e/o disarticolare la nostra lotta, provando a piegarla agli interessi di questo o quel satrapo centralista di turno”



ANTUDU!





TRINAKRIUS





martedì 26 luglio 2011

Il nostro TRINAKRIUS ha postato sul gruppo di FB "SCUOLA & TRINAKRIA" questo interessante contributo, richiestogli espressamente ci ha autorizzato a ripostarlo su "laquestionesiciliana" .


BBONA LITTURA!





Sin dalla nascita di questo nostro gruppo, robustamente ispirato alla visione sociale e politica dell’Indipendentismo democratico siciliano del F.N.S. è stata nostra intenzione ed aspirazione quella di avviare una riflessione ed un confronto sull'idea di scuola in e per la Sicilia.
Particolare attenzione abbiamo sempre dedicato alle questioni di politica scolastica e sindacali.
L'attenzione reale, partecipata ai bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori è stata sempre del resto una delle note connotative dell'azione politica dell'indipendentismo progressivo e progressista che si organizza e opera nel Frunti Nazziunali sicilianu - "Sicilia Indipinennti".
La questione sindacale scolastica è per Noi oggi centrale per l'intera società siciliana e non solo siciliana.
Il problema delle ASSUNZIONI "IN RUOLO", anzi delle NON ASSUNZIONI "IN RUOLO" degli insegnanti e del personale ATA,dei molti precari della scuola è la "cartina di tornasole" dei tanti, troppi errori che certa politica e certo sindacalismo hanno ora prodotto ora avvallato.
E adesso? Dinnanzi al dramma professionale, sociale ed umano dei tanti precari, dinnanzi a un sindacalismo che non riesce a rinunciare alla sua autoreferenzialità istituzionalizzata , occorre in Sicilia fermarsi a riflettere sul KI FARI?
Anzitutto occorre determinare delle priorità , la prima più chiara, evidente è quella di individuare risorse e comunque soluzioni utili a garantire lavoro ai precari Docenti e ATA.
Noi individuiamo essere la Regione Siciliana il soggetto istituzionale e politico che potrebbe essere attore e soggetto di una EXIT STRATEGY dal precariato scolastico in Sicilia.


Certo perché il nostro “progetto” si realizzi occorrerebbe stimolare, pungolare, indirizzare quella politica oggi al potere e quel sindacato ambedue, disattenti, pigri, distratti dal potere e dalle diverse forme declinate e declinabili del suo esercizio.
Ma la nostra analisi non si ferma qui, abbiamo maturato, nel tempo, la convinzione che abbia ragione, nella sostanza, del ragionamento un piccolo, combattivo sindacato come l’UNICOBAS quando propone con lineare chiarezza la necessità di svincolare il presente e soprattutto il futuro del Comparto Scuola in Sicilia come in Italia dai destini del Pubblico Impiego e con esso da quello dei “cugini ricchi” dell’Università.
Ma Noi andiamo anche oltre e proponiamo anche un ulteriore passo e cioè la regionalizzazione in Sicilia dei contratti scolastici.
La nostra strategia, la nostra proposta dunque consta di 2 distinte ma correlate fasi:






  • di una EXIT STRATEGY dal precariato scolastico attraverso il pieno coinvolgimento della Regione Siciliana e attraverso la Regionalizzazione dei contratti della Scuola;


    lo sganciamento del Comparto Scuola, siciliano e non solo siciliano, dai destini d del Pubblico Impiego e con esso da quello dei “cugini ricchi” dell’Università.


    Tutto ciò a ben vedere e riflettere è tutt’altra cosa da quella lagnosa, indistinta “giaculatoria” di certi altri gruppi neo-sicilianisti o pseudo indipendentisti che non fanno altro che ripetere poche parole d’ordine o al massimo scimmiottare le nostre.
    Diversamente da quello che qualcuno pensa e qualcun altro codinamente insinua la nostra proposta non ha contatti e neppure si abbevera alla “Weltanschaaung” dell’odierno, montante quanto ininfluente federalismo, anzi se si ha tempo e volontà di ascoltare il senso della nostra proposta e dei ragionamenti sottesi esso appare evidentemente diverso anzi antitetico.
    Noi proponiamo che la Scuola Siciliana, i docenti, il personale tecnico, amministrativo , gli studenti e di converso anche le Famiglie e i Cittadini abbiano una scuola sottratta alla logica pervadente e pervasivamente ideologica di un certo “aziendalismo dell’istruzione”.
    La proposta di REGIONALIZZARE il contratto della scuola è condiviso da diverse culture politiche allogene e legate a tradizioni politiche di nazionalità allogene presenti nella forma Stato Italia, penso al Sindacalismo etnico valdostano come anche a quello Sardo. In buona sostanza da tutte quelle culture e tradizioni politiche ed ideali che con Noi condividono oltre che a una robusta ispirazione sociale anche una visione legata orgogliosamente al recupero delle loro Identità e delle loro Memorie collettive.
    Nessuno scandalo allora? Beh, occorrerebbe per superare vecchi pregiudizi, ideologici, politici e/o sindacali legati, nel nostro specifico, all’antisicilianità e saldati intorno all’idea che solo un paradigma unitario ed unitarista possa godere di diritto di cittadinanza e dignità politica.
    Occorre, dunque, trovare modo, occasione di confrontarsi,discuterne e possibilmente superare questi vecchi, indotti retaggi.
    Noi per parte nostra, né fa fede la stessa nascita di questo gruppo su FB, siamo appunto orientati e ben convinti dell’opportunità di un confronto, aperto, schietto e dialettico sull’idea autodeterminata di una scuola siciliana, popolare, laica, democratica e gratuita.
    In questa chiave per Noi Indipendentisti democratici du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” la scuola ha e ininterrottamente ha avuto una centralità imprescindibile, di cui fanno fede le nostre prese di posizione e le nostre scelte.
    Ecco dunque perché siamo profondamente, assolutamente impegnati politicamente e in coerenza anche sindacalmente per una Scuola Siciliana e dei Siciliani popolare, moderna e democratica.
    E questo OGGI, DOMANI E SEMPRE!

    ANTUDU!




TRINAKRIUS

martedì 28 giugno 2011

QUAL’E’ IL VERO INTERESSE DEL POPOLO SICILIANO NELL’AFFAIRE PONTE ?

Ed eccoci all’ennesimo tentativo di “disinformazione” in salsa ascaro-centralista.
Ci riferiamo all’idea, da più parti veicolata, che la possibile, auspicabile (aggiungiamo Noi) interruzione dei lavori per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina sia una “offesa” al Popolo Siciliano.
Anche stavolta si prova in modo offensivo, mendace e poco serio di CONTRABBANDARE il PONTE come opera voluta dal Popolo Siciliano.
Anzi taluni seguaci del ponte-iattura evocano come “Deus ex Machina “della scelta la Lega Nord.
Si perché la Lega Nord, diciamocelo, è, per questi settori economici e politico-burocratici una sorta di feticcio da evocare alla bisogna, anche se poi con essa collaborano e alle Sua volontà si assoggettano volentieri.
E’ un vecchio refrain quello della Lega. Lo si usa indifferentemente quando si vogliono sminuire le iniziative fuori dal coro come, ad esempio, quando i Siciliani lottano per la loro lingua e la loro cultura. In questo caso allora, di sicuro scimmiottano la Lega Nord!
Come anche quando I Siciliani progettano un futuro autodeterminato, allora sicuramente sono etero diretti dalla stessa Lega Nord.
Gli ascari del centralismo romano sopravvalutano, come sempre,i loro “ispiratori” nordisti e “sottovalutano” gli indipendentisti veri e con essi i Siciliani di tenace concetto.
Malgrado ci considerino quasi un POPOLO – MINUS HABENS (MINORATO) ci chiamano, ora, però ad una sorta di rivolta etico-morale, in difesa del LORO PONTE spacciandola per la vile sottrazione di quello che hanno l’improntitudine di presentare come un diritto negato.
E no! La verità è un’altra!
Il Ponte sullo Stretto di Messina era e resta un’opera faraonica, estremamente PERICOLOSA agli interessi della Sicilia, alle sue esigenze di collegamenti diretti aerei e navali con il Mondo.
Per anni si è negato al Popolo Siciliano la possibilità di esprimere, con apposito REFERENDUM, il proprio NO o il proprio SI’ alla realizzazione di tale opera ben sapendo quali fossero gli orientamenti della maggior parte dei Siciliani.
Anzi per nascondere il “cielo dietro il mantello” si sono arruolati esponenti di partiti e di movimenti politici, che peraltro si autodefiniscono sicilianisti o meridionalisti per offrire una “copertura sicilianisteggiante” all’opera miliardaria.
Strategia del resto riproposta anche nel recente fine settimana.
Noi indipendentisti che ci riconosciamo nel progetto politico organizzativo du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” diciamo, da sempre, NO AL PONTE perché l’opera minaccia di DISTRUGGERE la IDENTITA’ NAZIONALE, la INSULARITA’, la CENTRALITA’ GEOGRAFICA e lo stesso RUOLO della SICILIA nel MEDITERRANEO.
I pontieri e con essi, di riflesso, gli “YESMAN e YESWOMEN” dei partiti e dei movimenti politici, che si autodefiniscono sicilianisti, meridionalisti o addirittura indipendentisti hanno inoltre in mente, come effetto politico non meno importante quello di SMEMBRARE la SICILIA in REGIONICCHIE, come nel caso evocato ed invocato di quella dello STRETTO,
per far sì che la UNICA,VERA SICILIA NON ESISTA PIU’.
Comprenderete perché NOI INDIPENDENTISTI VERI NON LOTTEREMO MAI PER il PONTE SULLO STRETTO che è una realizzazione profondamente, intrinsecamente antisiciliana.

lunedì 9 maggio 2011

CHI CI SALVA DAI "REGIONISTI", FALSI AUTONOMISTI E FALSI INDIPENDENTISTI?

La tesi recentemente sostenuta dal Prof. Pitruzzella, noto costituzionalista e Presidente della Commissione Paritetica Stato-Regione per il quale sarebbe la Regione Siciliana e non lo Stato italiano, a non volere la piena applicazione dello Statuto perché economicamente non potrebbe sostenerlo, ha suscitato le ire di taluni settori “sicilianisti”.
Leggiamo, ad esempio, che taluni hanno gridato allo scandalo per delle affermazioni del cattedratico che pur non condivisibili in toto, comunque fotografano ed indicano una parte di verità.
Quando, infatti, Pitruzzella afferma che è la Regione Siciliana a non volere la piena attuazione dello Statuto, siamo davvero convinti che stia dicendo una corbelleria? Noi crediamo non del tutto.
Certo il nostro Accademico, unitario, glissa sull'evidente, convergente ed eguale volontà dello Stato Italiano, ma è pur vero che la Regione, tramite e per mezzo dell’A.R.S. e delle forze politiche e parlamentari isolane legate ai partiti italiani centralisti e/o autonomisti, è comprimaria della scelta sin qui condotta di non applicare lo Statuto Speciale d'Autonomia del 1946.
Sorge, lecitamente, il dubbio che taluni abbiano un po' troppa fretta ad assolvere la Regione e segnatamente l'attuale Governo Regionale.
Eppure è evidente, lapalissiano che la non-attuazione dello Statuto, sia stata possibile, per più di mezzo secolo e ancora oggi, perché la politica siciliana, certa politica siciliana è etero diretta, cioè risponde ad interessi nel migliore dei casi a-siciliani. Dove è allora lo scandalo per le asserzioni pitruzzeliane?
A pensar male forse l'alzata di scudi dipende dal fatto che l'uscita del Professore mette a nudo le evidenti contraddizioni presenti in una tattica scelta da una parte del sicilianismo e dello pseudo - indipendentismo che vorrebbe ridurre e riportare la tradizione e l'impegno sicilianista e/o indipendentista pienamente, organicamente all'interno della logica, oggi operante e vincente, di un certo neo-autonomismo.
Non inventiamo nulla, basta avere assistito ad alcune ultime manifestazioni svoltesi, a breve distanza di tempo, nelle due maggiori città siciliane, per rendersi conto che taluni gruppi neo-autonomisti e pseudo - indipendentisti dell'applicazione dello Statuto hanno fatto una “foglia di fico” che li ha condotti, politicamente e talvolta anche elettoralmente, al pieno fiancheggiamento del neo-autonomismo di e al Governo in modo repentino quanto concreto.
L'unitario Prof. Pitruzzella con il suo articolo su un noto blog, sia pure involontariamente, contribuisce a rivelare, questa “contraddizione” e rende chiaro come, oggi, appunto, alcuni settori “sicilianisti” si sono convertiti ad una logica meramente “PETIZIONIERA” ( neppure RIVENDICAZIONISTA!!) che prova ad affidare, in concreto, ad altri la rappresentanza politica del sicilianismo e dell'indipendentismo, cioè, così leggermente, di una intera area politico-culturale.
Il fatto però che un’organizzazione politica indipendentista stimata come 'u Frunti Nazziunali Sicilianu - “Sicilia Indipinnenti”o sodalizi politico-culturali come Focus Trinakria o molto più modestamente il nostro blog rifiutino questa “logica” mostra evidente l’affettazione di questa tattica e certo anche un intervento come quello di Pitruzzella rende ancora più ristretti i margini di manovra per questi gruppi di “traghettatori”.
Ecco il perché, a nostro avviso, dell’alzata di scudi sull’intervento di Pitruzzella.
Và da sé che Noi non accettiamo né la logica espressa da Pitruzzella né quella altrettanta errata e più insidiosa dei gruppi “petizionieri” e “liquidazionisti” che parlano con le “parole” dell’indipendentismo e poi però sono schierati sulle comode balze dell'autonomismo di potere.
In conclusione a tutti costoro chiediamo:
Come davvero potete credere che forze politiche, singoli esponenti, complessivamente le stesse che nella 13° legislatura autonomista appoggiarono il DdL-Voto per distruggere la Specialità Statutaria Siciliana( mai revocato) ne possano divenire, così di colpo, paladini?
La verità è che o siete leggeri nei giudizi, o non avete memoria storica e politica oppure le preoccupazioni delle vostre organizzazioni politiche sono tutt’altre.
In ogni caso la vostra è una leggerezza, politica ed ideale, che fortunatamente per la Nazione ed il Popolo Siciliano coinvolge solo Voi e i vostri gruppi.
Noi Indipendentisti che ci riconosciamo nelle posizioni politico-organizzative del F.N.S., sinceri difensori della Specialità Statutaria nata dalle lotte popolari e indipendentiste della prima metà degli anni ’40 del secolo scorso, siamo schierati contro ogni transigenza e/o patteggiamento.
Cogliamo e additiamo i limiti e le ambiguità di simili posizioni che hanno l’evidente scopo di destrutturare e disarticolare la possibilità di una reale, incisiva rappresentanza indipendentista, vista come un pericolo per i vecchi equilibri politico-burocratici di sempre.
E pur difendendo il vostro diritto a pensarla come meglio sapete e potete consideriamo si possa applicare anche a Voi oltre che ai vostri sodali di potere, ciò che in tempi lontani affermò Leonardo Sciascia: “
L’Autonomia è un ottimo strumento caduto in pessime mani”.


ANTUDU!
















TRINAKRIUS

domenica 17 aprile 2011

EVOLVENDO...




Quando nel 2007 demmo vita a questo nostro Blog non pensavamo certo che da questa nostra esperienza sarebbe nato un sodalizio culturale.

La nostra esperienza si è affermata ed evoluta ed oggi inizia per Noi tutti una nuova fase quella che Ci vede impegnati da Indipendentisti Progressisti, pacifici e democratici ad animare l'ISTITUTO DI CULTURA POLITICA PER LA QUESTIONE SICILIANA -xQS.

Iniziamo le nostre attività, il nostro primo "ciclo di lavorazione" con uno SPEECH sul libro "IL MIO NOVECENTO" di Ignazina Scandariato.

L'incontro a cui siete TUTTI INVITATI si terrà nella bella città di Castellammare del Golfo (TP) presso la Biblioteca Multimediale di Piazza Matteotti il prossimo giovedì 21 aprile con inizio alle ore 17,30.


giovedì 7 aprile 2011

LA LINGUA SICILIANA NELLE SCUOLE SICILIANE.

‘U CUMITATU MISSINISI DU FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU PLAUDE ALLA SCELTA DELLA COMMISSIONE CULTURA DEL PARLAMENTO SICILIANO DI PERMETTERE L’INSEGNAMENTO DELLA LINGUA E DELLA LETTERATURA SICILIANA NELLE SCUOLE E VIGILERA’ IN ATTESA DELLA APPROVAZIONE DEFINITIVA DEL PROVVEDIMENTO LEGISLATIVO



Gli Indipendentisti du Cumitatu Missinisi du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti apprezzano e plaudono sinceramente al via, sia pure parziale, dato da parte della Commissione Cultura dell’Assemblea Regionale Siciliana che apre la strada ( finalmente!!) all’insegnamento della Lingua e della Letteratura Siciliana nelle nostre scuole di ogni ordine e grado.

Siamo felici – ha dichiarato il vice Segretario FNS e Responsabile del CM-FNS , Fabio Cannizzaro – che le nostre ragioni, le ragioni del F.N.S., i nostri richiami prima derisi ed accantonati abbiano via via conquistato l’attenzione culturale e il rispetto politico che meritano.

Restiamo, quindi, in attesa, consci che parecchi difensori dell’esclusivismo monolingue spaventati e arrabbiati proverranno ad opporsi ancora alla approvazione del provvedimento legislativo evocando pericoli e sventure a iosa. Noi saremo qui a vigilare e rintuzzare le loro inessenziali e risentite obiezioni.

Cannizzaro ha poi concluso:”Non ci sfugge comunque l’importanza della scelta compiuta dalla Commissione Cultura dell’A.R.S. che segna un importantissimo passo sulla strada del rilancio e della rivalutazione della Lingua e della Cultura Siciliana .

E’ questa scelta qualcosa che merita di essere festeggiato da tutti i Siciliani!”


ANTUDU!


Messina, 07 aprile 2011.

domenica 27 marzo 2011

NO ALLA GUERRA, MA NO, ANCHE E SOPRATTUTTO, A GHEDDAFI….NUN BABBIAMU KU LI KOSI SERI!

Condividiamo e postiamo e vi proponiamo una nota presente sul profilo Facebook du Frunti Nazziunali Sicilianu.


BONA LITTURA!



Un gruppo dell’area sicilianista, oggi direttamente poco attivo e oggettivamente vicino alle posizioni politiche di certo neo-autonomismo, inneggia alla Jamahiria Socialista Popolare di Libia o meglio al regime (ben poco socialista) del Colonnello Gheddafi.

Che dire? prendiamo atto che taluni, ahinoi anche tra i sicilianisti, osannano la Jamahiria Gheddafiana.

Noi du Frunti Nazziunali Sicilianu, fermamente contrari alla guerra, siamo però da Indipendentisti, democratici, pacifisti e progressisti dalla parte delle ragioni del Popolo Libico stanco del Padre –padrone e del suo clan familiare e familistico e desideroso di una vera, condivisa Democrazia e di Libertà.

Costoro dicono che tutto ciò è eterodiretto, frutto della propaganda colonialista. Sarà, ma la difesa del Colonnello che si sono intestati è davvero debole alla luce del buon senso oltre che delle tante prove note.


CONTRO LA GUERRA!

CONTRO LA DITTATURA GHEDDAFIANA!

PER UN MEDITERRANEO LIBERO, PACIFICO E DEMOCRATICO !


ANTUDU!

sabato 19 marzo 2011

CERTO ATTIVISMO PSEUDO-INDIPENDENTISTA: A CHI REALMENTE GIOVA?

Immagine tratta dal Web
su truppe ascare in combattimento


Appare sempre più chiaro il tentativo messo in campo da alcuni settori DI e AL POTERE di provare a “svuotare” di senso e prospettiva politica l’iniziativa indipendentista.
Costoro “mazzieri” politici da e di sempre temono una reale, non domata iniziativa politica indipendentista e allora si affidano a certi noti vecchi arnesi, ex , post e pseudo –indipendentisti per provare a infeudare la nostra area politico-culturale.
Questa tattica necessita della mobilitazione di ogni tipo di “truppe cammellate” oggi convertite alle suadenze del potere centralista e neocoloniale.
E’ dunque tutto un fiorire di dibattiti, convegni, meeting promossi da questi soggetti organizzati in sigle, gruppi dai nomi altisonanti ed evocativi.
Basta ascoltare gli argomenti addotti in questi conviti per percepire che questi “soliti noti” sono mobilitati essenzialmente per necrotizzare il movimento di liberazione nazionale siciliano , illudendosi di poterlo piegare ai desideri o agli interessi loro e delle solite èlite che li dirigono .
Si mobilita, alla bisogna, dunque, una sorta di gaia “legione straniera” di ex sicilianisti e ex indipendentisti avvezzi, per loro scelta, al compromesso.
E’ un trend che deve preoccupare tutti Noi che siamo seriamente, coerentemente indipendenti ed indipendentisti, non tanto per la forza delle evocazioni verbaliste spesso recitate malamente e risibilmente, quanto per la dovizia dei mezzi impegnati e per l’appoggio offerto a questi “settori” dalle immarcescibili, solite consorterie politico-burocratiche.
Assistiamo, dunque, con tutta evidenza, alla mobilitazione di ogni tipo di vecchi arnesi, pseudo indipendentisti, blandi e confusi autonomisti oggi convertiti alle suadenze del potere
Tutti costoro sono nitidamente impegnati a sostenere, difendere politicamente e concretamente la linea di certo pseudo-autonomismo di potere oggi prevalente quanto concretamente inconcludente quando si tratta di difendere la Sicilia e il suo bene comune.
Costoro coltivano e praticano, oltre la veemenza parolaia quanto impotente, la “muta acquiescenza”ai giochi di potere e agli equilibri coloniali dati.
Il tentativo è chiaro: provare a guidare una "mutagenesi” collaborazionista dell’indipendentismo siciliano.
Vi diciamo però che avete già fallito !!
Il vostro limite autentico e vistoso è l’essere eterodiretti , non avere indipendenza di scelta e orientamento. Voi dipendete totalmente, assolutamente dal côté politico tradizionale che vi ha mobilitati e le vostre iniziative, scelte sono fatte in virtù del bisogno politico contingente dei notabili che rappresentate e/o che volete compiacere!
A ciò poi si aggiunga che le vostre “manovre” sono sconfessate e ridicolizzate, quotidianamente, dalle scelte politiche coerenti di organizzazioni indipendentiste come ‘U Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti”, il think tank Focus Trinakria che non si fanno abbacinare né giocare né tantomeno normotipizzare dal vostro “pseudo indipendentismo
Cari ex-amici, fatevene una ragione: Voi non siete più, eticamente e politicamente, indipendenti figurarsi indipendentisti!

lunedì 28 febbraio 2011

'U CUMITATU MISSINISI FNS SU COLLEGAMENTI E TRASPORTI ...




Il Responsabile del Cumitatu Missinisi du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” e Vice Segretario Poliitico del FNS , Prof. Fabio Cannizzaro parlando, a Messina, ad un gruppo di simpatizzanti, ha ribadito quanto centrale ed importante sia per FNS, per l’indipendentismo militante, progressivo e progressista, messinese, la questione dei trasporti, dei collegamenti, interni ed esterni, e la loro sostenibilità sociale ed economica.
Pochi come le donne e gli uomini di Messina e dei Territori dei Comprensori Messinesi
possono intendere, così bene ed immediatamente, quanto importante, centrale e imprescindibile sia oggi la questione dei trasporti in e per la Sicilia.
Ecco perché ‘U Cumitatu Missinisi du FNS pone, oggi, al centro della sua iniziativa e mobilitazione politica questioni concrete come il NO al Ponte sullo Stretto, la piena, completa messa in Sicurezza delle Autostrade siciliane, il vero, completo rilancio dei collegamenti navali, ferroviari e stradali e con essi la questione imprescindibile della defiscalizzazione degli Idrocarburi, proprietà esclusiva del Popolo Siciliano, che può trovare ragione e sintesi nella concretezza della proposta della BENZINA A 50 CENT di euro
.”
Parlando a questo gruppo di simpatizzanti, in una casa privata , Cannizzaro ha aggiunto:
‘U Cumitatu Missinisi du FNS rifiuta facili scorciatoie come fanno altri gruppi, movimenti e comitati, preferendo una democratica, pacifica, rigorosa coerenza contraria a questo sistema coloniale di relazioni politiche e di potere”.
“ La questione dei collegamenti e dei trasporti è dunque una nostra evidente priorità politica, dato che questa con l’odiosa disparità che produce permette, concretamente, a tutti i Siciliani, a tutte le Siciliane di cogliere, con immediatezza, le forme del vigente NEOCOLONIALISMO possibile però è bene ricordarlo solo grazie alla fattiva collaborazione, a Roma come a Palermo non meno che a Messina, delle attuali elité politiche siciliane ascare
”.
Continuando il responsabile del Cumitatu Missinisi du FNS ha poi aggiunto:
L’isolamento pervicacemente perseguito, ad esempio, dei Territori Nebroidei, è un altro evidente, patente esempio di questa logica antisiciliana che mira a isolare i Messinesi, i Siciliani e a piegarli alla presunta ineluttabilità di certe, attuali “relazioni”
politiche e che poi sfacciatamente propone la costruzione paradossale, contraddittoria di un PONTE-IATTURA .
Noi rifiutiamo questa “logica” e proponiamo una ALTERNATIVA INDIPENDENTISTA DEMOCRATICA, IN CUI LA SICILIA ISOLA, NON SIA PIÙ ISOLATA NÉ ISOLABILE
!
Cannizzaro ha, infine, concluso il suo intervento affermando: “Ci batteremo, senza sosta, per restituire il diritto alla piena mobilità ai cittadini del Messinese nella convinzione che cambiare è possibile senza alcuna concessione ai vecchi equilibri né alle vecchie logiche

ANTUDU!

Messina, 28 Febbraio 2011







L'Addetto alla Comunicazione e alle P.R.
du Cumitatu Missinisi du F.N.S.

lunedì 21 febbraio 2011

DOMANI, MARTEDÌ 22 FEBBRAIO E’ LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA LINGUA MADRE, TRINAKRIUS, DIRIGENTE FNS, RIFLETTE SULLE PROSPETTIVE




Domani, martedì 22 febbraio ricorre la Giornata Internazionale della Lingua Madre.
E’ quella di questa celebrazione l’occasione per i Siciliani, Indipendentisti e no, per analizzare, in modo comune e condiviso, quale sia lo stato della riflessione legata al riconoscimento e alla tutela della nostra lingua madre, la Lingua Siciliana da parte dello Stato centrale ed in relazione ad esso anche da parte del Governo Regionale Siciliano.
Non occorre essere osservatori particolarmente attenti per constatare che realmente, concretamente ben poco è stato fatto in tale prospettiva, in Sicilia e non solo in Sicilia.
Si è trattato di una semplice mancanza di volontà politica? Non è così semplice, va detto che la situazione è stata oggettivamente ben più complessa.
Alle valutazioni politiche si sono uniti e mescolati anatemi pseudo-culturali e una pervicace tendenza al monoculturalismo esclusivista.
Tutti dati politico-culturali che hanno caratterizzato e connotato in questi ultimi 150 anni la storia linguistica e culturale della forma-Stato Italia, nata dal processo che portò all’egemonia piemontese.
Un processo politico-militare quello dell’annessione al Piemonte che impose una autoreferenzialità monoculturale senza alternative.
Quella dell’unica cultura ufficiale ed ufficializzata fu una prescrizione obbligatoria imposta, a tanti, diversi popoli e culture, anche sulla punta delle baionette e che non ammetteva dilazioni, dubbi o resistenze di sorta.
La Giornata Internazionale della Lingua Madre giunta quest’anno alla sua 12ª edizione si interfaccia quest’anno anche con il 150° anniversario dell’unificazione/annessione italiana.
E’ l’occasione ragionata per fare finalmente giustizia di tante troppe forzature linguistiche, culturali spesso ammantate di pseudo-scientificità che hanno visto apostrofare le lingue madri, come il Siciliano come mere vulgate dialettali o vernacolari e nulla più.
Noi crediamo che in questo 2011 si giunto finalmente il tempo di restituire alla Lingua Siciliana la dignità che le è dovuta e che le è stata troppo a lungo negata.
Crediamo siano maturi i tempi per superare, in modo condiviso, le vecchie logiche assimilazioniste del monoculturalismo.
Del resto si vive oggi una condizione in cui tutti, a parole, evocano, invocano, a giusta ragione, un approccio pluriculturale tra e nelle relazioni tra “noi” e le culture altre. In questo quadro apparirebbe ipocrita ed insensato non sostenere ed applicare la medesima logica per ciò che concerne la tutela, la difesa ed il rilancio della Lingua e della Cultura Siciliana ad oggi inquadrata all’interno della forma-Stato Italia.
E pur tuttavia si palesano, con tutta evidenza, molte difficoltà che rendono evidente la ancora operante sperequazione, in sé illogica ed arbitraria, tra lingua ufficiale e lingue madri come, appunto, il Siciliano.
Nel merito la domanda che molti siciliani e molte siciliane si pongono è: Perché mai dovrei rinunciare alla originalità unica della mia lingua madre?
Molti Siciliani e non solo Noi Indipendentisti du FNS pensano che la conoscenza e la padronanza della nostra Lingua, della nostra Letteratura, della nostra Cultura sia un magnifico, indispensabile “valore aggiunto” che contorna e caratterizza in forma originale ed unica la nostra presenza in un Mondo, complesso e globalizzato, qual è quello d’oggi.
Il fatto che in passato abbiamo subito, insieme ad altri popoli all’interno dell’Italia unificata politiche linguistiche e culturali monoculturali di tipo “invasivo” ci hanno permesso nello sforzo operato da noi non meno ,ad esempio che dai Fratelli e dalle Sorelle Sarde, di sviluppare una forte, condivisa sensibilità per la libertà culturale e linguistica, rifuggendo così dalle logiche che volevano le culture, come le nostre, essere apostrofate come “culture da strapazzo”, secondo il leit-motiv che diverrà, poi, uno dei tratti odiosamente distintivi della pseudo-logica “culturale” nazista.
E’ stata quella dei Siciliani innamorati della loro lingua e della loro cultura una gravosa esperienza di resistenza linguistica,culturale e politica che ci ha visto spesso additati, dileggiati ed insultati.
E pur tuttavia non abbiamo mollato né indietreggiato.
E’stata una fase eroica in cui siamo rimasti concretamente in pochi a difendere il punto.
Oggi che, invece , l’opinione pubblica, diversamente dalla politica e dalla cultura ufficiale, si mostra più attenta, rispettosa e ricettiva dobbiamo e possiamo andare oltre e determinare, appunto come ha iniziato a fare ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” , dei percorsi reali di senso e prospettiva linguistico-culturali ed educativi, siamo tanti di più.
FNS si è interrogata senza badare alla popolarità , infatti, a lungo, su quali potessero essere le scelte migliori che favorissero una siffatta prospettiva di rinascita e rilancio culturale.
Un esigenza, spesso più che compresa scimmiottata da altri gruppi, movimenti e camarille sicilianiste e pseudo-indipendentiste.
Tuttavia anche se quasi soli abbiamo sostenuto l’esigenza di allargare e diffondere il più possibile la conoscenza della nostra lingua e con essa della nostra tradizione culturale.
Il nesso fondamentale in tale senso è rappresentato dal rapporto con la Scuola.
In tale senso occorre, a nostro avviso, e fanno fede in tale senso, diversi miei interventi pubblici, in questi ultimi tre lustri, che evidenziavano la necessità di coinvolgere le Istituzioni Scolastiche in modo organico e non più volontaristico superando così anche ridicole ed imbarazzanti tentativi di trasformare in Koinè siciliana condivisa, limitate, fantasiose e talvolta risibili Idioletti.
Sosteniamo che il superamento della privazione culturale passi anche per la organicità e coerenza pedagogica di un approccio linguistico che renda il Siciliano una risorsa al servizio di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, pubbliche e private, recuperando alla nostra lingua la sua funzione comunicativa in ogni ambito della vita culturale e sociale del nostro Popolo.
Tutto ciò non è facile.
Portiamo l’esempio delle resistenze opposte e frapposte dall’establishment culturale di e al potere che vede minacciate rendite e cointeressenze assodate e rodate. Tuttavia noi proseguiamo per la nostra strada, anche se non ci nascondiamo le difficoltà, siamo però fiduciosi che il successo ci arriderà dato che la nostra è una sacrosanta lotta per la cultura e la libertà culturale e d’espressione.
Festeggiando dunque la 12ª edizione della Giornata Internazionale della Lingua Madre, speriamo di potere al più presto offrire ai Siciliani risultati concreti, mentre oggi additiamo che nulla è stato fatto , in modo organico e pregnante, anche se il Presidente della Regione è oggi un “autonomista” e il suo partito, anche questo appunto autonomista, è forza numericamente importante della maggioranza di Governo Regionale.
Toccherà puntare allora solo sulle nostre energie etiche, culturali e politiche per dare nuovo lustro e prospettiva alla Lingua e alla Cultura Siciliana.

ANTUDU!





TRINAKRIUS!

venerdì 18 febbraio 2011

LA TRINACRIA E’ IL SIMBOLO STORICAMENTE RICONOSCIUTO DELLA NAZIONE DI SICILIA

La notizia è questa: si propone una legge d'iniziativa popolare per la rimozione dello stemma della Trinacria dalla bandiera della Regione Siciliana.
Leggiamo che l’iniziativa è patrocinata e promossa da Sandro Oliveri, Vice Presidente del Consiglio Comunale di Palermo ed esponente del MPA.
Le fonti di stampa ci permettono di ricostruire abbastanza chiaramente il “ragionamento” che sta dietro a questa proposta.
Oliveri- si legge - sostiene che la ragione che lo ha mosso nella sua “crociata” può essere ritrovata nelle origini del simbolo della nostra Trinacria o Triquetra che sono pre-cristiane e a sua detta in antitesi “con la cultura e l'essenza del cristianesimo, che vogliono assolutamente preservare”.-
Sicuramente il vice presidente del Consiglio comunale di Palermo, Capitale storica della Nazione Siciliana deve essere un buon credente e cristiano e tuttavia gli chiediamo e ci chiediamo: E’ davvero la Trinacria, il simbolo della Triscele così oltraggiosamente offensiva della sensibilità cristiana?
Ci viene di rispondere di No, dato che mai nei tempi e nella storia, la TRINACRIA, simbolo riconosciuto di una Nazione, di cultura e tradizione cristiana , qual’è la nostra Madrepatria Sicilia ha mai offeso i Siciliani né gli altri Cristiani.
E allora perché questo accanimento ora?
Non ci faremo interpreti del pensiero altrui, tuttavia temiamo che, volenti o nolenti, scelte e iniziative siffatte generino e/o alimentino, in ogni caso, da sé, una sorta di “repulsa” verso la nostra identità, la nostra memoria.
La cosa che più ci colpisce e che questo affondo oggettivamente ”antisiciliano” venga da un esponente che appartiene ad un movimento che si professa autonomista e che dovrebbe avere considerazione e un maturato rispetto appunto per la Sicilia, i suoi bisogni e la sua storia, i suoi acclarati simboli.
Ci chiediamo: l’intero MPA palermitano e siciliano sono sulla stessa lunghezza d’onda? E il Presidente Lombardo è d’accordo o contrario?
Speriamo davvero che si tratti di un mero tatticismo, dato che se davvero le motivazioni fossero pienamente quelle addotte e riportate dai media allora ci troveremmo davvero davanti ad un integralismo religioso cristiano ma specularmente “talebano” che ricorda da vicino , nello sviluppo logico, scelte come quelle dei talebani afgani che distruggevano opere d’arte pre-mussulmane perché offensive, a loro detta, della loro religione.
E’ ovvio che come Indipendentisti, pacifici , progressisti quanto idealmente intransigenti Noi contrasteremo, con tutti i mezzi democratici, politici e della ragione questa insana proposta convinti che la Sicilia, non teme alcun “raccolta di firme”, dato che mantiene salda, orgogliosamente la sua bandiera della Trinacria e con essa le sue assodate radici cristiane,
Ieri, Oggi e Sempre!

ANTUDU!




TRINAKRIUS

martedì 8 febbraio 2011

GLI INDIPENDENTISTI FNS E LA SCUOLA SICILIANA …



Chi conosce e segue l’attività politica svolta da ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – “ Sicilia Indipinnenti sa bene quanto centrale e fondamentale sia per Noi la questione dell’Istruzione e della Cultura.
E’ quello dell’attenzione per il mondo della Scuola, uno dei dati che connota e differenzia FNS dalle e rispetto alle tante ( troppe! ) sigle, gruppi e acronimi, neo-autonomisti e pseudo-indipendentiste, che oggi sorgono come funghi.
Noi di FNS, infatti, non ci limitiamo ad una generica giaculatoria pro lingua e/o scuola siciliana ma abbiamo sviluppato e continuamente affiniamo la nostra proposta educativa e didattica indipendentista orgogliosi di essere Siciliani e parimenti pluralisti e aperti al Mondo.
Noi crediamo che possa e debba essere rimodulato e affinato, in tale chiave, l’intero sistema di Istruzione e Formazione per i Siciliani.
Diversamente da altri gruppi politici e sociali noi non abbiamo rendite di posizione né interessi da tutelare, ciò ci permette di avere una proposta innovativa,originale, peculiare all’altezza sia delle aspirazioni dei Siciliani che dei tempi.
Noi proponiamo, senza aggravi enormi, che la nostra Lingua Materna sia insegnata nelle scuole, private e pubbliche, di ogni ordine e grado.
Pensiamo, inoltre, senza livore quanto nettamente, che i paradigmi di Scuola oggi imperanti in Italia, non siano utili per la Sicilia ed i Siciliani.
In merito la nostra proposta politica è originalmente chiara: NOI DU F.N.S. PROPONIAMO LA PIENA REGIONALIZZAZIONE DELLA SCUOLA SICILIANA.
E’ evidente che l’iniziativa Indipendentista FNS non è al rimorchio di quelle tradizionali ma semmai propone soluzioni reali e vocate al nostro oggi, come sintesi complessa di memoria comunitaria, identità nazionale originale e volontà di contaminazione culturale e sociale.
FNS oggi che vede molti “pseudo-indipendentisti”cedere ad un “populismo internettiano” , qualunquista, confuso e confusionario e spesso neo-ascaro, rivendica di avere, proporre e militare una IDEA DI FUTURO PER LA SOCIETA’ SICILIANA e con essa, certamente, PER LA SUA SCUOLA e dunque PER IL SUO FUTURO.
E ciò anche per fare la differenza tra un Indipendentismo, serio, concreto, militante e certo indipendentismo verbalista e decorativo, che urla, ma non propone né lotta!

ANTUDU!




TRINAKRIUS

sabato 22 gennaio 2011

MESSINA DEVE VIVERE! NO AL PONTE SULLO STRETTO!



MOBILITAZIONE: APPELLO AL
“BUON SENSO” DEI MESSINESI
CONTRO IL PONTE DA PARTE
DU CUMITATU MISSINISI DU FNS





Gli Indipendentisti du Cumitatu Missinisi du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti proseguono nella loro mobilitazione coerente contro il “PONTE -IATTURA”sullo Stretto di Messina.
Da sempre Noi du F.N.S. siamo apertamente, pacificamente, civilmente e democraticamente impegnati a contrastare, in modo argomentato, il “mito” del ponte.
Ponte sullo Stretto di Messina che se realizzato non sarebbe come insinuano taluni né “l’ottava meraviglia del mondo” e neppure la panacea di tutti i mali siciliani o calabresi,una simile “opera”,semmai, avrebbe invece effetti reali e infausti.
Attenzioniamo, ad esempio, il malaugurato impatto che “’u punti”avrebbe soprattutto per la Città di Messina e con questa immancabilmente per l’intero territorio provinciale.
Messina rischierebbe realmente di venire “condannata a morte”, spegnendosi economicamente, socialmente e politicamente.
Se, infatti, si accettasse la logica “pontista” si finirebbe per assistere alla vanificazione
di una tradizione antica e gloriosa, quella della nobile Città siciliana di Messina.
La città verrebbe così sacrificata sull’altare di un posticcio “moloch”, quello della “città-regione dello Stretto”.
Una entità meramente politico-burocratica, auspicata e voluta, solo da una minoranza che vi intravede concrete occasioni per realizzare un nuovo, ennesimo “carrozzone burocratico”, una “regionicchia” con posti e ruoli burocratici a iosa.
Sembra che nessuno voglia o sappia pensare a Messina, ai messinesi.
Gli Indipendentisti du Cumitatu Missinisi du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” invece sì e non tacciono né volgono strumentalmente lo sguardo altrove.
Invochiamo invece l’esercizio del “buon senso” da parte di tutti i Messinesi per DIRE NO,DEFINITIVAMENTE, all’IPOTESI PONTE.



W MESSINA!

ANTUDU!


Messina, 21 gennaio 2011




'U Cumitatu Missinisi
du Frunti Nazziunali Sicilianu
– “Sicilia Indipinnenti”

lunedì 17 gennaio 2011

IL "MEMENTO" DEL PATRIOTA BASCO AGUIRRE VALE ANCHE NELLA SICILIA D'OGGI!



Per Noi de “laquestionesicilianal’internazionalismo tra le organizzazioni politiche di rappresentanza dei Popoli in lotta per la loro Autodeterminazione è un valore fondante e fondamentale, non tattico ma strategico.
Andiamo anche oltre e pensiamo che questa è una necessità-esigenza che va coltivata e praticata sempre rifiutando logiche “centralizzate” nell’interpretazione delle diverse, peculiari scelte di lotta e storico-politiche.
Il nostro “paradigma” è e resta, mutuato anche dal nostro esserci formati e cresciuti nell’ambiente indipendentista , progressivo e progressista, militante du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” di procedere sempre per la nostra “strada”, senza transigere all’applicazione pedissequa di altre esperienza e tendendo sempre e solo verso i bisogni collettivi del Popolo Siciliano e della nostra Patria.
Tuttavia non rifiutiamo di studiare, analizzare e solidarizzare con la parte migliore del Movimento delle Nazioni senza Stato.
In tale ottica vogliamo offrire a Voi, cari amici, una frase di un grande patriota della Nazione Basca, José Antonio AGUIRRE.
José Antonio AGUIRRE, fu nel oramai lontano 1933 il primo, indimenticato leader istituzionale basco, il Lehendakari .
AGUIRRE affermava allora che il PNV , il suo partito” non era un partito qualunque , era la PATRIA BASCA in marcia”.-
Sono quelle parole lungimiranti, anche tranchant, specie oggi, che il cosiddetto “sicilianismo” e più ancora certo pseudo-indipendentismo sono sempre meno capaci di vera iniziativa politica e si “vanificano”le forze, i valori, gli entusiasmi, che una moltitudine di sigle, acronimi spendono, spesso, in piccole, contraddittorie iniziative fini a se stesse, a volte anche eterodirette e senza una effettiva prospettiva ideale e politica.
Alcuni di questi gruppi sono poi anche acrobaticamente impegnati, pubblicamente a fare “endorsement” per forze di potere e parimenti sfacciatamente tentano di imbrigliare ed esasperare verbalisticamente i linguaggi politici d’area, per piegarli alle loro “tattiche” di oggettiva contiguità all’esistente quadro politico.
Di fronte a questa odierna“gelatinosità” la frase, l’intuizione di José Antonio AGUIRRE contiene, un richiamo universale, ma utile anche all’area siciliana, al valore della COERENZA e all’INSUPERATA CENTRALITA’ della FORMA PARTITO MILITANTE che non è solo veicolo per i “bassi opportunismi” ma necessità politica per un serio, reale Movimento di Liberazione Nazionale pacifico e democratico.

ANTUDU!




TRINAKRIUS

sabato 15 gennaio 2011

47 ANNI FA MORIVA ANDREA FINOCCHIARO APRILE, LEADER INDIPENDENTISTA, DEMOCRATICO E GALANTUOMO!






Il blog "laquestionesiciliana" non ha dimenticato il 47° anniversario della scomparsa di Andrea Finocchiaro Aprile, leader indipendentista, "Statista" siciliano e sincero democratico.



ANTUDU!

mercoledì 5 gennaio 2011

AUGURI AI SICILIANI DELLA DIASPORA E A NONNO RAIMONDO-“REMO” COME PARADIGMA DI TUTTI

All’inizio di questo 2011 ci sembra giusto come blog indipendente ed indipendentista rivolgere il nostro pensiero e fraterno saluto ai nostri fratelli e sorelle della Diaspora Siciliana.
Dalla Francia all’Australia, dall’Argentina via lungo il Cile fino agli Stati Uniti d’America fino al Canada e poi in Sud Africa, in ogni paese del Mondo esistono figli e figlie della nostra Sicilia.
Ed è appunto ad uno di questi figli, nonno di un nostro amico e sostenitore del FNS, Maxime Maggiolino. Si tratta di nonno Raimondo Maggiolino che è nato il 28 settembre 1927.
Egli come tanti altri Siciliani è vissuto in Belgio per poi tornare in Sicilia e poi, suo malingrado, riscegliere la via dell’emigrazione,a causa della disoccupazione. Qui "Remo" come è chiamato nonno Raimondo lavorerà nei charbonnages. Ma, dal ontano 1947 nonno Raimondo- "Remo" pur facendo numerosi viaggi nel Nord Italia, questo non ha mai più avuto l'opportunità di tornare nella sua amata Sicilia.
Egli porta ancora nel cuore i regali fattigli da suo zio , originario di Casteldaccia, bella città del palermitano.
Senza conoscere personalmente nonno Raimondo tuttavia ben comprendiamo il suo amore per la Sicilia e facciamo di lui, non ce ne vorrà, il simbolo dell’amore mai esaurito che lega i Siciliani all’estero, nella Diaspora alla terra di Sicilia, alla Trinakria.
Nell’augurare a nonno Raimondo buon 2011 tramite Lui rivolgiamo il nostro AUGURIO A TUTTE LE SICILIANE E I SICILIANI NEL MONDO.
A nonno Raimondo, inoltre, l’augurio di potere rivedere la sua amata, la nostra amata Patria Siciliana.

BUON 2011,ANTUDU!



IL BLOG “laquestionesiciliana

martedì 4 gennaio 2011

SOLIDARIETA' A VIZZINI



F.N.S.: SOLIDARIETA’ AL SENATORE CARLO VIZZINI, FATTO SEGNO A MINACCE MAFIOSE. LA SOCIETA’ CIVILE, NIENTE AFFATTO INTIMIDITA, REAGIRA’ CON MAGGIORE DETERMINAZIONE.




Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu (Fronte Nazionale Siciliano) esprimono solidarietà al Senatore Carlo VIZZINI, recentemente fatto segno a minacce di morte per il suo impegno, in prima persona ed in prima linea, nella lotta contro la mafia.
Solidarietà, - esprime l’FNS, - anche nei confronti del collaboratore ed ex poliziotto Vito ONESTI, affrontato ed “avvicinato” dai portatori delle minacce.
Queste minacce, intollerabili comunque, sono ancora più gravi in quanto rappresentano la volontà della mafia di continuare a comandare in Sicilia e a condizionarne la vita e l’economia. E, possibilmente, anche il dibattito politico.
Si tratta, tuttavia, di minacce-boomerang, che non fanno desistere dal loro impegno il Senatore VIZZINI e quanti oggi in Sicilia contrastano il potere della Piovra. Né fanno scoraggiare quanti si battono per la legalità.
Insomma: le minacce e l’arroganza della Mafia suscitano indignazione e sdegno nella Società Civile, che reagirà ancora più compatta e determinata che non nel passato.
Per quanto riguarda il punto di vista specifico dell’Indipendentismo, l’FNS ribadisce il proprio convincimento che la Sicilia sarà veramente libera QUANDO e SE si sarà liberata – prima – dalla mafia.

Palermu, 4 Jnnaru 2011




Il Segretario Politico FNS
(Giuseppe SCIANO’)
(
scianogiuseppe@libero.it)

domenica 2 gennaio 2011

I FATTI DI CASTELLAMMARE E IL 150° DELL' UNITA'...

Riceviamo e convintamente postiamo.

ANTUDU!



U Frunti Nazziunali Siclianu – “Sicilia Indipinnenti(Fronte Nazionale Siciliano – “Sicilia Indipendente”) non ha dimenticato il triste anniversario del 1 gennaio dei fatti di CASTELLAMMARE DEL GOLFO .
Sono infatti trascorsi 149 anni da quando nella cittadina siciliana di Castellammare del Golfo scoppiò in occasione del Capodanno del 1862 una enorme rivolta popolare contro il Malgoverno Italiano e la collegata miseria nonché contro lo sfruttamento coloniale che già dopo appena pochi mesi dall’annessione al Regno di Piemonte-Italia si dipanava in tutta la sua tragica evidenza CONTRO LA MALA-UNITA', contro la miseria, contro lo sfruttamento.
Fu dunque una rivolta parimenti politica e sociale.
La sollevazione era rivolta sia contro il Governo di Torino ma anche come correlato inevitabile contro quei suoi rappresentanti incarnati dai “Cutrara”, classe costituita per lo più dai borghesi del luogo e che si era arricchita a dismisura collaborando con i"vincitori" nelle circostanze- non molto trasparenti- della conquista del 1860.
Ricorre inoltre domani, 3 gennaio, l’anniversario della truce rappresaglia effettuata, dalle truppe del Regio Esercito Italiano , che erano comandate dal generale Pietro Quintino, e che fucilarono sette persone incolpevoli.
Fra le quali una bambina di appena nove anni: ANGELA ROMANO.
Varrebbe da sé solo questo evento sanguinoso, insensato, truculento e bestiale per avere ragione della retorica pubblicitaria che si prova a fare riguardo all’anniversario del 150° dell’unità d’Italia.
Questi decantati “liberatori” si comportarono a Castellammare del Golfo, e non solo lì, più come “colonizzatori occupanti” che come libertadores.
Accadimenti come quelli di Castellammare del Golfo sono fatti che nessun “chierico polemista” in s.p.e. può negare o minimizzare.
Del resto sono questi “chierici” mobilitati a tutto spiano, in occasione del prossimo anniversario, che davvero, talvolta, più realisti del re, si fanno sfuggire perle tipo quella, ascoltata in TV di recente, per cui la prima guerra mondiale con i suoi morti ( per lo più sardi,siciliani e meridionali) servì però a dare un “esprit” all’Italia.
IMPUDICIZIA ALLO STATO PURO!
Il Popolo Siciliano ha diritto sui fatti di Castellammare del Golfo come su tutti gli altri seguiti al 1860 che venga riconosciuto il suo, ad oggi, negato il DIRITTO ALLA VERITA' STORICA.
In questo 2011 si potrebbe FARE LUCE, finalmente, sui fatti e sui protagonisti del Risorgimento Italiano in Sicilia come altrove.
Invece si preferiscono mettere in campo vecchi giochi dissimulatori come apocrife ricostruzione che, ad esempio, nel caso di Angela Romano e dei fatti di Castellammare del Golfo , vorrebbero derubricare quella insurrezione a vertenza a carattere squisitamente sindacale.-
NON E’ VERO!
Dovrebbero essere tutti i Sinceri Democratici e i Sindacati di Castellammare del Golfo e di tutta la Sicilia a ritenersi offesi da siffatte pacchiane manipolazioni della verità di come una democrazia moderna non riesca serenamente a fare i conti con la sua e soprattutto l’altrui MEMORIA e VERITA' STORICA.


Palermu, 02 Jnnaru 2011

TRINAKRIUS