venerdì 18 gennaio 2008

Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo, scusandoci, con voi lettori, per non aver potuto "postare" prima, causa forza maggiore, questa nota.


12 GENNAIO 2008. NELLA RICORRENZA DEL 160° ANNIVERSARIO DELLA RIVOLUZIONE , CON LA QUALE IL POPOLO SICILIANO RICONQUISTO’ LA INDIPENDENZA “NAZIONALE” E SI DIEDE LA PIU’ MODERNA COSTITUZIONE DELL’EUROPA DEL XIX SECOLO, L’FNS RICORDA QUELL’IMPORTANTE EVENTO E PROTESTA CONTRO LE MANOVRE IN CORSO PER CANCELLARE LA IDENTITA,’- ANCHE GEOGRAFICA, DELLA SICILIA….

MANOVRE ALLE QUALI NON E’ DEL TUTTO ESTRANEA LA CLASSE POLITICA CHE “GESTISCE”, TRASVERSALMENTE ED IN REGIME DI INCIUCIO LA REGIONE SICILIANA. NONCHÉ LO STATUTO SPECIALE VANIFICATO, MUTILATO E TRADITO.


E’ molto triste dover constatare che la ricorrenza del 160° ANNIVERSARIO della grande Rivoluzione indipendentista, - già preannunciata ed esplosa a Palermo e nelle altre Città Siciliane, appunto, il 12 gennaio del 1848,- corre il rischio di essere trascurata o peggio IGNORATA dalle Istituzioni Siciliane ad ogni livello, dalla Cultura Ufficiale e dai mass-media (non da tutti fortunatamente ). Ma quel che è peggio è il fatto che l’anniversario sia SNOBBATO soprattutto dalla Regione Siciliana, la cui Assemblea ha recentemente rinunciato al simbolo della TRINACRIA per inventarsene un altro senza storia e senza significato adeguato.
Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ( Fronte Nazionale Siciliano), invece, si sentono in dovere di sfidare l’ASCARISMO CULTURALE E POLITICO e di ricordare i significati di quella Rivoluzione Siciliana. Anche perché il 160° è un anniversario particolare che coincide con l’accanirsi delle “grandi manovre” per cancellare la “specialità” dello Statuto Siciliano e per “smembrare “ la Sicilia in tre “regionicchie” in funzione anti-siciliana.
Ribadiamo quanto segue:

La RIVOLUZIONE SICILIANA fu la prima in assoluto delle importanti rivoluzioni che avrebbero caratterizzato in EURIOPA l’anno “ 1848” come l’anno “rivoluzionario” per antonomasia.
Fu anche la RIVOLUZIONE più partecipata, organica e maggiormente ricca di contenuti ed anche quella che meglio si può definire come momento fondamentale della LOTTA di LIBERAZIONE NAZIONALE di un POPOLO.Quello SICILIANO.
RIVENDICO’ infatti il diritto alla INDIPENDENZA e quello alla SOVRANITA’ del Popolo Siciliano, della NAZIONE SICILIANA. Condizioni e Requisiti, questi, che erano venuti formalmente meno a seguito della illegittime soppressioni del Regno di Sicilia e della Costituzione del 1812. operate non a caso da Ferdinando di Borbone , il quale fino a quel momento era stato “ Terzo “ come Re di Sicilia e Quarto, come Re di Napoli. E che,- come peraltro è noto,- sarebbe diventato “Primo” del rinato Regno delle Due Sicilie. Proprio per questi motivi Ferdinando divenne per i Siciliani un RE “fedifrago”.
La Costituzione ( per l’esattezza STATUTO COSTITUZIONALE) della Sicilia riaffermava il rispetto dei Diritti Fondamentali dell’Uomo e del Cittadino e la divisione dei poteri fondamentali dello Stato. Recuperava cioè quanto di buono e di attuale aveva contenuto la Costituzione del 1812 e quanto circolasse di meglio e di moderno in quel secolo esprimeva la cultura europea.
Lo Stato Siciliano( Regno appunto di Sicilia con Re da nominare) fu retto provvisoriamente da Ruggero Settimo che fu contemporaneamente “Presidente del Regno” e Padre della Patria (Siciliana).
Lo Stato Siciliano mostrò la propria disponibilità ad accettare proposte CONFEDERALISTE con il vagheggiato Stato italiano eo con più Stati italiani , alla condizione- però- irrinunciabile che questi ultimi avessero riconosciuto la Costituzione, la Indipendenza e la Sovranità della stessa Sicilia.
Il Re di Sicilia, a sua volta, avrebbe dovuto rispettare fedelmente la COSTITUZIONE Siciliana e avrebbe- fra l’altro – dovuto interrompere definitivamente e drasticamente ogni legame con la famiglia e la dinastia di provenienza.
La sconfitta militare avvenne nel 1849 . La resa ufficiale avvenne il 15 maggio di quell’anno. Lo Stato Siciliano era stato sostanzialmente sconfitto dall’Armata di Ferdinando Secondo di Borbone ,- che per l’occasione era stato sostenuto dagli Inglesi, dai Liberali e dagli Unitari di Napoli e delle altre realtà politiche pre-unitarie, contrari alla INDIPENDENZA della Sicilia. Va precisato però che quella sconfitta non fece perdere al Popolo Siciliano i diritti e lo STATUS giuridico e politico che aveva “riconquistato” con tanto valore.
Ne sono prova anche gli onori di Capo di Stato che le autorità britanniche tributarono a Ruggero Settimo al momento del suo arrivo nel porto della Valletta, a Malta, a bordo della nave da guerra inglese BULLDOG. Eppure era stato lo stesso Governo di Londra a mettere i bastoni fra le ruote agli Indipendentisti Siciliani, perché ormai aveva iniziato a realizzare il grande progetto di un Regno d’Italia monolitico ed accentratore da affidare alla Monarchia sabauda. In questo progetto erano previste la distruzione e l’ annessione del Regno delle Due Sicilie in condizioni di subordinazione coloniale. Ed in conseguenza anche la fine dello Stato Indipendente di Sicilia. Un progetto, questo, che non sarebbe mai stato accettato dal Popolo Siciliano e dal Popolo Meridionale come dimostreranno la successiva RESISTENZA e le lotte per l’Indipendenza della Sicilia.

Abbiamo parlato degli avvenimenti del 1848 , ma tanti altri” fatti” storici meriterebbero di essere RIVISITATI. Non già per fare sterrile dietrologia ma per dimostrare a noi stessi ed all’EUROPA del terzo millennio che l’ ASCARISMO CULTURAL- POLITICO , dominante in Sicilia dal 1860 , non può ancora illudersi di avere cancellato definitivamente la memoria storica ed i Diritti imprescrittibili del Popolo Siciliano .-

Palermu, 12 JNNARU (gennaio) 2008.-

Giuseppe Scianò,
Sikritariu (Segretario) FNS

Nessun commento: