...non è la questione di una qualunque regione: è una questione nazionale per risolvere la quale occorre preventivamente risolvere il diritto all'esistenza del Popolo Siciliano, nel rispetto della identità, delle peculiarità, delle speranze, delle esigenze proprie.
venerdì 24 dicembre 2010
martedì 2 novembre 2010
TRINAKRIUS A PROPOSITO DELLA RIFLESSIONE DEL QUOTIDIANO "THE TIMES" SUI FONDI DI AGENDA 2000...
NESSUNA MANOVRA ANTISICILIANA DELLA “PERFIDA ALBIONE” , SI TRATTA DI UNA LECITA RIFLESSIONE GIORNALISTICA DI UN NOTO QUOTIDIANO BRITANNICO
“ J’ACCUSE ”
DELLA STAMPA BRITANNICA
CONTRO CERTI SETTORI DELLA
CASTA POLITICO-BUROCRATICA
DOMINANTE IN SICILIA,
FAUTORI DI “ MERENDA 2000”
NO ALLA AUTODIFESA DELLA CASTA POLITICO-BUROCRATICA DOMINANTE IN SICILIA FATTA, CONTRO INTELLIGENZA, IN NOME DI QUELLO STESSO POPOLO CHE E’ STATO DEFRAUDATO DI MILIARDI DI EURO
Circa un decennio fa gli Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “ Sicilia Indipinnenti”, sola forza politica siciliana che fece ciò, denunciarono subito, apertamente, pubblicamente il pericolo cogente che i fondi di “Agenda 2000”avviassero una stagione di sprechi e simonia da parte della classe politico-burocratica dominante che stigmatizzarono sinteticamente come “Merenda 2000”.
Oggi ad oltre due lustri da allora possiamo dire che gli Indipendentisti FNS furono facili profeti.
Perché FNS fu l’unica forza politica in Sicilia ad additare questo pericolo? Datevi da soli la risposta.
Oggi a tanti anni di distanza e dopo qualche miliardo di euro vanamente dilapidato sia pure con dolore, ma a ragione, Noi del blog “laquestionesiciliana”, che condividiamo il progetto politico-organizzativo du FNS, constatiamo, che in perfetta controtendenza rispetto alla grande stampa siciliana e italiana, il blasonato quotidiano britannico “The Times” ha trovato il tempo e la “curiosità”di accorgersi dello spreco di denaro comunitario perpetrato da parte della classe politica dominante.
E’ un “ J’accuse” senza appello rivolto,appunto, contro quella parte di classe politico-burocratica dominante che ha “bruciato”, senza vantaggi per la Sicilia ed i Siciliani, qualcosa come 8,5 miliardi di euro.
“The Times” fa parlare in modo inoppugnabile i numeri; il quotidiano, infatti, cita e mostra cifre da capogiro e scrive, giustamente, sacrosantamente che questo fiume di denaro è stato speso senza contribuire per nulla a migliorare le condizioni strutturali dell’economia siciliana né a ridurre il GAP interno né quello rispetto alle altre “parti” dell’Unione. Il quotidiano britannico non fa altro che fotografare la realtà.
Un insieme di fatti la cui responsabilità politica ricade a pieno sulla classe politico-burocratica dominante, senza eccezioni né differenze di nuancè, coinvolgendo le diverse maggioranze ed opposizioni
Non potendo contestare la forza inoppugnabile dei numeri, della mole di denaro comunitario, pubblico, dei Siciliani improvvidamente speso e più spesso, a vedere i risultati, sprecato e dilapidato alcuni settori della solita, immarcescibile classe politico-burocratica dominante hanno tentato di svicolare, cercando di sviare la giusta indignazione dei Siciliani lasciando intendere loro che l’affondo giornalistico de “The Times” era un attacco a tutto il Popolo Siciliano. Non è vero!
Questi sono tentativi di “autodifesa zoppa” fatti da settori della casta politico-burocratica dominante.
Il quotidiano londinese fa quello che in un Paese democratico deve fare una stampa libera e indipendente niente di più niente di meno.
Speriamo che ciò serva anche da MEMENTO ad alcuni settori “intorpiditi” della nostra informazione.
Quando “The Times” scrive del complessivo “spreco” di 8,5 miliardi di euro non parla di dati evanescenti ma scrive di denaro appartenente a Noi Popolo Siciliano che è stato concretamente sprecato e che segnerà in negativo le possibilità di un futuro per Noi e per i nostri figli.
Di fronte a tutto ciò come Cittadini e Siciliani crediamo sarebbe bene che le Autorità preposte individuassero e se è il caso sanzionassero, se ve ne sono, eventuali responsabilità, che è bene ricordarlo sono sempre circostanziate e comunque personali in uno Stato di diritto.
Noi invitiamo anche, oltre FNS che non ha mai smesso di farlo, le altre forze politiche a fare altrettanto se non altro in un pur tardivo sussulto etico.
Speriamo che però non siano le solite, arcinote giaculatorie “ad usum” dei media da parte spesso addirittura di quelli, singoli o organizzazioni sociali e/o politiche che a parole si dicono indignati ma nei fatti, ovviamente in modi e forme diverse e modulate, hanno anch’essi contribuito allo “andazzo”, “pasteggiando” con essi o anche solo tacendo o distogliendo lo sguardo davanti a “Merenda 2000”.
Detto ciò Noi del blog “laquestionesiciliana” troviamo le tentate difese d’ufficio di taluni inficiate da un “peccato d’origine”, quello di aver tentato di fare passare la sacrosanta critica ad una casta come una offesa a tutti i Siciliani e le Siciliane. NON E’ COSI! NON NASCONDETEVI DIETRO IL POPOLO SICILIANO CHE AVETE ANCORA UNA VOLTA TRADITO!
Questa volta non vi riuscirà il solito “giochetto” autoassolutorio, il solito “scatto” autoreferenziale per “smarcarvi” da evidenti responsabilità politiche.
Bene dunque ha fatto l’arcinoto quotidiano britannico a proiettare un “cono di luce”sugli eventi passati ma anche odierni e futuri di Agenda 2000.
Sul banco degli accusati qui non sono i Siciliani, la Sicilia ma una elitè, una classe politica e burocratica dominante che fa quel che vuole in mancanza, da tempo, di una vera opposizione sociale politica organizzata ed attiva in Sicilia.
Che fine faranno i fondi restanti AGENDA 2000? Altri miliardi di euro nostri, dove finiranno?
Se lo domanda “The Times” ce lo domandiamo Noi e con Noi tutti i Siciliani.
Ancora una volta finiranno nel solito “girone autoreferenziale” di elitè che sfruttano a loro vantaggio la Sicilia e i Siciliani?
Occorre vigilare, dare forza ad una Opposizione Indipendente, Indipendentista e Popolare come quella du F.N.S. che non mangia dalle mani di nessuno, che non sostiene ( come ha dimostrato recentissimamente) né fiancheggia nessuno.
Cambiare si può come si può creare una SICILIA SICILIANA retta, onesta che può e deve dire grazie, anzi THANKS ai giornalisti del quotidiano britannico “The Times”.
Palermo, 02/11/2010
TRINAKRIUS
domenica 31 ottobre 2010
martedì 26 ottobre 2010
LA QUESTIONE SICILIANA NON ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DI SABATO 30 OTTOBRE
Noi de “laquestionesiciliana” condividiamo e lo scriviamo, senza remore, la scelta coraggiosa degli Indipendentisti du FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – “SICILIA INDIPINNENTI” e del think tank FOCUS TRINAKRIA di prendere apertamente posizione per il NO alla manifestazione del prossimo 30 ottobre.
giovedì 21 ottobre 2010
FOCUS TRINAKRIA NON PARTECIPERA' ALLA MANIFESTAZIONE DEL 30 OTTOBRE
Riceviamo e convintamente postiamo.
Focus Trinakria – ‘ppi la Kultura Siciliana ‘nto Munnu” interviene sulla manifestazione, in via d’organizzazione, a Palermo, per il prossimo 30 ottobre c.a.
“Come sodalizio culturale, think tank, espressione dell’Indipendentismo Siciliano, moderno, pacifico e progressista, nell’area FNS, non vogliamo né possiamo nascondere che pensiamo sarebbe un errore politico enorme, per l’Indipendentismo siciliano,forte e puro dell’FNS, aderire o anche non opporsi a questa manifestazione.”
“Facciamo cultura e politica e nessuno di coloro che si dicono indipendentisti deve e può ignorare il fatto che una siffatta iniziativa oggi è, anche al di là delle intenzioni e della buona fede dei singoli, un oggettivo, evidente favore fatto a certuni settori politici neoautonomisti.”
“Focus Trinakria ritiene di non dovere fare questo errore e pur conscio d’essere “solo” un Think Tank, espressione dell’Indipendentismo Siciliano, moderno, pacifico e progressista nell’area FNS ha deciso di non tacere né soprassedere sulla e della sua contrareità”.
E’ questa la prima parte della dichiarazione rilasciata oggi dal Presidente di Focus Trinakria, Fabio Cannizzaro.
Proseguendo Cannizzaro ha poi continuato: “ L’iniziativa è una apprezzabile forma di mobilitazione dell’area siciliana che però, sinceramente crediamo, meritasse ben altre cause o campagne.”
“Tuttavia Noi di Focus Trinakria sappiamo di non essere soli nel DIRE NO a questa “chiamata alle armi” e abbiamo la certezza che sono con Noi molti, sicilianisti e indipendentisti, che ben colgono il pericolo di confusione insito in una siffatta iniziativa svolta in questo preciso momento politico.
Il Presidente di Focus Trinakria proseguendo ha aggiunto: Essendo però sicuri della buona fede che muove gran parte dei partecipanti e degli organizzatori non rinunciamo, e non rinunceremo, sino all’ultimo minuto, a cercare di dialogare, con questa parte, invitandoli a non prestare il fianco ad un oggettivo equivoco che minaccia di fare molto male al, pacifico e non violento, Movimento di Liberazione Nazionale Siciliano nonché alle speranze delle donne e degli uomini della Nazione Siciliana."
Cannizzaro ha infine concluso affermando: “Come Indipendentisti Progressisti e Progressivi, non vogliamo né possiamo rinunciare all’idea che essere oggi, nel XXI° secolo indipendentisti in Sicilia significhi lottare, schiettamente, apertamente, democraticamente per riuscire, attraverso una RIVOLUZIONE CULTURALE, a creare una Sicilia diversa, migliore dell’esistente capace di autodeterminarsi e senza povertà nè mafia.
In tale chiave, senza alcun ideologismo, sosteniamo che la “VIA DELLE PETIZIONI” è antica, superata e poco fiduciosa nei propri mezzi politici e nella maturità del nostro Popolo.
Ecco il nostro punto di vista ed ecco perche’:
NOI NON SAREMO IN PIAZZA IL 30 OTTOBRE E PERCHE’ INVITIAMO TUTTI GLI INDIPENDENTISTI A FARE ALTRETTANTO
Noi indipendentisti Progressisti di Focus Trinakria – ‘ppi la Kultura Siciliana ‘nto Munnu” abbiamo piena coscienza della posta in gioco!".-
ANTUDU!
Palermo, 21 ottobre 2010
Focus Trinakria
FOCUS TRINAKRIA
NON PARTECIPERA'
ALLA MANIFESTAZIONE
DEL 30 OTTOBRE
Spiegati i motivi del “NO” del think tank, espressione dell’Indipendentismo Siciliano pacifico e progressista
Focus Trinakria – ‘ppi la Kultura Siciliana ‘nto Munnu” interviene sulla manifestazione, in via d’organizzazione, a Palermo, per il prossimo 30 ottobre c.a.
“Come sodalizio culturale, think tank, espressione dell’Indipendentismo Siciliano, moderno, pacifico e progressista, nell’area FNS, non vogliamo né possiamo nascondere che pensiamo sarebbe un errore politico enorme, per l’Indipendentismo siciliano,forte e puro dell’FNS, aderire o anche non opporsi a questa manifestazione.”
“Facciamo cultura e politica e nessuno di coloro che si dicono indipendentisti deve e può ignorare il fatto che una siffatta iniziativa oggi è, anche al di là delle intenzioni e della buona fede dei singoli, un oggettivo, evidente favore fatto a certuni settori politici neoautonomisti.”
“Focus Trinakria ritiene di non dovere fare questo errore e pur conscio d’essere “solo” un Think Tank, espressione dell’Indipendentismo Siciliano, moderno, pacifico e progressista nell’area FNS ha deciso di non tacere né soprassedere sulla e della sua contrareità”.
E’ questa la prima parte della dichiarazione rilasciata oggi dal Presidente di Focus Trinakria, Fabio Cannizzaro.
Proseguendo Cannizzaro ha poi continuato: “ L’iniziativa è una apprezzabile forma di mobilitazione dell’area siciliana che però, sinceramente crediamo, meritasse ben altre cause o campagne.”
“Tuttavia Noi di Focus Trinakria sappiamo di non essere soli nel DIRE NO a questa “chiamata alle armi” e abbiamo la certezza che sono con Noi molti, sicilianisti e indipendentisti, che ben colgono il pericolo di confusione insito in una siffatta iniziativa svolta in questo preciso momento politico.
Il Presidente di Focus Trinakria proseguendo ha aggiunto: Essendo però sicuri della buona fede che muove gran parte dei partecipanti e degli organizzatori non rinunciamo, e non rinunceremo, sino all’ultimo minuto, a cercare di dialogare, con questa parte, invitandoli a non prestare il fianco ad un oggettivo equivoco che minaccia di fare molto male al, pacifico e non violento, Movimento di Liberazione Nazionale Siciliano nonché alle speranze delle donne e degli uomini della Nazione Siciliana."
Cannizzaro ha infine concluso affermando: “Come Indipendentisti Progressisti e Progressivi, non vogliamo né possiamo rinunciare all’idea che essere oggi, nel XXI° secolo indipendentisti in Sicilia significhi lottare, schiettamente, apertamente, democraticamente per riuscire, attraverso una RIVOLUZIONE CULTURALE, a creare una Sicilia diversa, migliore dell’esistente capace di autodeterminarsi e senza povertà nè mafia.
In tale chiave, senza alcun ideologismo, sosteniamo che la “VIA DELLE PETIZIONI” è antica, superata e poco fiduciosa nei propri mezzi politici e nella maturità del nostro Popolo.
Ecco il nostro punto di vista ed ecco perche’:
NOI NON SAREMO IN PIAZZA IL 30 OTTOBRE E PERCHE’ INVITIAMO TUTTI GLI INDIPENDENTISTI A FARE ALTRETTANTO
Noi indipendentisti Progressisti di Focus Trinakria – ‘ppi la Kultura Siciliana ‘nto Munnu” abbiamo piena coscienza della posta in gioco!".-
ANTUDU!
Palermo, 21 ottobre 2010
Focus Trinakria
martedì 12 ottobre 2010
COSA E' IL GRUPPO SINDACALE FNS
Il Gruppo Sindacale FNS è un Dipartimento di Lavoro interno a 'u Frunti Nazziunali Sicilianu - "Sicilia Indipinnenti", partito indipendentista, progressivo e progressista, siciliano.
Il Gruppo Sindacale FNS nasce dall’esperienza, sempre interna ad FNS, che vide a metà degli anni ’90 del secolo scorso il crearsi del Coordinamento Sindacale Sicilianista che agì ed in funzione della formazione e preparazione di una nuova generazione di dirigenti sindacali sicilianisti ed anche per diffondere tra i lavoratori siciliani, in Patria come nella Diaspora, l’ideale dell’Autodeterminazione Nazionale del Popolo e della Nazione Siciliana.
Il Gruppo Sindacale FNS ha tra i suoi scopi, oggi, anche quello di garantire una presenza organizzata nel movimento sindacale all’Indipendentismo siciliano progressista e democratico.
Il Gruppo Sindacale FNS è oggi rappresentato sia nel Comitato Centrale du FNS sia nella Segreteria Nazionale del Partito.
Il Gruppo Sindacale FNS nasce dall’esperienza, sempre interna ad FNS, che vide a metà degli anni ’90 del secolo scorso il crearsi del Coordinamento Sindacale Sicilianista che agì ed in funzione della formazione e preparazione di una nuova generazione di dirigenti sindacali sicilianisti ed anche per diffondere tra i lavoratori siciliani, in Patria come nella Diaspora, l’ideale dell’Autodeterminazione Nazionale del Popolo e della Nazione Siciliana.
Il Gruppo Sindacale FNS ha tra i suoi scopi, oggi, anche quello di garantire una presenza organizzata nel movimento sindacale all’Indipendentismo siciliano progressista e democratico.
Il Gruppo Sindacale FNS è oggi rappresentato sia nel Comitato Centrale du FNS sia nella Segreteria Nazionale del Partito.
domenica 10 ottobre 2010
A PROPOSITO DELLA LETTERA DIFFUSA AI GIOVANI SICILIANI DA FRANCESCO SACCONE, SEGRETARIO REGIONALE DEI GIOVANI DEL MPA
A proposito della lettera diffusa, da Catania, da Francesco Saccone, segretario regionale dei giovani del Mpa, Noi du FNS siamo fermamente convinti che, in Sicilia oggi come pure nella Democrazia Siciliana che vogliamo costruire, vadano rispettate tutte le scelte ideali e politiche.
Tuttavia avvertiamo la lecita, forte necessità di chiarire il nostro punto di vista sul merito delle dichiarazioni rilasciate dal leader dei giovani “neoautonomisti” .
Ribadiamo, anche in questa occasione, la meditata convinzione che la nostra Nazione: la Sicilia possa risorgere solo attraverso una MATURATA RIVOLUZIONE CULTURALE ed un SOVESCIO POLITICO PROFONDO.
Riteniamo, dunque, di non poter sposare la “ratio” contenuta nel richiamo del leader dei giovani MPA. Cerchiamo sinteticamente quanto analiticamente di spiegare perché dunque l’appello non ci vince né convince.
Egli esordisce facendo appello alla figura, quasi carismatica, del suo Leader.
Tuttavia avvertiamo la lecita, forte necessità di chiarire il nostro punto di vista sul merito delle dichiarazioni rilasciate dal leader dei giovani “neoautonomisti” .
Ribadiamo, anche in questa occasione, la meditata convinzione che la nostra Nazione: la Sicilia possa risorgere solo attraverso una MATURATA RIVOLUZIONE CULTURALE ed un SOVESCIO POLITICO PROFONDO.
Riteniamo, dunque, di non poter sposare la “ratio” contenuta nel richiamo del leader dei giovani MPA. Cerchiamo sinteticamente quanto analiticamente di spiegare perché dunque l’appello non ci vince né convince.
Egli esordisce facendo appello alla figura, quasi carismatica, del suo Leader.
Noi molto modestamente, senza voler offendere o sminuire nessuno, pensiamo che chi fa politica, chi si impegna per il cambiamento ha anzitutto il dovere di credere in idee, ideali e non solo né prioritariamente nelle persone.
E ciò non perché le persone non possano meritare questa fiducia quanto per il fatto che le scelte, se comunitarie e condivise, hanno l’onere e l’onore di camminare sulle spalle dei militanti, di tutti i militanti e attivisti delle diverse organizzazioni politiche.
Ecco perché Noi Indipendentisti du FNS rifuggiamo dai personalismi e cogliamo l’occasione per invitare tutti, avversari e no, giovani o meno, a provare a fare altrettanto per ridare così spazio e decoro a tutte le posizioni politiche anche a quelle espresse dal residente Lombardo da cui comunque no0toriamente molto, troppo ci divide (Ponte sullo Stretto di Messina, visione politica, questione delle Province Regionali, idea di sviluppo ecc...) ..
Proviamo poi non poca difficoltà a dare senso politico compiuto nell’oggi ad affermazioni quali :[…] “ci ha resi protagonisti del suo tentativo di cambiare il sistema dall’interno del sistema: la sfida più impervia, più rischiosa, più irta di ostacoli e difficoltà”.
Per lungo tempo un siffatto linguaggio è stato, in Sicilia, il facile alibi verbale dietro cui si nascondevano prassi proto-politiche qualunquiste e/o continuiste.
Tuttavia appunto perché crediamo alla buona fede di Saccone lo invitiamo e con lui invitiamo i giovani della sua organizzazione a spendere, anche e soprattutto, comportamenti e parole nuove che siano viatico e pratica parimenti di quel cambiamento e speranza che Lui e i suoi sicuramente perseguono.
Noi diversamente da altri, anche nell’area siciliana, non conferiamo patenti di sicilianismo ortodosso a secondo del momento tattico, né coltiviamo particolare simpatia o antipatia per Lombardo e il suo movimento.
Semplicemente, lecitamente constatiamo, apertis verbis, che molto poteva politicamente esser fatto a livello comunitario da Lui e dal suo movimento, come segno di novità e discontinuità per la Sicilia e i Siciliani e, ad oggi, non è stato fatto.
Detto ciò Noi non ODIAMO né BEATIFICHIAMO nessuno.
Saccone, infine, conclude, il suo appello scrivendo: “Andremo in cerca di giovani come noi, entusiasti, ricchi di valori positivi, disposti a studiare, a prepararsi anche recandosi all’estero, per costruire una classe dirigente nuova, fatta di sicilianissimi cittadini del mondo”.
Fa bene, benissimo Saccone a scrivere questo.
Noi modestamente ci permettiamo anche di suggerire di aggiungere: per cambiare la Sicilia, per dare futuro e speranza ai suoi figli, per una Sicilia autodeterminata, senza mafia e senza povertà. Una Sicilia dove il lavoro sia diritto e non chimera. Una Sicilia dove si fa politica per il “bene comune” di tutta la NAZIONE ed il POPOLO SICILIANO e dove finalmente si fanno, sempre, seguire i fatti alle parole.
Siamo forse troppo idealisti, rivoluzionari?
E ciò non perché le persone non possano meritare questa fiducia quanto per il fatto che le scelte, se comunitarie e condivise, hanno l’onere e l’onore di camminare sulle spalle dei militanti, di tutti i militanti e attivisti delle diverse organizzazioni politiche.
Ecco perché Noi Indipendentisti du FNS rifuggiamo dai personalismi e cogliamo l’occasione per invitare tutti, avversari e no, giovani o meno, a provare a fare altrettanto per ridare così spazio e decoro a tutte le posizioni politiche anche a quelle espresse dal residente Lombardo da cui comunque no0toriamente molto, troppo ci divide (Ponte sullo Stretto di Messina, visione politica, questione delle Province Regionali, idea di sviluppo ecc...) ..
Proviamo poi non poca difficoltà a dare senso politico compiuto nell’oggi ad affermazioni quali :[…] “ci ha resi protagonisti del suo tentativo di cambiare il sistema dall’interno del sistema: la sfida più impervia, più rischiosa, più irta di ostacoli e difficoltà”.
Per lungo tempo un siffatto linguaggio è stato, in Sicilia, il facile alibi verbale dietro cui si nascondevano prassi proto-politiche qualunquiste e/o continuiste.
Tuttavia appunto perché crediamo alla buona fede di Saccone lo invitiamo e con lui invitiamo i giovani della sua organizzazione a spendere, anche e soprattutto, comportamenti e parole nuove che siano viatico e pratica parimenti di quel cambiamento e speranza che Lui e i suoi sicuramente perseguono.
Noi diversamente da altri, anche nell’area siciliana, non conferiamo patenti di sicilianismo ortodosso a secondo del momento tattico, né coltiviamo particolare simpatia o antipatia per Lombardo e il suo movimento.
Semplicemente, lecitamente constatiamo, apertis verbis, che molto poteva politicamente esser fatto a livello comunitario da Lui e dal suo movimento, come segno di novità e discontinuità per la Sicilia e i Siciliani e, ad oggi, non è stato fatto.
Detto ciò Noi non ODIAMO né BEATIFICHIAMO nessuno.
Saccone, infine, conclude, il suo appello scrivendo: “Andremo in cerca di giovani come noi, entusiasti, ricchi di valori positivi, disposti a studiare, a prepararsi anche recandosi all’estero, per costruire una classe dirigente nuova, fatta di sicilianissimi cittadini del mondo”.
Fa bene, benissimo Saccone a scrivere questo.
Noi modestamente ci permettiamo anche di suggerire di aggiungere: per cambiare la Sicilia, per dare futuro e speranza ai suoi figli, per una Sicilia autodeterminata, senza mafia e senza povertà. Una Sicilia dove il lavoro sia diritto e non chimera. Una Sicilia dove si fa politica per il “bene comune” di tutta la NAZIONE ed il POPOLO SICILIANO e dove finalmente si fanno, sempre, seguire i fatti alle parole.
Siamo forse troppo idealisti, rivoluzionari?
Se è così tiriamo un respiro di sollievo: è esattamente quello per cui, Noi Indipendentisti du FNS, democraticamente e pacificamente, ci battiamo!
ANTUDU!
ANTUDU!
TRINAKRIUS
lunedì 20 settembre 2010
TUTTI RAPPRESENTANO LA SICILIA, NESSUNA RAPPRESENTANZA PER LA SICILIA!
Ebbene è tutto un fiorire di sigle, gruppi, accrocchi che dichiarano, all’interno delle vecchie appartenenze, abbarbicati alle vecchie appartenenze, centraliste e centralizzate , amore, empatia per la Nazione ed il Popolo Siciliano.
Dichiarazioni tutt’altro che disprezzabili in potenza ma che in atto ed in atti politici poi palesano tutta la loro evanescente inconsistenza.
E’ un dato con cui Noi Indipendentisti di questo blog, che ci riconosciamo nelle posizioni politico-organizzative du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti”, dobbiamo fare necessariamente i conti.
Proprio oggi , infatti, che la Sicilia sembra avere centralità ed una attenzione senza pari rispetto al recente passato dobbiamo però constatare che essa appare più che mai senza vera, reale rappresentanza politica.
E’ una dato interno ad una vecchia, mai sopita ideologia e forma propria di un inossidabile trasformismo di potere che oggi, a parole ed a costo zero, sposa gli item sicilianisti quando non anche indipendentisti ma che per interesse e/o ignoranza si limita ( e non può essere altrimenti ) alla vecchia logica degli “amorini regionalistici” di gramsciana memoria.
La scelta tattica di sposare i temi sicilianisti oggi è un dato evidente ma resta ancorato non ad una reale maturazione o consapevolezza ma più ad una logica di marketing e restyling partitocratica.
Ovvero oggi la “politica politicata” ha colto il crescente consenso verso l’idea Indipendentista e in virtù di ciò ha compreso ( chi più, chi meno… ) la necessità storica di cavalcare e strumentalizzare questa necessità onde perpetuare se stessa e i suoi privilegi di casta ascara.
Le vicende che dovrebbero poi portare ad un prossimo rimpasto dell’Esecutivo di Governo Siciliano esprimono concretamente appunto quanto diffusa e pervasiva sia questa logica.
Tutto ciò ovviamente fa male alla Sicilia ed ai Siciliani, ma sembra non interessare proprio a nessuno di costoro.
Maggioranze variabili, opposizioni appassite ed impassibili è questo lo spettacolo davvero invirtuoso che questa politica, oramai divisa in vere e proprie TEJIPICHE sa offrire alle donne e agli uomini di Sicilia.
Né migliore, anzi se possibile ben peggiore figura fanno quei gruppi, camarille che pur provendo dall’area siciliana e si definendosi indipendentiste hanno scelto, di loro sponte, di essere “fiancheggiatori” e “truppe cammellate“ di questo o quel “mandarino” centralista oggi in auge.
Di fronte a questo andazzo Noi abbiamo il dovere etico e politico di marcare e fare la differenza tra NOI e tutti costoro.
Diremo allora che chiunque sia o anche solo voglia dirsi sicilianista e ancor più indipendentista deve prendere apertamente, concretamente, irrevocabilmente le distanze da questa logica pseudo politica.
NOI NON DAREMO COPERTURA, LEGITTIMAZIONE MAI A NESSUN GRUPPO DI POTERE CHE VUOLE FINGERSI AL SERVIZIO DEI SICILIANI E DELLA SICILIA.
Siamo ben consapevoli di ciò come del fatto che questa è la logica, militata e miltante , oggi rappresentata solo dagli indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti”.
Attualmente il nostro compito è interrompere questo CICLO EGEMONICO, rintuzzare l’improntitudine di questi finti sicilianisti e indipendentisti e di offrire ai Siciliani, offesi e che si sentono oltraggiati e sono impoveriti una ALTERNATIVA SICILIANA, INDIPENDENTISTA SERIA.
A tutti costoro diciamo di guardare ai comportamenti, alle scelte e di sostenere in attesa di cambiare le cose l’OPPOSIZIONE INDIPENDENTISTA E POPOLARE oggi in concreto affidata, nella società, a ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti”.
Dichiarazioni tutt’altro che disprezzabili in potenza ma che in atto ed in atti politici poi palesano tutta la loro evanescente inconsistenza.
E’ un dato con cui Noi Indipendentisti di questo blog, che ci riconosciamo nelle posizioni politico-organizzative du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti”, dobbiamo fare necessariamente i conti.
Proprio oggi , infatti, che la Sicilia sembra avere centralità ed una attenzione senza pari rispetto al recente passato dobbiamo però constatare che essa appare più che mai senza vera, reale rappresentanza politica.
E’ una dato interno ad una vecchia, mai sopita ideologia e forma propria di un inossidabile trasformismo di potere che oggi, a parole ed a costo zero, sposa gli item sicilianisti quando non anche indipendentisti ma che per interesse e/o ignoranza si limita ( e non può essere altrimenti ) alla vecchia logica degli “amorini regionalistici” di gramsciana memoria.
La scelta tattica di sposare i temi sicilianisti oggi è un dato evidente ma resta ancorato non ad una reale maturazione o consapevolezza ma più ad una logica di marketing e restyling partitocratica.
Ovvero oggi la “politica politicata” ha colto il crescente consenso verso l’idea Indipendentista e in virtù di ciò ha compreso ( chi più, chi meno… ) la necessità storica di cavalcare e strumentalizzare questa necessità onde perpetuare se stessa e i suoi privilegi di casta ascara.
Le vicende che dovrebbero poi portare ad un prossimo rimpasto dell’Esecutivo di Governo Siciliano esprimono concretamente appunto quanto diffusa e pervasiva sia questa logica.
Tutto ciò ovviamente fa male alla Sicilia ed ai Siciliani, ma sembra non interessare proprio a nessuno di costoro.
Maggioranze variabili, opposizioni appassite ed impassibili è questo lo spettacolo davvero invirtuoso che questa politica, oramai divisa in vere e proprie TEJIPICHE sa offrire alle donne e agli uomini di Sicilia.
Né migliore, anzi se possibile ben peggiore figura fanno quei gruppi, camarille che pur provendo dall’area siciliana e si definendosi indipendentiste hanno scelto, di loro sponte, di essere “fiancheggiatori” e “truppe cammellate“ di questo o quel “mandarino” centralista oggi in auge.
Di fronte a questo andazzo Noi abbiamo il dovere etico e politico di marcare e fare la differenza tra NOI e tutti costoro.
Diremo allora che chiunque sia o anche solo voglia dirsi sicilianista e ancor più indipendentista deve prendere apertamente, concretamente, irrevocabilmente le distanze da questa logica pseudo politica.
NOI NON DAREMO COPERTURA, LEGITTIMAZIONE MAI A NESSUN GRUPPO DI POTERE CHE VUOLE FINGERSI AL SERVIZIO DEI SICILIANI E DELLA SICILIA.
Siamo ben consapevoli di ciò come del fatto che questa è la logica, militata e miltante , oggi rappresentata solo dagli indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti”.
Attualmente il nostro compito è interrompere questo CICLO EGEMONICO, rintuzzare l’improntitudine di questi finti sicilianisti e indipendentisti e di offrire ai Siciliani, offesi e che si sentono oltraggiati e sono impoveriti una ALTERNATIVA SICILIANA, INDIPENDENTISTA SERIA.
A tutti costoro diciamo di guardare ai comportamenti, alle scelte e di sostenere in attesa di cambiare le cose l’OPPOSIZIONE INDIPENDENTISTA E POPOLARE oggi in concreto affidata, nella società, a ‘u Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti”.
TUTTO IL RESTO SONO INGANNI, CANNULIAMENTI!
W LA SICILIA FLORIDA, SENZA MAFIA E PACIFICA !
W LA SICILIA AUTODETERMINATA DEL FUTURO!
ANTUDU!
W LA SICILIA FLORIDA, SENZA MAFIA E PACIFICA !
W LA SICILIA AUTODETERMINATA DEL FUTURO!
ANTUDU!
TRINAKRIUS
sabato 11 settembre 2010
IL GIUSTO ORGOGLIO DI CHI MILITA IN F.N.S.
Il nostro Blog ha il piacere di ospitare questo intervento di TRINAKRIUS i cui contenuti, ovviamente, ci sentiamo di condividere.
ANTUDU!
Di recente su di un noto Social Network un giovane mi domandava perché Noi du F.N.S. esprimiamo sempre il nostro orgoglio di partito.
Risponderò qui brevemente quanto spero esaurientemente.
Negli anni gli iscritti, militanti, quadri e dirigenti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” hanno potuto e soprattutto voluto riflettere sugli errori strategici, tattici e politici in cui, indubitabilmente, incorsero quei Siciliani che prima di Noi, con impegno ma senza durevole fortuna, lottarono per l’Indipendenza della nostra Nazione Siciliana.
Non ci siamo sottratti neppure alla riflessione storica e politica riguardo anche all’epoca contemporanea e quindi abbiamo riflettuto anche sulle scelte, conquiste e anche errori che furono alla base di quell’esperienza popolare e politica nota, un po’ riduttivamente come “separatismo siciliano”.
Analizzando politicamente quel periodo, attraverso anche il ricordo di chi quegli eventi aveva vissuto direttamente siamo giunti, necessariamente e doverosamente, ad analizzare la sua forma politica di allora: il MIS.
Ciò ci ha portato anche a dover riconoscere, con onestà intellettuale, che diversi errori furono compiuti, soprattutto ed anzitutto, dalla dirigenza del vecchio, oramai estinto MIS.
Errori non lievi, su cui, appunto, è utile, da Indipendentisti, riflettere senza enfasi ma senza però alcuna, inutile transigenza.
Non ci nascondemmo allora e non ci nascondiamo oggi dietro un dito.
Il fallimento del vero MIS fu essenzialmente il fallimento della sua struttura dirigente e dispiace dirlo anche dei suoi Leader.
F.N.S. colse, nel bene e nel male, queste contraddizioni, e analizzandole le risolse e superò attraverso una “sintesi”, un superamento che era politico, di paradigmi e appunto di forma che portò appunto, tutt’altro che casualmente, alla nascita di FNS.
FNS non solo sviluppava un’analisi sulla e della “sconfitta” del “separatismo” ma elaborava una strategia di rilancio politico e salvaguardia ideale per l’aspirazione, mai spentasi nel cuore del Popolo e della Nazione Siciliana, alla Libertà e all’Indipendenza.
Ciò significò politicamente ma anche simbolicamente abbandonare all’oblio la vecchia sigla quel pur glorioso MIS che era oramai politicamente uno strumento sfiancato e isterilito, avendo, nei fatti, fallito il suo compito storico-politico.
Le polemiche precedenti e successive alla fondazione del FNS, che io ho ascoltato raccontare da alcuni dei suoi diretti “attori-fondatori”restituiscono anche il “clima” di un periodo difficile, complesso quanto stimolante.
Oggi possiamo domandarci: FNS è stato poi, dal 1964 ad oggi, all’altezza delle attese?
Io personalmente penso di sì. Anzi scriverò qui qualcosa che può anche stranizzare chi FNS conosce solo superficialmente.
Penso veramente che FNS, negli anni, con la quotidiana militanza e presenza nell’agone politico, si sia affinata come organizzazione politica, superando ingenuità ed asprezze e guadagnando altresì in coerenza e proiezione ideale.
Inoltre è facile riconoscere, anche da parte di chi questa dimestichezza non ha o non ha avuto il coraggio di avere, che se l’Indipendentismo è restato un’alternativa ideale e politica credibile lo si deve SOLO ad FNS.
Nel momento in cui le poche altre sigle sicilianiste erano poco più che sigle tra il folclorico e il proto-politico FNS ha fatto, a viso aperto, eroicamente politica, una politica indipendentista .
FNS, cosa innegata poiché innegabile, ha difeso in solitudine, ma non isolato, tra la gente di Sicilia libera dal ricatto del bisogno, il progetto ideale e politico di una Sicilia Autodeterminata, pacifica, democratica, equa, florida, antimafiosa e schierata, sempre e comunque, solo ed esclusivamente dalla parte del Popolo e della Nazione Siciliana.
Controprova di ciò è che TUTTI gli item del moderno indipendentismo nascono e provengono immancabilmente dall’elaborazione politica di FNS.
Ecco, spero in questo breve scritto di essere riuscito a sintetizzare i motivi di quell’orgoglio di partito che caratterizza e connota noi du FNS e che coloro che ignorano tutto ciò ( e quindi etimologicamente ignoranti ) scambiano per accidia o superbia.
Non è nulla di tutto ciò, semmai il nostro rifiuto politico di accettare visioni confuse, confusionarie, trasformiste, qualunquiste e/o consociative nasce dall’abitudine di fare politica militante in un Partito che difende la Sicilia e quei Siciliani che pensano ad un’ALTERNATIVA DI AUTODETERMINAZIONE PER LA SICILIA rispetto ad una oggi dominata dalla “politica politicata” ed antisiciliana.
Colgo infine l’occasione qui, per rivolgere un grato saluto a Antonino Scalisi, primo segretario politico FNS, che oggi come allora onora FNS della sua lucidità politica e della sua coerenza personale ed ideale.
W la Sicilia!
Risponderò qui brevemente quanto spero esaurientemente.
Negli anni gli iscritti, militanti, quadri e dirigenti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” hanno potuto e soprattutto voluto riflettere sugli errori strategici, tattici e politici in cui, indubitabilmente, incorsero quei Siciliani che prima di Noi, con impegno ma senza durevole fortuna, lottarono per l’Indipendenza della nostra Nazione Siciliana.
Non ci siamo sottratti neppure alla riflessione storica e politica riguardo anche all’epoca contemporanea e quindi abbiamo riflettuto anche sulle scelte, conquiste e anche errori che furono alla base di quell’esperienza popolare e politica nota, un po’ riduttivamente come “separatismo siciliano”.
Analizzando politicamente quel periodo, attraverso anche il ricordo di chi quegli eventi aveva vissuto direttamente siamo giunti, necessariamente e doverosamente, ad analizzare la sua forma politica di allora: il MIS.
Ciò ci ha portato anche a dover riconoscere, con onestà intellettuale, che diversi errori furono compiuti, soprattutto ed anzitutto, dalla dirigenza del vecchio, oramai estinto MIS.
Errori non lievi, su cui, appunto, è utile, da Indipendentisti, riflettere senza enfasi ma senza però alcuna, inutile transigenza.
Non ci nascondemmo allora e non ci nascondiamo oggi dietro un dito.
Il fallimento del vero MIS fu essenzialmente il fallimento della sua struttura dirigente e dispiace dirlo anche dei suoi Leader.
F.N.S. colse, nel bene e nel male, queste contraddizioni, e analizzandole le risolse e superò attraverso una “sintesi”, un superamento che era politico, di paradigmi e appunto di forma che portò appunto, tutt’altro che casualmente, alla nascita di FNS.
FNS non solo sviluppava un’analisi sulla e della “sconfitta” del “separatismo” ma elaborava una strategia di rilancio politico e salvaguardia ideale per l’aspirazione, mai spentasi nel cuore del Popolo e della Nazione Siciliana, alla Libertà e all’Indipendenza.
Ciò significò politicamente ma anche simbolicamente abbandonare all’oblio la vecchia sigla quel pur glorioso MIS che era oramai politicamente uno strumento sfiancato e isterilito, avendo, nei fatti, fallito il suo compito storico-politico.
Le polemiche precedenti e successive alla fondazione del FNS, che io ho ascoltato raccontare da alcuni dei suoi diretti “attori-fondatori”restituiscono anche il “clima” di un periodo difficile, complesso quanto stimolante.
Oggi possiamo domandarci: FNS è stato poi, dal 1964 ad oggi, all’altezza delle attese?
Io personalmente penso di sì. Anzi scriverò qui qualcosa che può anche stranizzare chi FNS conosce solo superficialmente.
Penso veramente che FNS, negli anni, con la quotidiana militanza e presenza nell’agone politico, si sia affinata come organizzazione politica, superando ingenuità ed asprezze e guadagnando altresì in coerenza e proiezione ideale.
Inoltre è facile riconoscere, anche da parte di chi questa dimestichezza non ha o non ha avuto il coraggio di avere, che se l’Indipendentismo è restato un’alternativa ideale e politica credibile lo si deve SOLO ad FNS.
Nel momento in cui le poche altre sigle sicilianiste erano poco più che sigle tra il folclorico e il proto-politico FNS ha fatto, a viso aperto, eroicamente politica, una politica indipendentista .
FNS, cosa innegata poiché innegabile, ha difeso in solitudine, ma non isolato, tra la gente di Sicilia libera dal ricatto del bisogno, il progetto ideale e politico di una Sicilia Autodeterminata, pacifica, democratica, equa, florida, antimafiosa e schierata, sempre e comunque, solo ed esclusivamente dalla parte del Popolo e della Nazione Siciliana.
Controprova di ciò è che TUTTI gli item del moderno indipendentismo nascono e provengono immancabilmente dall’elaborazione politica di FNS.
Ecco, spero in questo breve scritto di essere riuscito a sintetizzare i motivi di quell’orgoglio di partito che caratterizza e connota noi du FNS e che coloro che ignorano tutto ciò ( e quindi etimologicamente ignoranti ) scambiano per accidia o superbia.
Non è nulla di tutto ciò, semmai il nostro rifiuto politico di accettare visioni confuse, confusionarie, trasformiste, qualunquiste e/o consociative nasce dall’abitudine di fare politica militante in un Partito che difende la Sicilia e quei Siciliani che pensano ad un’ALTERNATIVA DI AUTODETERMINAZIONE PER LA SICILIA rispetto ad una oggi dominata dalla “politica politicata” ed antisiciliana.
Colgo infine l’occasione qui, per rivolgere un grato saluto a Antonino Scalisi, primo segretario politico FNS, che oggi come allora onora FNS della sua lucidità politica e della sua coerenza personale ed ideale.
W la Sicilia!
ANTUDU!
TRINAKRIUS
sabato 28 agosto 2010
SICILIA LABORATORIO? CUI PRODEST?
Sabato prossimo leggiamo su di un quotidiano si terrà a Rieti, in Lazio, un incontro organizzato dall’A.P.I. di Rutelli dal titolo: “ Sicilia, laboratorio di politica”.
Il parterre apprendiamo sarà tutto siciliano essendo composto dal Presidente Raffaele Lombardo, dal sottosegretario Gianfranco Miccichè, da leader dei “fliniani” in Sicilia, Giuseppe Scalia e dal deputato all’A.R.S. dell’A.P.I., Mario Bonomo.
La domanda che ci sovviene spontanea è: E’ NECESSARIO DISCUTERE DI SICILIA, DI POLITICA SICILIANA, TRA SICILIANI, IN TERRA REATINA?
Temiamo che la risposta sia insita nella logica che ispira ed anima tanta parte, ahinoi, della “politica politicata”. Ovvero i bisogni, le aspirazioni, gli interessi della Sicilia e dei Siciliani sono accessori, sovrastrutturali rispetto agli equilibri politici centrali, romani o padani che siano.
La Sicilia quindi è, apertis verbis, solo appunto un “laboratorio” o peggio una "cavia".
Il parterre apprendiamo sarà tutto siciliano essendo composto dal Presidente Raffaele Lombardo, dal sottosegretario Gianfranco Miccichè, da leader dei “fliniani” in Sicilia, Giuseppe Scalia e dal deputato all’A.R.S. dell’A.P.I., Mario Bonomo.
La domanda che ci sovviene spontanea è: E’ NECESSARIO DISCUTERE DI SICILIA, DI POLITICA SICILIANA, TRA SICILIANI, IN TERRA REATINA?
Temiamo che la risposta sia insita nella logica che ispira ed anima tanta parte, ahinoi, della “politica politicata”. Ovvero i bisogni, le aspirazioni, gli interessi della Sicilia e dei Siciliani sono accessori, sovrastrutturali rispetto agli equilibri politici centrali, romani o padani che siano.
La Sicilia quindi è, apertis verbis, solo appunto un “laboratorio” o peggio una "cavia".
Per il resto essa sembra non abbia, non possa avere una reale sua soggettività politica, sociale, istituzionale, culturale ed economica.
La scelta di svolgere un dibattito in quel lì, pur piacevolissimo di Rieti, ci sembra rientare a pieno in questa logica.
Detto ciò ci chiediamo: E’ QUESTA LA LOGICA CHE ISPIREREBBE IL FUTURIBILE TERZO POLO ITALIANO? Ancora una volta le “vecchie” logiche si pongono alla testa di un presunto “rinnovamento”.
La nostra idea di CAMBIAMENTO, quella rappresentata politicamente da 'u F.N.S. è, fortunatamente, un’altra!
ANTUDU!
La scelta di svolgere un dibattito in quel lì, pur piacevolissimo di Rieti, ci sembra rientare a pieno in questa logica.
Detto ciò ci chiediamo: E’ QUESTA LA LOGICA CHE ISPIREREBBE IL FUTURIBILE TERZO POLO ITALIANO? Ancora una volta le “vecchie” logiche si pongono alla testa di un presunto “rinnovamento”.
La nostra idea di CAMBIAMENTO, quella rappresentata politicamente da 'u F.N.S. è, fortunatamente, un’altra!
ANTUDU!
TRINAKRIUS
martedì 10 agosto 2010
F.N.S. : IL NOSTRO MODO DI INTENDERE L’AZIONE POLITICA E DEMOCRATICA INDIPENDENTISTA
La confusione di idee e comportamenti ci obbligano a fare alcune riflessioni sull'attuale momento politico dell'Indipendentismo.
Occorre ben comprendere che nessuno dei bisogni, dei problemi, delle aspirazioni dei Siciliani può trovare soluzione se non si prende coscienza dell’IDENTITÀ NAZIONALE SICILIANA ma anche ciò di per sé non basta.
Occorre che questa CONSAPEVOLEZZA trovi una FORMA D’ORGANIZZAZIONE POLITICA, SERIA, COERENTE ED AUTONOMA che guidi e organizzi la lotta sociale e politica verso l’Autodeterminazione dei nostri destini di Popolo e Nazione.
Ci dà da riflettere la fiducia che certi cosiddetti “ indipendentisti” riversano sull’attuale autonomismo di potere, tanto che qualche organizzazione a questo autonomismo si è legata, mani e piedi, elettoralmente e politicamente, salvo poi esaltare il più truce, verboso estremismo.
Quanto poi ai soliti appelli all’unificazione delle sigle sicilianiste, tout court, va detto che poche organizzazioni si adoperano e credono nell’UNITA’ come e quanto 'u Frunti Nazziunali Sicilianu - "Sicilia Indipinnenti "
In coerenza a questa attenzione F.N.S. non si accontenta, delle invocate, proposte, semplici somme di sigle e gruppi dirigenti autoreferenti e autoreferenziali.
F.N.S. PROMUOVE INVECE LA VERA, COMPLETA UNITÀ DELL’INDIPENDENTISMO SICILIANO.
Ma esistono le condizioni politiche per realizzarlo? Tutti invocano le vicinanze, le sinergie a parole ma basta poi vedere che nella realtà di ogni giorno si consumano una serie di “poverate” non ultima quella riscontrabile oggettivamente riguardo la voce inerente l’F.N.S. su Wikipedia, voce modificata ad arte da taluni anonimi ma la cui risultante è però con tutta evidenza , controllate da Voi, l’esaltazione apertamente simpatetica di un gruppo concorrente ( nel senso che loro si ritengono in concorrenza con Noi ) e volta a sminuire il nostro agire politico.
E’ questa l’unità organizzativa che si invoca?
Le cose si fanno poi se possibile ancor più difficili sul piano programmatico dato che questa pletora di sigle non hanno spesso neppure un programma, una strategia ma volano “vasciu”.
Taluni sono pro-ponte, altri nicchiano sull’antimafia, altri ancora non sono forse neppure veramente autonomisti non dico indipendentisti.
A ciò si aggiunga pure che coloro che invocano, subito, la sommatoria delle sigle esistenti e/o presunte , senza attenzione ai valori, alle idee, ai programmi davvero non comprendono e forse non capiscono che la democrazia è e deve essere nella lotta pacifica e popolare per l’AUTODETERMINAZIONE NAZIONALE SICILIANA un valore universale, imprescindibile.
E qui si pone il problema della democrazia interna all’area sicilianista .
Ad oggi solo F.N.S. coltiva, applica e afferma prassi democratiche interne, con il regolare svolgimento di congressi da cui emergono gli organi dirigenti e le linee programmatiche del partito.
La mancanza di democrazia interna o la sua applicazione meramente di facciata producono e favoriscono in taluni gruppi anche fenomeni organizzativi ma anche dai risvolti politici invirtuosi come l'individualismo, il burocraticismo e l’autoreferenzialità nella prendere delle decisioni politiche .
F.N.S. è, invece, irreversibilmente una organizzazione democratica politicamente coesa quanto, al suo interno, aperta e plurale.
In F.N.S. convivono e si armonizzano sensibilità diverse ma tutte comunque robustamente, chiaramente indipendentiste.
Questa pluralità è intesa in maniera diversa dal diffuso “settarismo” interno di altre sigle sicilianiste o presunte indipendentiste che infatti consumano spesso e anche volentieri scissioni, separazioni con i loro strascichi proto politici .
Noi abbiamo al nostro interno diverse opinioni politiche e talvolta anche ideali , ma sempre a partire, da quale sia la migliore soluzione per dare libertà ed autodeterminazione al Popolo e alla Nazione Siciliana e mai per questioni inerenti la gestione, sic et simpliciter, del Frunti.
Visioni che comunque poi trovano sintesi, dato che ci rendiamo conto che il nostro referente è il Popolo Siciliano .
Ecco in cosa sta la differenza tra F.N.S. e la pletora di altre , sigle che si dicono indipendentiste.
Noi siamo COSTANTI, COERENTI, INTRANSIGENTI senza essere mai FANATICI, CONSOCIATIVI E PERSONALISTICI nelle scelte politiche.
ANTUDU!
Occorre che questa CONSAPEVOLEZZA trovi una FORMA D’ORGANIZZAZIONE POLITICA, SERIA, COERENTE ED AUTONOMA che guidi e organizzi la lotta sociale e politica verso l’Autodeterminazione dei nostri destini di Popolo e Nazione.
Ci dà da riflettere la fiducia che certi cosiddetti “ indipendentisti” riversano sull’attuale autonomismo di potere, tanto che qualche organizzazione a questo autonomismo si è legata, mani e piedi, elettoralmente e politicamente, salvo poi esaltare il più truce, verboso estremismo.
Quanto poi ai soliti appelli all’unificazione delle sigle sicilianiste, tout court, va detto che poche organizzazioni si adoperano e credono nell’UNITA’ come e quanto 'u Frunti Nazziunali Sicilianu - "Sicilia Indipinnenti "
In coerenza a questa attenzione F.N.S. non si accontenta, delle invocate, proposte, semplici somme di sigle e gruppi dirigenti autoreferenti e autoreferenziali.
F.N.S. PROMUOVE INVECE LA VERA, COMPLETA UNITÀ DELL’INDIPENDENTISMO SICILIANO.
Ma esistono le condizioni politiche per realizzarlo? Tutti invocano le vicinanze, le sinergie a parole ma basta poi vedere che nella realtà di ogni giorno si consumano una serie di “poverate” non ultima quella riscontrabile oggettivamente riguardo la voce inerente l’F.N.S. su Wikipedia, voce modificata ad arte da taluni anonimi ma la cui risultante è però con tutta evidenza , controllate da Voi, l’esaltazione apertamente simpatetica di un gruppo concorrente ( nel senso che loro si ritengono in concorrenza con Noi ) e volta a sminuire il nostro agire politico.
E’ questa l’unità organizzativa che si invoca?
Le cose si fanno poi se possibile ancor più difficili sul piano programmatico dato che questa pletora di sigle non hanno spesso neppure un programma, una strategia ma volano “vasciu”.
Taluni sono pro-ponte, altri nicchiano sull’antimafia, altri ancora non sono forse neppure veramente autonomisti non dico indipendentisti.
A ciò si aggiunga pure che coloro che invocano, subito, la sommatoria delle sigle esistenti e/o presunte , senza attenzione ai valori, alle idee, ai programmi davvero non comprendono e forse non capiscono che la democrazia è e deve essere nella lotta pacifica e popolare per l’AUTODETERMINAZIONE NAZIONALE SICILIANA un valore universale, imprescindibile.
E qui si pone il problema della democrazia interna all’area sicilianista .
Ad oggi solo F.N.S. coltiva, applica e afferma prassi democratiche interne, con il regolare svolgimento di congressi da cui emergono gli organi dirigenti e le linee programmatiche del partito.
La mancanza di democrazia interna o la sua applicazione meramente di facciata producono e favoriscono in taluni gruppi anche fenomeni organizzativi ma anche dai risvolti politici invirtuosi come l'individualismo, il burocraticismo e l’autoreferenzialità nella prendere delle decisioni politiche .
F.N.S. è, invece, irreversibilmente una organizzazione democratica politicamente coesa quanto, al suo interno, aperta e plurale.
In F.N.S. convivono e si armonizzano sensibilità diverse ma tutte comunque robustamente, chiaramente indipendentiste.
Questa pluralità è intesa in maniera diversa dal diffuso “settarismo” interno di altre sigle sicilianiste o presunte indipendentiste che infatti consumano spesso e anche volentieri scissioni, separazioni con i loro strascichi proto politici .
Noi abbiamo al nostro interno diverse opinioni politiche e talvolta anche ideali , ma sempre a partire, da quale sia la migliore soluzione per dare libertà ed autodeterminazione al Popolo e alla Nazione Siciliana e mai per questioni inerenti la gestione, sic et simpliciter, del Frunti.
Visioni che comunque poi trovano sintesi, dato che ci rendiamo conto che il nostro referente è il Popolo Siciliano .
Ecco in cosa sta la differenza tra F.N.S. e la pletora di altre , sigle che si dicono indipendentiste.
Noi siamo COSTANTI, COERENTI, INTRANSIGENTI senza essere mai FANATICI, CONSOCIATIVI E PERSONALISTICI nelle scelte politiche.
ANTUDU!
TRINAKRIUS
sabato 7 agosto 2010
ALLURA POTI FARI KIU’ SCURU DI MENZANOTTI?
IL LOMBARDO QUARTER MINACCIA DI NASCERE COME ESPRESSIONE ORGANICA DELLA PIU’ “ESTREMA” TRADIZIONE CONSOCIATIVA
ANALISI “AL VETRIOLO” DEGLI INDIPENDENTISTI DU F.N.S.
ANALISI “AL VETRIOLO” DEGLI INDIPENDENTISTI DU F.N.S.
Sconfortante per prassi e contenuti ciò che la partitocrazia unitaria e centralista è in grado di produrre, in Sicilia, nelle sue infinite, bizantine “discussioni”sul Governo e le sue “alchimie”.
Il solito scafato “topolino” sembra lì lì per partorire l’ennesimo “elefante”, partitocratico e consociativo, che è appunto quel Governo Lombardo-quater di cui nessuno né i Siciliani né la Sicilia sentono la mancanza.
Sarà ci si garantisce un Governo del Presidente. Sarà..Sarà.. diffidiamo, e da tempo, degli annunci salvifici di questa partitocrazia sempre eguale a se stessa e immarcescibile non solo nella gestione del potere ma anche nella sue stanche ritualità.
Le novità annunciate? Un Governo che ingloba nella sua maggioranza pressoché tutti i gruppi parlamentari dell’ A.R.S.
COMPLIMENTI!
TUTTI INSIEME QUINDI APPASSIONATAMENTE è appunto questo un gran risultato politico? Sarà!
Questa Compagine, la MAGGIORANZA-PARLAMENTO che lo genera saranno ricordati come LA MADRE DI TUTTE LE CONSOCAZIONI.
ALTRO CHE AFFLATO AUTONOMISTA! ALTRO CHE NOVITÀ! ALTRO CHE DIRITTI DEI SICILIANI!
Complimenti a tutti,nessuno escluso,davvero!
Noi Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” fortunatamente abbiamo una idea diversa, più alta e più nobile della Sicilia,dei Siciliani e della politica (con la P maiuscola) e oggi prendiamo atto di essere rimasti i soli, ma non isolati, ad avere una VERA POSIZIONE POLITICA e quindi ad essere OPPOSIZIONE SOCIALE E POLITICA in Sicilia.
Palermo, 07 Agosto 2010
F.N.S.
venerdì 6 agosto 2010
PREPARIAMO L'OCCASIONE DI ALTERNATIVA PER IL POPOLO E LA NAZIONE SICILIANA
Che si voti meno a fine anno, a marzo o ancora dopo di sicuro Noi Indipendentisti che ci riconosciamo nelle posizioni politico-organizzative du F.N.S. non possiamo e non dobbiamo farci trovare impreparati.
Ci riferiamo ovviamente al dato logistico-organizzativo che è sempre e comunque importante per una forza politico–ideale come la nostra.
Ecco allora che il nostro Blog “laquestionesiciliana” si fa promotore di una Campagna di MOBILITAZIONE per la presenza e la presentazione di LISTE F.N.S. al rinnovo della Deputazione Siciliana presso il Parlamento Italiano.
Nelle prossime settimane sarà nostra cura informarvi sulle iniziative che metteremo in campo per dare proiezione, voce e rappresentanza appunto all’Indipendentismo, che non si piega, che non tradisce, che non deflette.
ANTUDU!
Ci riferiamo ovviamente al dato logistico-organizzativo che è sempre e comunque importante per una forza politico–ideale come la nostra.
Ecco allora che il nostro Blog “laquestionesiciliana” si fa promotore di una Campagna di MOBILITAZIONE per la presenza e la presentazione di LISTE F.N.S. al rinnovo della Deputazione Siciliana presso il Parlamento Italiano.
Nelle prossime settimane sarà nostra cura informarvi sulle iniziative che metteremo in campo per dare proiezione, voce e rappresentanza appunto all’Indipendentismo, che non si piega, che non tradisce, che non deflette.
ANTUDU!
sabato 31 luglio 2010
NOI NON ODIAMO!
Possiamo e sappiamo fare a meno dell’odio.
Non abbiamo bisogno di disprezzare, detestare per pensare e pensarci in una Sicilia altra, diversa e migliore, politicamente, socialmente ed economicamente di quella attuale.
Questa potrebbe sembrare a taluni una precisazione superflua e fino a qualche giorno fa lo sembrava anche a me, fin quando ho avuto un confronto su di un social network con un giovane di un'altra organizzazione “indipendentista”. Questo giovane ha esordito testualmente: “Io odio l’Italia”.
Al che Io ho cercato di spiegare a questo giovane che Noi Indipendentisti du F.N.S. per essere fermi nelle nostre idee non abbiamo bisogno di odiare niente e nessuno.
E colgo l’occasione per ribadire che IO, NOI non odiamo l’Italia.
Noi non abbiamo bisogno di odiare, siamo un’organizzazione politica e appunto come parte del movimento di liberazione nazionale siciliano non crediamo che simili sentimenti giovino alla Causa Siciliana, alla Causa della Nazione e del Popolo Siciliano.
IO, NOI abbiamo troppe, buone ragioni per odiare, l’odio è per chi è disperato, senza prospettive. Noi potremmo, forse, odiare i nostri avversari solo se non avessimo un progetto politico, democratico, condiviso e realizzabile.
Ma noi du F.N.S. abbiamo la convinzione, democratica ed incrollabile, che sapremo costruire un futuro altro e diverso per la Sicilia e i Siciliani.
IO, NOI se accettassimo la logica involutiva dell’Odio, della regressione alle categorie AMICO/NEMICO non saremmo migliori di quei centralisti che sono oggi, senza rendersene conto, sconfitti dalla storia anche in virtù di questa loro pochezza dicotomica.
IO, NOI non abbiamo necessità di essere aggressivi per essere convincenti, IO, NOI non abbiamo bisogno di essere verbosamente estremisti per essere credibili. La nostra credibilità è data dalla nostra coerenza tra dire e fare.
Questa potrebbe sembrare a taluni una precisazione superflua e fino a qualche giorno fa lo sembrava anche a me, fin quando ho avuto un confronto su di un social network con un giovane di un'altra organizzazione “indipendentista”. Questo giovane ha esordito testualmente: “Io odio l’Italia”.
Al che Io ho cercato di spiegare a questo giovane che Noi Indipendentisti du F.N.S. per essere fermi nelle nostre idee non abbiamo bisogno di odiare niente e nessuno.
E colgo l’occasione per ribadire che IO, NOI non odiamo l’Italia.
Noi non abbiamo bisogno di odiare, siamo un’organizzazione politica e appunto come parte del movimento di liberazione nazionale siciliano non crediamo che simili sentimenti giovino alla Causa Siciliana, alla Causa della Nazione e del Popolo Siciliano.
IO, NOI abbiamo troppe, buone ragioni per odiare, l’odio è per chi è disperato, senza prospettive. Noi potremmo, forse, odiare i nostri avversari solo se non avessimo un progetto politico, democratico, condiviso e realizzabile.
Ma noi du F.N.S. abbiamo la convinzione, democratica ed incrollabile, che sapremo costruire un futuro altro e diverso per la Sicilia e i Siciliani.
IO, NOI se accettassimo la logica involutiva dell’Odio, della regressione alle categorie AMICO/NEMICO non saremmo migliori di quei centralisti che sono oggi, senza rendersene conto, sconfitti dalla storia anche in virtù di questa loro pochezza dicotomica.
IO, NOI non abbiamo necessità di essere aggressivi per essere convincenti, IO, NOI non abbiamo bisogno di essere verbosamente estremisti per essere credibili. La nostra credibilità è data dalla nostra coerenza tra dire e fare.
Noi che ci ritroviamo nelle posizioni du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” vogliamo e sapremo scrivere una nuova, migliore pagina nella storia millenaria della Sicilia.
Una pagina in cui la giustizia sociale, la libertà, l’autodeterminazione non abbiano bisogno di celarsi dietro feticci di violenza collettiva, personale e/o verbale.
La Sicilia che Noi vogliamo, costruisce e non toglie, include e non esclude, accoglie e soprattutto vive nel Mediterraneo, nel Mondo, senza razzismi, senza paure, senza mafia.
Peccato per quelli che ancora pensano una Sicilia schiava o peggio ancora una Sicilia solo nominalmente libera ma poi schiava della paura.
La nostra Sicilia è diversa…fortunatamente.
Una pagina in cui la giustizia sociale, la libertà, l’autodeterminazione non abbiano bisogno di celarsi dietro feticci di violenza collettiva, personale e/o verbale.
La Sicilia che Noi vogliamo, costruisce e non toglie, include e non esclude, accoglie e soprattutto vive nel Mediterraneo, nel Mondo, senza razzismi, senza paure, senza mafia.
Peccato per quelli che ancora pensano una Sicilia schiava o peggio ancora una Sicilia solo nominalmente libera ma poi schiava della paura.
La nostra Sicilia è diversa…fortunatamente.
TRINAKRIUS
sabato 17 luglio 2010
KU NUN SKURDA, NUN PERDI!
NOI INDIPENDENTISTI PROGRESSISTI DU CM-FNS RICORDIAMO I MARTIRI DI VIA D’AMELIO E CON ESSI TUTTE LE VITTIME DELLA MAFIA E CON ESSE TUTTI COLORO , CHE A VARIO TITOLO, SI IMPEGNANO QUOTIDIANAMENTE CONTRO LA CANCRENA MAFIOSA
‘U Cumitatu Missinisi du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” non ha dimenticato a 18 anni da quel 19 luglio 1992 la strage di Via D’Amelio in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti di scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli.
Borsellino era e resta per Noi du CM-FNS il prototipo di Siciliano onesto che lotta contro la mafia per affermare il diritto di Noi Popolo Siciliano ad avere un futuro.
Resta la meditata, chiara, testimoniata convinzione di Noi Indipendentisti Progressisti du F.N.S. che la Sicilia potrà essere libera ed autodeterminata solo quando si sarà liberata dalla mafia, da ogni mafia o forma di malaffare.
Questo è ciò in cui crediamo e questo convincimento ci fortifica nel non volere dimenticare gli eroi di Via D’Amelio, a maggior ragione oggi che alcuni vili hanno danneggiato, a Palermo, le statue di Falcone e Borsellino.
Ebbene costoro sappiano che l’Indipendentismo progressista del XXI° secolo è schierato apertamente per la Legalità dei e per i Siciliani e per la Nazione Siciliana.-
ANTUDU!
Messina, 17 luglio 2010.
CUMITATU MISSINISI F.N.S.
mercoledì 14 luglio 2010
IL FUTURO DELL’ECONOMIA SICILIANA È NELL’AGENDA POLITICA ED ECONOMICA DELL’INDIPENDENTISMO PROGRESSISTA DI F.N.S.
Il 34° Report Sicilia realizzato in tandem da DISTE e Fondazione CURELLA fotografa oramai ritualmente lo stato economico in cui si trova o meglio sarebbe dire versa la Sicilia.
E infatti anche quest’anno le notizie contenute nel Report non sono incoraggianti.
Come poteva essere del resto altrimenti, basta, difatti, avere occhi ed orecchi, per intendere che la situazione sociale ed economica in cui si dibattono Sicilia e Siciliani è difficile.
E’ ovviamente il nostro un giudizio politico come è anche giusto che sia.
E infatti anche quest’anno le notizie contenute nel Report non sono incoraggianti.
Come poteva essere del resto altrimenti, basta, difatti, avere occhi ed orecchi, per intendere che la situazione sociale ed economica in cui si dibattono Sicilia e Siciliani è difficile.
E’ ovviamente il nostro un giudizio politico come è anche giusto che sia.
Tuttavia onde evitare che le nostre considerazioni siano considerate una mera impressione autoreferenziale eccovi alcuni dati:
· 304.000 disoccupati ufficiali in Sicilia
· disoccupazione al 22,3% in Sicilia pari ad ¼ dell’intera popolazione isolana
· Il numero di occupati cala per il quarto anno consecutivo nel settore industriale
· La situazione del comparto agricolo è poi davvero triste
Ci sarebbero altri dati resta il fatto che già questi dati basterebbero a determinare un “clima” che definire fosco non è eccessivo.
Del resto lo stesso DISTE (Dipartimento Studi Territoriali) prevede per il 2010 una stagnazione del P.I.L. in Sicilia
· 304.000 disoccupati ufficiali in Sicilia
· disoccupazione al 22,3% in Sicilia pari ad ¼ dell’intera popolazione isolana
· Il numero di occupati cala per il quarto anno consecutivo nel settore industriale
· La situazione del comparto agricolo è poi davvero triste
Ci sarebbero altri dati resta il fatto che già questi dati basterebbero a determinare un “clima” che definire fosco non è eccessivo.
Del resto lo stesso DISTE (Dipartimento Studi Territoriali) prevede per il 2010 una stagnazione del P.I.L. in Sicilia
Ne ci sentiamo di condividere le soluzioni che propone dopo la lettura dei dati Pietro Busetta, della Fondazione CURELLA che dice che bisogna puntare sulla logistica e in tale ambito cita Augusta, il Ponte sullo Stretto di Messina, l’alta velocità ferroviaria e la Salerno Reggio Calabria.
Senza voler essere irrispettosi crediamo come Indipendentisti Progressisti che debbano e possa essere altre le soluzioni non certo il Ponte sullo Stretto di Messina né tantomeno la Salerno Reggio Calabria ( ambedue a regime sottoposte a pedaggi).
Noi crediamo che si debba rilanciare invece l’idea ,che fu anche del grande economista FRISELLA VELLA di elevare l’intero Territorio Siciliano a ZONA FRANCA ecocompatibile, programmata e controllata in cui siano rispettati i diritti sindacali dei nostri lavoratori e siano altresì contrastate tutte le attività malavitose e/o mafiose.
Il rilancio economico della Sicilia passa per una nuova idea politica di Sicilia e del suo ruolo geopolitico ed economico nell’ambito Euromediterraneo.
Il futuro della Sicilia passa per il PROGETTO POLITICO DELL’INDIPENDENTISMO PROGRESSISTA DU F.N.S.
Senza voler essere irrispettosi crediamo come Indipendentisti Progressisti che debbano e possa essere altre le soluzioni non certo il Ponte sullo Stretto di Messina né tantomeno la Salerno Reggio Calabria ( ambedue a regime sottoposte a pedaggi).
Noi crediamo che si debba rilanciare invece l’idea ,che fu anche del grande economista FRISELLA VELLA di elevare l’intero Territorio Siciliano a ZONA FRANCA ecocompatibile, programmata e controllata in cui siano rispettati i diritti sindacali dei nostri lavoratori e siano altresì contrastate tutte le attività malavitose e/o mafiose.
Il rilancio economico della Sicilia passa per una nuova idea politica di Sicilia e del suo ruolo geopolitico ed economico nell’ambito Euromediterraneo.
Il futuro della Sicilia passa per il PROGETTO POLITICO DELL’INDIPENDENTISMO PROGRESSISTA DU F.N.S.
TRINAKRIUS
sabato 10 luglio 2010
SUL VENTILATO RIMPASTO NEL GOVERNO REGIONALE: QUAT(T)ER QUAT(T)ER….
‘U Cumitatu Missinisi FNS nel merito delle indiscrezioni politico-giornalistiche legate ad un “rimpasto” dell’Esecutivo Lombardo, valuta quelli che ad oggi sono solo “rumors” comunque negativamente, dato che se queste indiscrezioni fossero confermate si tratterebbe, in buona sostanza, di una mera “rimodulazione” tutta interna alla logica vetusta della solita partitocrazia centralista.
Sempre nelle more delle anticipazioni sembra che il “nuovo-vecchio” Esecutivo ponga come sua caratterizzazione l’abolizione delle province siciliane.
Le stesse fonti di stampa che riportano le indiscrezioni lasciano intendere, apertis verbis, questa come una scelta tattica, tutta interna, allo scontro tra Lombardo e il cosiddetto PDL Lealista.
I ben informati additano questa come una opzione, che se confermata e praticata, avrebbe come obiettivo, ripetiamo, il condizionale e d’obbligo, Giuseppe Castiglione, leader “lealista”(rispetto a Berlusconi) ed attuale Presidente della provincia di Catania e dell’Upi.
Tutto ciò lascia presagire che anche nell’eventuale e ventilato “ Lombardo Quater” resterebbe centrale l’asse tra questo e Gianfranco Miccichè, leader del PDL Sicilia ( ci domandiamo: quale Sicilia?).
Come elemento innovativo si preconizza poi, udite, udite… nientemeno che rientro dell’Udc nella maggioranza di Governo Regionale.
Il tutto sembra con la benedizione, operosa ed operante, del PD, che appare più diviso sul come che non sul merito di questo “ritorno” dei casiniani.
Ancora una volta la formula evocata è quella del romanesco “VOLEMOSE BENE” ricondotta ad un politicamente più corretto ‘un’alleanza con tutti quelli che ci stanno’.
Noi come Indipendentisti Progressisti du Cumitatu Missinisi du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” valutiamo, se realmente si realizzasse questo scenario, tutto ciò come l’ennesima comprova della autoreferenzialità di questa classe politica che mentre la Sicilia , i Siciliani si dibattono tra mille problemi primi tra tutti mancanza di lavoro, dismissioni industriali palesi o camuffate ( Keller, SicilFiat, Cantieri Navali ecc…) montante povertà, presenza della cancrena mafiosa trovano solo il modo di rimodulare gli equilibri bizantini tutti interni al loro rodato, quanto inefficiente, sistema di relazioni politiche.
Quanto sembra debba ripetersi a breve con la riedizione del “ Lombardo Quater”è la prova che aveva visto bene la Segreteria Nazionale F.N.S. nello stigmatizzare qualunque forma di incontro e/o cointeressenza con questa classe politica seppure, in taluni suoi settori, nominalmente autodefinentesi autonomista.
Gli Indipendentisti Messinesi che si riconoscono solo nelle posizioni politiche ed organizzative du F.N.S. ribadiscono la loro netta, chiara opposizione, democratica e pacifica, a questo modello e si collocano oggi, con tutto F.N.S., come unica, eticamente e politicamente, credibile OPPOSIZIONE ai fautori del Quat(t)er Quat(t)er….
ANTUDU!
Messina, 10 luglio 2010.
Sempre nelle more delle anticipazioni sembra che il “nuovo-vecchio” Esecutivo ponga come sua caratterizzazione l’abolizione delle province siciliane.
Le stesse fonti di stampa che riportano le indiscrezioni lasciano intendere, apertis verbis, questa come una scelta tattica, tutta interna, allo scontro tra Lombardo e il cosiddetto PDL Lealista.
I ben informati additano questa come una opzione, che se confermata e praticata, avrebbe come obiettivo, ripetiamo, il condizionale e d’obbligo, Giuseppe Castiglione, leader “lealista”(rispetto a Berlusconi) ed attuale Presidente della provincia di Catania e dell’Upi.
Tutto ciò lascia presagire che anche nell’eventuale e ventilato “ Lombardo Quater” resterebbe centrale l’asse tra questo e Gianfranco Miccichè, leader del PDL Sicilia ( ci domandiamo: quale Sicilia?).
Come elemento innovativo si preconizza poi, udite, udite… nientemeno che rientro dell’Udc nella maggioranza di Governo Regionale.
Il tutto sembra con la benedizione, operosa ed operante, del PD, che appare più diviso sul come che non sul merito di questo “ritorno” dei casiniani.
Ancora una volta la formula evocata è quella del romanesco “VOLEMOSE BENE” ricondotta ad un politicamente più corretto ‘un’alleanza con tutti quelli che ci stanno’.
Noi come Indipendentisti Progressisti du Cumitatu Missinisi du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” valutiamo, se realmente si realizzasse questo scenario, tutto ciò come l’ennesima comprova della autoreferenzialità di questa classe politica che mentre la Sicilia , i Siciliani si dibattono tra mille problemi primi tra tutti mancanza di lavoro, dismissioni industriali palesi o camuffate ( Keller, SicilFiat, Cantieri Navali ecc…) montante povertà, presenza della cancrena mafiosa trovano solo il modo di rimodulare gli equilibri bizantini tutti interni al loro rodato, quanto inefficiente, sistema di relazioni politiche.
Quanto sembra debba ripetersi a breve con la riedizione del “ Lombardo Quater”è la prova che aveva visto bene la Segreteria Nazionale F.N.S. nello stigmatizzare qualunque forma di incontro e/o cointeressenza con questa classe politica seppure, in taluni suoi settori, nominalmente autodefinentesi autonomista.
Gli Indipendentisti Messinesi che si riconoscono solo nelle posizioni politiche ed organizzative du F.N.S. ribadiscono la loro netta, chiara opposizione, democratica e pacifica, a questo modello e si collocano oggi, con tutto F.N.S., come unica, eticamente e politicamente, credibile OPPOSIZIONE ai fautori del Quat(t)er Quat(t)er….
ANTUDU!
Messina, 10 luglio 2010.
CUMITATU MISSINISI F.N.S.
venerdì 9 luglio 2010
METARECENSIONE
Care Amiche e Cari Amici,
Sono rimasto piacevolmente impressionato dal bel articolo-recensione a firma di Felice IRRERA pubblicato sul numero in edicola (09 luglio 2010) a pag.41 del settimanale “Centonove” intitolato: Longo, passione e denuncia”.
IRRERA analizza e ben contestualizza l’opera di Giacomo LONGO, che nell’immediatezza del terribile evento del terremoto messinese del 1908 raccontò e denunciò, nel libro pubblicato per la prima volta 99 anni fa, nel 1911, il comportamento delle Autorità Italiane nella gestione di quel luttuosissimo evento.
Oggi quel libro torna ad essere pubblicato oggi per i tipi delle Edizioni Dr. Antonino Sfamemi in ristampa anastatica con il suo titolo originale: “Un duplice flagello: il terremoto del 28 dicembre 1908 in Messina ed il Governo Italiano ( pp.213, 22 euro).
La lettura della bella recensione di IRRERA apre squarci interessanti quanto inquietanti su come il Potere trattò allora i Messinesi.
Credo vada inoltre riconosciuto ad IRRERA il merito di aver posto all’attenzione dei lettori di “Centonove” questo libro che sicuramente acquisterò e terrò in bella vista nella mia libreria.
E’ una ulteriore testimonianza, non tacciabile di ideologismo, di come i Siciliani e la Sicilia in quel 1908 godessero di poca o nulla considerazione all’interno della cornice unitaria italiana.
Resta l’interrogativo se siffatta considerazione sia migliorata a 102 anni di distanza.
Sono rimasto piacevolmente impressionato dal bel articolo-recensione a firma di Felice IRRERA pubblicato sul numero in edicola (09 luglio 2010) a pag.41 del settimanale “Centonove” intitolato: Longo, passione e denuncia”.
IRRERA analizza e ben contestualizza l’opera di Giacomo LONGO, che nell’immediatezza del terribile evento del terremoto messinese del 1908 raccontò e denunciò, nel libro pubblicato per la prima volta 99 anni fa, nel 1911, il comportamento delle Autorità Italiane nella gestione di quel luttuosissimo evento.
Oggi quel libro torna ad essere pubblicato oggi per i tipi delle Edizioni Dr. Antonino Sfamemi in ristampa anastatica con il suo titolo originale: “Un duplice flagello: il terremoto del 28 dicembre 1908 in Messina ed il Governo Italiano ( pp.213, 22 euro).
La lettura della bella recensione di IRRERA apre squarci interessanti quanto inquietanti su come il Potere trattò allora i Messinesi.
Credo vada inoltre riconosciuto ad IRRERA il merito di aver posto all’attenzione dei lettori di “Centonove” questo libro che sicuramente acquisterò e terrò in bella vista nella mia libreria.
E’ una ulteriore testimonianza, non tacciabile di ideologismo, di come i Siciliani e la Sicilia in quel 1908 godessero di poca o nulla considerazione all’interno della cornice unitaria italiana.
Resta l’interrogativo se siffatta considerazione sia migliorata a 102 anni di distanza.
TRINAKRIUS
per il blog “laquestionesiciliana”
per il blog “laquestionesiciliana”
mercoledì 7 luglio 2010
IL 711° ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DI CAPO D'ORLANDO
RICORDATO DA ‘U CUMITATU MISSINISI
DU FRUNTI NAZZIUNALI SICILIANU – “SICILIA INDIPINNENTI”
IL 711° ANNIVERSARIO
DELLA BATTAGLIA NAVALE DI CAPO D’ORLANDO
DEL 4 LUGLIO 1299
IL 711° ANNIVERSARIO
DELLA BATTAGLIA NAVALE DI CAPO D’ORLANDO
DEL 4 LUGLIO 1299
Il cammino verso la VERITÀ’ STORICA non si arresta ed è appunto in tale ottica che ‘u Cumitatu Missinisi du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” (CMFNS) non ha voluto dimenticare il 711° anniversario della battaglia navale che appunto il 4 luglio del 1299 si combatté nel mare antistante oggi la città di Capo d’Orlando, nella cornice del messinese, a ridosso del comprensorio nebroideo.
‘U CMFNS ha voluto restituire tutto il suo valore culturale, politico ed etico a questo avvenimento che seppure consumatosi 711 anni fa è una delle pietre miliari nell’identità nazionale del Popolo Siciliano
Certo nella città di Capo d’Orlando le vicende della battaglia che vide contrapporsi il Re Siciliano eletto Federico III alla flotta dell’alleanza Italo-Franco-Aragonese è anche legata , alla più immediata querelle inerente l’intitolazione della piazza antistante la stazione ferroviaria cittadina che superando i limiti della polemica stracittadina ci ha visti apertamente schierati per le ragioni di chi, non escluso il nostro Presidente, Prof. Corrado MIRTO, sosteneva anche attraverso la reintitolazione toponomastica le ragioni, democratiche, del recupero della nostra Memoria Storica Nazionale Siciliana.
Tuttavia và del resto detto che essa non è riducibile solo o per la maggiore a questo pur importante episodio politico-mediatico.
A ciò si aggiunga, poi, che in occasione di questo recente ultimo 4 luglio, si poneva, in tutta evidenza, la questione della cointeressenza dell’Anniversario con la presenza, a Capo d’Orlando, all’interno di una manifestazione aeronautica più ampia dell’esibizione delle Frecce Tricolori italiane.
Facile sarebbe stato porre l’accenno sul contemporaneo svolgimento dei due eventi, pur tra loro non comparabili, facendo sì che si producesse, di fatto, una sorta di raffronto/confronto mediatico.
E’ stata però una nostra precisa scelta politica come Cumitatu Missinisi du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” (CMFNS) evitare certo sensazionalismo polemico.
Ecco perché abbiamo preferito differire il nostro ricordo in una data ( NdR oggi per chi legge ) che permettesse di andare oltre la vis polemica per restituire la pienezza di un evento che è centrale non solo per la Città di Capo d’Orlando , per il Messinese ma per la Sicilia tutta.
‘U CMFNS ricorda dunque a Capo d’Orlando l’amore per la libertà e l’Autodeterminazione del Popolo Siciliano che portò tanti nostri Conterranei a sacrificare la loro vita per difendere la loro, la nostra Nazione: la Sicilia.
W LA SICILIA CHE HA MEMORIA
W LA SICILIA CHE SI APPARTIENE
ANTUDU!
Messina, 07 luglio 2010.
CUMITATU MISSINISI F.N.S.
domenica 27 giugno 2010
UN ALTRO TESORO CHE ANGELO CARIA, INTELLETTUALE E PATRIOTA SARDO HA LASCIATO AL SUO POPOLO: LA SUA POESIA
Ripostiamo qui un interessante nota, inviataci dall’amica Aurora, a firma di Bustianu Cumpostu.
Onore all’indimenticato patriota Sardo , Angelo Caria, che tanta stima aveva per la Questione Siciliana e per quel Frunti Nazziunali Sicilianu in cui Noi ci riconosciamo in termini politico-organizzativi.
Onore all’indimenticato patriota Sardo , Angelo Caria, che tanta stima aveva per la Questione Siciliana e per quel Frunti Nazziunali Sicilianu in cui Noi ci riconosciamo in termini politico-organizzativi.
BONA LITTURA!
Il blog “laquestionesiciliana”
CUSSIVEROS SUPRA SA POESIA DE ANGELO – PARTE POETICA
Nella poesia la sua terra, è corpo, è faccia, è cultura, le rocce sono rughe di un volto che ha sopportato umiliazioni, ma sono anche parola, in dialogo con gli uccelli, con le piante, con la sua gente. Un dialogo di ribellione e di orgoglio. Nella poesia Angelo diventa falco e vola alto, ma è anche maestoso pastore, roccia, pietra, nibbio, non c’è stacco, uno è tutto e vestite le ali del gabbiano vola soffice e ammira la splendida visione di un giusto rapporto tra uomini e terra. La grande ameba, che ricorda l’ordigno di Eliseo Spiga in Capezzoli di Pietra, sgretola la sua terra, falsa la storia del suo popolo ma non impedisce al suo cervello di illudersi di essere libero e di continuare la lotta per esserlo realmente. Per Angelo la libertà va raggiunta prima nel cervello, in su sentidu, se si vuole poi conseguirla come persona e come popolo. L’ameba è polizia coloniale, cane rabbioso, turista impegnato nel proprio safari sardo, borghesia comporadora. La ribellione diventa dura e decisa, collettiva, al pastore si aggiunge il minatore che scorrendo nelle vene della terra ha maturato rabbia d’insurrezione, il contadino che vede vanificato il suo lavoro e l’operaio che inizia a vedere il fallimento delle cattedrali di luci. Le mani si alzano le bocche gridano, anzi trillano, diventano launeddas e uniscono in un’unica lotta l’aratro del contadino, il falasso del pescatore, l’ovile del pastore ed i castelli di luce degli operai. La grande ameba è un leviatano, pesa e distrugge, i sardi non solo passano leggeri ma come spighe secche muoiono senza rumore, nel corpo ma non nel cervello. E’ nel cervello, nel sentidu di essere popolo oppresso, che Angelo veste le piume arrabbiate e trasforma la ribellione in odio. Il latitante di parole attende il momento, dietro i cespugli, con l’arma in mano. E’ inutile correre si deve aspettare il momento della ribellione, stando sempre e comunque dalla parte dei banditi. L’ameba diventa zio Samuele, la ribellione supera i confini della sua terra e si allarga al mondo, diventa valore assoluto, Amerindi come Sardi e piange la morte di Che Guevara, una spiga che cadendo ha fatto rumore e ha fatto tremare lo zio Samuele. Nella poesia Angelo si sente più forte, è la poesia che gli permette di districarsi tra i cespugli indotti del cervello e dare sostanza al pensiero ed al suo agire in difesa del proprio popolo. E’ tra quei cespugli che riesce a scovare le facce e le forme, simboli di una cultura nascosta, negata. I’uomo sardo è asfodelo e il suo essere popolo cestino che dura nel tempo. Travolto “L’asfodelo si china – bianco – ma io lo penso più vivo – che da anima ai cestini – fermi nel tempo”.
Bustianu Cumpostu
mercoledì 23 giugno 2010
sabato 19 giugno 2010
DUMANI 'A LI CINCU DI LA SIRA, BONA MANIFESTAZZIUNI!
Sarà la prima volta, dopo diversi anni, che per indifferibili impegni di lavoro non potrò essere con i miei compagni ed amici du Frunti alla manifestazione voluta ed organizzata da F.N.S. per domani, domenica 20 giugno 2010.
La cosa mi prova. Per me, infatti, come per molti altri, ritrovarsi, anno dopo anno, presso il cippo commemorativo di contrada Murazzu Ruttu, a Randazzo, ha un valore etico-civile ed ideale fondamentale.
Lì presso la SS120, sorge il sobrio cenotafio che ricorda e testimonia il sacrificio di Antonio Canepa( alias Mario Turri), Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice, che lì appunto caddero il 17 giugno del 1945, 65 anni fa.
Presso il cippo Noi, patriote e patrioti siciliani, ricordiamo il loro sacrificio e con esso quello di chi, in ogni tempo e luogo, ha speso o sacrificato la sua vita o le sue energie per la Sicilia, per la Nazione Siciliana.
Sono questi i motivi che rendono triste, per me, il non poter partecipare domani alla manifestazione.
Ho tuttavia l’occasione, grazie alla disponibilità degli amici del blog “laquestionesiciliana” di augurare a Voi tutti di svolgere un proficuo raduno.
Spero ed auspico che, almeno quest’anno, Tutti ma proprio Tutti mettano da parte mezzucci e piccole furbizie per onorare i nostri caduti.
A tutti auguro buona manifestazione e penso, con me, lo facciano tutti i Siciliani della Diaspora e no, che per vari motivi non potranno essere lì domani.
ANTUDU!
La cosa mi prova. Per me, infatti, come per molti altri, ritrovarsi, anno dopo anno, presso il cippo commemorativo di contrada Murazzu Ruttu, a Randazzo, ha un valore etico-civile ed ideale fondamentale.
Lì presso la SS120, sorge il sobrio cenotafio che ricorda e testimonia il sacrificio di Antonio Canepa( alias Mario Turri), Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice, che lì appunto caddero il 17 giugno del 1945, 65 anni fa.
Presso il cippo Noi, patriote e patrioti siciliani, ricordiamo il loro sacrificio e con esso quello di chi, in ogni tempo e luogo, ha speso o sacrificato la sua vita o le sue energie per la Sicilia, per la Nazione Siciliana.
Sono questi i motivi che rendono triste, per me, il non poter partecipare domani alla manifestazione.
Ho tuttavia l’occasione, grazie alla disponibilità degli amici del blog “laquestionesiciliana” di augurare a Voi tutti di svolgere un proficuo raduno.
Spero ed auspico che, almeno quest’anno, Tutti ma proprio Tutti mettano da parte mezzucci e piccole furbizie per onorare i nostri caduti.
A tutti auguro buona manifestazione e penso, con me, lo facciano tutti i Siciliani della Diaspora e no, che per vari motivi non potranno essere lì domani.
ANTUDU!
TRINAKRIUS
mercoledì 16 giugno 2010
SUL RISORGIMENTO ITALIANO …
Le attuali celebrazioni in occasione del centocinquantesimo dell’unificazione sono, a ben vedere, caratterizzate da un acceso dibattito sviluppatosi tra chi il risorgimento sostiene, nelle forme canonizzate quasi agiografiche e chi, invece, crede sia giunto il tempo, finalmente, di riportare alla reale dimensione, demitizzandola questa fase storico-politica.
Costoro e Noi con essi denunciamo la pesante coltre ideologica che ha ammantato e fondamentalmente riscritto per centocinquanta anni i tanti eventi che si sono succeduti dal 1860.
E’ ovvio, fisiologico quasi che due visioni così antitetiche si confrontino e/o scontrino soprattutto in un Paese, in una forma-stato mai divenuta nazione come l’Italia.
Italia che non ha voluto o saputo, fin qui, ristabilire la verità storica sui fatti inerenti gli eventi che portarono alla “unificazione” poi sancita nel 1861 sotto le insegne savoiarde.
In questo 2010 si può dire e scrivere, secondo libertà e verità, di quegli avvenimenti finalmente senza più censure. Restano però attive ed operanti tutta una serie di remore indotte da centocinquanta anni di alienazione culturale pervicamente perseguita.
A ciò si aggiunga l’azione infastidita di certi settori patriottardi, pigramente abituati al mito risorgimentalista che male tollerano qualsivoglia critica e/o contraddittorio.
Tutti costoro restano insensatamente abbarbicati ad una mitopoiesi che è comunque, anche oggi, animata ed alimentata, da una macchina commemorativa milionaria in euro che può contare sulla storiografia ufficiale ed istituzionalizzata.
Ciò significa che a tutt’oggi, la storia ufficiale e la manualistica scolastica, ad essa collegata, promuovono una sistematica rimozione della verità storico-politica e socio-economica dalla "unificazione" .
Ci si ostina a mantenere ferme visioni stantie, anche se non mancano segnali ed avvisaglie che consiglierebbero un ripensamento rispetto a siffatti atteggiamenti.
Penso, ad esempio, al recente bicentenario flop della nascita di Giuseppe Garibaldi da Nizza così emblematico.
Costoro e Noi con essi denunciamo la pesante coltre ideologica che ha ammantato e fondamentalmente riscritto per centocinquanta anni i tanti eventi che si sono succeduti dal 1860.
E’ ovvio, fisiologico quasi che due visioni così antitetiche si confrontino e/o scontrino soprattutto in un Paese, in una forma-stato mai divenuta nazione come l’Italia.
Italia che non ha voluto o saputo, fin qui, ristabilire la verità storica sui fatti inerenti gli eventi che portarono alla “unificazione” poi sancita nel 1861 sotto le insegne savoiarde.
In questo 2010 si può dire e scrivere, secondo libertà e verità, di quegli avvenimenti finalmente senza più censure. Restano però attive ed operanti tutta una serie di remore indotte da centocinquanta anni di alienazione culturale pervicamente perseguita.
A ciò si aggiunga l’azione infastidita di certi settori patriottardi, pigramente abituati al mito risorgimentalista che male tollerano qualsivoglia critica e/o contraddittorio.
Tutti costoro restano insensatamente abbarbicati ad una mitopoiesi che è comunque, anche oggi, animata ed alimentata, da una macchina commemorativa milionaria in euro che può contare sulla storiografia ufficiale ed istituzionalizzata.
Ciò significa che a tutt’oggi, la storia ufficiale e la manualistica scolastica, ad essa collegata, promuovono una sistematica rimozione della verità storico-politica e socio-economica dalla "unificazione" .
Ci si ostina a mantenere ferme visioni stantie, anche se non mancano segnali ed avvisaglie che consiglierebbero un ripensamento rispetto a siffatti atteggiamenti.
Penso, ad esempio, al recente bicentenario flop della nascita di Giuseppe Garibaldi da Nizza così emblematico.
E invece ci si ostina a proseguire con prassi superate. Perché?
Credo dipenda da una composita serie di motivi d’ordine politico generale e non ultimo il non indifferente budget economico correlato a questo anniversario.
Tutto ciò ha spinto comprensibilmente il mondo istituzionale e meno comprensibilmente quello istituzionalizzato a fare delle attuali celebrazioni una sorta di “ridotta” culturale e politica in cui difendere una certa stantia visione risorgimentalista e patriottarda.
I risultati, sin qui, non sono stati dei migliori. Dal punto di vista storiografico i risorgimentalisti scontano l’insostenibilità delle loro posizioni che sono, con tutta evidenza, ideologiche.
Del resto oggi la verità storica seppure lentamente quanto inesorabilmente va emergendo e va liberandosi, così, dalla camicia di forza in cui era stata ridotta e compressa dagli italianisti.
Anziché accettare l’evidenza certuni risorgimentalisti si sentono sotto attacco, come se avere declamato per un secolo e mezzo verità posticce li autorizzi di per sé a fare di queste asserzioni false un uso pressoché infinito.
Di fronte a queste prassi e a questi atteggiamenti il liberalismo proclamato da molti, invocato da molti altri e praticato professionalmente da qualcun altro, in campo centralista, mostre le corde.
I tanti liberali e liberaldemocratici in servizio permanente effettivo non trovano spesso di meglio che lanciare anatemi cercando, seppure con qualche mestiere, di rivoltare le loro prassi, i loro comportamenti contro i loro contraddittori.
Ecco allora che uomini brillanti, culturalmente di valore scrivono riguardo alla nuova coscienza politica e storiografica che si tratta di una “azione combinata e corrosiva di tendenza storiografiche ideologizzate e di nostalgie antistoriche”.
Senza volere polemizzare in modo sterile dobbiamo però dire che, comunque la si pensi, questo non è un buon viatico al dibattito ed a qualunque confronto.
Eppure il mondo politico e storiografico segnatamente liberale e/o liberaldemocratico dovrebbe ricordare l’essenza vera, più intensa e concreta della loro “visione” del Mondo.
Per dirla con le parole contenute in un bell’articolo di Dario Antiseri una posizione realmente liberale è quella che “si basa sul coraggio e la fiducia, sull’essere pronti a lasciare andare le cose per il loro verso, anche se non possiamo prevedere dove ci porteranno”.
A ben vedere nell’attualità di questa polemica sul centocinquantesimo dell’unificazione è in gioco, in quest’ottica, qualcosa di estremamente importante per chi si richiama al pensiero liberale.
Tutti costoro dovrebbero avere la capacità di mettersi e mettere tutto in discussione per difendere la libertà.
Libertà che è, si badi bene, inseparabile, ieri, oggi e domani dalla verità storica.
Dunque tutti coloro che rifiutano di coniugare libertà e verità storica per dirla con Von Hayek non è un liberale ma semmai un conservatore.
Inquadrata così la polemica sul ferale centocinquantesimo anniversario diviene anche terreno di confronto e scontro tra conservatorismo tout court e liberalismo.
A ciò, inevitabilmente, si sovrappongono, interpongono e/o frappongono altri dati ideali e valori ideologici. Anche il tema della cristallizzazione del passato è un dato con cui devono fare i conti molti dei vecchi stati-nazione non esclusa l’Italia.
Resta comunque valido il vecchio adagio di un socialista umanista, Eric Blair, meglio noto come George Orwell che nel 1949 nel suo noto “1984” così scriveva: “chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato”.
Abbiamo tutti di che meditare e specialmente quei risorgimentalisti ostinati che si dicono liberali.
Credo dipenda da una composita serie di motivi d’ordine politico generale e non ultimo il non indifferente budget economico correlato a questo anniversario.
Tutto ciò ha spinto comprensibilmente il mondo istituzionale e meno comprensibilmente quello istituzionalizzato a fare delle attuali celebrazioni una sorta di “ridotta” culturale e politica in cui difendere una certa stantia visione risorgimentalista e patriottarda.
I risultati, sin qui, non sono stati dei migliori. Dal punto di vista storiografico i risorgimentalisti scontano l’insostenibilità delle loro posizioni che sono, con tutta evidenza, ideologiche.
Del resto oggi la verità storica seppure lentamente quanto inesorabilmente va emergendo e va liberandosi, così, dalla camicia di forza in cui era stata ridotta e compressa dagli italianisti.
Anziché accettare l’evidenza certuni risorgimentalisti si sentono sotto attacco, come se avere declamato per un secolo e mezzo verità posticce li autorizzi di per sé a fare di queste asserzioni false un uso pressoché infinito.
Di fronte a queste prassi e a questi atteggiamenti il liberalismo proclamato da molti, invocato da molti altri e praticato professionalmente da qualcun altro, in campo centralista, mostre le corde.
I tanti liberali e liberaldemocratici in servizio permanente effettivo non trovano spesso di meglio che lanciare anatemi cercando, seppure con qualche mestiere, di rivoltare le loro prassi, i loro comportamenti contro i loro contraddittori.
Ecco allora che uomini brillanti, culturalmente di valore scrivono riguardo alla nuova coscienza politica e storiografica che si tratta di una “azione combinata e corrosiva di tendenza storiografiche ideologizzate e di nostalgie antistoriche”.
Senza volere polemizzare in modo sterile dobbiamo però dire che, comunque la si pensi, questo non è un buon viatico al dibattito ed a qualunque confronto.
Eppure il mondo politico e storiografico segnatamente liberale e/o liberaldemocratico dovrebbe ricordare l’essenza vera, più intensa e concreta della loro “visione” del Mondo.
Per dirla con le parole contenute in un bell’articolo di Dario Antiseri una posizione realmente liberale è quella che “si basa sul coraggio e la fiducia, sull’essere pronti a lasciare andare le cose per il loro verso, anche se non possiamo prevedere dove ci porteranno”.
A ben vedere nell’attualità di questa polemica sul centocinquantesimo dell’unificazione è in gioco, in quest’ottica, qualcosa di estremamente importante per chi si richiama al pensiero liberale.
Tutti costoro dovrebbero avere la capacità di mettersi e mettere tutto in discussione per difendere la libertà.
Libertà che è, si badi bene, inseparabile, ieri, oggi e domani dalla verità storica.
Dunque tutti coloro che rifiutano di coniugare libertà e verità storica per dirla con Von Hayek non è un liberale ma semmai un conservatore.
Inquadrata così la polemica sul ferale centocinquantesimo anniversario diviene anche terreno di confronto e scontro tra conservatorismo tout court e liberalismo.
A ciò, inevitabilmente, si sovrappongono, interpongono e/o frappongono altri dati ideali e valori ideologici. Anche il tema della cristallizzazione del passato è un dato con cui devono fare i conti molti dei vecchi stati-nazione non esclusa l’Italia.
Resta comunque valido il vecchio adagio di un socialista umanista, Eric Blair, meglio noto come George Orwell che nel 1949 nel suo noto “1984” così scriveva: “chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato”.
Abbiamo tutti di che meditare e specialmente quei risorgimentalisti ostinati che si dicono liberali.
ANTUDU!
TRINAKRIUS
giovedì 10 giugno 2010
NOI CI SAREMO!
Noi del blog "laquestionesiciliana" parteciperemo alla manifestazione organizzata da 'u Frunti Nazziunali Sicilianu - "Sicilia Indipinnenti" in occasione del 65° anniversario del sacrificio dei Patrioti dell'E.V.I.S. ( quello vero) a Murazzu Ruttu, Randazzo. Ci vediamo quindi il 20 Giugno alle ore 17,00 lì presso il Cippo Commemorativo.
ANTUDU!
mercoledì 2 giugno 2010
“FREDOOM FLOTILLA”: PER IL POPOLO PALESTINESE, CON IL POPOLO PALESTINESE ?
Noi indipendentisti progressisti del blog “laquestionesiciliana”, che ci riconosciamo nelle scelte politiche e nelle posizioni du F.N.S., siamo sempre stati schiettamente, apertamente favorevoli all’esistenza di uno Stato Nazionale Palestinese come anche, del resto, a quella di uno Stato Nazionale Israeliano.
Abbiamo sempre creduto, al di là e oltre le mutevoli alchimie, nella idea sintetizzabile con lo slogan “DUE POPOLI, DUE STATI”.
I fatti legati alla “Fredoom Flotilla” e verificatisi sulla nave turca “Mavi Marmara”ci inducono ad alcune riflessioni.
Premettiamo, a scanso d’equivoci, che non entreremo qui nella meccanica dell’incidente, che non conosciamo approfonditamente.
Ciò che qui, invece, ci interessa è riflettere sulle possibili, prevedibili, al momento, conseguenze, rischi che, a nostro avviso, si vanno prospettando all’orizzonte.
Un primo pericolo che pochi attenzionano e quello che è a rischio la stessa Causa Nazionale Palestinese.
Molti analisti, infatti, non sembrano accorgersi che ciò che è accaduto sulla nave turca, con, ahinoi, il suo carico di vittime, è frutto e risultante anche di una lotta interna al nazionalismo palestinese.
Oggi, i fatti, si contrappongono, nel movimento per l’Autodeterminazione palestinese, due diverse visioni: una orientata in senso religioso e l’altra complessivamente laica.
Questo scontro che attraversa tutto il movimento nazionale palestinese trova la sua più evidente “faglia” proprio a Gaza e nel suo hinterland che erano la meta, appunto, della nave “Mavi Marmara” e dove governa monocraticamente il movimento religioso di Hamas.
Non crediamo stupiremo nessuno se diremo che per cultura e formazione ideale e politica Noi crediamo e sosteniamo solo lotte di liberazione nazionale laiche e democratiche.
Alla luce di ciò và da sé che noi stiamo, in campo palestinese, della componente laica, democratica e progressista del movimento palestinese.
E’ a nostro avviso, dunque, un errore pacchiano sostenere, sia pure tatticamente, la visione di Hamas.
Alcuni anche a seguito dei luttuosi eventi del “Mavi Marmara” vorrebbero utilizzare ciò che è accaduto per legittimare, tout court, Hamas a livello di opinione pubblica internazionale.
Senza voler apparire pedanti tuttavia dobbiamo e possiamo dire che occorre distinguere e differenziare il destino, il futuro di Gaza e del suo hinterland da quello dell’organizzazione Harakat al-Muqawama al-Islamiya (Hamas).
E’ questo un passaggio che molti oggi sulla scia dell’emozione e/o della polemica tentano di glissare.
Noi restiamo infatti convinti che Hamas non sia credibile sul tavolo di un comunque necessario e imprescindibile momento di confronto per e sul futuro della Palestina e di Israele.
L’altro rischio evidente, per Noi de “laquestionesiciliana” è quello perseguito da taluni di utilizzare, ciò che è accaduto sulla nave turca “Mavi Marmara”, un luttuoso ma singolo evento, da indagare ed indagabile come auspicato dalla risoluzione approvata dall’ONU, per rilanciare vecchie osservanze antisioniste, antiebraiche ed in buona sostanza antisemite con il loro mefitico strascico di odio
Occorre essere chiari: OGGI E DOMANI MAI NESSUNO POTRÀ NEGARE O METTERE IN DISCUSSIONE L’ESISTENZA DELLO STATO DI ISRAELE.
E’ un dato questo che Hamas ancora nega apertamente e che crea ponti anche con le “estreme” politiche, europee ed internazionali, a destra come a sinistra, nei loro sentimenti anti israeliani ed antisemiti.
Vogliamo oggi essere chiari, proprio mentre l’opinione pubblica internazionale, si abbandona alle intemperanze della polemica spicciola dettata dalla immanenza degli avvenimenti, e dire, senza se e ma, che NOI INDIPENDENTISTI PROGRESSISTI, AVANGUARDIA POLITICA DEL POPOLO E DELLA NAZIONE SICILIANA, PARTE DEL MEDITERRANEO E D’EUROPA, NON VOGLIAMO E NON POSSIAMO ODIARE NESSUNO NE OGGI NÉ MAI.
Abbiamo voluto limitarci qui nella pochezza di questo post ad analizzare solo questi due rischi anche se altri diversi e/o correlati si stagliano all’orizzonte.
Anche Noi siamo sostanzialmente d’accordo, difatti, con quei commentatori e/o analisti che indicano il determinarsi di un “nuovo” quadro geopolitico mediorientale.
Accenneremo qui solo ad un dato, che in seguito, sarà bene poi approfondire più analiticamente.
Ci riferiamo alla “ricollocazione” geopolitica della Turchia erdoganista.
La Turchia guidata politicamente dal 2003 dall’islamista moderato, Tayyip Erdogan, sta tentando di accreditarsi come nuova “difensora” e “protetrrice” dei Palestinesi, rompendo i legami politici, militari ed economici con lo stato di Israele.
In ciò si nota che i dubbi di coloro che si opponevano all’ingresso dello Stato turco nella U.E. appaiono complessivamente sempre più motivati.
Il rischio non è solo, ma anche, quello di destabilizzare e/o mutare i rapporti nella già difficile realtà mediorientale bensì anche quello di ripiombare la Palestina ed i Palestinesi alla situazione antecedente a quella del 1964, cioè quando Arafat prese nelle sue mani il destino politico della Palestina.
Molti dovrebbero ricordare che la Causa Palestinese, fino ad allora, era solo una variabile secondaria della e nella politica dei Paesi Arabi “fratelli”.
Paesi Arabi che Arafat intuì essere, in concreto, solo oppressivi “tutori” per il suo popolo.
Tutto ciò che sta accadendo rischia di ripiombare indietro la Palestina ed i Palestinesi, con l’aggiunta che adesso il movimento nazionale è tarlato da logiche religiose integraliste.
ANTUDU!
Abbiamo sempre creduto, al di là e oltre le mutevoli alchimie, nella idea sintetizzabile con lo slogan “DUE POPOLI, DUE STATI”.
I fatti legati alla “Fredoom Flotilla” e verificatisi sulla nave turca “Mavi Marmara”ci inducono ad alcune riflessioni.
Premettiamo, a scanso d’equivoci, che non entreremo qui nella meccanica dell’incidente, che non conosciamo approfonditamente.
Ciò che qui, invece, ci interessa è riflettere sulle possibili, prevedibili, al momento, conseguenze, rischi che, a nostro avviso, si vanno prospettando all’orizzonte.
Un primo pericolo che pochi attenzionano e quello che è a rischio la stessa Causa Nazionale Palestinese.
Molti analisti, infatti, non sembrano accorgersi che ciò che è accaduto sulla nave turca, con, ahinoi, il suo carico di vittime, è frutto e risultante anche di una lotta interna al nazionalismo palestinese.
Oggi, i fatti, si contrappongono, nel movimento per l’Autodeterminazione palestinese, due diverse visioni: una orientata in senso religioso e l’altra complessivamente laica.
Questo scontro che attraversa tutto il movimento nazionale palestinese trova la sua più evidente “faglia” proprio a Gaza e nel suo hinterland che erano la meta, appunto, della nave “Mavi Marmara” e dove governa monocraticamente il movimento religioso di Hamas.
Non crediamo stupiremo nessuno se diremo che per cultura e formazione ideale e politica Noi crediamo e sosteniamo solo lotte di liberazione nazionale laiche e democratiche.
Alla luce di ciò và da sé che noi stiamo, in campo palestinese, della componente laica, democratica e progressista del movimento palestinese.
E’ a nostro avviso, dunque, un errore pacchiano sostenere, sia pure tatticamente, la visione di Hamas.
Alcuni anche a seguito dei luttuosi eventi del “Mavi Marmara” vorrebbero utilizzare ciò che è accaduto per legittimare, tout court, Hamas a livello di opinione pubblica internazionale.
Senza voler apparire pedanti tuttavia dobbiamo e possiamo dire che occorre distinguere e differenziare il destino, il futuro di Gaza e del suo hinterland da quello dell’organizzazione Harakat al-Muqawama al-Islamiya (Hamas).
E’ questo un passaggio che molti oggi sulla scia dell’emozione e/o della polemica tentano di glissare.
Noi restiamo infatti convinti che Hamas non sia credibile sul tavolo di un comunque necessario e imprescindibile momento di confronto per e sul futuro della Palestina e di Israele.
L’altro rischio evidente, per Noi de “laquestionesiciliana” è quello perseguito da taluni di utilizzare, ciò che è accaduto sulla nave turca “Mavi Marmara”, un luttuoso ma singolo evento, da indagare ed indagabile come auspicato dalla risoluzione approvata dall’ONU, per rilanciare vecchie osservanze antisioniste, antiebraiche ed in buona sostanza antisemite con il loro mefitico strascico di odio
Occorre essere chiari: OGGI E DOMANI MAI NESSUNO POTRÀ NEGARE O METTERE IN DISCUSSIONE L’ESISTENZA DELLO STATO DI ISRAELE.
E’ un dato questo che Hamas ancora nega apertamente e che crea ponti anche con le “estreme” politiche, europee ed internazionali, a destra come a sinistra, nei loro sentimenti anti israeliani ed antisemiti.
Vogliamo oggi essere chiari, proprio mentre l’opinione pubblica internazionale, si abbandona alle intemperanze della polemica spicciola dettata dalla immanenza degli avvenimenti, e dire, senza se e ma, che NOI INDIPENDENTISTI PROGRESSISTI, AVANGUARDIA POLITICA DEL POPOLO E DELLA NAZIONE SICILIANA, PARTE DEL MEDITERRANEO E D’EUROPA, NON VOGLIAMO E NON POSSIAMO ODIARE NESSUNO NE OGGI NÉ MAI.
Abbiamo voluto limitarci qui nella pochezza di questo post ad analizzare solo questi due rischi anche se altri diversi e/o correlati si stagliano all’orizzonte.
Anche Noi siamo sostanzialmente d’accordo, difatti, con quei commentatori e/o analisti che indicano il determinarsi di un “nuovo” quadro geopolitico mediorientale.
Accenneremo qui solo ad un dato, che in seguito, sarà bene poi approfondire più analiticamente.
Ci riferiamo alla “ricollocazione” geopolitica della Turchia erdoganista.
La Turchia guidata politicamente dal 2003 dall’islamista moderato, Tayyip Erdogan, sta tentando di accreditarsi come nuova “difensora” e “protetrrice” dei Palestinesi, rompendo i legami politici, militari ed economici con lo stato di Israele.
In ciò si nota che i dubbi di coloro che si opponevano all’ingresso dello Stato turco nella U.E. appaiono complessivamente sempre più motivati.
Il rischio non è solo, ma anche, quello di destabilizzare e/o mutare i rapporti nella già difficile realtà mediorientale bensì anche quello di ripiombare la Palestina ed i Palestinesi alla situazione antecedente a quella del 1964, cioè quando Arafat prese nelle sue mani il destino politico della Palestina.
Molti dovrebbero ricordare che la Causa Palestinese, fino ad allora, era solo una variabile secondaria della e nella politica dei Paesi Arabi “fratelli”.
Paesi Arabi che Arafat intuì essere, in concreto, solo oppressivi “tutori” per il suo popolo.
Tutto ciò che sta accadendo rischia di ripiombare indietro la Palestina ed i Palestinesi, con l’aggiunta che adesso il movimento nazionale è tarlato da logiche religiose integraliste.
ANTUDU!
Il blog “laquestionesiciliana”
domenica 30 maggio 2010
A NOSTRA TRADIZZIUNI PULITICA , OUR POLITICAL TRADITION !
“Quanti indicano l’autonomia come prova della nostra presunta inefficienza o mentono sapendo di mentire o non sanno quello che dicono limitandosi a ripetere, con sciocca pedanteria, frasi sentite dire da chi ha interesse ad avvilirci di più.
L’autonomia non è fallita. L’autonomia non è mai esistita.”
Orio Poerio, 1969 da “ 23 Considerazioni nel 23° dell’Autonomia” – Edizioni FNS – Palermo 1969, pag.9
POERIO rappresenta la nuova generazione indipendentista che diede vita all’F.N.S.- "Sicilia Indipinnenti" come sintesi e superamento degli errori e le contraddizioni del vecchio , vero MIS per affermare i valori indipendentisti dell’Autodeterminazione per il Popolo e la nostra Nazione Siciliana nella seconda metà del XX° secolo e che ha diretta linea di continuità politica, ideale ed organizzativa nell’oggi nell'F.N.S.-
L’autonomia non è fallita. L’autonomia non è mai esistita.”
Orio Poerio, 1969 da “ 23 Considerazioni nel 23° dell’Autonomia” – Edizioni FNS – Palermo 1969, pag.9
POERIO rappresenta la nuova generazione indipendentista che diede vita all’F.N.S.- "Sicilia Indipinnenti" come sintesi e superamento degli errori e le contraddizioni del vecchio , vero MIS per affermare i valori indipendentisti dell’Autodeterminazione per il Popolo e la nostra Nazione Siciliana nella seconda metà del XX° secolo e che ha diretta linea di continuità politica, ideale ed organizzativa nell’oggi nell'F.N.S.-
A Lui e a tutti i patrioti du F.N.S. che ci hanno lasciato Noi Indipendentisti Progressisti del Blog “laquestionesiciliana”rivolgiamo il nostro ricordo grato !
lunedì 17 maggio 2010
'U VERU RISORGIMENTU!
Soru, Frati Siciliani
Vivemu ‘nta ‘sti jurnati lu centucinquantesimu annivirsariu di lu sbarcu di Garibaldi ‘nta nostra Isula e di l’iniziu , d’apprressu di la annessiuni komu kolonia dâ nostra Patria apprima ‘a lu Piemunti e appoi ‘a lu “novu” Regnu ‘Talianu.
Nuatri komu Siciliani e komu Indipinnintisti ki fannu pulitica e ki travagghianu ‘ppi putiri fari viviri li figghi e li figghi di li figghi libbiri, ricchi e patruni di li propri distini pirsunali e nazziunali vivemu ‘sti jorni ku tristizza.
Videmu ka passau ‘nu seculu e menzu ma li guvirnanti, li pulitici ‘taliani nun hannu ancòra lu kuraggiu e l’unistà ‘ntillettuali di diri ‘a viritati ‘ncapu ‘a sti fatti istorici!
Ripigghianu e riquarianu buggii ‘a tinghitè e ku li facci di koriu parranu ancòra di “Risurgimentu”. Ma ki Risurgimentu? Aviti sdirrupatu ‘nu Populu ,’na Nazziuni, ‘na Econumia a la facci di lu Risurgimentu !
Eppuru ‘nta ‘sti jurnati facinu cirimonii a middi a middi e ‘nta ‘sti cirimonii sa kantanu e sonano …‘a so’ missa!
Viramenti pinsanu ki lu alienamentu di lu Populu Sicilianu poti durari ‘ppi sempri?
Agghi! Si è akkussì nun hannu kaputu nenti!
Nun s’addunanu ki la Bannera di la Trinakria, di la Nazziuni Siciliana turnau a sbintuliari ‘nta lu cori e la menti di assai Siciliani?
Nun capisciunu ki oj nun agghiuttemu kiù tutti li soi palori fausi e vulemu ‘nveci viritati e puru ‘nu futuru puliticu diversu?
‘Ppi ‘sti mutivi nuatri du Diariu-Blog “laquestionesiciliana” luttamu, ku kunvincimentu, sutta la bannera di lu Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” ‘ppi kanciari demokratikamenti li kosi .
‘A nostra “battagghia” è kummattuta ku li strumenta kiù putenti di lu Munnu: a Menti e li Palori!
Li nostri “ficili” sunnu ‘a Kultura, ‘a Viritati e ‘a Memoria!
Nuatri sapemu ki si ‘a Sicilia avi aviri ‘nu futuru kistu poti viniri sulu dî la vittoria ‘nta la lutta ki nuatri Indipinnintisti, ki nun trademu e mancu kiancemu, stamu kunnucennu.
Oj li nimici dî la Sicilia pigghiaru kuscienza di ‘sta kosa e stannu ‘nfatti muvennu komu pupi li ascari soi e ‘ntra kisti puru certi ki si diciunu e parranu komu Indipinnintisti ma Indipinnintisti nun sunnu.
Kisti sunnu sutta patruni e li patruna sunnu li proconsuli di li partita ‘taliani di putiri di tutti li culura.
Li stissi partita ki iddi sustennnu, apirtamenti e non, duranti li elezziuni.
Akkussì krianu kunfusiuni e sicunnu li so’ gnuri kistu servi ‘a arritardari ,‘a vitaliziu ‘a vittoria di lu Populu e di la Nazziuni Siciliana.
Kisti sunnu oltraggiaturi ma nuatri nun n’avemu a fari cannulliari e dicemu a tutti li Siciliani onesti di caminari a drittu filu ‘ppi ‘a strata dî la ‘niziativa pulitica senza vutarisi e senza farisi tentari di li gattifilippi di ‘sti ascari e sirvitura.
Lu putissimu e duvissimu fari no pikkì semu eroi ma pikkì semu Siciliani. Nuatri nun stamu a patruni, sutta nuddu gnuri.
Dammiri ‘a nostra stidda è sulu lu nostru Populu , ‘a nostra Genti, ‘a nostra Nazziuni!
Kistu è lu mutivu ‘ppi kui nuatri nun putemu perdiri, kistu è lu mutivu pikki si skantanu di nuatri e li jurnali soi…di nuatri nun parranu mai !
Pinsanu, iddi, ‘ppi daveru ki akkussì ponnu ammucciari ‘a viritati di la nostra ‘niziativa suciali e pulitica? O Malaccorti! O Disonurati!
Ka l’unicu veru Risorgimentu ka si vidi , demokratiku e pacificu, è kiddu di la Nazziuni Siciliana ki poti turnari ad essiri Patruna di lu so’ Distinu e prutagunista ‘nta lu Mediterraneu e ‘nta lu Munnu !
ANTUDU!
Vivemu ‘nta ‘sti jurnati lu centucinquantesimu annivirsariu di lu sbarcu di Garibaldi ‘nta nostra Isula e di l’iniziu , d’apprressu di la annessiuni komu kolonia dâ nostra Patria apprima ‘a lu Piemunti e appoi ‘a lu “novu” Regnu ‘Talianu.
Nuatri komu Siciliani e komu Indipinnintisti ki fannu pulitica e ki travagghianu ‘ppi putiri fari viviri li figghi e li figghi di li figghi libbiri, ricchi e patruni di li propri distini pirsunali e nazziunali vivemu ‘sti jorni ku tristizza.
Videmu ka passau ‘nu seculu e menzu ma li guvirnanti, li pulitici ‘taliani nun hannu ancòra lu kuraggiu e l’unistà ‘ntillettuali di diri ‘a viritati ‘ncapu ‘a sti fatti istorici!
Ripigghianu e riquarianu buggii ‘a tinghitè e ku li facci di koriu parranu ancòra di “Risurgimentu”. Ma ki Risurgimentu? Aviti sdirrupatu ‘nu Populu ,’na Nazziuni, ‘na Econumia a la facci di lu Risurgimentu !
Eppuru ‘nta ‘sti jurnati facinu cirimonii a middi a middi e ‘nta ‘sti cirimonii sa kantanu e sonano …‘a so’ missa!
Viramenti pinsanu ki lu alienamentu di lu Populu Sicilianu poti durari ‘ppi sempri?
Agghi! Si è akkussì nun hannu kaputu nenti!
Nun s’addunanu ki la Bannera di la Trinakria, di la Nazziuni Siciliana turnau a sbintuliari ‘nta lu cori e la menti di assai Siciliani?
Nun capisciunu ki oj nun agghiuttemu kiù tutti li soi palori fausi e vulemu ‘nveci viritati e puru ‘nu futuru puliticu diversu?
‘Ppi ‘sti mutivi nuatri du Diariu-Blog “laquestionesiciliana” luttamu, ku kunvincimentu, sutta la bannera di lu Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” ‘ppi kanciari demokratikamenti li kosi .
‘A nostra “battagghia” è kummattuta ku li strumenta kiù putenti di lu Munnu: a Menti e li Palori!
Li nostri “ficili” sunnu ‘a Kultura, ‘a Viritati e ‘a Memoria!
Nuatri sapemu ki si ‘a Sicilia avi aviri ‘nu futuru kistu poti viniri sulu dî la vittoria ‘nta la lutta ki nuatri Indipinnintisti, ki nun trademu e mancu kiancemu, stamu kunnucennu.
Oj li nimici dî la Sicilia pigghiaru kuscienza di ‘sta kosa e stannu ‘nfatti muvennu komu pupi li ascari soi e ‘ntra kisti puru certi ki si diciunu e parranu komu Indipinnintisti ma Indipinnintisti nun sunnu.
Kisti sunnu sutta patruni e li patruna sunnu li proconsuli di li partita ‘taliani di putiri di tutti li culura.
Li stissi partita ki iddi sustennnu, apirtamenti e non, duranti li elezziuni.
Akkussì krianu kunfusiuni e sicunnu li so’ gnuri kistu servi ‘a arritardari ,‘a vitaliziu ‘a vittoria di lu Populu e di la Nazziuni Siciliana.
Kisti sunnu oltraggiaturi ma nuatri nun n’avemu a fari cannulliari e dicemu a tutti li Siciliani onesti di caminari a drittu filu ‘ppi ‘a strata dî la ‘niziativa pulitica senza vutarisi e senza farisi tentari di li gattifilippi di ‘sti ascari e sirvitura.
Lu putissimu e duvissimu fari no pikkì semu eroi ma pikkì semu Siciliani. Nuatri nun stamu a patruni, sutta nuddu gnuri.
Dammiri ‘a nostra stidda è sulu lu nostru Populu , ‘a nostra Genti, ‘a nostra Nazziuni!
Kistu è lu mutivu ‘ppi kui nuatri nun putemu perdiri, kistu è lu mutivu pikki si skantanu di nuatri e li jurnali soi…di nuatri nun parranu mai !
Pinsanu, iddi, ‘ppi daveru ki akkussì ponnu ammucciari ‘a viritati di la nostra ‘niziativa suciali e pulitica? O Malaccorti! O Disonurati!
Ka l’unicu veru Risorgimentu ka si vidi , demokratiku e pacificu, è kiddu di la Nazziuni Siciliana ki poti turnari ad essiri Patruna di lu so’ Distinu e prutagunista ‘nta lu Mediterraneu e ‘nta lu Munnu !
ANTUDU!
TRINAKRIUS
sabato 15 maggio 2010
¡HOY NO HAY NADA QUE CELEBRAR!
Tomaré en préstamo la definición de "amorfa gelatina" que Gramsci asestó, en años lejanos, a los socialistas italianos para indicar de la mejor manera lo que está ocurriendo, a mi aviso, en aquél que un po' optimísticamente todavía alguien se obstina en llamar "área sicilianista."
Está intentando acostumbrar, normalizar la iniciativa político independentista y reconducirla al sistema de y al poder.
Eso sea políticamente, culturalmente y también simbólicamente.
Algunos pseudos independentistas o sicilianistas ha aceptado esta lógica, hasta otros se han demostrado hasta entusiastas de apoyar y flanquear al "dueño" de turno.
En cambio F.N.S ha elegido DE DECIR NO y de sólo continuar pero no aislado por la calle democrática, socialmente orientada de la iniciativa independentista por la Sicilia Autodeterminada.
Y' esta coherencia que hace odiar F.N.S de los muchos enemigos de Sicilia, de los ustedes usuales sirves y de los novicios colaboracionistas pseudos independentistas o sicilianistas.
Nos odian y temen porque Nosotros somos la prueba militante que es posible una política independentista por una Sicilia alternativa.
Una Sicilia, aquel por que luchamos, sin mafia, próspera y socialmente ecuánime y precisamente autodeterminada.
Aclarado eso es pues evidente en nombre de la coherencia, real y nunca retórica o verbosa, que F.N.S, sus ejecutivos, cuadros y militantes no aceptan, no pueden aceptar hoy el 15 de mayo de 2010, de celebrar, en la regla institucionalizada querida por los "usuales potente", la autonomía y más bien reenvidamos proclamando por hoy un DÍA DE LUTO NACIONAL por Sicilia y los Sicilianos de tenaz concepto.
Nos preguntamos y preguntamos a todo: ¿Cómo se puede celebrar hoy la autonomía, el Estatuto, declarar de apreciar de ello la construcción político-institucional y luego, en la acción político y parlamentario y de Gobierno, cotidianamente, negarla e/o conculcarla?
¡Y' obvio que el de la fiesta no es una elección plausible ni tan menos sostenible! ¡Y eso porque es obvio que no hay nada que celebrar!
Y he aquí porque F.N.S no celebra y lo hace justo porque no se nutre nunca a la mesa de los potente.
He aquí porque F.N.S es coherente a lo que dice y no hace como unos extremos más bien fanáticos a palabras y luego sirves alineados en cada ocasión en que es movilizado por sus "feudatarios" y principalmente por las elecciones.
He aquí porque quién comprende las potencialidades de la autonomía, conquistadas con la sangre de nuestro Pueblo, en aquellos lejanos años '40 del siglo pasado. no puede celebrar, sbocconcellando ventajas o privilegios concedidos ellos y a sus amigos, a los pies de la mesa de los potentes enemigos de Sicilia, a cambio de te hundes y hundimientos hechos, impropiamente en nombre de todo el Pueblo y de la Nación siciliana.
¡HE AQUÍ PORQUE' HOY NO ES FIESTA!
¡HE AQUÍ PORQUE' HOY F.N.S. NO CELEBRADO!
¡HE AQUÍ PERCHE'PER ELLA NACIÓN Y EL PUEBLO SICILIANO NO ES FIESTA!
Está intentando acostumbrar, normalizar la iniciativa político independentista y reconducirla al sistema de y al poder.
Eso sea políticamente, culturalmente y también simbólicamente.
Algunos pseudos independentistas o sicilianistas ha aceptado esta lógica, hasta otros se han demostrado hasta entusiastas de apoyar y flanquear al "dueño" de turno.
En cambio F.N.S ha elegido DE DECIR NO y de sólo continuar pero no aislado por la calle democrática, socialmente orientada de la iniciativa independentista por la Sicilia Autodeterminada.
Y' esta coherencia que hace odiar F.N.S de los muchos enemigos de Sicilia, de los ustedes usuales sirves y de los novicios colaboracionistas pseudos independentistas o sicilianistas.
Nos odian y temen porque Nosotros somos la prueba militante que es posible una política independentista por una Sicilia alternativa.
Una Sicilia, aquel por que luchamos, sin mafia, próspera y socialmente ecuánime y precisamente autodeterminada.
Aclarado eso es pues evidente en nombre de la coherencia, real y nunca retórica o verbosa, que F.N.S, sus ejecutivos, cuadros y militantes no aceptan, no pueden aceptar hoy el 15 de mayo de 2010, de celebrar, en la regla institucionalizada querida por los "usuales potente", la autonomía y más bien reenvidamos proclamando por hoy un DÍA DE LUTO NACIONAL por Sicilia y los Sicilianos de tenaz concepto.
Nos preguntamos y preguntamos a todo: ¿Cómo se puede celebrar hoy la autonomía, el Estatuto, declarar de apreciar de ello la construcción político-institucional y luego, en la acción político y parlamentario y de Gobierno, cotidianamente, negarla e/o conculcarla?
¡Y' obvio que el de la fiesta no es una elección plausible ni tan menos sostenible! ¡Y eso porque es obvio que no hay nada que celebrar!
Y he aquí porque F.N.S no celebra y lo hace justo porque no se nutre nunca a la mesa de los potente.
He aquí porque F.N.S es coherente a lo que dice y no hace como unos extremos más bien fanáticos a palabras y luego sirves alineados en cada ocasión en que es movilizado por sus "feudatarios" y principalmente por las elecciones.
He aquí porque quién comprende las potencialidades de la autonomía, conquistadas con la sangre de nuestro Pueblo, en aquellos lejanos años '40 del siglo pasado. no puede celebrar, sbocconcellando ventajas o privilegios concedidos ellos y a sus amigos, a los pies de la mesa de los potentes enemigos de Sicilia, a cambio de te hundes y hundimientos hechos, impropiamente en nombre de todo el Pueblo y de la Nación siciliana.
¡HE AQUÍ PORQUE' HOY NO ES FIESTA!
¡HE AQUÍ PORQUE' HOY F.N.S. NO CELEBRADO!
¡HE AQUÍ PERCHE'PER ELLA NACIÓN Y EL PUEBLO SICILIANO NO ES FIESTA!
TRINAKRIUS
post original por el blog "laquestionesiciliana"
post original por el blog "laquestionesiciliana"
FESTEGGEREMO SOLO SE CI SARA' DA FESTEGGIARE!
Prenderò in prestito la definizione di “amorfa gelatina” che Gramsci affibbiò, in anni lontani, ai socialisti italiani per indicare al meglio ciò che sta accadendo, a mio avviso, in quella che un po’ ottimisticamente qualcuno ancora si ostina a chiamare “area sicilianista”.
Si sta tentando di assuefare, normalizzare l’iniziativa politica indipendentista e ricondurla al sistema di e al potere.
Ciò sia politicamente, culturalmente ed anche simbolicamente.
Alcuni pseudo indipendentisti e/o sicilianisti hanno accettato questa logica , altri addirittura si sono dimostrati perfino entusiasti di appoggiare e/o fiancheggiare il “proconsole” di turno.
F.N.S. invece ha scelto DI DIRE NO e di proseguire solo ma non isolato per la strada democratica, socialmente orientata dell’iniziativa indipendentista per la Sicilia autodeterminata.
E’ questa coerenza che fa odiare F.N.S. dai tanti nemici della Sicilia , dai loro usuali ascari e dai novelli collaborazionisti pseudo indipendentisti e/o sicilianisti.
Ci odiano e temono perché Noi siamo la prova militante che è possibile una politica indipendentista per una Sicilia Alternativa.
Una Sicilia, quella per cui lottiamo, senza mafia, prospera e socialmente equa ed appunto autodeterminata.
Chiarito ciò è dunque evidente in nome della coerenza, reale e mai retorica o verbosa, che F.N.S. , i suoi dirigenti, quadri e militanti non accettano, non possono accettare oggi 15 maggio 2010, di festeggiare, nella prassi istituzionalizzata voluta dai “soliti potenti” , l’Autonomia e anzi rilanciamo proclamando per oggi una GIORNATA DI LUTTO NAZIONALE per la Sicilia ed i Siciliani di tenace concetto.
Ci chiediamo e chiediamo a tutti: Come si può festeggiare oggi l’Autonomia, lo Statuto, dichiarare di apprezzarne il costrutto politico-istituzionale e poi, nell’azione politica e parlamentare e/o di governo, quotidianamente, negarla e/o conculcarla?
E’ ovvio che quella della festa non è una scelta plausibile né tanto meno avvallabile! E ciò perché è ovvio che non c’è nulla da festeggiare!
Ed ecco perche F.N.S. non festeggia e lo fa proprio perché non pasteggia mai alla tavola dei potenti.
Ecco perché F.N.S. è coerente a ciò che dice e non fa come taluni estremi anzi fanatici a parole e poi ascari allineati in ogni occasione in cui sono mobilitati dai loro “feudatari” e principalmente per le elezioni .
Ecco perché chi comprende le potenzialità dell’Autonomia, conquistata con il sangue dal nostro Popolo, in quei lontani anni ’40 del secolo scorso, non può festeggiare, sbocconcellando vantaggi o privilegi concessi loro e ai loro sodali, ai piedi della tavola dei potenti nemici della Sicilia, in cambio di avvalli e cedimenti fatti, impropriamente a nome di tutto il Popolo e della Nazione Siciliana.
ECCO PERCHE’ OGGI NON E’ FESTA!
Si sta tentando di assuefare, normalizzare l’iniziativa politica indipendentista e ricondurla al sistema di e al potere.
Ciò sia politicamente, culturalmente ed anche simbolicamente.
Alcuni pseudo indipendentisti e/o sicilianisti hanno accettato questa logica , altri addirittura si sono dimostrati perfino entusiasti di appoggiare e/o fiancheggiare il “proconsole” di turno.
F.N.S. invece ha scelto DI DIRE NO e di proseguire solo ma non isolato per la strada democratica, socialmente orientata dell’iniziativa indipendentista per la Sicilia autodeterminata.
E’ questa coerenza che fa odiare F.N.S. dai tanti nemici della Sicilia , dai loro usuali ascari e dai novelli collaborazionisti pseudo indipendentisti e/o sicilianisti.
Ci odiano e temono perché Noi siamo la prova militante che è possibile una politica indipendentista per una Sicilia Alternativa.
Una Sicilia, quella per cui lottiamo, senza mafia, prospera e socialmente equa ed appunto autodeterminata.
Chiarito ciò è dunque evidente in nome della coerenza, reale e mai retorica o verbosa, che F.N.S. , i suoi dirigenti, quadri e militanti non accettano, non possono accettare oggi 15 maggio 2010, di festeggiare, nella prassi istituzionalizzata voluta dai “soliti potenti” , l’Autonomia e anzi rilanciamo proclamando per oggi una GIORNATA DI LUTTO NAZIONALE per la Sicilia ed i Siciliani di tenace concetto.
Ci chiediamo e chiediamo a tutti: Come si può festeggiare oggi l’Autonomia, lo Statuto, dichiarare di apprezzarne il costrutto politico-istituzionale e poi, nell’azione politica e parlamentare e/o di governo, quotidianamente, negarla e/o conculcarla?
E’ ovvio che quella della festa non è una scelta plausibile né tanto meno avvallabile! E ciò perché è ovvio che non c’è nulla da festeggiare!
Ed ecco perche F.N.S. non festeggia e lo fa proprio perché non pasteggia mai alla tavola dei potenti.
Ecco perché F.N.S. è coerente a ciò che dice e non fa come taluni estremi anzi fanatici a parole e poi ascari allineati in ogni occasione in cui sono mobilitati dai loro “feudatari” e principalmente per le elezioni .
Ecco perché chi comprende le potenzialità dell’Autonomia, conquistata con il sangue dal nostro Popolo, in quei lontani anni ’40 del secolo scorso, non può festeggiare, sbocconcellando vantaggi o privilegi concessi loro e ai loro sodali, ai piedi della tavola dei potenti nemici della Sicilia, in cambio di avvalli e cedimenti fatti, impropriamente a nome di tutto il Popolo e della Nazione Siciliana.
ECCO PERCHE’ OGGI NON E’ FESTA!
ECCO PERCHE’ OGGI FNS NON FESTEGGIA!
ECCO PERCHE’PER LA NAZIONE ED IL POPOLO SICILIANO NON E’ FESTA!
TRINAKRIUS
post originale per il blog “laquestionesiciliana”
Iscriviti a:
Post (Atom)