sabato 27 settembre 2008

NON TUTTI I SICILIANI SONO RESPONSABILI DI CERTO NEPOTISMO POLITICO MA…. TUTTI LO SONO PER IL LORO DESTINO






ECCO PERCHE’ IL NEPOTISMO NON E’ UN DESTINO DI POPOLO INELUDIBILE MA SOLO IL RISULTATO DI UNA PRASSI DI ALCUNI SETTORI DELLA PARTITOCRAZIA ITALIANA IN SICILIA

UNA CHIOSA DI TRINAKRIUS, PER LA "QUESTIONESICILIANA", ALL’ARTICOLO DI ROBERTO ALAJMO SU “IL RIFORMISTA” DI IERI




L’articolo ospitato, ieri 26 settembre, sulle colonne de “Il Riformista” a firma, dello scrittore e giornalista siciliano, Roberto ALAJMO è oltremodo interessante.
ALAJMO prendendo spunto da un fatto di cronaca legato all’assunzione di alcuni parenti di politici siciliani dei partiti italiani.
ALAJMO sviluppa, dunque, un ragionamento che temiamo, anche al di là delle sue intenzioni, possa sfociare in una sorta di assioma-paradigma secondo il quale i Siciliani aderirebbero all’evocata tipologia italica degli “stupidi-furbi” ( perché accetterebbero la visione del “beneficio“ derivante dall’interscambio politico come proprio interesse personale procurandosi però così in realtà un danno dato che la realtà è dominata da una classe politica, appunto, di furbi-stupidi ).
E’ questa la teoremi proposta da ALAJMO, in sé accettabile o meno, se solo non finisse, di fatto, per chiamare in causa, sic et simpliciter, un intero Popolo ( neonati e apoliticizzati ultranovantenni inclusi!).
Noi sappiamo che la realtà è più complessa di così. Esistono sono sempre esistiti,infatti, in Sicilia, uomini,donne, gruppi, associazioni, sindacati, partiti e movimenti che quella logica nepotistica, al pari di quella mafiosa, hanno rigettato e contrastato.
Tra queste forze è noto e documentato ci sono sempre stati gli indipendentisti democratici come quelli du Frunti Nazziunali Sicilianu – Sicilia Indipinnenti.
ALAJMO, nel suo articolo, a nostro avviso, cade nell’equivoco di confondere l’interezza dei Siciliani con una minoranza di potere siciliana.
Minoranza ben identificabile in settori trasversali ( destra, sinistra, centro e cosiddetti “autonomisti” ) della partitocrazia italiana in Sicilia.
E’ nostra convinzione che occorra, dunque, distinguere, dunque, tra i Siciliani, cioè la gran parte della società siciliana, che subisce, più di quanto si sappia o si voglia ammettere, questo stato di cose e quelle minoranze, quantitative e “qualitative”, che questi comportamenti mettono in atto.
Compreso e condiviso ciò subito chiaro che accettare un punto di vista, generico e generalizzante, che chiama in causa tutti i Siciliani potrebbe non essere scevro da possibili conseguenze. Occorre scrivere e dire, infatti, che così facendo si potrebbe anche avvalorare l’idea di una responsabilità collettiva come Popolo. Una siffatta visione, socialmente improponibile e scientificamente errata finirebbe solo per essere utile, in termini giustificazionismi, solo ai nepotisti e ai loro affini o clientes o a qualche sparuta setta di antisiciliani neo-lomborosiani.
Nepotisti e loro sodali che è verosimile pensare invochino, avendone l’occasione il “ TUTTI COLPEVOLI, NESSUN COLPEVOLE”.
Nello specifico, però, ben conoscendo la tempra etica di Roberto ALAJMO ci sentiamo di scartare risolutamente l’ipotesi che fosse questo l’intento anche se resta forte la tentazione per molti di approfittare del “pezzo” di ALAJMO per scaricare sui Siciliani le loro peculiari, specifiche responsabilità politiche e/o penali, che, invece, sono, secondo giustizia, di natura personale.
Quanto poi alle soluzioni pur concordando con ALAJMO in merito alla aleatorietà del centro sinistra quale alternativa ( anche perché esso, a nostro avviso, è e resta attore, anzi co-attore nello e dell’attuale sistema di potere ), al contrario, non siamo d’accordo con Lui quando scrive che occorre aspettare il “collasso” del sistema per poi “ portare via le macerie e di lì ripartire nella ricostruzione di un tessuto morale nazionale”.
Da indipendentisti democratici e antifascisti ci siamo formati all’impegno politico e sociale militante, un’assunzione di responsabilità che rifiuta logiche attendiste o salvifiche da “TANTO PEGGIO, TANTO MEGLIO”.
A nostro avviso, invece, è giunto il momento di affermare concretamente una idea AUTOCENTRATA di BENE COMUNE e COMUNITARIO Siciliano.
Ecco perché pur apprezzando l’afflato di ALAJMO crediamo debbano e possano essere altre le analisi e le soluzioni possibili.



TRINAKRIUS

Nessun commento: