Amiamo il calcio, tutto il calcio. Confessiamo questa nostra “debolezza”.
Non poteva quindi sfuggirci ciò che è accaduto allo stadio di Sofia in occasione della partita tra le nazionali italiana e bulgara.
Gli slogan scanditi, gli atti compiuti da questi “fascistelli “ (come li ha definiti una parte della stampa) sono davvero solo il frutto avvelenato di una visione soltanto fascista e xenofoba?
Temiamo che la cosa non sia così facile e tutto sommato consolatoria.
C’è qualcosa, a nostro avviso, di più ed altro.
Essendo Noi Indipendentisti, democratici e antifascisti manteniamo ben chiara la memoria politica di come il fascismo si affermò e si impose in Sicilia ed in Italia, grazie anche al clima politico-culturale patriottardo, delle sue classi dirigenti e politiche di allora.
Possiamo dire, in riferimento ai fatti di Sofia, che la insulsaggine e il folclore fascista non riescono da soli e totalmente a spiegare il perché di siffatti comportamenti e del “brodo di coltura” in cui questi si “maturano”.
Non dobbiamo mai, infatti, dimenticare che dietro anche simili comportamenti apparentemente acefali si nascondono, necessariamente, atti, prassi e fatti di tipo sociale e politico che vanno letti ed analizzati obbligatoriamente nel medio e lungo periodo.
Non facciamo però confusione. Deve essere ben chiaro, difatti, che noi non sosteniamo né tanto meno peroriamo teorie o teoremi complottisti da smascherare.
Ciò che più seriamente e verosimilmente sosteniamo è invece l’idea che le “frange fascistissime” di Sofia null’altro fanno che elaborare un clima esistente.
Essi sono solo i compost politico ed ideologico frutto di una condivisa, ripetuta logica neo-nazionalista italiana.
Chi ci segue, chi legge questo nostro Blog de “laquestionesiciliana” sa che una delle nostre convinzioni più profonde è quella che le Idee, buone o cattive che siano, hanno sempre conseguenze.
E allora ci domandiamo e domandiamo a tutti: Siete davvero sicuri che questi “ figli della lupa italica” in trasferta siano esclusivo frutto dei lombi politici di Mussolini o di Alemanno o ancora di Storace non meno che di Fiore, Romagnoli o di Tilgher?
Noi crediamo certo che se la madre ( mater semper certa est ) è certamente la nebulosa fascista tanti però sono e possono essere i padri.
E Tutti , difatti, egualmente in rapporti carnal-ideali oggi con la sublimazione nazionalista italiana.
Davvero questa “folata” di ritrovato “ardore patriottico italico “ è solo demerito e frutto del lavorio delle sigle della “destra/destra”?
Noi crediamo di no.
Questi giovani, certo e comunque abbacinati dall’ideologia fascista, approfittano del clima culturale e delle condizioni date e poste ed in virtù di tutto ciò affondano i loro canini nel corpo sociale, nei corpi sociali.
In tutto ciò la vera novità riposa nel fatto che questa nuova ondata di sciovinismo patriottardo muove su canali paralleli che non sono solo ed esclusivamente quelli della destra “nera e dura” ma che trovano contatti e convergenze non secondarie anche nelle analisi di settori nominalmente progressisti e/o engagé a sinistra.
Verrebbe da dire che gli “opposti unitarismi” coincidono nell’interesse nazionalista italiano.
Abbandonando questi giovani al loro destino politico e/o giudiziario, in Bulgaria come in Italia, vorremmo però fare tesoro di un simile smaccato spaccato politico e culturale che Essi ci hanno permesso, sia pure inconsapevolmente, di illuminare traendone più d’un spunto di riflessione.
Il dato è quello dell’ACCELLERAZIONE voluta dalla politica istituzionale ed istituzionalizzata di sistema sui temi del NAZIONALISMO ITALIANO.
Un simile atteggiamento chiama in causa una serie di avvenimenti diversi, lontani ma comunque legati da percorsi di senso e da relazioni politiche più o meno evidenti.
Lampante, a nostro avviso, è, ad esempio, il collegamento di questa “bulimia neosciovinista” con quanto accaduto, quest’estate, in quel lì della bella Città siciliana di Capo d’Orlando.
Tutti ricorderete i fatti. Il sindaco della Città paladina, Enzo Sindoni, ebbe l’ardire ( e taluni sostengono anche la sfrontatezza) di reintitolare la piazza antistante la locale stazione ferroviaria sottraendola alla “tutela” di Giuseppe Garibaldi da Nizza.
Non poteva quindi sfuggirci ciò che è accaduto allo stadio di Sofia in occasione della partita tra le nazionali italiana e bulgara.
Gli slogan scanditi, gli atti compiuti da questi “fascistelli “ (come li ha definiti una parte della stampa) sono davvero solo il frutto avvelenato di una visione soltanto fascista e xenofoba?
Temiamo che la cosa non sia così facile e tutto sommato consolatoria.
C’è qualcosa, a nostro avviso, di più ed altro.
Essendo Noi Indipendentisti, democratici e antifascisti manteniamo ben chiara la memoria politica di come il fascismo si affermò e si impose in Sicilia ed in Italia, grazie anche al clima politico-culturale patriottardo, delle sue classi dirigenti e politiche di allora.
Possiamo dire, in riferimento ai fatti di Sofia, che la insulsaggine e il folclore fascista non riescono da soli e totalmente a spiegare il perché di siffatti comportamenti e del “brodo di coltura” in cui questi si “maturano”.
Non dobbiamo mai, infatti, dimenticare che dietro anche simili comportamenti apparentemente acefali si nascondono, necessariamente, atti, prassi e fatti di tipo sociale e politico che vanno letti ed analizzati obbligatoriamente nel medio e lungo periodo.
Non facciamo però confusione. Deve essere ben chiaro, difatti, che noi non sosteniamo né tanto meno peroriamo teorie o teoremi complottisti da smascherare.
Ciò che più seriamente e verosimilmente sosteniamo è invece l’idea che le “frange fascistissime” di Sofia null’altro fanno che elaborare un clima esistente.
Essi sono solo i compost politico ed ideologico frutto di una condivisa, ripetuta logica neo-nazionalista italiana.
Chi ci segue, chi legge questo nostro Blog de “laquestionesiciliana” sa che una delle nostre convinzioni più profonde è quella che le Idee, buone o cattive che siano, hanno sempre conseguenze.
E allora ci domandiamo e domandiamo a tutti: Siete davvero sicuri che questi “ figli della lupa italica” in trasferta siano esclusivo frutto dei lombi politici di Mussolini o di Alemanno o ancora di Storace non meno che di Fiore, Romagnoli o di Tilgher?
Noi crediamo certo che se la madre ( mater semper certa est ) è certamente la nebulosa fascista tanti però sono e possono essere i padri.
E Tutti , difatti, egualmente in rapporti carnal-ideali oggi con la sublimazione nazionalista italiana.
Davvero questa “folata” di ritrovato “ardore patriottico italico “ è solo demerito e frutto del lavorio delle sigle della “destra/destra”?
Noi crediamo di no.
Questi giovani, certo e comunque abbacinati dall’ideologia fascista, approfittano del clima culturale e delle condizioni date e poste ed in virtù di tutto ciò affondano i loro canini nel corpo sociale, nei corpi sociali.
In tutto ciò la vera novità riposa nel fatto che questa nuova ondata di sciovinismo patriottardo muove su canali paralleli che non sono solo ed esclusivamente quelli della destra “nera e dura” ma che trovano contatti e convergenze non secondarie anche nelle analisi di settori nominalmente progressisti e/o engagé a sinistra.
Verrebbe da dire che gli “opposti unitarismi” coincidono nell’interesse nazionalista italiano.
Abbandonando questi giovani al loro destino politico e/o giudiziario, in Bulgaria come in Italia, vorremmo però fare tesoro di un simile smaccato spaccato politico e culturale che Essi ci hanno permesso, sia pure inconsapevolmente, di illuminare traendone più d’un spunto di riflessione.
Il dato è quello dell’ACCELLERAZIONE voluta dalla politica istituzionale ed istituzionalizzata di sistema sui temi del NAZIONALISMO ITALIANO.
Un simile atteggiamento chiama in causa una serie di avvenimenti diversi, lontani ma comunque legati da percorsi di senso e da relazioni politiche più o meno evidenti.
Lampante, a nostro avviso, è, ad esempio, il collegamento di questa “bulimia neosciovinista” con quanto accaduto, quest’estate, in quel lì della bella Città siciliana di Capo d’Orlando.
Tutti ricorderete i fatti. Il sindaco della Città paladina, Enzo Sindoni, ebbe l’ardire ( e taluni sostengono anche la sfrontatezza) di reintitolare la piazza antistante la locale stazione ferroviaria sottraendola alla “tutela” di Giuseppe Garibaldi da Nizza.
Si trattava certo di un atto politico e culturale simbolico ( noi del resto rispettiamo certo le idee di chi la pensa diversamente da Noi ma ci sentiamo in dovere di protestare contro chi ci vuole per forza imporre un mito falso e bugiardo) che scatenò una rabbiosa reazione degli ambienti nazionalisti italiani sia prima a livello cittadino e locale e poi grazie all'attenzione di quotidiani come il “CORSERA”,l’inglese”THE TIMES” e network televisivi come la RAI e le reti MEDIASET, vedendo scendere in campo certe truppe cammellate del nazionalismo italiano stavolta rappresentate e capitanate, non solo, dalla stampa di destra e destrorsa, ma da fogli di grande tiratura che generalmente non esitiamo a definire democratici e progressisti ma che stavolta sembravano tutt'altra cosa.
I fatti diCapo d’Orlando vuoi anche per il montante, inatteso consenso alle posizioni e alle analisi indipendentiste, comunque dai media siciliani taciute e silenziate, furono letti come un pericoloso precedente da certi “COSMOPOLITI SCIOVINISTI “che infatti attaccarono l’indipendentismo, tout court, con toni che definire allarmistici e anche maldicenti è forse poco, salvo sempre guardandosi bene dall’offire spazio e occasione per il confronto e/o il contraddittorio.
In quest’occasione apparve chiaro che l’EGEMONIA CULTURALE che GRAMSCI invocava come strumento di cambiamento, negli anni nella prassi si è realizzata solo come successiva occupazione degli spazi culturali, che oggi sono utilizzati addirittura ( povero Gramsci!) in funzione Sciovinista e Centralista, con argomenti, si badi bene, che sino a qualche anno fa erano esclusivo appannaggio della più becera destra “radicale”.
Perché poi dunque stupirisi se poi certe frange interessate sfruttano queste premesse, questi temi e questo neo nazionalismo risorgimentalista e patriottardo per tornare a porre la centralità del vecchio cruccio del nazionalismo: il Primato.
Riflettano dunque i democratici, i progressisti e la sinistra tutta.
Riflettano, anche in Sicilia, sui fatti di Sofia coloro che si beano e si fregiano di essere anti-sicilianisti (e quindi, di fatto anti-siciliani).
I fatti diCapo d’Orlando vuoi anche per il montante, inatteso consenso alle posizioni e alle analisi indipendentiste, comunque dai media siciliani taciute e silenziate, furono letti come un pericoloso precedente da certi “COSMOPOLITI SCIOVINISTI “che infatti attaccarono l’indipendentismo, tout court, con toni che definire allarmistici e anche maldicenti è forse poco, salvo sempre guardandosi bene dall’offire spazio e occasione per il confronto e/o il contraddittorio.
In quest’occasione apparve chiaro che l’EGEMONIA CULTURALE che GRAMSCI invocava come strumento di cambiamento, negli anni nella prassi si è realizzata solo come successiva occupazione degli spazi culturali, che oggi sono utilizzati addirittura ( povero Gramsci!) in funzione Sciovinista e Centralista, con argomenti, si badi bene, che sino a qualche anno fa erano esclusivo appannaggio della più becera destra “radicale”.
Perché poi dunque stupirisi se poi certe frange interessate sfruttano queste premesse, questi temi e questo neo nazionalismo risorgimentalista e patriottardo per tornare a porre la centralità del vecchio cruccio del nazionalismo: il Primato.
Riflettano dunque i democratici, i progressisti e la sinistra tutta.
Riflettano, anche in Sicilia, sui fatti di Sofia coloro che si beano e si fregiano di essere anti-sicilianisti (e quindi, di fatto anti-siciliani).
Ricordate, infatti, che se a quei “fascistelli" si facesse un’analisi del DNA politico si troverebbe in esso traccia di talune parole d’ordine politiche scioviniste da tempo circolanti anche in quella parte del mondo politico non di estrema destra.
Sono anche, dunque, probabilmente buona parte di essi confortati da questi atteggiamenti .
Sono anche, dunque, probabilmente buona parte di essi confortati da questi atteggiamenti .
Che dire, infine, se non, parafrasando una famosa pubblicità: LA NOSTRA COMUNITA’ POLITICA E’ DIVERSA!
FORTUNATAMENTE PER NOI E PER LA SICILIA!
Con Amicizia
Con Amicizia
Il Gruppo del Blog
“laquestionesiciliana”
1 commento:
Quanto orgoglio Siciliano e bandiere Siciliane oggi alla parada in onore di Cristofolo Colombo nella citta` di Nuova York. Mi sembra che i veri Siciliani sono in America e all'estero. In Sicilia e in italia abbiamo solamente i Pseudosiciliani colonizzati. Per questo dopo 63 anni di Statuto per L'autonomia della nazione Siciliana non abbiamo ancora l'autonomia !!
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