Dopo il recente viaggio del Presidente degli Stati Uniti d’America, George W. Bush in Israele e Cisgiordania è ovviamente il momento dei primi sia pure parziali bilanci.
Durante il suo viaggio nello Stato d’Israele il Presidente statunitense si è dichiarato impegnato, diremmo Noi, senza se e senza ma, per giungere ad una soluzione dell’annosa questione israelo-palestinese.
Arrivare alla pace è il dichiarato obiettivo del Presidente e della sua Amministrazione prima della naturale scadenza del suo mandato.
Ancora una volta Bush ha chiesto ai paesi arabi di "tendere la mano" a Israele, allo Stato Israeliano.
Solo il tempo ci dirà quale effetto avranno le parole dell’uomo ritenuto, non a torto, il più potente del pianeta.
E’ tuttavia è inutile attendersi miracoli repentini. Nondimeno si può comunque, a nostro avviso, essere prudentemente ottimisti.
Certo l’altra richiesta di Bush troverà forse ( chissà ? ) più attenti i Paesi arabi.
Bush chiederà loro, infatti, di aiutare economicamente il Governo dell’Autorità palestinese di Ramallah.
In ogni caso il Presidente Bush come era atteso ha incassato l’appoggio fattivo della democrazia israeliana ( eccezion fatta per l’ultradestra ), delle sue due massime cariche politiche del Paese: il primo ministro Ehud Olmert ed il presidente Shimón Peres nonchè dell’Autorità Nazionale Palestinese.
Di sicuro c’è solo al momento una cosa e cioè la promessa fatta alla partenza da Bush.
Egli ha infatti detto che ritornerà in Israele, a maggio, per partecipare alla celebrazione del 60 anniversario della Fondazione dello Stato d’Israele.
Va Poi sottolineato che gli U.S.A. stanno cercando di trovare soluzioni eque e in tal chiave vanno inquadrate le dichiarazioni di James Jones, inviato U.S.A.per il Medio Oriente, che non ha escluso, a reciproca garanzia delle due parti, l’invio in Cisgiordania di un contingente NATO per monitorare il passaggio tra Israele e l’A.N.P. Una proposta che spazza ogni possibile idea sulla “partigianeria” U.S.A. per Israele.
A margine poi del viaggio del Presidente U.S.A. vanno registrate anche le dichiarazioni dell’inviato speciale del Quartetto per Medio oriente,ed ex primo ministro del Regno Unito, Tony Blair , che si è dichiarato moderatamente ottimista sul processo di pace in Medio Oriente. Egli ha poi inoltre affermato che, a suo avviso, ci sarà un accordo di pace a fine anno.
Blair dopo avere avuto un incontro con George W. Bush ha detto che è del tutto possibile avere un accordo di pace alla fine dell’ anno e quindi prima della fine del Mandato presidenziale di Bush.
Blair ha poi invitato tutti a non sottovalutare in alcun modo nè la determinazione di Bush né quella della Segretaria di Stato, Condoleezza Rice, né tantomeno quella forse più prosaica ma non meno definita delle leadership israeliana e palestinese.
Particolarmente importante e da non sottovalutare poi la dichiarazione di Blair per cui: “ La gente in Israele non vuole pagare qualunque prezzo per il desiderio che ha il mondo che si giunga ad un accordo di pace, e lo capisco perfettamente. Sono un fermo difensore dello Stato dell'Israele, ed un accordo dovrebbe prodursi solo in condizioni che garantiscano la sicurezza di quel Paese.
Sono queste parole equilibrate, di buon senso e sentire, che ci testimoniano come esistano, anche nel corpo della sinistra laburista, socialista e socialdemocratica, una attenta maturata visione del ruolo e dei diritti della democrazia e del Popolo israeliano. Pur tuttavia Infine l’ex premier britannico Blair ha riconosciuto la difficoltà di risolvere lo status di Gerusalemme e insieme ha auspicato per che si metta fine alla "occupazione" dei Territori da parte di Israele.
Noi de “ laquestionesiciliana” siamo da tempo impegnati e con noi da ancor prima le due organizzazioni a cui ci ritroviamo vicini culturalmente e politicamente, Focus Trinakria e Frunti Nazziunali Sicilianu , a dire che occorre trovare una soluzione sintetizzabile in : due Stati, due Popoli, due Democrazie.
Siamo dunque anche Noi speranzosi e fiduciosi che si possa advenire, entro il 2008, ad una soluzione pacifica e negoziata che riconosca parimenti i diritti del Popolo e della Nazione Palestinese e del Popolo e della Nazione Israeliana relegando a ricordo lo strisciante antiebraismo e antisemitismo che spesso pregna e traversa le analisi e i giudizi sulla questione israelo palestinese.
Ciò è importante per Noi indipendentisti che nello Spazio geopolitico mediterraneo e mediorientale intravediamo come fondamentale il nostro ruolo di Società, Popolo e Nazione, sia pure oggi senza Stato.
Si dovranno dunque risolvere le questioni aperte della Road Map. Siamo convinti che ciò sia nell’interesse sia del Popolo Palestinese che di quello Israeliano.
Paci Oj!
Pace Oggi!
Nessun commento:
Posta un commento