lunedì 21 febbraio 2011

DOMANI, MARTEDÌ 22 FEBBRAIO E’ LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA LINGUA MADRE, TRINAKRIUS, DIRIGENTE FNS, RIFLETTE SULLE PROSPETTIVE




Domani, martedì 22 febbraio ricorre la Giornata Internazionale della Lingua Madre.
E’ quella di questa celebrazione l’occasione per i Siciliani, Indipendentisti e no, per analizzare, in modo comune e condiviso, quale sia lo stato della riflessione legata al riconoscimento e alla tutela della nostra lingua madre, la Lingua Siciliana da parte dello Stato centrale ed in relazione ad esso anche da parte del Governo Regionale Siciliano.
Non occorre essere osservatori particolarmente attenti per constatare che realmente, concretamente ben poco è stato fatto in tale prospettiva, in Sicilia e non solo in Sicilia.
Si è trattato di una semplice mancanza di volontà politica? Non è così semplice, va detto che la situazione è stata oggettivamente ben più complessa.
Alle valutazioni politiche si sono uniti e mescolati anatemi pseudo-culturali e una pervicace tendenza al monoculturalismo esclusivista.
Tutti dati politico-culturali che hanno caratterizzato e connotato in questi ultimi 150 anni la storia linguistica e culturale della forma-Stato Italia, nata dal processo che portò all’egemonia piemontese.
Un processo politico-militare quello dell’annessione al Piemonte che impose una autoreferenzialità monoculturale senza alternative.
Quella dell’unica cultura ufficiale ed ufficializzata fu una prescrizione obbligatoria imposta, a tanti, diversi popoli e culture, anche sulla punta delle baionette e che non ammetteva dilazioni, dubbi o resistenze di sorta.
La Giornata Internazionale della Lingua Madre giunta quest’anno alla sua 12ª edizione si interfaccia quest’anno anche con il 150° anniversario dell’unificazione/annessione italiana.
E’ l’occasione ragionata per fare finalmente giustizia di tante troppe forzature linguistiche, culturali spesso ammantate di pseudo-scientificità che hanno visto apostrofare le lingue madri, come il Siciliano come mere vulgate dialettali o vernacolari e nulla più.
Noi crediamo che in questo 2011 si giunto finalmente il tempo di restituire alla Lingua Siciliana la dignità che le è dovuta e che le è stata troppo a lungo negata.
Crediamo siano maturi i tempi per superare, in modo condiviso, le vecchie logiche assimilazioniste del monoculturalismo.
Del resto si vive oggi una condizione in cui tutti, a parole, evocano, invocano, a giusta ragione, un approccio pluriculturale tra e nelle relazioni tra “noi” e le culture altre. In questo quadro apparirebbe ipocrita ed insensato non sostenere ed applicare la medesima logica per ciò che concerne la tutela, la difesa ed il rilancio della Lingua e della Cultura Siciliana ad oggi inquadrata all’interno della forma-Stato Italia.
E pur tuttavia si palesano, con tutta evidenza, molte difficoltà che rendono evidente la ancora operante sperequazione, in sé illogica ed arbitraria, tra lingua ufficiale e lingue madri come, appunto, il Siciliano.
Nel merito la domanda che molti siciliani e molte siciliane si pongono è: Perché mai dovrei rinunciare alla originalità unica della mia lingua madre?
Molti Siciliani e non solo Noi Indipendentisti du FNS pensano che la conoscenza e la padronanza della nostra Lingua, della nostra Letteratura, della nostra Cultura sia un magnifico, indispensabile “valore aggiunto” che contorna e caratterizza in forma originale ed unica la nostra presenza in un Mondo, complesso e globalizzato, qual è quello d’oggi.
Il fatto che in passato abbiamo subito, insieme ad altri popoli all’interno dell’Italia unificata politiche linguistiche e culturali monoculturali di tipo “invasivo” ci hanno permesso nello sforzo operato da noi non meno ,ad esempio che dai Fratelli e dalle Sorelle Sarde, di sviluppare una forte, condivisa sensibilità per la libertà culturale e linguistica, rifuggendo così dalle logiche che volevano le culture, come le nostre, essere apostrofate come “culture da strapazzo”, secondo il leit-motiv che diverrà, poi, uno dei tratti odiosamente distintivi della pseudo-logica “culturale” nazista.
E’ stata quella dei Siciliani innamorati della loro lingua e della loro cultura una gravosa esperienza di resistenza linguistica,culturale e politica che ci ha visto spesso additati, dileggiati ed insultati.
E pur tuttavia non abbiamo mollato né indietreggiato.
E’stata una fase eroica in cui siamo rimasti concretamente in pochi a difendere il punto.
Oggi che, invece , l’opinione pubblica, diversamente dalla politica e dalla cultura ufficiale, si mostra più attenta, rispettosa e ricettiva dobbiamo e possiamo andare oltre e determinare, appunto come ha iniziato a fare ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” , dei percorsi reali di senso e prospettiva linguistico-culturali ed educativi, siamo tanti di più.
FNS si è interrogata senza badare alla popolarità , infatti, a lungo, su quali potessero essere le scelte migliori che favorissero una siffatta prospettiva di rinascita e rilancio culturale.
Un esigenza, spesso più che compresa scimmiottata da altri gruppi, movimenti e camarille sicilianiste e pseudo-indipendentiste.
Tuttavia anche se quasi soli abbiamo sostenuto l’esigenza di allargare e diffondere il più possibile la conoscenza della nostra lingua e con essa della nostra tradizione culturale.
Il nesso fondamentale in tale senso è rappresentato dal rapporto con la Scuola.
In tale senso occorre, a nostro avviso, e fanno fede in tale senso, diversi miei interventi pubblici, in questi ultimi tre lustri, che evidenziavano la necessità di coinvolgere le Istituzioni Scolastiche in modo organico e non più volontaristico superando così anche ridicole ed imbarazzanti tentativi di trasformare in Koinè siciliana condivisa, limitate, fantasiose e talvolta risibili Idioletti.
Sosteniamo che il superamento della privazione culturale passi anche per la organicità e coerenza pedagogica di un approccio linguistico che renda il Siciliano una risorsa al servizio di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, pubbliche e private, recuperando alla nostra lingua la sua funzione comunicativa in ogni ambito della vita culturale e sociale del nostro Popolo.
Tutto ciò non è facile.
Portiamo l’esempio delle resistenze opposte e frapposte dall’establishment culturale di e al potere che vede minacciate rendite e cointeressenze assodate e rodate. Tuttavia noi proseguiamo per la nostra strada, anche se non ci nascondiamo le difficoltà, siamo però fiduciosi che il successo ci arriderà dato che la nostra è una sacrosanta lotta per la cultura e la libertà culturale e d’espressione.
Festeggiando dunque la 12ª edizione della Giornata Internazionale della Lingua Madre, speriamo di potere al più presto offrire ai Siciliani risultati concreti, mentre oggi additiamo che nulla è stato fatto , in modo organico e pregnante, anche se il Presidente della Regione è oggi un “autonomista” e il suo partito, anche questo appunto autonomista, è forza numericamente importante della maggioranza di Governo Regionale.
Toccherà puntare allora solo sulle nostre energie etiche, culturali e politiche per dare nuovo lustro e prospettiva alla Lingua e alla Cultura Siciliana.

ANTUDU!





TRINAKRIUS!

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