giovedì 23 luglio 2009

LA LINGUA CORSA E TALUNE ANALOGIE CON LA LOTTA PER LA CULTURA E LA LINGUA SICILIANA.

Il recente intervento di Jean-Guy Talamoni per il gruppo parlamentare di “ Corsica Libera” all’Assemblea Territoriale dello scorso 20 lugllio c.a. sull’ufficializzazione della Lingua Corsa ci rafforza come Indipendentisti organizzati e/o vicini all’F.N.S. nella forte determinazione che la nostra “battaglia” culturale trova, pur nella diversità ed imparagonabilità delle situazioni storiche e politiche, alcuni punti di contatto e convergenza con le analisi dei settori pacifici dell’Indipendentismo di un Isola –Nazione sorella del Mediterraneo.
Ecco, dunque, perché riproponiamo in una traduzione a senso dal francese, ai lettori del Blog Indipendentista “laquestionesiciliana” l’intervento del famoso Leader Indipendentista Corso.
Noterete, per una precisa scelta politica e culturale, che le parti dell’intervento di Talamoni in Corso non sono state volutamente tradotte.
Del resto la Lingua Corsa, noterete, non è di troppo difficile comprensione anche per i Siciliani.



W la Lingua Corsa! W la Lingua Siciliana!
W la Sicilia! W la Corsica! W le Isole Nazioni del Mediterraneo!












Intervento di Jean-Guy Talamoni

per il gruppo indipendentista “Corsica Libera"



Dibattito all'assemblea territoriale

sull'ufficializzazione della lingua corsa



Aiaccio, il 20.VII.07










Miei Cari Colleghi,



Ci siamo, in questa aula, affrontati spesso politicamente in questi ultimi mesi e c'è sicuramente da scommettere che anche in futuro non assisteremo ad un'intesa cordiale tra le differenti correnti della nostra Assemblea.

Vorrei tuttavia, sull'argomento della lingua corsa, della nostra lingua inivitare tutti, l'insieme dei membri della nostra Assemblea a mettere da parte ogni partigianeria – cosa che vogliamo, per la nostra parte, fare sinceramente oggi - trattandosi di un tema tanto importante.

Dobbiamo, insieme, tentare di sviluppare una riflessione orientata al fare, un'azione proficua per tutti, poiché mirando a preservare questo tesoro che abbiamo in comune e che costituisce il nucleo della nostra identità comune: la nostra lingua.

Si è no femu di manera a salvà - eppò a sviluppà - generato tesoru, tandu i vincitori ùn seranu micca l'indipendentisti, nè i naziunalisti, il mio noi tutti, è tutti l'altri Corsi, perchè, si è no simu quì in disacordu nantu a quasi tuttu, è qui cappotto a ricunosce il dinù, qui hè una cosa chì qui pò avvicinà: l'amore di ciò chì faccia u cimentu di un populu chì esiste dipoi millai di anni, ha nostra lingua, chì ghjè sicuramente un modu di cummunicà, il mio dinù ha nostra manera di participà ad u mondu.

Oghje, ùn hè micca u rispunsevule puliticu chì vi parlò.

Ghjè un Corsu chì parlò qui ad altri Corsi di un affare chì ùn pò spiccà, chì ùn qui pò chè unisce.



Se ho tenuto ad introdurre l'argomento di questo modo poco abituale, ciò è perché sono fermamente convinto che ciò di cui siamo chiamati a discutere può avere oggi una portata che supera largamente la cornice del nostro mandato.

Vorrei, dunque, far notare a ciascuno di voi quale è la posta in gioco.

Cercherò anche di escludere del mio intervento ogni considerazione di ordine ideologico, per analizzare la situazione nel modo più obiettivo possibile.



Non è necessario ritornare qui sull'importanza dalla lingua e la necessità di preservarla, poiché è ciò che abbiamo già tutti detto insieme, all'unanimità, per la nostra deliberazione del 2005.

Abbiamo all'epoca riaffermato il nostro attaccamento alla lingua e creato “ U Cunsigliu di ha lingua è di ha cultura ". Abbiamo incaricato anche un comitato di periti tra cui anche dei membri dell'università della Corsica, ma anche di istituzioni esterne come l’Università de La Sorbonne, delegati a studiare la situazione della lingua in seno alla società corsa e di fare delle proposte in merito.

Questo comitato ha , già da tempo,consegnato il suo rapporto.

Pure esponendo le loro conclusioni in differenti campi, i suoi redattori hanno affermato che in mancanza del riconoscimento di un 5iconoscimento ufficiale della lingua, non è verosimile poter pensare di fermarne il declino.
Invitato dalla Commissione Cultura della nostra Assemblea a chiarire il pensiero del comitato di scienziati, il suo presidente, Jacques Thiers, ha confermato, in modo perfettamente chiaro, questa lunga ed approfondita analisi della nostra situazione, cosa che mi convince ad affermare che un riconoscimento ufficiale è necessariamente una delle condizioni necessarie affinché possiamo sperare per la lingua di arginare l’erosione del suo uso pratico , con un conseguente rilancio del suo uso così come di un sviluppo armonioso ed utile del suo uso sociale.

Potrei fermarmi qua:



Avemu dumandatu ad unito pochi di scientifichi di dì ciò chì qui vulia a fà per salvà ha lingua si complicò.

L'anu detta, chjaramente è bè.

Avà, qui tocca a fà, simpliciamente, di manera a ùn lascià more u corsu.

Dumane, nimu ùn puderà dì chì ùn sapia micca cosa fà…

È di esse naziunalistu oh contru ai naziunalisti ùn hà nunda a chì vede incù u prublema.

A generato prupositu, tengu a salutà u Madre di Galeria, chì ùn hè mancu appena naziunalistu è chì hà fattu, da Corsu è da elettu, ciò ch'ellu pudia fà per ha so lingua.



Ancora poche parole per mostrarvi che l'ufficializzazione del corso non è in nessun modo una richiesta di tipo ideologico, ma assolutamente pratica.

Oggi, un'impresa non ha il diritto di formulare un'offerta di impiego menzionando la desiderata lingua corsa. E’ illegale. Una società di Porti Vechju ne ha fatto l'esperienza l'anno scorso.
L’ANPE aveva negato di registrare l'offerta, il suo direttore spiegava che aveva consultato il servizio giuridico a Parigi e che se non rigettava questa offerta, poteva essere chiamato a risponderne in tribunale per discriminazione!
Ecco uno dei problemi che potrebbero essere regolati dall'ufficializzazione.
Questa ultima contribuirebbe, evidentemente, a fare della lingua corsa un vettore di promozione sociale.

Così, i genitori troverebbero un nuovo interesse a iscrivere i loro bambini nei corsi bilingue di cui si sa che incontrano delle difficoltà in numerose regioni dell'isola.
Quelli che iscrivono oggi i loro bambini nei corsi bilingue sono generalmente dei Corsi che lo fanno piuttosto per i ragioni identitarie.
I genitori che non sono di origine corsa non hanno interesse a fare apprendere ai loro bambini una lingua "inutile" in termini di promozione professionale e sociale.
Il risultato è che la scelta libera e la fidelizzazione conducono all'etnicizzazione dei rapporti scolastici e sociali.

Prenderò semplicemente un esempio: all' Isula Rossa, alla fine del 2008, si contava il 1% di bambini di origine nordafricana nella scelta bilingue contro il 25% nella scelta standard.
E’ una buona cosa? Noi pensiamo di NO.
L'ufficializzazione della Lingua Corsa muterebbe necessariamente l'atteggiamento dei genitori di origine straniera e la nostra lingua ritroverebbe la sua vocazione ad essere un vettore di integrazione, come in un'epoca, non così lontana, quando gli stranieri arrivati nell'isola apprendevano il Corso, naturalmente, lavorando…

Mi rivolgo in modo particolare qui ai membri di questa Assemblea che si ritrovano negli ideali repubblicani francesi. Non sono da meno i Corsi.

La vostra concezione della repubblica vi permette di accettare che si realizzino attualmente, di fatto, dei corsi sulla base di criteri etnici?

Vedete che non è necessario, non occorre essere indipendentista per sottoscrivere la nostra proposta! Dirò anche che, paradossalmente, chi si dice repubblicano francese dovrebbe giungere alla stessa conclusione!



Potrei dirvi anche che le misure votate da questa Assemblea in favore della nostra lingua, in mancanza di ufficializzazione, non cambieranno fondamentalmente le cose.

Li cambieranno meno dell'amministrazione francese che tanto continua ad opporsi, rifiutandosi anche di applicare le convenzioni che ha firmato con la nostra Collettività.
Devo ricordare che a fine del 2007, sono state necessarie due occupazioni successive dell'Ispettorato Accademico dell' Haute-Corse da parte di formazioni politiche e sindacali, per ottenere tuttavia contrattualmente l'apertura dei corsi bilingue previsti!



La CTC stessa, spesso, non rispetta le sue stesse deliberazioni.
Ricordatevi che due anni fa, quasi giorno per giorno, abbiamo votato un Piano strategico di pianificazione e di sviluppo linguistico per la lingua corsa ".
E durante questi due anni, nessuna delle misure pratiche previste per questo piano sono state messe in opera!



Il mio oghje, ùn simu micca quì per fà rimproveri, nè mancu per apruntà i rimproveri di dumane.

Vuleriamu simpliciamente avanzà.

Perchè ha lingua ùn hè micca solamente un cartulare, ghjè assai di più.



Eccu ciò ch'o vulia dì.



Eri, pigliendu u caffè, aghju spiecatu a dui amichi ciò ch'o io apruntava a dì a ha nostra Assemblea per circà ad ottene u votu di issa muzione.

U primu io hà dettu: Perdi u to tempu: ùn vale a fischjà quandu u cavallu ùn ruba beie ".

U secondu hà osservatu incù malizia: Ind'è mè così dice: Ùn vale a fischjà quandu u sumere ùn ruba beie!"

Aghju rispostu chì ancu si è un imperatore rumanu avia numinatu u so cavallu senatore, ùn qui era, all'Assemblea di Corsica, nè cavalli, nè muli nè sumeri…



Vi dumandu di vutà per l'ufficialisazione di ha lingua si complicò.

Testo Originale:La langue corse à l'Assemblée - Jean-Guy Talamoni
Origine: jeanguytalamoni.over-blog.com
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