sabato 18 ottobre 2008

Garibaldi voleva….

Il Nizzardo, in un dibattito a Catania, al quale ha partecipato il sottosegretario agli Affari esteri, Stefania Craxi, è stato presentato come quasi antesignano dell’attuale “ federalismo fiscale”.
Un ipotesi “affettata” che proprio non Ci convince e non convince!






Viene da parafrasare il vecchio slogan del ’68 e dire “fantasia di potere” per definire il senso e la logica sottesa al dibattito svoltosi ieri a Catania.
Alla manifestazione organizzata da una serie di soggetti dell’implosa galassia ex socialista è intervenuta anche Stefania Craxi, figlia dello scomparso segretario del PSI, Bettino, presidente della Fondazione Craxi ( uno dei soggetti organizzatori ) nonché attualmente sottosegretario agli Affari esteri nel Governo Berlusconi.
Sin qui la cronaca, poi però Stefania Craxi ha sviluppato, sia pur lecitamente, alcuni ragionamenti, di cui da conto la stampa, che Noi e chiunque conosca lo stato della ricerca e della riflessione storiografica su Giuseppe Garibaldi, fa fatica ad accettare sic et simpliciter.
Affermazioni tipo: "…l'eroe, colui che sa vincere e perdere sempre con la stessa grandezza d'animo, lo stratega geniale, il combattente coraggioso e invincibile che odia le guerre e predica la fratellanza delle genti, che ammette solo la violenza dei popoli che si ribellano ai tiranni".
O ancora quando parlando della vita e dell’opera del Nizzardo la Craxi ha detto(citiamo fonti stampa) "…cariche di insegnamenti per chi vive nelle nostre società e nel nostro tempo, ancora oggi, per chi si trova di fronte al dovere e alla responsabilità di conciliare le straordinarie conquiste e possibilità della scienza con le esigenze di pace, di solidarietà e di progresso diffuse ovunque nel nostro Paese, in Europa e nel mondo ".
Argomenti lecitamente esprimibili ma altrettanto lecitamente contestabili soprattutto se depurati da una innegabile vis retorica e/o nazionalista.
Ma ciò che davvero a segnato lo “Zenith” dell’acutizzazione politica e storiografica, a nostro avviso, è stato quando l’On. Craxi afferma "… Possiamo dire che il federalismo fiscale di cui discutiamo oggi compie l'auspicio di Cattaneo e Garibaldi per un effettivo e completo decentramento amministrativo".
Un po’ troppo smaccata la volontà di attualizzare la vulgata “federalista” berlusconian-leghista della sottosegretaria.
La quale suo malgrado non può non evidenziare, però, con la sua onestà intellettuale, il fatto che il modello delineato dal cosiddetto “ federalismo fiscale” mira più ad “Uno Stato forte e unito” e che era quest’appunto, lo Stato Unitario l’orizzonte-sogno di Garibaldi.
Infine come non sottolineare che il sottosegretario Craxi ha ripreso il vecchio armamentario del vecchio, rodato meridionalismo sociologico, affermando:

"Sono certa che il federalismo fiscale innescherà un processo virtuoso anche nel Mezzogiorno...”. Campacavallo!
In verità, quindi, il dibattito etneo ha solo segnato l’occasione per fare di Garibaldi, come sempre è successo, durante e dopo la sua vita, una sorta di “icona” tramite la quale veicolare idee altrui, in questo caso appunto quelle di Stefania Craxi.
E così facendo il dibattito di Catania non solo non ha fugato ma ha confermato tutte le nostre remore e i nostri dubbi argomentati sul mito di Garibaldi e sull'agiografia Risorgimentale che tanto male hanno fatto, per tanto tempo, alla Sicilia e al Meridione Continentale.

laquestionesiciliana

1 commento:

Orazio Vasta ha detto...

http://rarika-radice.blogspot.com/2008/10/sulla-strage-italiana-di-via-maqueda.html