mercoledì 16 maggio 2012

A PROPOSITO DI SICILIA, EUROPA....




Chiosa di commento di Fabio Cannizzaro, Presidente di Focus Trinakria, ad un articolo di Gabriele Bonafede dal titolo “CARA ANGELA MERKEL, GO HOME! “ pubblicato dal giornale on line “LinkSicilia”.

http://www.linksicilia.it/2012/05/cara-angela-merkel-go-home/


Sebbene bloccato da una fastidiosa indisposizione ho letto, con attenzione, l’articolo e credo che abbia ragione, in questo suo intervento, Bonafede quando scrive: “ […] il rigore, troppo perseguito sinora da Monti, va accoppiato con la politica di crescita, anche e non solo nel campo della politica monetaria. […]”.  E tuttavia mi sono chiesto, e chiedo a tutti Voi, davvero nella valutazione complessiva della crisi, delle sue cause, delle sue ricadute, Noi Cittadini Siciliani, i nostri Rappresentanti, le nostre Istituzioni parlamentari e politiche (Assemblea Regionale, le nostre delegazioni parlamentari a Roma come a Bruxelles, il Governo Siciliano) siamo condannati a un ruolo di meri spettatori? Io credo di No, o meglio, credo che restare alla finestra non sia l’unica opzione praticabile. Cercherò di spiegarmi meglio.
Proprio ieri abbiamo riflettuto, almeno chi come me si riconosce nelle posizioni, pacifiche e democratiche, degli indipendentisti del F.N.S., su cosa l’Autonomia ha rappresentato o meglio non ha rappresentato negli ultimi 66 anni di storia siciliana e su cosa lo Statuto (quello del 1946, nella sua pienezza) può e deve, finalmente, rappresentare, come strumento, per tutti i Siciliani.
Ed ecco che si pone, da subito, grazie anche l’intervento di Bonafede l’occasione per concretamente attualizzare le potenzialità sociali, politiche ed economiche di quella “quasi - indipendenza” di cui si lamentava, a suo tempo, Einaudi.
Chi segue l’F.N.S. ben sa quali posizioni economiche il Fronte Nazionale Siciliano proponga, tra queste una ritengo, nella contingenza dell’oggi, assume un’inderogabile centralità. Mi riferisco alla proposta di istituire l’INTERO TERRITORIO SICILIANO in ZONA FRANCA. Possibilità immediata, d’esclusiva competenza politico-legislativa siciliana, opzione, appunto, garantita dallo Statuto Speciale d’Autonomia.
So già che la proposta scatenerà come, in passato ha scatenato, tutta una ridda di “callose” proteste e pur tuttavia se si supera il riverbero ideologico di certe “lenti colorate” si noterà che una ZONA FRANCA CONTROLLATA, PROGRAMMATA, ECO E SOCIO SOSTENIBILE come quella che propone, in Sicilia, FNS è oggi, stante anche la presenza soffocante della mafia, l’unica reale, collettiva possibilità di sviluppo virtuoso.
 Il senso del ragionamento di FNS è semplice: In Sicilia il modello dell’intervento Statale e di quello Regionale è, alla prova dei fatti, miseramente fallito anche a causa di una classe politico- burocratica non sempre, pur senza generalizzare, all’altezza della sfida etica.
 Detto ciò, e coscienti dell’incombere, a tutt’oggi, ahinoi, castrante della mafia, occorre sviluppare un tessuto economico e produttivo sano, svincolato dagli errori  del passato, che, parimenti,  permetta la necrotizzazione della cancrena mafiosa, che molto affonda il suo humus nel perpetuarsi, anche, del bisogno economico e lavorativo.
 L’unico modo è quello di attrarre imprenditori che vogliono investire in Sicilia. Ora per fare ciò senza scatenare mala politica e mafia, non occorre sviluppare un’iniziativa meramente localizzata in una parte del nostro territorio, ma semmai offrire ad imprenditori volenterosi  la possibilità di guadagnare in  Sicilia, nel centro del Mediterraneo.
 Ciò si badi bene, per FNS, non significa ripercorre la strada delle vecchie, neocoloniali FREE ZONE ma semmai garantire agli imprenditori interessati  e non al mero capitale finanziario (ciò attraverso un’oculata selezione) un’occasione lecita di guadagno, legata più che altro agli sgravi fiscali per la produzione  e, comunque,  con l’obbligo vincolante del reinvestimento di una  parte considerevole degli utili in loco.
Tutto ciò, è bene chiarirlo, SENZA LEDERE O MINIMAMENTE INTACCARE I DIRITTI SALARIALI O SINDACALI DEI SICILIANI E DEI LAVORATORI in genere né tantomeno permettendo di aggredire il già martoriato, patrimonio naturale dell’Isola.
Detto ciò può apparire strano che una siffatta proposta venga dal Frunti Nazziunali Sicilianu, da taluni stigmatizzato, spesso, come un movimento progressista e socialista, eppure il ragionamento sviluppato da FNS ha una sua coerenza logica. Essi affermano che oggi, in Sicilia, se si ha acuore il benessere della Sicilia e dei Siciliani,  occorre essere liberali in economia e progressisti in campo sociale. Scegliete voi quale etichetta affibbiare, in conseguenza di ciò, ad FNS, sappiate che loro sono, Noi siamo e ci sentiamo semplicemente degli indipendentisti, pacifici e democratici; dei patrioti siciliani.
Posto ciò i Siciliani possono essere protagonisti del loro destino, della loro economia e del loro futuro, ma per ottenere questo occorre superare il concreto, visibile empasse che c’è oggi, tra la “politica politicata” e il Bene Comune della totalità dei Siciliani.
Occorre, in altre parole, una RIVOLUZIONE POLITICA E CULTURALE, PACIFICA, DEMOCRATICA QUANTO SCHIETTAMENTE SICILIANA.
 In democrazia questo passaggio è dato solo dal cambio dei Siciliani eletti.
Non esistono, non possono esistere altre vie o scorciatoie, pena affidarsi a demagoghi o peggio a plumbei “uomini del destino”.
Adesso, in ore in cui tutti, non a torto, discutono e discettano, del futuro della UE e della moneta europea, credo che occorra non perdere la testa, cercare soluzioni le più possibili realiste e condivise, compenetrando, finalmente in modo concreto, i bisogni dei Popoli, di un Popolo, in particolare, come quello Greco con le esigenze dell’intera Europa e delle sue Genti prima che delle banche, e delle grandeur dei vecchi Stati-Nazione.
Solo così potremo evitare di assistere al dirompere, concretamente già in atto, cito nuovamente Bonafede di: […] egoismi, particolarismi, xenofobia, risentimenti reciproci  […]”.
Oggi Angela Merkel rappresenta, politicamente e metaforicamente, un modello di equilibri e relazioni politiche, sin qui vincenti, non solo in Germania ma nell’intera U.E., che devono e possono essere superate.
Tutte le “famiglie politiche” europee (socialisti, popolari, verdi, liberali ecc) devono prendere atto degli errori perpetuati e avviare, da subito, una EXIT STRATEGY.
 In questo contesto i Cittadini Europei possono essere la chiave di volta della crisi, imponendo ai “rappresentanti” la svolta attraverso la “sfida” del voto, presente o futuro, sia esso greco, francese, italiano, siciliano piuttosto che maltese, finlandese, basco o tedesco.
Quanto al destino politico della signora Merkel è qualcosa di accessorio, che non muta in sé i termini della questione.
 Qui, oggi, interessano mutamenti strutturali di strategia e di  prassi e non una accessoria personalizzazione di processi economici che trascendono e travalicano i destini di un essere umano singolo.
Sperando di avere aggiunto qualche ulteriore elemento di riflessione, vi giungano i miei Cordiali Saluti.

Fabio Cannizzaro
Presidente di Focus Trinakria
E-mail: focustrinakria@yahoo.it

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