A
Capo d’Orlando nella cornice della pinacoteca comunale si è svolta ieri,
organizzata dall’ANAAM (Associazione Nazionale Amici Attilio Manca)
con il patrocinio del Comune paladino, l’interessante presentazione
dell’ultimo libro scritto, in ordine di tempo, dal giornalista e scrittore, Luciano Mirone.
Un “suicidio”di mafia. - La strana morte di Attilio
Manca, pubblicato per i tipi della Castelvecchi,
è un libro che come chiaramente è emerso dal confronto tra i relatori,
ben moderati e coordinati dal prof. Luciano Armeli Iapichino, si può
inscrivere nei libri di un genere, ahinoi, sempre meno frequentato in Italia,
quello del giornalismo investigativo.
Ha portato il saluto dell’amministrazione comunale di Capo
d’Orlando, l’assessore Cettina Scaffidi, ringraziando gli organizzatori per l’occasione che offre alla
cittadinanza paladina di tornare a discutere su di un fenomeno, quello della
mafia, che in passato, la Città
di Capo d’Orlando, ha mostrato e
dimostrato concretamente che è possibile contrastare.
Merito del prof. Armeli
Iapichino, a sua volta autore di un noto libro sulla vicenda dell’urologo
Attilio Manca (“Le vene violate”) è stato quello di introdurre, in modo
completo, la vicenda dell’urologo barcellonese Attilio Manca, ucciso, a
Viterbo, nel febbraio 2004.
Particolarmente coinvolgenti, inoltre, i contributi letti
dall’attore Giuseppe Cardullo.
I contributi prima della madre, Angelina e del fratello Gianluca
poi hanno restituito, ad un pubblico attento e partecipe, il divenire di quello
che è stato il percorso di verità ricercata tenacemente, pervicacemente
nonostante tanti “stop” imposti alla famiglia Manca anche da “settori” dello Stato
che invece li avrebbero dovuti sostenere e coadiuvare nella ricerca della
verità e dei colpevoli.
Grazie alle loro appassionate, coinvolgenti ricostruzioni
l’uditorio ha potuto calarsi in quegli eventi e per loro mezzo indignarsi per
quanto questa famiglia siciliana ha dovuto subire, durante la ricerca della
verità, sulla tragica scomparsa del loro congiunto.
E’
poi intervenuto l’On. Nello Musumeci,
presidente della Commissione Regionale Antimafia che ha esaminato, davanti ad
un uditorio affascinato dalla sua oratoria, non tanto la vicenda di Attilio
Manca quanto le implicazioni generali della protervia mafiosa, ponendo
l’accento sulle possibili, relazioni tra settori deviati dello Stato e dei
servizi e la mafia, cosa tutt’altro che nuova in Sicilia.
Ha
preso, poi, la parola l’autore, Luciano
Mirone che ha spiegato quale è stato il suo atteggiamento di giornalista
e di scrittore dinnanzi ad avvenimenti come quelli
che hanno segnato la vita e la morte di
Attilio Manca, fugando, così, ogni possibile dubbio sul fatto che non sia
possibile, in casi come questi, giungere a determinare una verità processuale e
fattuale.
Ha
infine concluso i lavori il prof. Luciano Armeli Iapichino, che ha invitato tutti a riflettere sul
fatto che al posto dello sfortunato, “suicidato”Attilio Manca potevano
esserci i nostri cari, i nostri figli.
Il pubblico ha mostrato
di aver gradito un’occasione di confronto ed informazione come questa, tant’è
che la sala era ed è rimasta gremita per tutta la durata dell’incontro, manifestando
di apprezzare la caratura di un libro, che tutti dovremmo leggere.
F. C.
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