martedì 14 aprile 2009

KI FARI? 1999: UNA ANALISI DOPO 10 ANNI ANCORA ATTUALE







Nell’oramai lontano 1999, a novembre, il numero unico del periodico “Il Siciliano” editato nella bella città di Riposto pubblicava un intervento di Fabio Cannizzaro , oggi Vice Segretario F.N.S..
Sono trascorsi quasi dieci anni eppure l’analisi di Cannizzaro è e resta attuale.

Riflettere su scritto e sulla attualità a 10 anni da allora sembra doveroso ed è appunto ciò che “laquestionesiciliana” vuole fare riproponendoVi integralmente quell’articolo ancor oggi lungimirante.

BONA LITTURA





Ricercare la Vera Unità Sicilianista


Rifiutando Logiche Carrieristiche e Personalismi





Esistono all'interno del sicilianismo divergenze profonde, significative di natura non solo tattica ma anche strategica.
Tali divergenze hanno prodotto forme, momenti politici ed organizzativi diversi e spesso divergenti. Queste sono state avvertite, da molti, nel movimento, come la causa della "debolezza" del sicilianismo.
E' una analisi che come sicilianista e dirigente du Frunti Nazziunali Sicilianu - Sicilia 'Ndipinnenti non mi sento assolutamente di condividere. L'irriducibilità del sicilianismo ad un solo soggetto politico è un dato di fatto, che, in quanto tale, non deve essere nè esaltato nè demonizzato, esso va, semmai, analizzato. Nel farlo occorre conto che esistono due diverse, opposte idee e prospettive di unità.
Una mira più all'unificazione dei movimenti sicilianisti; l'altra proiettata, invece, verso l'unità dei militanti sicilianisti, cioè verso l'unità del Popolo Siciliano.
Ricapitoliamo: le due teorie hanno quindi fini e referenti diversi. La prima di tipo verticale e verticistico pone come suo orizzonte di riferimento l'elettoralismo; l'altra, invece, orientata socialmente esprime una tensione orizzontale e lineare. Gli "unificazionisti" ritengono che occorra tentare l'incontro, la sommatoria di tutte le forze sicilianiste esistenti in un "contenitore-partito" che, in virtù, di un assioma-dogma, già di per sè garantirebbe, in sede elettorale, il successo del sicilianismo. E' per contendersi il modello tentato da "Noi Siciliani" poi micragnosamente imploso ed i cui epigoni, divisi in più
tronconi, l'uno contro l'altro armati, sono spesso attraversati da personalismi e/o collateralismi.
E' questa ipotesi, a mio, a nostro avviso, venata di determinismo. Ci troviamo innanzi ad una teoria profondamente quanto irrazionalmente sbilanciata. I suoi fautori confondono, infatti, il pur importante "mezzo-momento" elettorale con la totalità del progetto, politico ed ideale, sicilianista. Così facendo costoro dimenticano o sottovalutano le ragioni ed il senso della lotta sociale e politica dei sicilianisti nella realtà quotidiana. Essi mostrano quindi una accanita propensione che sfocia, poi, quasi inevitabilmente, nel mero impegno elettoralistico con i suoi strascichi qualunquistici e squalificanti. Volti spesso e volentieri non solo a frenare l'azione politica ma addirittura a soffocare la scelta indipendentista diluendola e mortificandola intorno a ragionamenti opportunistici. L'altra ipotesi, invece, apertamente propugnata da 'u Frunti Nazziunali Sicilianu ma anche, ad esempio, dall'Alleanza per la Sicilia Democratica, si aggettiva e si qualifica diversamente.
Per Noi l'unità è e resta un valore fondante, irrinunciabile ma appunto per questo motivo va costruita con attenta ponderazione, partendo da un progetto di Società equo, libero e che muova dal basso; cioè dai militanti sicilianisti: dagli uomini e dalle donne parte di questa avanguardia politica del Popolo Siciliano che condividono un tale progetto.
Si comprenderà meglio, ora, che non ci troviamo innanzi a sottigliezze, a
sofismi.
La questione è politicamente sostanziale e riguarda il futuro stesso del sicilianismo. Potremmo mai pensare ad un partito unico in cui non si colga all'unisono, senza remore ne tatticismi, ad esempio, l'importanza di una lotta senza quartiere al fenomeno mafioso?
Domandiamoci dunque Unificazione od unità?
Noi Indipendentisti du F.N.S. crediamo che, al di là, delle differenze politiche ed organizzative, accettare o transigere verso la logica "elezionista" significherebbe sacrificare ed immiserire le nobili ragioni, politiche, economiche, culturali e sociali del sicilianismo. Ragioni che, ricordiamolo, sono espressione politica coerente dell'irrisolta QUESTIONE SICILIANA. Confondere, allora, come fanno certi settori, sicuramente minoritari, le aspirazioni, i bisogni del nostro Popolo con le paturnie elettoralistiche di gruppi, comitati e/o singoli è una volgarizzazione del sicilianismo sia esso indipendentista, autonomista o federalista poco importa. Tale propensione al carrierismo, sia pure ammantata da un generico, qualunquistico regionalismo senz'anima cozza con il nostro Ideale, con la nostra azione, con la nostra storia oltrechè confligge con i bisogni del popolo Siciliano. Non potendo, non volendo Noi Indipendentisti rinunciare alle nostre ragioni ideali, politiche ed organizzative, da tempo, pienamente confortati, dagli esiti del nostro X congresso nazionale, abbiamo scelto di operare ed adoperarci per l'unità dei sicilianisti operando attraverso il proselitismo nella società siciliana, diversamente da altri non siamo interessati al gioco, del tutto autoreferenziale, delle "scatole sicilianiste".
Gioco dove "Generali" sicilianisti senza eserciti, senza prospettive ma sempre ottimi piazzisti di se stessi e dei loro minuscoli entourage brigano per riproporre i vecchi modelli della partitocrazia centralista.




Fabio Cannizzaro

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