E’ questo il nostro orizzonte. Certo a nessuno sfugge il fatto che, da sempre, esistono tante, diverse, tra loro anche antitetiche, idee di Europa e di Unione Europea. In questo baillâmes ineludibile forte è poi il tema del peso delle burocrazie, delle tecnocrazie sul futuro di Noi tutti. Sono questi temi su cui anche Noi come Indipendentisti democratici riflettiamo. A ciò poi si aggiunga anche che i vecchi posizionamenti ideali, ideologici che in passato corrispondevano grossomodo all’adesione ai gruppi, alle famiglie politico-parlamentari in seno al Parlamento Europeo hanno oggi poi perso concretamente di valore e senso.
Un esempio paradigmatico di ciò lo troviamo nella bella intervista realizzata da Luca Sebastiani a Jean Paul Fitoussi e pubblicata lo scorso 03 luglio dal quotidiano “ Il Riformista”.
Qui l’economista subalpino , orientato a sinistra, parla de temi su accennati e dimostra come il suo punto di vista sia vicino e viciniori a quello del “conservatore” Sarkò.
Proprio per la sua duplice, sintetica paradigmaticità riportiamo qui di seguito quell’articolo, a cui poi faremo seguire solo un breve nostro commento.
INTERVISTA. FITOUSSI DIFENDE A SPADA TRATTA L’INIZIO DEL SEMESTRE FRANCESE
“ BRAVO SARKOZY CHE PARLA CHIARO
E ATTACCA LA BCE ”
“ BASTA CON I CONFORMISMI DI BRUXELLES E FRANCOFORTE, IL PRESIDENTE HA FATTO BENE A DIRE CHIARAMENTE CHE LA POLITICA EUROPEA NON PENSA AI CITTADINI “
Parigi. Meglio provocarle le tensioni, invece che ripararsi dietro un consenso di facciata che nasconde solo “ l’immobilismo”. Meglio, come ha fatto Nicolas Sarkozy con la Banca Centrale Europea, “ attaccare piuttosto che fare finta di niente”.
Jean Paul Fitoussi , presidente dell’Osservatorio delle congiunture economiche ed economista classificato piuttosto a gauche, non ha paura di difendere l’esordio rumoroso di Sarkò alla presidenza della Ue.
Il professore, anzi, denuncia il conformismo dottrinale che domina Bruxelles e continua a non farsi illusioni sulla capacità della politica europea di farsi carico, finalmente, degli interessi dei popoli europei.
Oggi la Bce annuncerà il rialzo dei tassi d’interesse e Nicolas Sarkozy, che ha preso martedì la presidenza della Ue, ha ben pensato di cominciare il proprio mandato attaccando Francoforte.
Un inizio con il piede sbagliato?
“ Non lo credo affatto, sono d’accordo con lui. Del resto l’ho già detto molte volte che alzare i tassi oggi non ha senso.
Non ha un’utilità neanche per combattere l’inflazione. L’unico effetto che avrà sarà di rallentare una crescita già molto debole senza neanche scalfire il problema dei prezzi. Veramente non se ne capisce l’utilità.
Ma il problema vero dell’Europa va oltre quello della Bce , ed è esattamente quello che ha indicato Sarkozy quando ha detto che Francoforte dovrebbe occuparsi anche della crescita economica e non solo dell’inflazione.
Il problema è che in Europea manca un sistema di dialogo tra le autorità monetarie e le autorità politiche. Eccola la vera questione.”
Ma prendendo una posizione così netta, Sarkozy non rischia di accendere tensioni con alcuni stati membri e di veder così allontanarsi la possibilità di un consenso intorno alla riforma della Bce?
“ Non bisogna illudersi sul consenso, non ci sarà mai. L’unica strada oggi praticabile per pervenire al consenso tra i Ventisette paesi è quella dell’immobilismo e del silenzio. Ma a cosa servirebbe? Solo a mantenere la pace e a conservare la propria reputazione. Prendere posizione, almeno, vuol dire mettre le carte in tavola, dire forte e chiaro che c’è un problema, che cioè la politica europea non è una politica concepita per fare il bene dei cittadini. Non c’è alternativa e Sarkozy ha ben fatto”.
Spesso però gli attacchi alla Banca Centrale vengono vissuti dai tedeschi come un attacco personale. Che ne sarà del nocciolo duro se Sarkozy si aliena l’appoggio di Berlino?
“ Anche in Germania stanno evolvendo sul tema. La verità è che la mossa annunciata da Jean Claude Trichet di alzare i tassi d’interesse, non va giù a nessuno, neanche ai tedeschi.
Tanto che la settimana scorsa sono stati loro stessi a criticare la Bce. Il ministro delle Finanze l’ha detto chiaramente”.
Sarkozy può riuscire a trovare un consenso sulla riforma della Bce e dei suoi obiettivi?
“ Credo che la cosa non sia mai stata discussa veramente. Il problema è arrivare dai Ventisette con una proposta che vada al di là della Bce e che sia in grado di immaginare un sistema di governo europeo che faccia la politica fiscale, monetaria, etc.”.
Per ora l’Ue funziona ancora con il consenso. Crede che Sarkozy riuscirà a trovarlo in materia fiscale, sulle sue proposte di riduzione dell’Iva sulla benzina, la ristorazione e i prodotti ecologici?
“ Lo spero, io glielo auguro. La verità, però, è che con la legge dell’unanimità l’Europa non è governabile”.
Nella sua prima uscita in qualità di presidente della Ue Sarkozy, oltre ad attaccare la Bce, ha criticato il commissario al Commercio Peter Mandelson sul negoziato che sta conducendo al Wto per conto dei Ventisette. Un classico caso di patriottismo economico?
“ Credo che Sarkozy abbia ragione. Non si tratta di uno scontro tra gli interessi della Francia e quelli generali dell’Europa, ma tra una politica europea impossibile da delineare e gli interessi di tutti i paesi membri. Giulio Tremonti la pensa esattamente come Sarkozy, e come lui anche molti altri che non osano parlare “.
Per non passare da protezionisti?
“ Vede il problema è che gli europei non sapendo essere pragmatici diventano dottrinali. E quando c’è qualcuno che non è d’accordo lo si accusa subito di essere protezionista. Il risultato è che in Europea non c’è dibattito. È il solito sistema. Gli irlandesi dicono No e invece di guardare al problema, e cioè che l’Europa non salvaguarda gli interessi dei popoli si dice che i popoli sbagliano e che il problema non c’è “.
In essa infatti emerge chiaramente il tema dell’urgente necessità, per l’Europa politica di recuperare il governo della propria dimensione Economica e finanziaria. Temi come quelli del rapporto e della complessivo ridimensionamento del potere a-popolare concesso alla Bce e al sistema rappresentato dal Wto sono temi ineludibili su cui tutti dobbiamo e possiamo riflettere.
Troviamo poi interessantissima la riflessione che Fitoussi fa sul protezionismo e con essa la sua sintetica chiosa sui fatti Irlandesi con il No al trattato di Lisbona. Quando Egli dice: “ Gli irlandesi dicono No e invece di guardare al problema, e cioè che l’Europa non salvaguarda gli interessi dei popoli si dice che i popoli sbagliano e che il problema non c’è” .
Riteniamo dunque che su questi temi anche il Movimento Democratico delle Nazioni Abrogate in europea e dei Federalisti debbano da subito dire la loro.
E poi anche nello specifico della forma-stato Italia lavorare per dare anche rappresentanza istituzionale a queste posizioni politiche.
Domandiamoci e domandiamo, quindi, a tutti questi partiti, gruppi e movimentoi, qual è lo stato dei fatti seguito all’appello rivolto da CANNIZZARO, a nome du F.N.S, su questo blog ,alle diverse forze Indipendentiste, federaliste e nazionalitarie per determinare le condizioni di un CARTELLO autonomo per le prossime, imminenti elezioni europee del 2009?
O su questi come altri mille temi accettiamo solo di essere spettatori passivi dell’altrui elaborazione e/o azione?
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