Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ritengono che, in presenza di segnali di allarme di crisi e di recessioni economiche, tanto a livello intercontinentale che a livello europeo o a livello italiano, sia diventato estremamente necessario ed urgente che il Governo Regionale, l'Assemblea Regionale, le categorie produttive ed i rappresentanti delle forze del lavoro, - aldilà delle comprensibili differenze ideologiche e politiche e degli immancabili conflitti di interesse, - concordino una "STRATEGIA" per l'economia siciliana. Una strategia autonoma ma non isolazionista, che punti sulle potenzialità della Sicilia, sulle sue capacità produttive, sulla tipicità e sulla qualità dei prodotti, sulla cultura del lavoro, dell'efficienza, della competitività e della qualità. Su un'agricoltura biologica e su una filiera agro-alimentare che assicuri la NON VELENOSITA' del cibo made in Sicily. In modo che "MANGIAR SICILIANO" sia sinonimo di "MANGIAR SANO". E che operi, soprattutto, sulla valorizzazione immediata dell'ESISTENTE (che è un "valore" poco conosciuto e, quindi, poco apprezzato).
In questo senso, - anche se non sarà esauriente, - va giocata la carta della PREFERENZA da dare ai prodotti siciliani, all'interno del mercato siciliano. Ed anche all'esterno del territorio siciliano, coinvolgendo i Siciliani della Diaspora nel Mondo. Ovviamente, sulla base di certezze e di garanzie adeguate. Non si può, del resto, andare alla "guerra" ai concorrenti interni ed esterni al MERCATO EUROPEO con una Sicilia che, dal 1860 in poi, è penalizzata dal fatto di essere essa stessa "MERCATO DI ASSORBIMENTO" di tutto ciò che si produce e si commercializza o si ricicla altrove. E che, in un modo o nell'altro, è riconducibile a scelte operate nell'interesse egemone dei gruppi di potere nordisti.
Dando la preferenza ai prodotti siciliani, le massaie, le famiglie, i cittadini comuni, prima singolarmente e poi tutti assieme, compirebbero scelte più sicure e verrebbero coinvolti nella lotta che mira alla rinascita dell'economia siciliana, alla maggiore occupazione, alla produttività e al progresso. E di questa lotta, - che è anche una lotta culturale, politica e civile, - diventerebbero addirittura un'avanguardia, consapevole e determinata a contrastare il passo anche ai concorrenti più grossi e più potenti.
In questo senso, - anche se non sarà esauriente, - va giocata la carta della PREFERENZA da dare ai prodotti siciliani, all'interno del mercato siciliano. Ed anche all'esterno del territorio siciliano, coinvolgendo i Siciliani della Diaspora nel Mondo. Ovviamente, sulla base di certezze e di garanzie adeguate. Non si può, del resto, andare alla "guerra" ai concorrenti interni ed esterni al MERCATO EUROPEO con una Sicilia che, dal 1860 in poi, è penalizzata dal fatto di essere essa stessa "MERCATO DI ASSORBIMENTO" di tutto ciò che si produce e si commercializza o si ricicla altrove. E che, in un modo o nell'altro, è riconducibile a scelte operate nell'interesse egemone dei gruppi di potere nordisti.
Dando la preferenza ai prodotti siciliani, le massaie, le famiglie, i cittadini comuni, prima singolarmente e poi tutti assieme, compirebbero scelte più sicure e verrebbero coinvolti nella lotta che mira alla rinascita dell'economia siciliana, alla maggiore occupazione, alla produttività e al progresso. E di questa lotta, - che è anche una lotta culturale, politica e civile, - diventerebbero addirittura un'avanguardia, consapevole e determinata a contrastare il passo anche ai concorrenti più grossi e più potenti.
GIUSEPPE SCIANO'
Segretario FNS
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