giovedì 28 agosto 2008

NULLA AVVIENE PER PURO (CAU)CASO





LE VARIAZIONI GEOPOLITICHE E IL FUTURO DELLA NAZIONE SICILIANA




Questo Blog ha seguito e segue con attenzione quanto è accaduto e sta accadendo nel Caucaso.
Diversamente da altri però Noi abbiamo provato a capire cosa lì stia accadendo evitando, se possibile, facili generalizzazioni rifiutandoci di ridurre quegli eventi complessi a questioni di mero tifo pro o contro questo o quello.
Tale nostra posizione nasce dalla nostra profonda convinzione che il futuro della Sicilia, della Nazione Siciliana dipende da una serie, ampia e composita, di accadimenti e/o scelte.
L’esperienza politica maturata nel “separatismo” del secolo scorso ci ha insegnato che il futuro della Trinakria è influenzato e determinato anche dai complessivi equilibri politici geopolitici nel e del pianeta.
Noi non abbiamo dimenticato come sull’altare degli equilibri di Yalta, tra Occidente ed Oriente sovietico vennero sacrificate ,negli anni ’40 del Novecento, le nostre aspirazioni nazionali.
Ed è anche in virtù di questa dura ”lezione”che Noi determiniamo e valutiamo gli avvenimenti internazionali.
Ora nel caso specifico dei fatti di Ossezia del Sud e Abkhazia e della serie di eventi coordinati e correlati crediamo che si tratti di una delle più significative “rimodulazioni”degli equilibri determinatisi dopo il crollo del Muro di Berlino.
Rimodulazione che ovviamente non nasce “sic et simpliciter” ma è frutto e risultante delle scelte come anche dagli errori maturati in questi tre lustri e oltre della storia mondiale.
Qui non è tanto questione di essere filo o anti Georgia e neppure pro o contro la Russia, noi cerchiamo semmai di comprendere se questo rinnovato protagonismo degli eredi storici della disciolta U.R.S.S. : i Russi avrà influenza, diretta o indiretta, anche sul nostro futuro.
Del resto Noi Indipendentisti Siciliani non dovremmo mai dimenticare che uno dei motivi che spinse, a metà dell’ ‘800, l’Impero britannico a favorire l’allargamento del Regno di Piemonte ( poi Stato italiano) fu una valutazione di realpolitik.
Londra temeva allora una “liason” economica e politica nel Mediterraneo ( considerato Mare inglese) tra Regno delle Due Sicilie e l’Impero russo degli zar.
Tra le vittime di queste valutazioni geopolitiche ci furono anche il Popolo e la Nazione Siciliana.
Oggi ovviamente sia la situazione che le forze in campo sono altre e diverse e pur tuttavia noi dobbiamo valutare che qualunque cambiamento degli e negli equilibri internazionali produce effetti percebili e percepiti anche nella nostra Sicilia.
Non è solo o tanto la pedissequa ripetizione del teorema del “battito d’ali della libellula” quanto più prosaicamente una realistica considerazione sul fatto che una rinnovata “guerra fredda” oggi tra Russia e USA ( domani plurilaterale con il verosimile coinvolgimento di Cina e/o India ) interesserà necessariamente anche il Mediterraneo data la sua rigenerata centralità.
Assodato ciò si fa presto ad individuare necessariamente il ruolo strategico per e della Sicilia.
I fatti caucasici è nostra impressione vadano analizzati e letti in questa chiave.
Noi come espressione dell’area organizzata e d’avanguardia dell’Indipendentismo democratico siciliano abbiamo il dovere di non perderci in valutazioni estemporanee ma indagare, da patrioti e statisti, l’evolvere o accavallarsi di avvenimenti e prese di posizione.
Interroghiamoci: In Ossezia del Sud e Abkhazia stiamo assistendo ad un processo di autodeterminazione?
Qual è il ruolo della Russia di Putin e Medveded in questa escalation di atti e fatti?
E ancora domandiamoci: le posizioni assunte dal presidente georgiano Saakashvili non hanno forse accelerato la “volontà di egemonia” della rinata potenza russa?
Avrete compreso, a questo punto, che il senso del nostro ragionamento, di questa serie di ragionamenti non è quello di coloro che hanno maturato certezze e verità granitiche da infondere ma più quello di chi cerca di ricomporre, con umiltà e attenzione, un difficile puzzle.
Una sciarada che verosimilmente influenzerà gli scenari mondiali per almeno i prossimi 5 -10 anni.
Ciò che è accaduto e ancora sta accadendo all’interno della “ vecchia” Georgia è diverso da quanto è accaduto, in passato, in Cecenia eppure componibile all’interno di un medesimo processo storico di lungo termine.
Tutto avviene non casualmente nel lontano Caucaso, ciò anche in virtù di una serie complessa di cause e concause.
Al punto che, secondo noi, hanno parimenti ragione sia coloro che imputano tutta la serie di eventi caucasici a cause politiche e nazionali sia coloro che credono tutto derivi da motivi economico-energetici.
La verità probabilmente sta a metà del guado.
Diremo che la Silovicocrazia che Medveded ha “ereditato” da Putin ( nel senso che ne è ufficialmente continuatore e coattore ) è certo lontana dai parametri del nostro “modello” occidentale ma ne è pur sempre una voluta ibridazione.
Quando i settori più attenti, e quindi più sensibili, dell’opinione pubblica internazionale, come fastidiose cassandre additavano la deriva A-democratica assunta dalla Russia , molti, troppi, compresi governi e governati, in Europa come negli USA, hanno mostrato titubanze, transigenze quando non anche cointeressenze.
Esitazioni che nel tempo, con il tempo hanno sedimentato e finito per giustificare gli atteggiamenti e le violazioni elevandole a prassi.
Domandiamoci allora: Perché oggi i fatti di Ossezia del Sud e Abkhazia modificano le cose?
A nostro avviso dipende dal fatto che i russi, l’attuale classe dirigente e di potere russa, dopo aver constatato l’esistenza di quello che definiremo un “ rinnovato spirito di Monaco” nella Comunità internazionale ( cioè dell’Occidente) provano in virtù di ciò a regolare i conti aperti, nel modo ex sovietico, tra le ex repubbliche del colosso U.R.S.S.-
E’ una strategia di medio termine che coinvolge Ucraina e Georgia ma non solo queste (pensiamo a Moldavia, Lettonia, ecc…) e che vede queste Repubbliche cercare di sottrarsi all’abbraccio della Russia.
Non sappiamo se abbia ragione il giovane, irruento Presidente georgiano quando afferma , come hanno riportato i maggiori quotidiani italiani, che in atto non vi è una lotta tra Georgia e veri Separatisti Osseti o Abkhazi ma tra Georgia e una “volontà di potenza” celata dietro il paravento di una causa militarizzata dai russi.
Di certo c’ è solo che l’Occidente è evidentemente alle corde.
Gli USA si muovono con difficoltà e anche la U.E. annaspa visibilmente.
Chiediamoci: CHE FARE?
Noi Come patrioti siciliani ci domandiamo anche quali contraccolpi, evidenti e per certi versi necessari, avranno questi fatti sull’area EUROMEDITERRANEA, già oggi attraversata, come altre zone del pianeta, da integralismi economici e religiosi.
Questa preoccupazione nasce per Noi dal fatto che diversamente dai centralisti di potere e al potere Noi coltiviamo una visione d’insieme della Sicilia e mai, in nessun momento, vogliamo e possiamo dimenticare che il nostro scopo è il Benessere Comune di Nazione e Popolo Siciliano e con essi di settori sempre più ampi della popolazione del Mondo.
Il ritorno “ufficiale” ( quello reale era cominciato un po’ prima ) della Russia nel novero di coloro che determinano l’Agenda politica internazionale potrebbe anche non essere in assoluto un male a patto però che la “potenza” russa rinunci a prassi e azioni di silovica memoria e riconosca apertamente , lontano dalle ipocrisie dettate dal “tatticismo” del momento il diritto ad esistere e prosperare delle tante, molte nazionalità interna all’ex-U.R.S.S.-
Nazionalità che neppure la buia repressione del feroce Stalin riuscì ad estirpare dall’orizzonte ideale e culturale dei popoli allora sovietici.
Occorre che il principio del riconoscimento del diritto all’esistenza delle nazionalità e l’autodeterminazione divengono oggettivo, reale patrimonio di tutti,anche delle classi dirigenti russe.
Ora è chiaro che Noi, in questa ottica, siamo perché il principio di riconoscimento delle Nazionalità debba vigere ovviamente anche per i Popoli di Ossezia del Sud e Abkhazia.
Altresì però crediamo sia necessario anche che Ossezia del Sud e Abkhazia trovino modo e forza ( se possono ) di emanciparsi dallo stringente “abbraccio” del vicino colosso russo.
In questa ottica la Comunità Internazionale deve, anzi ha il dovere di esigere una chiara, libera espressione di volontà da parte dei due popoli di Ossezia del Sud e Abkhazia attraverso un Referendum sotto il controllo vigile dell’ONU.
E’ ovvio che anche la Russia deve però modificare la sua dottrina sulle nazionalità interne come anche smettere di appoggiare ( e fomentare) le minoranza allogene russe nelle repubbliche indipendenti ex sovietiche.
Non si può propugnare la libertà per Ossezia del Sud e Abkhazia e poi negarla alla Cecenia.
E’ ovvio che questo è quanto Noi vorremmo ed auspicheremmo, ciò che poi realmente accadrà sarà qualcosa, come sempre, di diverso, complesso e forse anche controverso.
Sicuramente occorrerà però che l’Occidente ( USA e UE ) modifichino i parametri utilizzati oggi nelle relazioni internazionali.
Dobbiamo infatti tutti insieme constatare ( lo scriviamo senza livore ) che la “Dottrina Bush” è oramai datata e inadeguata all’evolversi spasmodico del quadro di relazioni internazionali.
In un simile clima, politico e diplomatico, la Sicilia, la Trinakria avrebbe bisogno di essere e di possedersi politicamente, culturalmente e comunitariamente.
Solo così potremmo anche Noi contribuire democraticamente a determinare le condizioni generali di un futuro possibile finalmente scelto e non imposto sia a Noi che agli altri Popoli.
Quindi il nostro futuro passa anche come Popolo e Nazione per una soluzione equa per tutte le popolazioni e le Nazioni anche del lontano Caucaso.




TRINAKRIUS