ESISTE, INFATTI, UN PACTUM BILATERALE CHE FA DELLO STATUTO SICILIANO UN UNICUM NON RIFORMABILE CHE DA' ALLA REGIONE SICILIANA UN RUOLO PARITARIO RISPETTO ALLO STATO.
La riforma in senso federalista della Repubblica italiana non può trascurare la esigenza giuridico-costituzionale, oltre che politica, della piena attuazione dello Statuto Speciale di Autonomia per la Regione Siciliana. Uno Statuto, quello Siciliano, che ha radici federaliste e che è fondato su un "PACTUM", oggi non modificabile, perchè storicamente ed istituzionalmente legato alle vicende storiche della lotta del Popolo Siciliano per l'Indipendenza della Sicilia.
Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ritengono che sia sbagliato, oltre che politicamente sleale, considerare, pertanto, la Regione Siciliana alla stregua delle altre Regioni, a statuto ordinario o a statuto speciale che queste siano. Piaccia o non piaccia: lo Statuto Siciliano è un UNICUM e come tale va rispettato. Ne consegue che la riforma in senso federalista va trattata, - esclusivamente per le parti che la Regione Siciliana riterrà utili alla Sicilia, - come evoluzione naturale del contenuto della "propria"Carta Costituzional-Statutaria. E dovrà essere discussa e concordata in modo bilaterale fra i Rappresentanti del Governo della Repubblica Italiana e i Rappresentanti della nostra Regione. Ovviamente, soltanto dopo che lo Satuto sarà stato applicato integralmente. E dopo che l'Alta Corte per la Regione Siciliana sarà stata ripristinata e sarà tornata in possesso delle proprie funzioni istituzionali.
Ogni iniziativa, - ancorquando adottata con legge costituzionale,- che vada contro i valori, contro le ragioni giuridico-costituzionali, contro la maestà del Diritto, contro il PACTUM, sarebbe priva di valore giuridico, in uno Stato di Diritto quale quello italiano vuole essere.
Va da sè una piccola riflessione. La "trovata" di "mangiare" l'Autonomia Speciale della Regione Siciliana, con il pretesto della riforma federalista in corso, ricorda molto la "trovata" di Ferdinando di Borbone, allorchè questi, nel 1816, con il pretesto della istituzione del Regno delle Due Sicilie, si "mangiò" lo Stato Indipendente e Sovrano del Regno di Sicilia. E quest'ultimo, - guarda caso, - aveva pure uno "STATUTO COSTITUZIONALE" speciale ed unico.
Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ritengono che sia sbagliato, oltre che politicamente sleale, considerare, pertanto, la Regione Siciliana alla stregua delle altre Regioni, a statuto ordinario o a statuto speciale che queste siano. Piaccia o non piaccia: lo Statuto Siciliano è un UNICUM e come tale va rispettato. Ne consegue che la riforma in senso federalista va trattata, - esclusivamente per le parti che la Regione Siciliana riterrà utili alla Sicilia, - come evoluzione naturale del contenuto della "propria"Carta Costituzional-Statutaria. E dovrà essere discussa e concordata in modo bilaterale fra i Rappresentanti del Governo della Repubblica Italiana e i Rappresentanti della nostra Regione. Ovviamente, soltanto dopo che lo Satuto sarà stato applicato integralmente. E dopo che l'Alta Corte per la Regione Siciliana sarà stata ripristinata e sarà tornata in possesso delle proprie funzioni istituzionali.
Ogni iniziativa, - ancorquando adottata con legge costituzionale,- che vada contro i valori, contro le ragioni giuridico-costituzionali, contro la maestà del Diritto, contro il PACTUM, sarebbe priva di valore giuridico, in uno Stato di Diritto quale quello italiano vuole essere.
Va da sè una piccola riflessione. La "trovata" di "mangiare" l'Autonomia Speciale della Regione Siciliana, con il pretesto della riforma federalista in corso, ricorda molto la "trovata" di Ferdinando di Borbone, allorchè questi, nel 1816, con il pretesto della istituzione del Regno delle Due Sicilie, si "mangiò" lo Stato Indipendente e Sovrano del Regno di Sicilia. E quest'ultimo, - guarda caso, - aveva pure uno "STATUTO COSTITUZIONALE" speciale ed unico.
GIUSEPPE SCIANO'
Segretario Politico FNS
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