lunedì 16 giugno 2014

PRESENTATO, A GALATI MAMERTINO,” L’UOMO DI AL CAPONE”, IL NUOVO LIBRO DI LUCIANO ARMELI IAPICHINO

Nella Sala consiliare “Salvatore Carnevale” del Comune di Galati Mamertino alla presenza di un pubblico interessato e straboccante si è svolta ieri la presentazione del nuovo libro di Luciano Armeli Iapichino: “ L’uomo di Al Capone”.
E’ stata l’occasione per riflettere su di un periodo storico e su fenomeni quali l’emigrazione e il proibizionismo attraverso la parabola umana e anche criminale di un galatese, Antonino Lombardo,meglio noto negli States come Tony Lombardo.
 Un uomo , che grazie alla penna sicura di Luciano Armeli Iapichino è tornato a vivere nelle pagine del libro restituendoci non solo un certo, sicuro profilo storico di quei tempi ma anche una verosimile  dimensione introspettiva dell’individuo con particolare attenzione ai rapporti con la famiglia d’origine.
Nella sala gremita  il dibattito è stato condotto, con piglio sicuro e competente, dalla dottoressa Ornella Fanzone che fine conoscitrice del mondo letterario siciliano e no, ha ben colto l’importanza di un’opera qual è “ L’uomo di Al Capone”.
Hanno portato i loro saluti tutt’altro che rituali il sindaco di Galati Mamertino, Dott. Bruno Natale e il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Longi, prof.ssa Caterina Celesti.
Ha preso poi la parola il prof. Fabio Cannizzaro, direttore dell’Istituto di cultura Politica per la Questione Siciliana –xQS.
Cannizzaro ha presentato i motivi d’originalità e di profonda intensità che dovrebbero spingere tutti, galatesi e no, a leggere il nuovo libro di Luciano Armeli Iapichino, cogliendone una duplice, correlata dimensione che fa sintesi feconda superando le vecchie dicotomie tra storia “locale” e storiografia più generalmente intesa.
E’, quindi, intervenuto il prof. Antonio Baglio, docente di storia contemporanea nel dipartimento di civiltà antiche e moderne dell’Università degli Studi di Messina.
La relazione del prof. Baglio, attenta e puntuale, si è incentrata sui fenomeni storico-sociali  dell’emigrazione, siciliana ed italiana,  e del proibizionismo dopo la fine della prima guerra mondiale, rapportandole ai dati riportati da Luciano Armeli Iapichino, con attenta dovizia, nel suo libro.
Particolarmente seguito è stato poi l’intervento dell’Autore che ha chiarito le motivazione e le scelte fatte in “ L’uomo di Al Capone”, che ha saputo essere un libro che sfugge il pericolo sia di essere una, anche se precisa, ricostruzione storica sia di essere una sorta di mera biografia monodimensionale.
L’Autore ha avuto parole di viva riconoscenza sia per la prof.ssa Maria Concetta Pruiti, per la traduzione dei documenti in lingua inglese pervenuti da Chicago sia  per l’editore Armenio per la sua sensibilità e disponibilità.
Particolarmente apprezzato è stato poi l’intervento dell’On. Francesco D'Uva, esponente del Movimento Cinque Stelle e componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e delle altre associazioni criminali anche straniere, che ha riflettuto su alcuni snodi relativi a questi fenomeni associativo-delinquenziali.
In conclusione dei lavori ha portato il proprio contributo e saluto il Direttore, prof. Vincenzo Orlando, esponente di vaglia della cultura galatese e nebroidea,  che a nome dei tanti presenti ha ringraziato l’autore e i relatori per la bella iniziativa culturale.










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