domenica 17 agosto 2008

SE GARIBALDI ERA STATO AVVENTURIERO, SCAFISTA, CORSARO, MOSCA COCCHIERA ED ALTRO, TALE RIMANE ANCHE SE TIRIAMO IN BALLO GIULIANO. LE "NOTE" DI GRAMSCI







Com'è risaputo, se ne sentono e se ne vedono di tutti i colori, nel corso del dibattito apertosi sulla iniziativa del Sindaco e dell'Amministrazione Comunale di CAPO D'ORLANDO di cambiare nome ad una piazza cittadina già dedicata a Garibaldi.
I promotori più accaniti dei "Progrom" antisiciliani ed antisicilianisti, in particolare, - pur di salvare il mito falso e bugiardo di un Garibaldi Eroe Nazionale - hanno cercato una via di uscita dal tema scottante del recupero della verità storica sui fattacci del Risorgimento in Sicilia.
Hanno, pertanto, tirato in ballo il Separatismo, la Strage di Portella della Ginestra (che l'FNS ha sempre condannato e per la quale chiede verità e giustizia) e tante altre questioni, che niente avevano ed hanno a che vedere con il caso specifico e sulle quali i nemici del Sicilianismo hanno dimostrato di non avere idee chiare e di non conoscere affatto verità complete, ma solo mezze verità e tante calunnie prefabbricate. E' stato, quindi, un BOOMERANG. Anche per quest'ultimo periodo storico, insomma, l'ignoranza e il lavaggio di cervello la fanno da padroni.



A fini puramente didattici, l'FNS si permette, pertanto, di riportare alcune osservazioni che ANTONIO GRAMSCI aveva scritto sul Separatismo Siciliano, mentre in Italia dominava il FASCISMO, e poi pubblicate sul "Risorgimento" di Torino nel 1949, dopo la sua morte.


“ Ciò che è interessante, in questa letteratura siciliana, giornalistica e libresca, è il tono fortemente polemico e irritato (unitarismo ossessionato). La questione invece dovrebbe essere molto semplice, dal punto di vista storico: il separatismo o c'è stato o non c'è stato o è stato solo tendenziale in una misura da determinarsi secondo un metodo storico obiettivo, astraendo da ogni valutazione attuale di polemica di partito, di corrente o di ideologia; la ricostruzione delle difficoltà incontrate in Sicilia dal moto unitario potrebbero non essere maggiori o diverse da quelle incontrate in altre regioni, a cominciare dal Piemonte. Se in Sicilia il Separatismo ci fosse stato, ciò non dovrebbe essere storicamente considerato nè riprovevole, nè immorale, nè antipatriottico, ma solo considerato come un nesso storico da giustificare storicamente e che in ogni modo dovrebbe servire ad esaltare di più l'energia politica degli unitari che ne trionfarono. Il fatto che la polemica continui accanita ed aspra significa dunque che sono in gioco "interessi attuali" e non interessi storici, significa in fondo che queste pubblicazioni tipo Natoli dimostrano esse stesse proprio ciò che vorrebbero negare, cioè il fatto che lo strato sociale unitario in Sicilia è molto sottile e che esso padroneggia a stento forze latenti "demoniache" che potrebbero anche essere separatiste, se in questa soluzione, in determinate occasioni, si presentasse come utile per certi interessi. Il Natoli non parla del moto del '66, e tanto meno di certe manifestazioni del dopoguerra, che hanno pure un valore di sintomo per rivelare l'esistenza di correnti sotterranee. che mostrano un certo distacco tra le masse popolari e lo Stato unitaro, su cui speculavano certi gruppi dirigenti. “








GIUSEPPE SCIANO'



Segretario FNS

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