martedì 27 maggio 2008

PELLEROSSA E MERIDIONALI

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Lucio Garofalo.
Nel farlo Noi de
laquestionesicilianaribadiamo, come doveroso e necessario, che il nostro punto di vista politico e culturale è diverso e diversificato rispetto alla valutazione storico-politica, che certi settori, meridionalisti e/o filoborbonici, fanno sul complessivo atteggiamento assunto dal Regno delle Due Sicilie in merito alla Sicilia e alla Nazione Siciliana.
Dato che però non ci impedisce, come nel caso in questione, di concordare sulle valutazioni etico-politiche riguardo quanto perpetrato, in Sicilia come nel Meridione Continentale, durante e dopo il processo di “annessione forzata” al Regno sabaudo del Piemonte.
Con questo articolo vorrei rievocare la memoria di alcune terribili esperienze storiche in cui sono stati consumati veri e propri eccidi di massa, troppo spesso dimenticati o ignorati dalla storiografia e dai mass-media ufficiali.
Mi riferisco allo sterminio degli Indiani d’America e ai massacri perpetrati a danno dei “Pellerossa” del Sud Italia, vale a dire i briganti e i contadini del Regno delle Due Sicilie.
Dopo la scoperta del Nuovo Mondo ad opera di Cristoforo Colombo nel 1492, quando giunsero i primi coloni europei, il continente nordamericano era popolato da circa un milione di Pellerossa raggruppati in 400 tribù e in circa 300 famiglie linguistiche.
Quando i coloni bianchi penetrarono nelle sterminate praterie abitate dai Pellerossa, praticarono una caccia spietata ai bisonti, il cui numero calò rapidamente e drasticamente rischiando l’estinzione totale.
I cacciatori bianchi contribuirono così allo sterminio dei nativi che non potevano vivere senza questi animali, da cui ricavavano cibo, pellicce ed altro ancora. Ma la strage degli Indiani fu operata soprattutto dall’esercito statunitense che pur di espandersi all'interno del Nord America cacciò ingiustamente i nativi dalle loro terre attuando veri e propri massacri senza risparmiare donne e bambini.
I Pellerossa vennero letteralmente annientati attraverso uno spietato genocidio.
Oggi i Pellerossa non formano più una nazione, sono stati espropriati non solo della terra che abitavano, ma anche della memoria e dell’identità culturale.
Infatti una parte di essi si è integrata completamente nella civiltà bianca, mentre un'altra parte vive reclusa in alcune centinaia di riserve sparse nel territorio statunitense e in quello canadese.
Un destino simile, anche se in momenti e con dinamiche diverse , accomuna i Pellerossa d'America e i Meridionali d'Italia.
Questi furono chiamati “Briganti”, vennero trucidati, torturati, incarcerati, umiliati. Si contarono 266 mila morti e 498 mila condannati.
Uomini, donne, bambini e anziani subirono la stessa sorte. Processi manovrati o assenti, esecuzioni sommarie, confische dei beni.
Ma noi Meridionali eravamo cittadini di uno Stato molto ricco.
Il Piemonte dei Savoia era fortemente indebitato con Francia e Inghilterra, per cui doveva rimpinguare le proprie finanze. Il governo della monarchia sabauda, guidato dallo scaltro e cinico Camillo Benso conte di Cavour, progettò la più grande rapina della storia moderna: cominciò a denigrare il popolo Meridionale per poi asservirlo invadendone il territorio: il Regno delle Due Sicilie, lo Stato più civile e pacifico d'Europa.
Nessuno venne in nostro soccorso. Soltanto alcuni fedeli mercenari Svizzeri rimasero a combattere fino all'ultimo sugli spalti di Gaeta, sino alla capitolazione. I vincitori furono spietati. Imposero tasse altissime, rastrellarono gli uomini per il servizio di leva obbligatoria (che invece era già facoltativo nel Regno delle Due Sicilie); si comportarono vigliaccamente verso la popolazione e verso il regolare ma disciolto esercito borbonico, che insorsero. Ebbe così inizio la rivolta dei Briganti Meridionali. Le leggi repressive furono simili a quelle emanate a scapito dei Pellerossa. Le bande di briganti che lottavano per la loro terra avevano un pizzico di dignità e di ideali, combattevano un nemico invasore grazie anche al sostegno delle masse popolari e contadine, deluse e tradite dalle false e ingannevoli promesse concesse dal pirata massone e mercenario Giuseppe Garibaldi. Contrariamente ad altre interpretazioni storico-meridionaliste, non intendo equiparare il fenomeno del Brigantaggio meridionale alla Resistenza partigiana del 1943-45. Per vari motivi, anzitutto per la semplice ragione che nel primo caso si è trattato di una vile aggressione militare, di una guerra di conquista violenta e sanguinosa (come è stata del resto anche la guerra tra fascisti e antifascisti), ma che ha avuto una durata molto più lunga (un intero decennio) dal 1860 al 1870.
Una guerra civile che ha provocato eccidi spaventosi, massacri di massa in cui sono stati trucidati centinaia di migliaia di contadini e briganti meridionali, persino donne, anziani e bambini, insomma un vero e proprio genocidio perpetrato a scapito delle popolazioni del Sud Italia. Una guerra che si è conclusa tragicamente dando inizio al fenomeno dell’emigrazione di massa dei meridionali.
Un esodo di proporzioni bibliche, paragonabile alla diaspora del popolo ebraico. Infatti, i meridionali sono sparsi e presenti nel mondo ad ogni latitudine, in ogni angolo del pianeta, hanno messo radici ovunque, facendo la fortuna di numerose nazioni: Argentina, Venezuela, Uruguay, Stati Uniti d’America, Svizzera, Belgio, Germania, Australia, eccetera.
Ripeto. Se si vuole comparare la triste vicenda del Brigantaggio e della brutale repressione subita dal popolo meridionale, con altre esperienze storiche, credo che l’accostamento più giusto da suggerire sia appunto quello con i Pellerossa e con le guerre indiane combattute proprio nello stesso periodo storico, ossia verso la fine del XIX secolo. Guerre feroci e sanguinose che hanno provocato una strage altrettanto raccapricciante, quella dei nativi nordamericani. Un genocidio troppo spesso ignorato e dimenticato, come quello a danno delle popolazioni dell’Italia meridionale.
Nel contempo condivido in parte il giudizio (forse troppo perentorio) rispetto al carattere anacronistico, retrivo e antiprogressista, delle ragioni politiche, storiche, sociali, che stanno alla base della strenua lotta combattuta dai briganti meridionali.
In politica ciò che è vecchio è (quasi) sempre reazionario. Tuttavia, inviterei ad approfondire meglio le motivazioni e le spinte ideali che hanno animato la resistenza e la lotta di numerosi briganti contro i Piemontesi invasori.
Non voglio annoiare i lettori con le cifre relative ai numerosi primati detenuti dalla monarchia borbonica e dal Regno delle Due Sicilie in vasti ambiti dell’economia, della sanità, dell’istruzione eccetera, né intendo in tal modo esternare sciocchi sentimenti di inutile nostalgia rispetto ad una società arcaica, di stampo dispotico e aristocratico-feudale, ossia ad un passato che fu prevalentemente di barbarie e oscurantismo, di ingiustizia ed oppressione, di sfruttamento e asservimento delle plebi rurali del nostro Meridione.
Ma un dato è certo e inoppugnabile: la monarchia sabauda era molto più retriva, molto più rozza, ignorante e dispotica, meno illuminata di quella borbonica. Il Regno delle Due Sicilie era indubbiamente molto più ricco, avanzato e sviluppato del Regno dei Savoia, tant’è vero che esso rappresentava un boccone assai invitante ed appetibile per tutte le maggiori potenze europee, Inghilterra e Francia in testa. Tuttavia, questo è un argomento vasto e complesso che richiederebbe un approfondimento adeguato.
Infine, concludo con una breve chiosa a proposito della tesi circa le presunte spinte progressiste incarnate dai processi di unificazione degli Stati nazionali nel XIX secolo e dello Stato europeo oggi. Non mi pare che tali processi abbiano garantito un reale, autentico progresso sociale, morale e civile, ma hanno favorito e generato quasi esclusivamente uno sviluppo prettamente economico. Voglio dire che l’unificazione dei mercati e dei capitali, prima a livello nazionale ed ora a livello europeo, o addirittura globale, non coincide affatto con l’unificazione e con l’integrazione dei popoli e delle culture, siano esse locali, regionali o nazionali.
Ovviamente, le forze autenticamente democratiche, progressiste e rivoluzionarie devono puntare a raggiungere il secondo traguardo.



Lucio Garofalo - e-mail: garofaloluc@tiscali.it


lunedì 26 maggio 2008

TIBET: BASTA IPOCRISIA


Riprendiamo e pubblichiamo integralmente dalla rivista SERVIR – Mensile di Informazione dell’Associazione Centro Astalli per l’assistenza agli Immigrati ( Rivista dei Gesuiti) il seguente interessantissimo articolo a firma di P.Gianni Criveller - Missionario PIME a Hong Kong.
F
inalmente una voce chiara e ben informata sui fatti Tibetani!


BUONA LETTURA e
LIBERTA’ PER IL TIBET ED I TIBETANI!



È DIFFICILE AVERE INFORMAZIONI PRECISE SULLA SITUAZIONE DEL TIBET PERCHÉ È ISOLATO DAL RESTO DEL MONDO. NESSUNA PERSONA INTERESSATA A CAPIRE, NESSUN GIORNALISTA VI PUÒ ANDARE. LE INFORMAZIONI CHE ARRIVANO DAI MEDIA DEL REGIME CINESE SONO INATTENDIBILI, AL SERVIZIO DI UNA OCCUPAZIONE MILITARE E DI UNA DURA REPRESSIONE.
ANCHE LA STORIA DEL POPOLO E DELLA NAZIONE TIBETANA VIENE MANIPOLATA A PIACIMENTO.




Che il Tibet sia parte della Cina è una affermazione frutto dell’ideologia nazionalista cinese, senza basi storiche o culturali.
Dal 1951( anno dell’occupazione comunista) al 1979, secondo fonti tibetane, 1.200.000 persone sono scomparse violentemente, su una popolazione originaria di 6 milioni.
Oggi soltanto poco più di 2 milioni di tibetani vivono in Tibet, altri 4 milioni sono stati “spostati” in altre province o sono in esilio. Nel frattempo il governo centrale ha attuato una politica di immigrazione in Tibet di popolazione di etnia cinese ( han ), cosicché il Tibet è oggi sempre mano tibetano, ponendo la nazione in pericolo di estinzione.
Chi dice che la rivolta sia scoppiata perché ci sono le Olimpiadi non ha prove per affermarlo. Non c’erano limpiadi quando nel marzo del 1959 e nello stesso mese del 1989 sono scoppiate due rivolte soppresse nel sangue.
Nel primo caso ci sono stati circa 100.000 tibetani uccisi, per ordine di Mao Zedong. Nel secondo ( 1989 ) Hu Jintao, attuale presidente della Cina e allora sconosciuto segretario locale del partito comunista, ha mandato all’ergastolo anche monache adolescenti colpevoli di “cantare canzoni” in onore del Dalai Lama.
In tutti questi anni la situazione del Tibet è stata tesissima, con centinaia di proteste, la rivolta poteva scoppiare da un momento all’altro. Il Tibet è oggi oggetto di una vera e propria colonizzazione, giustificata dal regime comunista e dai suoi immancabili simpatizzanti internazionali, come strumento di modernizzazione, esattamente come veniva giustificato il colonialismo del XIX secolo.
Intanto avviene un sistematico genocidio culturale, che non è certamente il primo della storia, come viene osservato, mai crimini del passato non diminuiscono la gravità dei crimini attuali.
Nelle scorse settimane i tibetani arrestati, almeno qualche migliaio, sono stati crudelmente picchiati dalla polizia.
Circa 200 persone, la maggioranza delle quali di origine tibetana, sono state uccise in disordini.
Truppe continuano ad essere ammassate nelle provincia.
I soldati nelle strade controllano i documenti dei tibetani, al punto che molti non escono più di casa.
A camminare liberamente per Lhasa, la capitale, sono rimasti solo i cinesi, i quali si dichiarano sdegnati da tanta irriconoscenza da parte della popolazione locale, che non riconosce l’emancipazione e la liberazione portata dal regime cinese.
In questi ultimi giorni è stata arrestata una nota Jamyang Kyi, una nota giornalista televisiva. Non era politicizzata, ma era orgogliosa della sua cultura tibetana, e aveva un blog dove denunciava il traffico di bambine.
I contestatori della “sacra fiamma” olimpica sono accusati, dal regime cinese e dagli organi internazionali dello sport, di politicizzare le olimpiadi.
Ma le olimpiadi sono state politicizzate anni fa, quando furono date alla Cina per spingere il regime a cambiare, nella promessa da parte del regime di migliorare i diritti umani e civili.
Questo non solo non è avvenuto, ma è accaduto il contrario: la repressione dei dissidenti è sempre più efficace ( meno vistosa certo, ma più sofisticata e mirata ); i pochi e coraggiosi avvocati che difendevano i diritti umani ( una novità di questi ultimi anni, ben illustrata da Ilaria Maria Sala nel numero di febbraio di Mondo e Missione ) gettati in prigione con gravi condanne; i visti per i visitatori stranieri sono stati drasticamente ridotti o annullati.
Le Olimpiadi che saranno celebrate in Cina non hanno davvero niente a che fare con i “valori” sportivi, ma sono un esercizio di nazionalismo sfrenato, che sta, con gran successo, saldando il rapporto tra regime e nazione, facendo dimenticare tanti guai.
Fare le olimpiadi in Cina non serve a migliorare i diritti umani e civili; ugualmente boicottare le olimpiadi non serve a migliorare i diritti umani e civili.
Non mi apsettavo prima e non mi aspetto ora niente dal regime cinese; né dalle organizzazioni internazionali politiche e sportive; né dall’Europa e dai suoi membri.
Fanno i loro interessi, e ci riescono sempre.
Buttassero almeno la maschera dell’ipocrisia, ma non faranno neanche questo.



P.Gianni Criveller
Missionario PIME a Hong Kong

domenica 25 maggio 2008

Servirebbe un “Lehendakari” Siciliano?


In questi giorni sulla stampa e nell’opinione pubblica e sui media, baschi e più in generale della forma-stato Spagna, si è dipanata una riflessione sul ruolo e sul senso della posizione politica assunta dal Partito Nazionale Basco in merito all’ETA e ancor più in particolare sul ruolo e le scelte delle “parole d’ordine” fatte e condotte dal Presidente dell’Esecutivo Autonomo, Juan José Ibarretxe.
Recentemente c’è stato un interessante intervento a firma del Segretario del Gruppo Parlamentare PSOE, Ramón Jáuregui Atondo sulle colonne de “El Pais” che conduceva un duro attacco contro la linea e la filosofia politica sostenuta e perorata da Ibarretxe e dal suo Partito.
Una linea ricordiamolo contro l’azione e la violenza terrorista dell’ETA ma che sostiene comunque le ragioni democratiche della Nazione Basca.
Essenzialmente, sintetizzando al massimo, l’esponente socialista accusava il Capo del Governo Autonomo dei Paesi Baschi di essere sia pure involontariamente “vittima” del suo stesso programma.
Definirei interessante il ragionamento anche se non è da escludere che sul giudizio ingeneroso sull’azione del lehendakari, Juan José Ibarretxe, pesi anche il progressivo allontanamento tra PNV e PSOE.
Allontanamento che ha e sempre più avrà effetti nelle Cortes di Madrid.
Del resto detto distacco è un dato di fatto con cui la politica spagnola dovrà fare i conti.
Senza possedere particolari, peculiari strumenti di analisi o di lettura della, mi rendo conto, complessa realtà socio-politica dei Paesi Baschi, tuttavia sento di poter solidarizzare con Juan José Ibarretxe e il PNV , senza che a questo o al suo partito mi leghino vincoli di sorta.
Inoltre, dal mio punto di vista di Siciliano, l’occasione della “querelle” tra PSOE e PNV mi permette, in libertà ma con attenzione, di riflettere su quale debba e possa essere in una realtà politica e sociale quale quella siciliana il ruolo e l’atteggiamento di un Presidente di un Governo Siciliano che si dice autonomista.
Comprendo certo che le situazioni Basca e Siciliana non possono e non devono, per il bene di ambedue le “Nazioni”, essere paragonate o confrontate, ma è pur vero che esistono motivazioni ideali, valoriali e prassi di governo che dovrebbero accomunare l’ispirazione dei Presidenti dei Governi Autonomi delle Nazioni Abrogate della e nell’Unione Europea.
Alla luce di questa lunga quanto necessaria premessa forse si può dire che la figura di un Juan José Ibarretxe appare molto più coerente di quella dell’attuale Presidente della Regione Siciliana?
Sarebbe interessante sapere qual è l’idea in proposito dei Siciliani e dei Sicilianisti.
In attesa di queste risposte non credo di enunciare cosa sconveniente né avulsa dalla realtà se dico che la Sicilia, la Nazione Siciliana meriterebbero più che un “Governatore” un vero “Statista- Presidente”.
Scrivendo ciò so di porre l’esercizio delle forme e delle azioni di Governo del Presidente Siciliano, dell’Esecutivo che da Lui dipende e della maggioranza parlamentare che lo sostiene dinnanzi ad alcune palesi quanto lampanti contraddizioni.
Anzitutto il fatto evidente che gli autonomisti di questa maggioranza non hanno minimamente la cultura politica del PNV né di un qualsivoglia agguerrito e credibile partito Autonomista e/o Sicilianista.
Questo è una lampante quanto evidente differenza politica .
E tutto ciò, è ovvio, provoca conseguenze non da poco.
Dato che il modello politico, ideale e di relazioni tra Palermo, la Sicilia e Il Governo Italiano a Roma non è legato a relazioni politiche “mediate” e/o “conflittuali” ma semmai esattamente l’opposto essendo queste le stesse, medesime forze centraliste di destra che governano a Roma come in Sicilia.
Tutto ciò evidentemente non si è scoperto o saputo oggi.
Anzi è ben noto al punto che queste “contraddizioni” sono da tempo indicate ed additate dagli Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti.
Eppure malgrado ciò in certuni ambienti del cosiddetto “Sicilianismo”, specie su Internet, particolarmente dopo la vittoria elettorale della coalizione di centrodestra, si è coltivata e diffusa l’idea e fors’anche la speranza che il nuovo Esecutivo, la sua maggioranza di cui è espressione e sintesi l’attuale Presidente della Regione Siciliana potesse guidare la riscossa e la rinascita del Popolo e della Nazione Siciliana.
Mai Io, glia amici de “laquestionesiciliana”, al pari du F.N.S., non ci siamo mai lasciati blandire o sedurre da un simile ragionamento..
Infatti ben ricordiamo e conosciamo i motivi che hanno determinato la vittoria e l’orizzonte ideale di questo schieramento.
Ora non credo di dire cosa enorme o sconveniente se affermo che non è neppure ipotizzabile un’azione politica e/o di Governo dell’attuale Presidente della Regione Siciliana, stanti così le cose, che metta al centro della battaglia politica prioritariamente e solo la SICILIA e i suoi bisogni.
Questa maggioranza “italiana” non potrebbe, anzi non saprebbe e forse neppure vorrebbe mai assumere posizioni anche solo paragonabili, con tutti i dovuti distinguo, a quelle assunte dal Lehendakari basco, Ibarretxe.
Manca loro non solo la visione “nazionale” ma anche solo la semplice condivisione dell’idea di “bene comune siciliano”.
Per questo motivo, ripetuti e fatti salvi i mille ed uno distinguo, tra le due realtà, verrebbe voglia di avere un Presidente della Regione Siciliana, un po’ meno “Governatore”, un po’ più innamorato della sua Terra, della sua Nazione. Un Presidente un po’ più “Lehendakari”.

Chiedo forse troppo ?



TRINAKRIUS

venerdì 23 maggio 2008

16 ANNI DOPO: NON ABBIAMO DIMENTICATO GIOVANNI FALCONE, LA MOGLIE E LA SUA SCORTA


Riceviamo e senza remore, convintamente, pubblichiamo.



Sono trascorsi oramai 16 anni da quando la Mafia uccise a Capaci Giovanni Falcone, la Moglie e la scorta. Ad oltre tre lustri da quella strage a cui a breve sarebbe seguita quella di Paolo Borsellino e della sua scorta in Via D'Amelio a Palermo, gli Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu - Sicilia Indipinnenti non hanno dimenticato e continuano a credere e lottare perchè la Sicilia che loro auspicano e per cui si battono democraticamente sia Autodeterminata e libera dal giogo mafioso.

Perchè la mafia è una cancrena che mina il futuro della Nazione Siciliana e di tutti i Siciliani!


'A Sikritaria Nazziunali

F.N.S.

martedì 20 maggio 2008

IDEE DI SICILIA


A MARGINE DELLO SCRITTO DI ANDREA CAMILLERI SU ANTONIO CANEPA PUBBLICATO NELL’INSERTO CULTURALE R2 DE “LA REPUBBLICA”


Nell’occasione del Festival di Massenzio, Andrea Camilleri ha offerto, in linea con il tema della manifestazione, legato ad una confronto con la Storia, uno scorcio letterario, ma per questo non meno interessante, sulla vita e sulla storia di Antonio Canepa e con esso di uno scorcio di storia contemporanea della Sicilia.
Camilleri lo ha fatto nell’inserto R2 CULTURA de “La Repubblica” del 20 maggio c.a.
Non ci sforziamo di individuare, né vogliamo trovare, da sicilianisti e indipendentisti, nello scritto di Camilleri, forme di outing sicilianista.
Del resto è noto, e lo stesso Autore ce lo ricorda, che Camilleri non è e non è mai stato “separatista”.
E pur tuttavia Camilleri è siciliano. E da siciliano sente che la Sicilia ed i Siciliani forse troppo poco e comunque male hanno riflettuto, comunque la si pensi, sulla figura, l’esperienza e l’idealità di Antonio Canepa e con Lui di quella generazione di allora giovani ( che oggi sono e/o sarebbero ottantenni ) che lo seguirono e s’infiammarono all’idea di una Sicilia Indipendente, Autodeterminata e senza sfruttati né sfruttatori.
Certo nessuno nasconde,né mai ha nascosto, e men che mai Noi, che l’uomo Canepa visse, in sé e su di sé, evidenti quanto palesi contraddizioni.
Antinomie che politicamente e biograficamente permettono di separare la sua vita in 3 distinti periodi.
Premesso ciò vogliamo scrivere che la pubblicazione dell’intervento di Camilleri segna una interessante, da non sottovalutare “svolta” culturale nel ricordo e nella percezione che settori italianisti della cultura ufficiale fanno su Canepa e quindi gioco forza sull’Indipendentismo siciliano di quegli anni .
Inoltre vorremmo invitare i nostri lettori e chi è rimasto colpito o anche solo incuriosito da Canepa con l’occasione a rileggere un interessante e non lungo articolo su di Lui, che qualche anno fa, scrisse Fabio Cannizzaro ( nome ben noto ai frequentatori del nostro blog ).
Questo articolo, allora pubblicato dal periodico “ Nazione Siciliana “ e richiedibile presso ‘u F.N.S., forse permetterà a qualcuno di farsi una prima idea su quanto e cosa Canepa ha rappresentato e continua a rappresentare, ancora oggi, idealmente e valorialmente, per l’Indipendentismo democratico Siciliano.
Detto ciò resta inteso che Canepa e i suoi giovani compagni Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice caduti, a Murazzu Ruttu, a Randazzo, verranno, come ogni anno, lì ricordati il prossimo giugno grazie alla manifestazione organizzata da ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti .
Manifestazione a cui noi di “laquestionesiciliana” non faremo mancare pubblicità, appoggio , presenza e/o collaborazione.

sabato 17 maggio 2008

FOCUS TRINAKRIA: esaminata la situazione politica Siciliana


Riceviamo, sottoscriviamo e molto volentieri pubblichiamo.



Si è riunita,nei giorni scorsi, a Palermo, nei locali di Via Brunetto Latini, l’Assemblea del sodalizio “FOCUS TRINAKRIA “ per discutere della situazione politica siciliana. Al termine della riunione è stato diffuso il seguente comunicato stampa:

Gli Aderenti a “FOCUS TRINAKRIA – ‘ppi la Kultura Siciliana ‘nto Munnu” , letta la relazione del Presidente, Fabio Cannizzaro, lontano per lavoro, la approvano.
Concordano ed approvano il senso ed il merito dell’azione politico-culturale intrapresa per l’allargamento e la ricomposizione di una vasta area culturale indipendentista forte ed autonoma e schiettamente democratica e progressista.
Un Area che può e deve essere in grado di esprimere posizioni chiare e mai gravate da condizionamenti che non siano quelli dell’Interesse generale in nome del Popolo e della Nazione Siciliana.
Tale posizione deve è può essere sintesi del meglio della cultura siciliana, e deve altresì, tenersi lontana dalle derive populiste, demagogiche che oggi attraversano ed infeudano anche l’autonomismo e certi settori sicilianisti.
FOCUS TRINAKRIA si impegnerà sempre più affinché, anche attraverso il lavoro, si possa, di concerto con altre forze e gruppi, sinceramenti impegnati, imprimere maggior forza e visibilità all’Indipendentismo Siciliano.
A tal fine FOCUS TRINAKRIA. ribadisce che il suo impegno è proiettato, senza se e senza ma, a favorire reali, condivisi processi di aggregazione dei movimenti culturali e espressioni della società civile in nome del Popolo e della Nazione Siciliana.
Nessuno poi si nasconde, che sempre più importante e centrale è divenuto il ruolo di FOCUS TRINAKRIA che è divenuto, per una serie composita di motivi, punto di riferimento di settori notevoli dell’Indipendentismo socialmente orientato e militante.
In tale ottica deve e può avere giocato un ruolo il fatto che FOCUS TRINAKRIA ha sempre nettamente caratterizzato e pubblicizzato le proprie prese di posizione culturali e le scelte seguite a queste.
In nome dei suoi valori e dei suoi ideali FOCUS TRINAKRIA si è sempre impegnato e battuto.
Quegli stessi ideali che, oggi qui, inoltre ribadiamo, confermando la nostra convinta adesione al progetto politico-organizzativo du Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti quale espresso e sintetizzato nell’ultimo, XII° Kungressu Nazziunali.
Nello specifico inoltre FOCUS TRINAKRIA condivide e sottoscrive la scelta du F.N.S. di sganciarsi da qualsivoglia collaborazione e di proseguire per la sua strada.
Ciò significa, poi, nello specifico, che l’F.N.S. e con esso FOCUS TRINAKRIA, non sosterranno né appoggeranno direttamente alcuna lista, per le prossime Amministrative e/o Provinciali, di Giugno.
Ci riserveremo invece il compito, altrettanto importante, di essere forza di pungolo e proposta al servizio di tutti coloro che amano la Sicilia, la Nazione Siciliana e per essa si impegnano.
Ciò inoltre ci permetterà ,come FOCUS TRINAKRIA, di affinare e intensificare la nostra inziaitiva CONTRO l’ALIENAZIONE CULTURALE e CONTRO L’ASCARISMO INTELLETTUALE per il RILANCIO DELLA CULTURA NAZIONALE SICILIANA.

L’Assemblea, molto partecipata, si poi conclusa con l’ascolto dell’inno storico degli indipendentisti “ Suona la tromba intrepido ” tratto da un’aria di Bellini e con un breve ricordo di Attilio Castrogiovanni.

Palermu, 17 MAJU 2008.

giovedì 15 maggio 2008

15 MAGGIO 2008 : 62° ANNIVERSARIO DELLA EMANAZIONE DI UNO STATUTO SPECIALE DI AUTONOMIA , MAI APPLICATO INTEGRALMENTE


DAL 1946 SONO STATI CALPESTATI I DIRITTI COSTITUZIONALI DEL POPOLO SICILIANO. ED E’ STATO VIOLATO IL ” PACTUM”.



Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo



Ricorre in questi giorni il sessantaduesimo anniversario della emanazione dello Statuto Speciale di Autonomia di cui al DECRETO LEGISLATIVO N° 455 del 15 maggio 1948 , emanato dal Re d’Italia Umberto II di Savoia, e sottoscritto dai Ministri DE GASPERI, NENNI, TOGLIATTI e da tutti gli altri Componenti del Governo Italiano .
Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu colgono l’occasione per ribadire che non vi sono motivi per festeggiare l’avvenimento. Perché il Popolo Siciliano è stato offeso e tradito. Il suo Diritto all’Autonomia è stato usurpato ed è ignobilmente gestito dalle forze politiche centraliste e nemiche dell’autonomia. E talvolta ferocemente e “razzisticamente” anti-siciliane. Insomma oggi i Siciliani non sono nelle condizioni di avvalersi della specialità dello Statuto come di un prezioso strumento di democrazia e di autogoverno, nonché di elevazione economica e morale.
L’ FNS rinnova , pertanto, con indignazione e con forza, la protesta e la denunzia per la mancata applicazione integrale dello Statuto e per l’opera di smantellamento della stessa Autonomia Siciliana , perpetrate l’una e l’altra in tutti questi anni. Ed ancora oggi in corso. Nonostante il fatto che lo Statuto Siciliano facesse e faccia parte della Costituzione italiana e sia stato anche approvato dall’ASSEMBLEA COSTITUENTE con Legge Costituzionale del 31 gennaio 1948.
Nel momento in cui si parla tanto di LEGALITA’ , sono veramente incomprensibili ( o forse lo sono troppo ) le ragioni per le quali i Partiti politici di Governo e quelli di Opposizione , nonché i Moralisti di professione non abbiano mai denunziato la conseguente violazione dei diritti costituzionali del Popolo Siciliano.
Ma resta il fatto gravissimo- e non solo dal punto di vista morale – che lo Statuto Speciale di Autonomia sia stato “costruito” e vi poggi ancora oggi su un “PACTUM”, eccezionale ed unico , fra il Popolo Siciliano in armi e lo Stato italiano. Non a caso la emanazione dello Statuto fu seguita dall’AMNISTIA per i Combattenti dell’EVIS ( ESERCITO VOLONTARIO PER L’ INDIPENDENZA DELLA SICILIA ). Lo Statuto costituisce il suggello di tale PACTUM.
Disatteso e tradito il PACTUM, crolla tutto ciò che dal PACTUM ha tratto origine. Vi siano state o non le coperture e le complicità anche dei Rappresentanti, nelle Istituzioni ad ogni livello, di parlamentari e politici eletti in Sicilia.
L’ FNS auspica , tuttavia, che la nuova Assemblea Regionale ed il nuovo Governo , prendano le distanze dall’ASCARISMO politico e culturale dominante ed imprimano una decisa e decisiva inversione di tendenza a quegli orientamenti disfattisti , assunti nelle precedenti Legislature dalla stragrande maggioranza della classe politica e dei Partiti che la esprimevano ( per la circostanza in un clima di “ inciucio” e di trasversalità ). Costoro i , com’è noto , avevano dato vita ad una proposta di Legge-voto di Riforma dello stesso Statuto che cancellava, ridicolizzava e vanificava il senso dell’ Istituto Autonomistico e lo stesso RUOLO del Parlamento Siciliano.

A proposito della validità e dell’attualità dello Statuto Speciale di Autonomia , è doveroso ricordare che , -come diceva Attilio Castrogiovanni ( di cui ricorre il centesimo anniversario della nascita ),- lo STATUTO SICILIANO è la “ MAGNA CARTA “ del Popolo Siciliano “ SOLENNE ED INSOPPRIMIBILE” , Ed ha anche il merito di fare della Sicilia uno STATO FEDERALE , sui generis.
Ed infine vorremmo ricordare una “definizione” della nostra MAGNA CARTA , data a suo tempo, dallo stesso CASTROGIOVANNI e che sarebbe giusto non sottovalutare. Quella cioè che lo Statuto Siciliano non è uno Statuto qualsiasi, scritto con un qualsiasi inchiostro. NO !
LO STATUTO SICILIANO E’ STATO SCRITTO , INFATTI, CON IL SANGUE DEL POPOLO SICILIANO.-




Palermu, 15 Maju 2008.
Giuseppe SCIANO’, Segretario FNS

GLI INDIPENDENTISTI F.N.S. RIBADISCONO LA LORO DECISA VOLONTA’ DI RESTARE SOLO E UNICAMENTE AL SERVIZIO DEL POPOLO E DELLA NAZIONE SICILIANA



ANCHE A PRESCINDERE DALLE CONTINGENZE E DAI CALCOLI ELETTORALI.



Gli Indipendentisti du FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – SICILIA INDIPINNENTI (FRONTE NAZIONALE SICILIANO – SICILIA INDIPENDENTE), ribadiscono la loro netta, decisa volontà di RIPRENDERE LA PROPRIA LIBERTA’ D’AZIONE sganciandosi e dissociandosi definitivamente da qualsivoglia collaborazione con il PdSud.
Gli Indipendentisti du FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – SICILIA INDIPINNENTI ribadiscono di non essere impegnati, a nessun titolo e a nessun livello, in questa tornata elettorale.
Scelta netta e chiara che impedisce a chicchessia di definirci o considerarci corresponsabili delle scelte, decisioni o alleanze che il PdSud o altre forze autonomiste e/o sicilianiste faranno o sceglieranno di fare sia durante che dopo questa campagna elettorale.
Proseguiamo per la nostra strada.
NOI DU F.N.S., INFATTI, RESTIAMO ANCORATI AL NOSTRO PROGETTO POLITICO ED IDEALE CHE HA COME UNICI REFERENTI, OGGI E SEMPRE, LA NAZIONE ED IL POPOLO SICILIANO e in tal senso saremo sempre vicini a quanti, con cuore aperto, si battono per la Sicilia.

ANTUDU!


Palermu ,15 Maju 2008.
Il Segretario
( Giuseppe Scianò )

lunedì 5 maggio 2008

A 27 ANNI DALLA MORTE DI BOBBY SANDS


Ricorre oggi il 27° Anno della morte di Robert Gerard Sands meglio noto come Bobby Sands.
Sands era un attivista per la causa della Nazione Irlandese che appunto morì durante uno sciopero della fame nella prigione di Long Kesh nel 1981.
Noi Indipendentisti de “ laquestionesiciliana” non staremo qui a rievocare la parabola della vita di questo giovane militante irlandese, altri lo hanno fatto , a Noi qui preme ricordare l’ amore che Egli nutrì per la sua Patria e la fede nei suoi Ideali.
Chi c’era ricorda l’immensa eco che ebbe nell’opinione pubblica internazionale la morte di questo giovane apprendista capo cantiere, tanto che possiamo affermare che dopo la sua scomparsa la simpatia e anche gli aiuti al nazionalismo irlandese crebbero diffusamente.
Eppure anche se oggi tutto è cambiato,possiamo dire che è anche grazie al sacrificio di Bobby Sands se le condizioni politiche si sono evolute e se nel tempo si è giunti all’
Accordo del Venerdì Santo.
Anche noi Indipendentisti de “laquestionesiciliana” ci uniamo al coro di coloro(pochi invero) che ricordano in Lui un campione dell'Autodeterminazione e che non hanno dimenticato il suo sacrificio e rivolgiamo a lui, nella nostra lingua materna, il grido di lotta dei Vespri Nazionali Siciliani



ANTUDU BOBBY SANDS!

domenica 4 maggio 2008

GLI INDIPENDENTISTI F.N.S. SONO CONTRO QUALSIVOGLIA IPOTESI DI DIVISIONE GEOGRAFICA E POLITICA DELLA SICILIA


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Gli Indipendentisti du FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – SICILIA INDIPINNENTI (FRONTE NAZIONALE SICILIANO – SICILIA INDIPENDENTE), oggi come ieri, non condividono assolutamente qualsivoglia progetto provi o tenda a dividere e parcellizzare la Sicilia sia in province autonome o anche in altre aggregazioni artificiali.
Già in passato abbiamo contestato, contrastato e stigmatizzato proposte come quella avanzata dall’On. Enzo Bianco, volta a dividere la Sicilia in virtù della falsa dicotomia tra 2 o 3 eventuali macro-province.
A maggior ragione, oggi, contrastiamo l’ ipotesi manifestata di creare, in Sicilia, province autonome secondo il modello adottato già per le Province di Trento e Bolzano.
Appare infatti a tutti chiaro ed evidente che lì esistono condizioni storiche economiche, geopolitiche diverse dalle nostre e che quindi ciò che va bene nelle terre del profondo Nord Continentale e dell’Edelweiss non è pedissequamente riproponibile in Sicilia.
In ragione di ciò e di molto altro diciamo, quindi, NO al senso e alla ratio della infelice proposta avanzata da Erasmo Vecchio, per conto dei Meridionalisti del PdSud, di creare una provincia autonoma nell’ambito catanese.
Noi Indipendentisti du FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – SICILIA INDIPINNENTI mai abbiamo adito a dubbi sulla nostra complicità ad una simile iniziativa.
Meglio dichiariamo pubblicamente, apertamente di essere contrari ad essa e che anzi la contrasteremo politicamente.
Detto ciò annunziamo anche che interrompiamo, ora e già, qualsivoglia collaborazione con il PdSud.
Oggi e sempre Noi indipendentisti F.N.S. riaffermiamo che la Sicilia, l’Arcipelago Siciliano è una realtà culturale, storica e politica indivisibile ed universalmente riconosciuta.
Diciamo ,dunque, NO a qualsivoglia progetto di divisione della NAZIONE SICILIANA!

Palermu ,04 Maju 2008.




Il Segretario

( Giuseppe Scianò )





FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – SICILIA INDIPINNENTI
VIA BRUNETTO LATINI 26 - 90141 PALERMO
Tel.091 329456 – email:
fnsme@yahoo.it - fnsct@yahoo.it
Internet: –
www.fns.it
http://indipendenzasicilia-fns.ilcannocchiale.it

sabato 3 maggio 2008

LA VERTENZA PER LA DEFISCALIZZAZIONE È PARTE IMPORTANTE ED IRRINUNCIABILE DELLA QUESTIONE SICILIANA


GLI INDIPENDENTISTI DU FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU -SICILIA INDIPINNENTI (FRONTE NAZIONALE SICILIANO –SICILIA INDIPENDENTE ) SPIEGANO A “laquestionesiciliana”(lqs) IL SENSO E LE PROSPETTIVE DELLA LORO, DELLA NOSTRA LOTTA IN FAVORE DI UNA DELLE RIVENDICAZIONI STORICHE ED IRRUNCIABILI DU F.N.S. , CHE È PARTE DELLA BATTAGLIA, DEMOCRATICA E NON VIOLENTA, PER LA LIBERTÁ E I DIRITTI DEL POPOLO E DELLA NAZIONE SICILIANA.




Abbiamo rivolto a Fabio Cannizzaro, Vice Segretario degli Indipendentisti di lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU - SICILIA INDIPINNENTI (FRONTE NAZIONALE SICILIANO –SICILIA INDIPENDENTE ) in occasione del 1° Maju, Festa dei “Travagghiaturi” e quindi di tutto ‘u Populu Sicilianu, alcune domande su quella VERTENZA INDIPENDENTISTA, che più di altre è percepita a livello di senso popolare come "GIUSTA" ed IRRINUNCIABILE e che da sempre caratterizza e connota l’azione sociale e politica du F.N.S. –Ci riferiamo alla DEFISCALIZZAZIONE del prezzo della BENZINA e degli altri DERIVATI del PETROLIO.Una questione che grazie all’ostinazione du FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU - SICILIA INDIPINNENTI vede malgrado i tentativi della politica centralista ancora aperta la VERTENZA tra Stato Italiano e Popolo Siciliano.






Lqs – Cannizzaro, Ci puoi ricordare la Vostra ( N.d.R. du F.N.S.) posizione in merito alla DEFISCALIZZAZIONE del prezzo della Benzina e degli altri derivati del Petrolio?


Cannizzaro –Presto Detto. Noi pensiamo che sia giunto il momento di riconoscere alla Sicilia, ai Siciliani la proprietà di ciò che secondo senso e buon senso già appartiene loro. Mi riferisco alla proprietà e alla disponibilità degli Idrocarburi che sono estratti dal sottosuolo siciliano.
All’interno di questa battaglia politica ed economica Noi riconosciamo ed indichiamo pragmaticamente delle fasi. La prima di queste fasi è quella appunto della DEFISCALIZZAZIONE”.


Lqs – Spiegaci meglio?


Cannizzaro –Noi crediamo che sia giunto, da tempo, il momento di ottenere uno sgravio delle tasse, delle Accise come tecnicamente sono chiamate, che lo Stato Centrale pone ed impone alla Sicilia che consuma i prodotti petroliferi che essa stessa produce.
Noi qui in Sicilia, non può e non deve essere dimenticato, estraiamo e raffiniamo una ingentissima quota della cosiddetta produzione “italiana”.
In buona sostanza ci assumiamo, senza vantaggio alcuno, di sostenere i costi ecologici, economici e di salute legati alla raffinazione venendo di fatto così derubati 2 volte.
La prima della disponibilità e del possesso della strategica RISORSA-PETROLIO e la seconda volta attraverso l’inquinamento e l’abbassamento dei livelli della qualità della vita nelle zone delle raffinerie e quindi dell’intera Sicilia.Tutto ciò è insopportabile ed è percepito giustamente, a livello diffuso, come una ODIOSA INGIUSTIZIA”.


Lqs – E allora?


Cannizzaro –Bisogna cambiare le cose. Guarda non è certo casuale che la vertenza DEFISCALIZZAZIONE sia cavalcata da molti, non ultimi ora certi convertiti all’autonomismo.
Costoro spesso però la usano come un mero argomento retorico.
Non fanno, fors’anche perché sanno, che la DEFISCALIZZAZIONE è il primo evidente, concreto passo per la PRESA DI COSCIENZA IDENTITARIA del POPOLO SICILIANO . Per questo la temono e nei fatti, al di là delle parole e delle promesse, hanno impedito ed impediscono la sua attuazione”.


Lqs – Ma la defiscalizzazione è già prevista in altre zone dell’ Italia?


Cannizzaro –Certo è a tutti ben noto il fatto che esistono nella forma-stato Italia , anzi in Nord Italia alcuni precedenti. E aggiungo che essi non sono né casuali né fortuiti, ma fanno parte della visione complessiva che i poteri forti italiani hanno concretamente del tipo di rapporto che deve esistere tra Nord e Sud, tra Nord e Sicilia “.


Lqs –Chiarisci meglio questo passaggio?


Cannizzaro –È a tutti universalmente noto l’insieme dei vantaggi che la DEFISCALIZZAZIONE produrrebbe per l'economia siciliana, come del resto è a tutti altrettanto chiaro che questa avrebbe benefici influssi anche sulla vita concreta della famiglie siciliane.
Eppure ci si ostina a negarla. Noi siamo convinti che si tratti di una scelta sistematica e di sistema. Si sa, si comprende nella “stanza dei Bottoni”, stanza areata con il "vento padano", che una simile chance potrebbe avere effetti incontrollati che potrebbero, in prospettiva, mutare il ruolo servile ma importantissimo di meri consumatori assegnato ai Siciliani e ai Meridionali continentali.
Comprendi bene che non si deve svegliare il can che dorme… ".-


Lqs –Sei allora pessimista?


Cannizzaro –Non è questa la mia prospettiva. Io credo e con me ‘u F.N.S. che anche se la DEFISCALIZZAZIONE è invisa e non funzionale ai “poteri forti” Nord Continentali è pur vero che è sempre più percepita dai siciliani, anche da quelli che ancora si sentono italiani, come DOVUTA e NECESSARIA.
Detto ciò è verosimile pensare che se come è vero, le parole hanno sempre conseguenze, i cosiddetti autonomisti e meridionalisti in servizio permanente effettivo, dovranno dire ai loro referenti politico-economici romano-padani che la Gente, il Popolo di Sicilia non può e non vuole evidentemente più aspettare come DONI ciò che è dovuto in quanto evidentemente LORO.
Quindi è verosimile pensare che, nel breve o medio termine, la DEFISCALIZZAZIONE diverrà realtà."


Lqs –Cosa accadrà allora?


Cannizzaro –In buona sostanza dipende da Noi. Ovvero quando ciò è verosimile pensare che accadrà toccherà agli Indipendentisti ed ai settori più militanti del Sicilianismo cogliere l’opportunità e come si diceva una volta inserire le CONTRADDIZIONI.
Saremo allora chiamati a dare senso e prospettiva alla DEFISCALIZZAZIONE.
Perché ricordiamo a tanti anche nell’area Sicilianista che la battaglia per la DEFISCALIZZAZIONE non è meramente economica e/o energetica, ma ha in sé importanti, imprescindibili riferimenti politici.
Riconosciuto il diritto alla DEFISCALIZZAZIONE dovremo impegnarci per difendere e difenderci dalla ben nota spregiudicatezza e dai voraci appetiti della classe politica centralista.
Vengo e mi spiego. Ottenuta la dovuta riduzione delle Accise non potremo e soprattutto non dovremo fermarci lì.Inizierà una fase politica volta a ottenere, da posizioni politiche di forza, (le uniche riconosciute) il pieno possesso del BENE IDROCARBURI SICILIANI.
Sarà una battaglia dura e soprattutto senza esclusione di colpi. In ballo sono fortune enormi. Fortune che Noi dobbiamo restituire alla fruizione e alla disponibilità di Tutto, ma proprio TUTTO il POPOLO SICILIANO. "


Lqs – Quali Saranno i rischi?


Cannizzaro –Avremo anche in questa fase l’appoggio di una parte della partitocrazia, anche di quell’humus umano e politico che da sempre è il “compost” dell’Ascarismo.
Ascarismo intorno al quale maturano interessi personali e anche fortune economiche. Questi avvertiranno l’occasione e la possibilità di sottrarre, a cose fatte, il possesso degli Idrocarburi al Popolo Siciliano per deviarne e dirottarne introiti e proprietà verso i soliti canali di finanziamento e pascimento della politica politicata.
Noi ben sappiamo già tutto ciò. E quindi occorre evitarlo dall’inizio.
Noi certo non possiamo né vogliamo evocare o invocare “ tribunali della coscienza” ma semmai possiamo invece vigilare, politicamente, affinché questi
“soliti noti” siano tenuti lontani dalla “cassa” che in democrazia significa lontani dal momento politico decisionale.
Per fare ciò occorre costruire consenso politico ad un progetto ampio, complesso e condiviso di SICILIA PER E NEL FUTURO."


Lqs – E dunque tutto collegato?


Cannizzaro –Ebbene sì. Se vogliamo avere la defiscalizzazione, e poi trarne vantaggi, grandi e piccoli, personali e comunque comunitari, dobbiamo costruire CONSENSO per il Partito Indipendentista, per ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu- Sicilia Indipinnenti.
Ricordiamoci che non esiste alcuna reale riforma se essa non è proiettata ad e in una LOGICA DI SISTEMA.
Quando Noi Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu- Sicilia Indipinnenti parliamo di DEFISCALIZZAZIONE, Noi stiamo pensando ad un MODELLO ALTERNATIVO, NUOVO e ORIGINALE di SICILIA in cui grazie al possesso collettivo e comunitario del BENE PETROLIO ( oggi sempre più strategico) sia possibile finanziare una RINASCITA ECONOMICA, SOCIALE della SICILIA e dei SICILIANI.
Cominceremo, dapprima a favorire una politica coordinata volta a contrastare,ridurre ed eliminare gli INQUINAMENTI, i DANNI ALL' AMBIENTE, al PAESAGGIO , ALLA SALUTE UMANA e alla QUALITA' DELLA VITA dei tanti Siciliani, donne, bambini ed uomini, che ,a seguito dello sfruttamento e la raffinazione degli Idrocarburi, sono stati ad oggi DANNEGGIATI o peggio.
Questi Siciliani, i loro familiari o eredi devono sapere che se saremo messi in condizione di farlo Noi li RISARCIREMO.
Vogliamo poi che si sappia che agiremo ed opereremo anche sui e per i LUOGHI coinvolti.
Queste parti della Sicilia, dell’Arcipelago Siciliano verranno bonificate, risanate, riprisitnate, e RESTITUITE ALLA LORO INTEGRITA' di parte della Sicilia, della NAZIONE SICILIANA.”


Lqs – Tornando all’oggi, in attesa che siate messi in condizione di fare ciò ,e speriamo sinceramente, anche molto altro per la nostra Sicilia, adesso cosa si può e deve fare?


Cannizzaro –Anzitutto nessuno pensi che la DEFISCALIZZAZIONE possa esserer spacciata come una sorta di gentile regalo o peggio possa ingenerare in alcuni PARTITOCRATI l’idea che segni una sorta di PAREGGIAMENTO per cui in cambio della DEFISCALIZZAZIONE i Siciliani rinuncieranno alla PROPRIETA’ del Petrolio e con essa al loro Futuro.
Non passi inoltre in mente a nessuno che la DEFISCALIZZAZIONE segni la fine o peggio il condono o l’oblio riguardo le responsabilità personali e politiche che hanno contribuito allo scempio ecologico di ampie parti della nostra Sicilia.
Nel concreto Noi crediamo che oggi la battaglia per la defiscalizzazione debba e possa essere collegata e rapportata a quella per nulla secondaria, che sempre Noi du Frunti Nazziunali Sicilianu, du F.N.S. COMBATTIAMO, soli ma non isolati, per la difesa e l'applicazione integrale dello STATUTO SPECIALE DI AUTONOMIA nella versione originaria.
Quello Statuto del 1946, ottenuto con il sangue dal Popolo Siciliano e non certo gentilmente concesso. Carta Statutaria di dignità Costituzionale che attribuisce diritti ampi ,anche in questo campo, al nostro Popolo.
Nella concretezza politica, consci di essere forza sociale, culturale politica, ma esclusi , ad oggi, dalla rappresentanza Parlamentare.
Noi , ben sapendo ciò vigileremosui i pericoli prossimi; pungoleremo, incalzeremo il nuovo Governo Regionale, la sua Maggioranza e il Presidente Lombardo affinché la DEFISCALIZZAZIONE divenga realtà.
Parimenti lavoreremo poi per passare alle successive, ineludibili fasi che alla sua conquista si legano.
Il POPOLO SICILIANO stia tranquillo ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti farà fino in fondo il suo dovere".

Lqs – Che dire se non buon lavoro!

Cannizzaro –
Buon lavoro a noi tutti ,anche a Voi di “laquestionesiciliana - lqs” che siete e sempre più dovrete essere parte attiva, come tutti i Siciliani di tenace concetto, di questo progetto che è una sfida per il futuro della NAZZIUNI e di lu POPULU SICILIANU".

ANTUDU!


venerdì 2 maggio 2008

SICILIA, ISRAELE, LA FIERA DEL LIBRO DI TORINO E...


Riceviamo e convintamente pubblichiamo la presa di posizione presa in data 25 Aprile e diffusa poi nei giorni successivi.



Chi ci conosce, chi ci segue sa quali sentimenti di amicizia ci legano,storicamente e culturalmente, come Nazione e come Partito, al Popolo e alla Nazione Israeliana.
Chi ci conosce sa, per averne Noi ampiamente e pubblicamente discusso, quali e quante evidenti, commoventi analogie accomunano i Popoli Israeliano e Siciliano.
Chi ci conosce sa che questo nostro profondo rispetto per Israele, per la sua Democrazia, per il Sionismo democratico e socialista, non ci impedisce tuttavia, come si fa tra veri amici, talvolta di avanzare riserve e ove necessario anche critiche alla Democrazia Israeliana.
Chi ci conosce sa anche che abbiamo rispetto per la Questione Palestinese e sa anche che auspichiamo DUE Stati sovrani, indipendenti, democratici e pacifici.
Chi ci conosce non può né deve stupirsi se oggi Noi Indipendentisti di lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU - SICILIA INDIPINNENTI (FRONTE NAZIONALE SICILIANO –SICILIA INDIPENDENTE ) sosteniamo l’opportunità, la necessità culturale, e quindi anche politica, che nessun boicottaggio avvenga durante la Fiera del libro di Torino, dedicata, quest’anno, alla letteratura Israeliana ( nel senso della letteratura dello Stato Ebraico).
Chi ci conosce sa che Noi saremo idealmente vicini ad Israele e agli Ebrei Italiani, consci che qualsivoglia forma, forbita o meno di boicottaggio ANTISIONISTA, cela, quasi sempre, gratta gratta, una detestabile forma di ANTISEMITISMO.
Per questo motivo Noi giorno 8 maggio c.a. compreremo il “Il Riformista”(è pubblicità?No, Si, chi se ne frega!) e sventoleremo, qui, dalla Capitale Siciliana,la bandiera con la stella di Davide, che il quotidiano “arancione” allegherà.
Sappiate che con essa sventolerà anche le bandiera con la Trinakria, la Bandiera del Popolo e della Nazione Siciliana.
Un Popolo che anch’esso ha subito e vive una grande DIASPORA nel Mondo. Un Popolo quello Siciliano che una volta un nostro poeta defini “Ebrei del Sud”.
Agli Amici Palestinesi Noi diciamo, con fermo rispetto, che se essi sapranno e vorranno superare i pregiudizi e i tanti odi sedimentatisi negli anni, avranno, nei prossimi anni, l’occasione, il modo e i mezzi di creare la loro tanto agognata PATRIA PALESTINESE.
Ma deve essere chiaro a Loro, ai loro supporter e/o ultra che la costruzione nazionale palestinese non può avere come sua base una nuova Naqba quale la auspicata distruzione di Israele e della sua Democrazia.
L’unico modo per creare realmente oggi una Palestina Indipendente è imparare a convivere con Israele, con la Democrazia Israeliana. Non c’è alternativa.
In conclusione Noi Indipendentisti di lu F.N.S. siamo e saremo a fianco della Cultura e della Letteratura Israeliana, convinti che la CULTURA E’ LIBERTA’, E LA LIBERTA’ E’ AUTODETERMINAZIONE.
Tutto ciò assume un ancor più forte valore simbolico a ridosso del prossimo sessantesimo anniversario (1948- 2008 )della fondazione di Israele.

ANTUDU ISRAELI!
ANTUDU SICILIA!

ENGLISH VERSION


SICILY, ISRAEL, THE FAIR OF THE BOOK IN TURIN E...


Those that know Us, those that follow Us know what feelings of friendship tie us, historically and culturally, as Nation and as Party, to the People and the Israeli Nation.

Those that know Us know, to broadly have Us and publicly discussed of this, what and how much evident, touching analogies unite the People Israeli and Sicilian.

Those that know Us know that this depth of ours respect for Israel, for his Democracy, for the democratic and socialist Zionism, it doesn't prevent us nevertheless, as it does him among true friends, sometimes to advance reserves and where necessary also criticisms to the Israeli Democracy.

Those that know Us also know that we have respect for the Palestinian Question and they also know that we wish Two States sovereign, independent, democrats and pacific.

Those that know Us are not able neither they have to surprise themselves if today Us Independentists of the FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU - SICILIA INDIPINNENTI (Sicilian National Front - Independent Sicily) we sustain the opportunity, the cultural necessity, and therefore politics, that any boycotting happens during the Fair of the book in Turin, devoted also, this year, to the Israeli literature (in the sense of the literature of the Jewish State).


Those that know Us know that We will ideally be near to Israel and to the Italian Hebrews, aware that any form, furbished or less than boycotting ANTI-ZIONIST, conceals, it almost always scratches, it scratches, a detestable form of ANTI-SEMITISM.


For this motive Us the day 8 May we will buy the "The Riformista" (It 's advertising?No, You, who rubs!) and we will wave, here, from the Sicilian Capital, the flag with the star of David, that the daily paper "orange" it will give.


You know that with it it will also wave the flag with the Trinakria, the Flag of the People and the Sicilian Nation.


A People that also it has suffered and a great DIASPORA lives in the World. A People that Sicilian that once one poet of ours defined "Hebrews of the South".

To the Palestinian Friends we say, with respect, that if they will know and they will want to overcome the prejudices and the so many hates him in the years, they will have, in the next years, the occasion, the way and a the halves to create theirs very craved Palestinian Homeland. But it has to be clear to Yours, to their supporters, to theirs ultras that the palestinian national construction cannot have as her base a new “Naqba” what the auspicious destruction of Israel and its Democracy.


The only way to create today really Independent Palestine is to learn to cohabit with Israel with the Israeli Democracy. There is not alternative. Us Independentists of the F.N.S. we are and we will be beside the Culture and of the Israeli Literature, We am in fact convinced that the Culture is Liberty, and the Liberty is Self-Determination.

All of this still assumes a stronger symbolic value behind the next sixtieth one anniversary (1948 - 2008) of the foundation of Israel.


ANTUDU ISRAEL!
ANTUDU SICILY!



French Version


SICILE, ISRAËL, LA FOIRE DU LIVRE DE TURIN ET...



Ceux qui nous connaissent, ceux qui nous suivent savent quels sentiments d'amitié nous lient, historiquement et culturellement, comme Nation et comme Parti, au Peuple et à la Nation Israélienne.


Ceux qui nous connaissent savent, pour en avoir Nous amplement et publiquement discuté, quel et combien évidents, analogies émouvantes rapprochent les Peuples Israélien et Sicilien.

Qui nous connaît il sait que notre profondeur respect pour Israël, pour sa Démocratie, pour le Sionisme démocratique et socialiste, il ne nous empêche pas cependant, comme il se fait entre vrais amis, parfois d'avancer réserves et où nécessaire aussi critiques à la Démocratie Israélienne.

Qui nous connaît il sait aussi que nous avons respect pour la Question palestinienne et il sait aussi que nous souhaitons DEUX États souverains, indépendants, démocrates et pacifique.

Qui nous connaît il ne peut ni il doit s'étonner si aujourd'hui Nous Indépendantistes de lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU - SICILIA INDIPINNENTI (FRONT NATIONAL SICILIEN - SICILE INDÉPENDANTE ) soutient l'opportunité, la nécessité culturelle, et ensuite aussi politique, qu'aucun boycottage n'arrive pendant la Foire du livre de Turin, dédiée, cet an, à la littérature Israélienne, dans le sens de la littérature de l'État Hébreu.
Ceux qui nous connaissent savent que Nous serons voisins idéalement à Israël et aux Juifs Italiens, forme consciente que n'importe quel essuyée ou moins de boycottage ANTI-SIONISTE cache, il gratte presque toujours, il gratte, une forme détestable d'ANTISÉMITISME.

Pour ce motif Nous jour le 8 mai nous achèterons le "Il Riformista" et nous agiterons, ici, de la Capitale de la Sicile, le drapeau avec l'étoile de Davide, que la "orange" quotidienne offrira.

Vous sachiez qu'avec elle il agitera le drapeau aussi avec le Trinacria, le Drapeau du Peuple et de la Nation Sicilienne.
Un Peuple qu'aussi il a subi et un grand DIASPORA vit dans le Monde. Un Peuple le Sicilien qu'une fois notre poète définit "Juifs du Sud " .

Aux Amis Palestiniens Nous disons, avec respect, que si ils savent et ils voudront dépasser les préjugés et les beaucoup de haines sédimentées le dans les ans, ils auront, en les prochains ans, l'occasion, la manière et les demi de créer les eux très convoitée PATRIE PALESTINIENNE.

Mais il doit eux être clair à, à leur supporter, aux eux ultras que la construction nationale palestinienne ne peut pas avoir comme sa base un nouveau Naqba quel la destruction souhaitée de l'Israël et de sa Démocratie.

La manière unique pour aujourd'hui créer une Palestine Indépendante réellement est apprendre à cohabiter avec Israël avec la Démocratie Israélienne. Il y n'a pas alternative.

En conclusion Nous Indépendantistes de lu F.N.S nous sommes et nous serons de la Culture et de la Littérature Israélienne de côté, convaincus que la CULTURE EST LIBERTÉ, ET LA LIBERTÉ EST AUTODÉTERMINATION.

Tout ceci assume encore un valeur symbolique plus forte à l'abri du prochain soixantième anniversaire (1948 – 2008) de la fondation de l'Israël.

ANTUDU ISRAËL !
ANTUDU SICILE !








CASTIGLIAN VERSION

SICILIA, ISRAEL, LA FERIA DEL LIBRO DE TURÍN Y...



Quien nos conoce, quién nos sigue sabe cuáles sentimientos de amistad nos atan, históricamente y culturalmente, como Nación y como Partido, al Pueblo y a la Nación Israelí.

Quien nos conoce sabe, para tener de ello Nosotros ampliamente y públicamente controvertido, cuales y cuánto evidentes, conmovedoras analogías aúnan los Pueblos Israelí y Siciliano.

Quien nos conoce sabe que este nuestro profundo respeto por Israel, por su Democracia, por el Sionismo democrático y socialista, no nos impide sin embargo, como se hace entre verdaderos amigos, a veces de avanzar reservas y donde necesario también críticas a la Democracia Israelí.

Quien nos conoce también sabe que tenemos respeto por la Cuestión Palestina y también sabe que deseamos DOS Estados soberanos, independientes, demócratas y pacífico.

Quien nos conoce no puede ni tiene que asombrarse si hoy Nosotros Independentistas de lu FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU - SICILIA INDIPINNENTI (FRENTE NACIONAL SICILIANA - SICILIA INDEPENDIENTE ) sustenta la oportunidad, la necesidad cultural, y por lo tanto también política, que ningún boicot ocurra durante la Feria del libro de Turín, dedicada, este año, a la literatura Israelí, en el sentido de la literatura del Estado Hebreo.

Quien nos conoce sabe que Nosotros estaremos idealmente cercanos a Israel y a los Judíos italianos, conscientes que qualsivoglia forma, refinada o menos que boicot ANTI-SIONISTA, cela, casi siempre, rasca rasca, una detestable forma de ANTI-SEMITISMO.

Por este motivo Nosotros día 8 de mayo compraremos el "El Reformista" y agitaremos, aquí, del Capital Siciliana,la bandera con la estrella de Davide, que el cotidiano "color naranja" alegará.

Sepáis que con ella también agitará la bandera con el Trinakria, la Bandera del Pueblo y la Nación siciliana.
Un Pueblo que también ello ha padecido y vive una gran DIÁSPORA en el Mundo.
Un Pueblo aquel siciliano que una vez un poeta nuestro definió a "Judíos del Sur".

A los Amigos Palestinos Nosotros decimos, con firme respeto, que si ellos supieran y querrán superar los prejuicios y los muchos odios sedimentados él en los años, tendrán, en los próximos años, la ocasión, el modo y los medios de crear la ustedes mucho anhelada a PATRIO PALESTINO.

Pero tiene que estar claro a Ellos, a sus forofos, a los ustedes ultras que a la construcción nacional palestino no puede tener su base como un nuevo Naqba cuál la agorada destrucción de Israel y su Democracia.

El único modo para realmente crear hoy una Palestina Independiente es aprender a convivir con Israel, con la Democracia Israelí. No existe otra alternativa.

En conclusión Nosotros Independentistas de lu F.N.S somos y seremos a lado de la Cultura y de la Literatura Israelí, convencidos que la CULTURA ES LIBERTAD, Y LA LIBERTAD ES AUTODETERMINACIÓN.
Todo eso todavía asume uno más fuerte valor simbólico al reparo el próximo sexagésimo anniversario (1948 – 2008) de la fundación de Israel.

¡ANTUDU ISRAEL!
¡ANTUDU SICILIA!